Nell’ultimo decennio, si è verificato un notevole aumento dell’estrazione illegale dell’oro in Amazzonia, fino al 18% all’anno in alcune regioni. In Brasile in particolare, dal 2018, questo fenomeno si è verificato anche a causa del sostegno politico del governo del presidente Bolsonaro.
Un incremento dell’attività mineraria estrattiva nella zona provoca deforestazione e altri danni ambientali di non minor rilevanza, come l’avvelenamento dei fiumi o del sottosuolo per opera dei metalli pesanti (mercurio)[1].
Se l’attività di estrazione aumenta, allo stesso tempo, vengono sfruttati nuovi giacimenti. In Amazzonia, non tutto è concesso, infatti alcune zone diventate riserve naturali o le terre indigene, per legge sono intoccabili e quindi l’estrazione è vietata. Questo però non ferma alcuni minatori in Brasile che spesso estraggono l’oro illegalmente da queste aree protette[2].
Produzione
Esistono due tipi di estrazione dell’oro in Brasile: l’estrazione industriale, per la quale si è tenuti a possedere un permesso di locazione, e le miniere su piccola scala (raramente artigianali), note come garimpos. Molte garimpos usano macchinari pesanti per estrarre l’oro e non sono considerate miniere artigianali ma su piccola scala. La maggior parte dell’estrazione artigianale e su piccola scala dell’oro in Brasile è illegale, ma ottenere un permesso per le garimpos è possibile. Secondo la legge, le garimpos non sono tenute a valutare e mitigare in modo completo il loro impatto sociale e ambientale. Queste, abbattono e degradano le foreste, limitando gravemente il recupero degli ecosistemi dopo lo sfruttamento del territorio e in particolare la degradazione della vegetazione ripariale[3] [4].
L’abbattimento di foreste e di altra vegetazione nativa per opera dell’estrazione industriale richiede un’autorizzazione legale e l’adesione corrispondente a termini e condizioni specifiche, compreso l’impegno a riabilitare le aree degradate.
Tuttavia, la deforestazione nelle miniere d’oro illegali non è soggetta a condizioni simili, e le aree estrattive sono di solito abbandonate dopo l’esaurimento delle riserve, senza alcuna riabilitazione[5].
Secondo uno studio che ha analizzato l’evoluzione dell’estrazione mineraria in Brasile tra il 1985 e il 2020, l’area occupata dall’attività mineraria in Brasile è cresciuta più di sei volte nello stesso periodo, passando da 31.000 ettari nel 1985 a 206.000 ettari nel 2020, un’area equivalente a più del doppio della città di Berlino.
Secondo lo stesso studio, il 50% dell’estrazione mineraria illegale nel paese ha luogo in aree protette. Nelle riserve naturali, l’area occupata da garimpo è cresciuta del 301% tra il 2010 e il 2020, mentre in quel decennio l’avanzata delle miniere illegali nei territori indigeni è stata del 495%. [6]
Export
San Paolo, il secondo maggior stato esportatore di oro in brasile nel 2020, manca di permessi minerari o di produzione registrata. Pertanto, il 100% delle sue esportazioni sono effettivamente contaminate da oro senza registrazione d’origine e senza permessi minerari. Le importazioni dei paesi che hanno acquistato da San Paolo, come Canada, India, Svizzera e Belgio, sono quindi esposte al rischio di illegalità.
Minas Gerais, lo stato brasiliano che ha prodotto ed esportato più oro nel 2020, non è esente da contaminazioni, dato che il 37% delle sue esportazioni è di dubbia provenienza. Infatti, importatori come Canada, Polonia, Regno Unito e Svizzera sono altamente esposti al rischio di acquisto di oro illegale.[7]
Secondo un rapporto del pubblico ministero e dell’Università federale di Minas Gerais, circa il 28% delle esportazioni d’oro brasiliano nel 2019 e 2020 era di dubbia provenienza, prova della diffusa falsificazione di documenti e dell’inefficace applicazione della legge.
I dati del governo mostrano che 111 tonnellate d’oro sono state esportate nel 2020, più della produzione totale di 92 tonnellate, indicando anche che alcune potrebbero provenire da fonti illegali[8].
Il piano del presidente Bolsonaro
La deforestazione nell’Amazzonia brasiliana è aumentata di quasi il 22% tra agosto 2020 e luglio 2021, stabilendo un record negli ultimi 15 anni, secondo i dati ufficiali, una tendenza che il governo di Jair Bolsonaro promette di invertire con azioni più “vigorose”.
Il disboscamento nella più grande foresta tropicale del pianeta ha totalizzato 13.235 km² nel periodo 2020-2021, il valore più alto dal 2005-2006 (14.286 km2), secondo i registri del sistema di monitoraggio della deforestazione PRODES e dell’Istituto nazionale brasiliano per la ricerca spaziale (INPE). La critica internazionale incolpa Bolsonaro di promuovere l’aumento della deforestazione, attraverso politiche che hanno indebolito il controllo delle zone monitorate e i suoi favoritismi verso le attività estrattive nelle aree protette[9].
Nel 2021, Bolsonaro, aveva concesso, infatti, sette autorizzazioni alle compagnie minerarie per esplorare possibili miniere d’oro in una regione altamente preservata della foresta amazzonica, vicino al confine con Colombia e Venezuela. In seguito alle proteste di organizzazioni ambientaliste, il 27 dicembre 2021, queste autorizzazioni sono state revocate[10].
