Le più importanti notizie dal mondo riprese dai maggiori quotidiani, per essere sempre aggiornati. Notizie dal 10 al 17 giugno.
Africa
Somalia: Un uomo delle “Operazioni speciali” statunitensi é rimasto ucciso e altri quattro militari americani sono stati feriti in un “attacco nemico” in Somalia, circa 350 km a sud-ovest di Mogadiscio. Lo riferisce un comunicato dell’Africa Command statunitense.
Nell’imboscata, avvenuta nel pomeriggio di ieri, é rimasto ferito anche un militare africano di una grande pattuglia da circa 800 uomini di forze somale (Snsf) e keniane (Kdf) che stava cercando di scacciare dalla zona terroristi somali Al Shabaab, emerge inoltre dalla nota dell’Africom. L’attacco é stato portato usando colpi di “mortaio” e “armi leggere”.
L’anno scorso in Somalia era stato ucciso un Navy Seal, il primo militare statunitense morto in combattimento dopo la battaglia di Mogadiscio del 3-4 ottobre 1993 in cui caddero 18 americani.
Egitto: Forti aumenti del costo di benzina e gas da cucina sono scattati oggi in Egitto creando il rischio di una ripresa delle spinte inflattive e conseguenti tensioni sociali legate alla perdita di potere d’acquisto.
Il ministero del Petrolio ha annunciato aumenti fra il 34 e il quasi il 50% (a seconda degli ottani) per il carburante e di oltre il 65% per il gas da cucina. Nel caso dei carburanti si tratta del terzo aumento dal 2015 e stavolta va ad influire su inflazione in calo da quasi un anno all’11,5% dopo aver toccato un picco del 34,2% in luglio.
L’aumento é scattato nel pieno dei tre giorni di festa che da ieri segnano la fine del Ramadan, il mese sacro islamico del digiuno diurno. A maggio vi erano stati aumenti fino al 250% dei biglietti della metro del Cairo (con proteste da decine di persone che hanno sfidato i rigori dello stato di emergenza) e, di recente, anche dell’acqua potabile (fino al 45%) e dell’elettricità (+26%).
Americhe
Usa/Messico/Canada: “Gli Stati Uniti, insieme a Messico e Canada, hanno appena ottenuto la Coppa del Mondo.
Congratulazioni – una grande quantità di duro lavoro!”. Cosi, il presidente americano Donald Trump ha commentato via Twitter la decisione della Fifa di attribuire i mondiali di calcio 2026 a Stati uniti, Messico e Canada.
Haiti: Oxfam Gb “comprende” la decisione annunciata ieri dal governo di Haiti di ritirarle il diritto di svolgere attività umanitaria nel Paese dopo le rivelazioni dei mesi scorsi sul coinvolgimento di alcuni suoi ex operatori nello sfruttamento sessuale di ragazze haitiane durante i soccorsi per il terremoto del 2010, oltre che in abusi denunciati altrove.
Argentina: La Camera dei Deputati argentina ha approvato oggi la depenalizzazione dell’aborto per 131 voti a favore, 123 contrari e una astensione. Ora la legge passa al Senato.
Cile: In una mossa senza precedenti, unità della polizia cilena hanno sequestrato gli archivi ecclesiastici delle diocesi di Santiago del Cile e Rancagua (a sud della capitale), su ordine della Procura locale, che indaga su casi di abuso sessuale di minorenni. Secondo fonti della sicurezza citate dai media locali, le autorità giudiziarie intendono esaminare tutte le denunce inviate dalle rispettive diocesi alla Congregazione per la Dottrina della Fede – il dicastero vaticano che si occupa di questi casi – dal 2007 ad oggi, così come le sanzioni decise dalla Chiesa in base al diritto canoni.
Nicaragua: Il governo del Nicaragua e le forze di opposizione hanno concordato una tregua dopo settimane di violenze che hanno causato la morte di circa 170 persone. Lo riferisce la Bbc online.

In base all’accordo sarà istituita una commissione per la verità e sarà consentito l’ingresso nel Paese a investigatori internazionali. I negoziati a Managua sono stati mediati dalla Chiesa cattolica. Le proteste sono scoppiate il 19 aprile scorso dopo che il presidente Daniel Ortega ha imposto tagli ai programmi previdenziali e della sicurezza sociale.
Europa
Spagna: Dopo nove giorni in mare toccano finalmente terra i 629 migranti che da sabato scorso erano a bordo della nave Aquarius. Il primo gruppo di loro, 274 persone, è entrato nel porto di Valencia a bordo di nave Dattilo della Guardia Costiera italiana. Una volta sbarcati i migranti, entrerà nel porto nave Aquarius che ha a bordo 106 persone, mentre per ultima entrerà Nave Orione della Marina militare italiana con 249 migranti.
Turchia: “Il Tanap è il gasdotto più lungo della Turchia, del Medio Oriente e d’Europa. Stiamo inaugurando un progetto che rappresenta la ‘Via della Seta’ dell’energia. Ora il nostro Paese è un passo più vicino al suo obiettivo di diventare un hub energetico regionale”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, inaugurando con il suo omologo azero Ilham Aliyev a Eskisehir, nel nord-ovest del Paese, il gasdotto Trans-Anatolico (Tanap), che porterà il metano dell’Azerbaigian passando per la Georgia. Alla cerimonia, organizzata a poco più di 10 giorni dal cruciale voto presidenziale e parlamentare anticipato in Turchia, hanno preso parte anche i capi di stato di Ucraina e Serbia, Pedro Poroshenko e Aleksandar Vucic. “La sua capacità iniziale è di 16 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, 6 miliardi dei quali per la Turchia e 10 miliardi per l’Europa”, ha aggiunto Erdogan.
Scozia: Ira degli indipendentisti scozzesi dello Scottish National Party (Snp) all’indomani della bocciatura al parlamento britannico di Westminster di tutti gli emendamenti alla legge quadro sulla Brexit introdotti nelle settimane scorse dalla Camera dei Lord in funzione di freno a un divorzio hard da Bruxelles. Il

partito della first minister di Edimburgo, Nicola Sturgeon, denuncia il restringimento dei tempi del dibattito imposto dal governo Tory di Theresa May e promette battaglia dopo la protesta sfociata ieri nell’uscita dall’aula.
“Abbiamo dimostrato che Westminster non lavora nell’interesse della Scozia”, ha tuonato oggi Sturgeon, rilanciando di fatto i toni della campagna in favore di un referendum bis per la secessione dal Regno Unito in caso di “hard Brexit”. L’Snp denuncia in particolare la potenziale sottrazione alla devolution di alcune materie nel testo della legge quadro ‘depurata dagli emendamenti’. Mentre i Conservatori parlano di “strumentalizzazione” e sostengono l’esatto contrario.
Ungheria: Quattro uomini sono stati condannati a 25 anni di carcere in Ungheria per la morte dei 71 migranti che soffocarono dentro un camion nell’agosto del 2015, nel pieno della crisi migratoria in Europa centrale. La polizia trovò i corpi già in decomposizione nel cassone sigillato del tir, registrato in Ungheria e abbandonato vicino a un villaggio austriaco. Lo riferisce la Bbc.
Russia: La Flotta Nord della Russia testerà nuove armi nel corso della più grande esercitazione da dieci anni a questa parte. Lo ha detto il servizio stampa della flotta, citata dalla Tass. “Trentasei navi da guerra, sottomarini e navi rifornimento, circa 20 aerei, oltre 150 unità militari e speciali, artiglieria a razzo costiera e forze di terra, fanteria marina e truppe di difesa aerea saranno coinvolti nel più grande esercizio della Flotta del Nord nell’ultimo decennio”. “Ci sono piani per testare nuove armi marine”, ha detto il servizio stampa. L’esercitazione coinvolgerà l’incrociatore missilistico Marshal Ustinov, la grande nave antisottomarino Severomorsk, il cacciatorpediniere della flotta Ammiraglio Ushakov, i sottomarini a propulsione nucleare e diesel-elettrica, le grandi navi da sbarco Kondopoga, Georgy Pobedonosets e Alexander Otrakovsky e altre navi.