Tuttavia, a febbraio 2022, Bolsonaro ha annunciato di voler spingere ancor di più la produzione mineraria e infatti ha firmato un decreto che istituisce un programma di sostegno ai garimpos. Il piano verterebbe ad espandere l’estrazione dell’oro nella regione amazzonica. Ciò ha suscitato forti critiche da parte degli ambientalisti per aver promosso un’industria accusata di deforestazione, inquinamento e attacchi alle popolazioni indigene.
Secondo Bolsonaro, questo piano sarà utile al fine di proporre politiche pubbliche e stimolare lo sviluppo dell’attività mineraria artigianale e su piccola scala, promuovendo lo sviluppo sostenibile della regione e della nazione[11].
Conclusione
Paesi come Bolivia, Ecuador e Perù sono relativamente organizzati nel settore di estrazione mineraria su piccola scala e tutti hanno dettagliate politiche di sviluppo nazionale che includono miglioramenti tecnici al settore. Tali passaggi dall’estrazione artigianale a quella su piccola e media scala devono essere monitorati da vicino, al fine di contribuire a migliorare i metodi di estrazione e diminuire sempre più le conseguenze negative degli impatti sulle foreste[12].
L’occupazione delle garimpos illegali, per lo più alla ricerca dell’oro, sta invadendo le aree protette e minacciando il benessere delle popolazioni indigene. Inoltre, l’estrazione illegale dell’oro inquina l’acqua con metalli pesanti, colpendo gli ecosistemi acquatici e terrestri, impattando negativamente sulla salute umana.
Oltre alle conseguenze locali, effetti come la contaminazione dell’acqua e l’aumento della sedimentazione possono essere rintracciati ben oltre i siti minerari, minacciando comunità ed ecosistemi a centinaia di chilometri di distanza. Si sostiene che queste attività su piccola scala causino minori impatti negativi diretti sulle foreste; tuttavia, possono portare a impatti ambientali estesi quando sono associate ad altri fattori di cambiamento, come lo sviluppo di grandi infrastrutture.
Combinato con interventi infrastrutturali più ampi, l’estrazione illegale dell’oro può degradare cumulativamente le foreste e ridurre la loro area nel tempo, come sta realmente accadendo.[13]
I paesi importatori dovrebbero esigere dal Brasile l’implementazione dei sistemi per controllare la legalità delle esportazioni. Questo è l’unico modo in cui gli stati importatori possono smettere di essere complici della distruzione della foresta amazzonica[14].
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Note
[1] World Bank (2019) Forest-smart mining: artisanal & small-scale mining in forest landscapes (ASM). World Bank, Washington DC
[2] https://www.reuters.com/world/americas/nearly-30-brazils-gold-exports-are-illegal-report-says-2021-08-30/
[3] Le comunità vegetali lungo i bordi del fiume sono chiamate vegetazione riparia, caratterizzata da piante idrofile.
[4] Siqueira-Gay, J. and Sánchez, L., 2021. The outbreak of illegal gold mining in the Brazilian Amazon boosts deforestation. Regional Environmental Change, 21(2).
[5] Istituto Escolhas, 2021. Brazil exports illegal gold. [online] Brasil: Istituto Escolhas. Available at: <https://www.escolhas.org/wp-content/uploads/Brazil-exports-illegal-gold.pdf> [Accessed 25 April 2022].
[6] https://www.baenegocios.com/mundo/El-72-de-la-extraccion-minera-de-Brasil-se-concentra-en-la-Amazonia-20210830-0047.html
[7] Istituto Escolhas, 2021. Brazil exports illegal gold. [online] Brasil: Istituto Escolhas. Available at: <https://www.escolhas.org/wp-content/uploads/Brazil-exports-illegal-gold.pdf> [Accessed 25 April 2022].
[8] https://www.reuters.com/world/americas/nearly-30-brazils-gold-exports-are-illegal-report-says-2021-08-30/
[9] https://www.dw.com/es/brasil-registra-deforestaci%C3%B3n-r%C3%A9cord-en-la-amazon%C3%ADa-en-%C3%BAltimos-15-a%C3%B1os/a-59871275
[10] https://www.dw.com/es/brasil-suspende-permisos-para-explorar-oro-en-%C3%A1reas-preservadas-de-amazon%C3%ADa/a-60270188
[11] https://www.dw.com/es/brasil-lanza-plan-para-expandir-miner%C3%ADa-en-la-amazon%C3%ADa/a-60777986
[12] World Bank (2019) Forest-smart mining: artisanal & small-scale mining in forest landscapes (ASM). World Bank, Washington DC
[13] Siqueira-Gay, J. and Sánchez, L., 2021. The outbreak of illegal gold mining in the Brazilian Amazon boosts deforestation. Regional Environmental Change, 21(2).
[14] Istituto Escolhas, 2021. Brazil exports illegal gold. [online] Brasil: Istituto Escolhas. Available at: <https://www.escolhas.org/wp-content/uploads/Brazil-exports-illegal-gold.pdf> [Accessed 25 April 2022].
Foto copertina: Mario Tama, GettyImages