Grecia/Macedonia: La Grecia e la Macedonia hanno raggiunto un accordo sul nome di quest’ultima, mettendo fine a una disputa pluridecennale. Lo ha dichiarato il primo ministro greco, Alexis Tsipras.
“Repubblica della Macedonia del Nord”, sarebbe il nuovo nome del Paese ex jugoslavo concordato dai premier macedone e greco, Zoran Zaev e Alexis Tsipras, nel colloquio telefonico, scrivono i media greci, secondo i quali l’accordo formale dovrebbe essere definito nel fine settimana, forse sabato, nel corso di un incontro fra i due leader. La disputa fra Skopje e Atene sul nome della Macedonia dura da 27 anni e che blocca il cammino del Paese ex jugoslavo verso l’integrazione in Ue e Nato.
Medio Oriente
Iraq: Un incendio è scoppiato nel magazzino di Baghdad che conteneva il maggior numero di schede delle elezioni parlamentari in Iraq da ricontare per una serie di irregolarità. In totale sono 10 milioni le schede del voto del 12 maggio scorso che il Supremo consiglio giudiziario iracheno deve ricontare sulla base di un emendamento della legge elettorale dopo le denunce di irregolarità e brogli. Il Supremo consiglio ha fatto sapere che ai giudici nominati per le verifiche sono state interrotte le linee telefoniche per impedire ogni contatto con i candidati o i loro rappresentanti.
Giordania: Il nuovo governo giordano guidato dal premier Omar Razzaz si è oggi insediato ufficialmente dopo l’approvazione ricevuta da Re Abdallah in un contesto di forte tensione sociale culminata con le dimissioni del governo precedente e la nomina di Razzaz il 5 giugno scorso. Il nuovo esecutivo è composto da 28 dicasteri, la metà dei quali guidati da ministri provenienti dal precedente governo di Hani Mulqi.

Tra i ministri ci sono sette donne, un quarto dell’intera compagine governativa. La Giordania era stata scossa nei primi di giugno da una settimana di intense e inedite massicce proteste popolari contro il caro-vita e, in particolare, contro una proposta di legge, avanzata dall’ex premier Mulqi, per l’aumento delle tasse su lavoratori e datori di lavoro. Nei giorni scorsi, l’Arabia Saudita, il Kuwait, gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar hanno offerto al regno hascemita finanziamenti per assicurare che la Giordania possa offrire le giuste garanzie al Fmi con cui Amman si è indebitata dal 2013.
Kurdistan: “Abbiamo iniziato operazioni antiterrorismo a Qandil e Sinjar” in nord Iraq contro il Pkk curdo. Lo ha annunciato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, durante un comizio nella città anatolica di Nigde a due settimane dal voto anticipato, aggiungendo che “20 aerei da combattimento hanno distrutto 14 importanti obiettivi” dei ribelli e che “i raid continueranno”
Libano: Il primo ministro libanese, Saad Hariri, è partito oggi per Mosca, dove ha in programma un incontro con il presidente russo Vladimir Putin e dove assisterà domani alla partita inaugurale dei Mondiali tra Russia e Arabia Saudita. Lo rende noto l’ufficio stampa dello stesso Hariri.
Secondo i media libanesi, il primo ministro dovrebbe avere un colloquio anche con il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman. Riad è il principale sponsor politico di Hariri nella regione e al centro dell’incontro dovrebbero essere i suoi sforzi per formare un nuovo governo a Beirut dopo le elezioni politiche del 6 maggio scorso.
Yemen: Le forze saudite e degli Emirati Arabi Uniti, che compongono la Coalizione araba anti-insorti yemeniti Huthi, vicini all’Iran, “si trovano a cinque km di distanza” dal porto di Hudayda, scalo sul Mar Rosso controllato dalle forze Huthi. Lo riferisce la tv panarabo-saudita al Arabiya che stamani dà ampio spazio all’offensiva militare da terra, dall’aria e dal mare della Coalizione contro Hudayda. L’operazione è chiamata “La Vittoria dorata” e mira a scacciare gli insorti dallo strategico porto nello Yemen occidentale.
Asia
NordCorea: Impegno per lavorare ad una completa denuclearizzazione della Corea del Nord. È uno dei dei punti emersi dallo storico incontro tra il presidente Usa Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un. “Il mio incontro con Kim è stato onesto, diretto e produttivo”, ha detto il presidente Usa nella conferenza stampa al termine dell’incontro. Un vertice “storico”, ha osservato, dal quale deriva un “messaggio di pace”. “Le sanzioni – ha fatto sapere – rimarranno in vigore fino alla completa denuclearizzazione”. “Parliamo – ha assicurato Trump – di denuclearizzazione completa della Corea del Nord e sarà verificata”. La Cina accoglie con favore il primo incontro assoluto tra Usa e Corea del Nord, tra Donald Trump e Kim Jong-un, esprimendo l’auspicio che le parti possano lavorare insieme per la denuclearizzazione della penisola. Il summit ha “un importante e positivo significato, e ha dato via a una nuova storia”, ha commentato il ministro degli Esteri, Wang Yi. L’invito alle parti, inoltre, è di risolvere i nodi sulla sicurezza attraverso “colloqui paritari”.
Afghanistan: Il cessate il fuoco annunciato dal presidente afghano Ashraf Ghani in occasione della fine del Ramadan e della festività di Eid ul-Fitr che celebra questo evento, è entrato in vigore oggi come previsto, nonostante negli ultimi giorni i talebani abbiano attaccato le forze di sicurezza governative in numerose province con un bilancio di decine di morti e feriti.
Secondo quanto reso noto, la tregua sarà di una settimana e riguarderà soltanto i combattenti talebani ma non i militanti dell’Isis e di Al Qaida. Da parte loro i talebani dell’Emirato islamico dell’Afghanistan hanno risposto positivamente, per la prima volta dal 2001, all’iniziativa governativa, disponendo una sospensione degli attacchi contro le forze di sicurezza afghane, anche se solo nei tre giorni dell’Eid, a partire dal 14 giugno, e con esclusione degli “invasori stranieri”.
Pakistan: Il ministro della Difesa afghano ha annunciato che il leader dei talebani pachistani, Mullah Fazlullah, è stato ucciso in un attacco di un drone Usa nella provincia nordorientale di Kunar.

Dopo che fonti americane e afghane hanno fornito i particolari dell’attacco avvenuto nel distretto di Dangam, il presidente afghano Ashraf Ghani ha telefonato al comandante in capo dell’esercito pachistano, generale Qamar Javed Bajwa, per confermare la morte di Fazlullah. Nell’operazione, si è intanto appreso, sono deceduti 20 militanti del TTP (Tehrek-e-Taliban Pakistan) , fra cui quattro comandanti, identificati cone Abu Bakar, Sajid, Umar e Imran, e un figlio di 17 anni del leader.
Cina: La Cina si oppone ai dazi da 50 miliardi annunciati da Trump e annuncia “immediate contromisure contro i prodotti Usa di uguale forza e impatto”. Lo annuncia il ministero del Commercio cinese in una nota. “Non vogliamo una guerra commerciale ma dobbiamo salvaguardare i nostri interessi”, aggiunge Pechino, riferendo che tutti i risultati raggiunti attraverso i negoziati sino-americani che si sono svolti finora sono a questo punto da considerarsi nulli.
[trx_button type=”square” style=”default” size=”large” icon=”icon-file-pdf” align=”center” link=”https://www.opiniojuris.it/wp-content/uploads/2018/06/World-News-10.pdf” popup=”no” top=”inherit” bottom=”inherit” left=”inherit” right=”inherit” animation=”bounceIn”]Scarica PDF[/trx_button]