È il triangolo del litio in Sud America la chiave per la transizione energetica?


Il Litio è una risorsa chiave per realizzare batterie ricaricabili ed è presente massicciamente in Sudamerica, Tuttavia, le gestione e lo sfruttamento del suolo per la sua estrazione sta generando scontri e malumori tra le autorità locali.


In seguito alla scoperto del litio da parte del chimico e statista brasiliano José Bonifácio de Andrada e Silva[1], a metà degli anni ‘90 si inizia ad estrarre questo minerale dalle miniere statunitensi per impiegarlo nella produzione di batterie ad ioni di litio, Impiegate nell’alimentazione di veicoli elettrici e smartphone e fondamentali per la transizione ecologica. Argentina, Bolivia e Cile sono tra le nazioni in Sudamerica con il più alto potenziale di estrazione di litio. Qui si concentrano i maggiori giacimenti del cosiddetto “oro bianco”, soprannome che viene dato al litio non tanto per la sua rarità, quanto per l’incertezza sulla quantità di litio presente sul Pianeta, rendendo incerta una qualsiasi analisi sulla capacità di coprire la futura domanda globale di litio raffinato e processato.

La situazione in Argentina

L’Argentina è tra i Paesi del Sud America più promettenti per l’estrazione e la produzione di litio e, insieme a Bolivia e Cile, concentra il 67% delle riserve mondiali del minerale. A differenza dei due Paesi analizzati, in Argentina il litio è quasi sottovalutato e visto come una merce di scambio da esportare e per la quale il Paese fa pagare una percentuale molto bassa di tasse nonostante i costi elevatissimi di produzione e estrazione[2]. La provincia andina di Jujuy è fondamentale per la produzione di litio, attualmente sono attive 3 miniere e più di 30 progetti sono in fase di approvazione, e solo nel 2022 le esportazioni sono aumentate del 235%. Le 800 mila riserve minerarie di litio in Argentina comprendono, oltre alla provincia di Jujuy, le province di Salta e Catamarca, e costituiscono il cosiddetto “tavolo del litio”. La collaborazione tra queste province è essenziale per ottenere finanziamenti statali per creare infrastrutture adatte e per avere personale competente e condizioni di lavoro migliori, visto che ora il personale è costretto a lavorare nonostante le estreme temperature e in condizioni di grande isolamento, con pochi giorni liberi e un salario non competitivo[3]. Lo scorso giugno le autorità della provincia di Jujuy hanno approvato una riforma della Costituzione provinciale in cui viene eliminato il diritto di proprietà delle comunità indigene sulla terra ancestrale e viene punita ogni protesta sociale. La riforma ha sollevato malumori e contestazioni tra le popolazioni della provincia di Jujuy, immediatamente represse con la violenza  da aprte delle forze di polizia, che non hanno esitato ad abusare del proprio potere ostacolando i soccorsi. Numerose sono state le denunce rilasciate dagli abitanti della zona  sebbene le autorità neghino l’uso dell forza contro i civili. La quantità di denunce è però talmente tanto elevata da non poter passare inosservata, le persone denunciano la paura di poter uscire e l’impossibilità dei bambini di poter giocare senza correre rischio di subire violenza o abusi da parte delle autorità[4]. Sono solo 4 gli avvocati che continuano a lottare per i diritti delle comunità indigene di Jujuy e tra questi troviamo Silvana Yañez. «Il governo vuole far sparire la comunità, prendere la terra, a causa dell’acqua, del litio, dei minerali» sostiene l’avvocata nella sua denuncia alla comunità internazionale accecata dalla corsa al litio a discapito delle popolazioni locali che vivono nel territorio.[5]

Il litio in Bolivia

Inaugurata dal Presidente Luis Arce pochi mesi fa la prima fabbrica di litio del Paese  si trova nelle vicinanza della salina di Uyuni. Capace di superare le 15 mila tonnellate di produzione annua, la nuova fabbrica ha lo scopo di migliorare il più possibile la qualità della vita dei boliviani e generare maggiore valuta estera, migliorando l’economia complessiva della Nazione e il suo prestigio internazionale.[6]. La Bolivia, infatti, insieme a Cile e Argentina, forma il cosiddetto “triangolo del litio” in cui si trovano quasi la metà delle riserve conosciute di metallo. Ciò rende questi tre Paesi fondamentali per l’economia globale nel settore tanto che il Presidente boliviano, a marzo 2023, ha manifestato l’intenzione di creare una politica congiunta con gli altri Paesi del Sud America sul modello dell’attuale OPEC+ (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) in modo da poter controllare il mercato del litio a proprio beneficio ed evitare lo sfruttamento da parte delle aziende estere[7].
La più grande riserva di litio in Bolivia si trova a sud-ovest, nel Salar de Uyuni, ma si stima che il Paese abbia una riserva complessiva di 23 milioni di tonnellate del minerale, il che rende il litio una risorsa naturale strategica ed essenziale per l’economia e lo sviluppo del Paese. In seguito alla cosiddetta “guerra dell’acqua”, iniziata nel 2000, in cui i cittadini lottarono contro la privatizzazione delle risorse idriche nel Paese, il governo di La Paz si mosse per migliorare e creare una legislazione ad-hoc utile a regolare l’estrazione di litio in maniera equa e sostenibile. A questo provvedimento seguì, nel 2008, l’inaugurazione di un impianto tecnologico in grado di estrarre il litio tramite un processo di evaporazione a risparmio idrico[8]. La scelta di nazionalizzare l’industria del litio ancora prima di avere una reale rendita compromise però lo sviluppo ed il profitto e, le tecnologie impiegate non erano sufficienti per la quantità di lavoro, mentre la manodopera era spesso carente poco formata. Queste carenze portarono tra il 2018 e il 2022 ad una notevole diminuzione dei livelli di produzione, tanto da arrivare a sole 1400 tonnellate di litio, nonostante le milioni di tonnellate che il Paese sarebbe stato in grado di produrre. In seguito a questa grave crisi del commercio, nel settembre 2023 la Bolivia ha stipulato diversi contratti con aziende estere, ciò implica che lo Stato rimanga l’attore principale, controllando la produzione di litio mentre l’azienda pubblica statale Yacimientos de Litio Bolivianos avrà il compito di gestire tutte le riserve per le quali lo Stato ha investito oltre 3 mila milioni di dollari[9] per sviluppare tecnologie ed infrastrutture. Nei mesi successivi la crisi sembrò essersi attenuata e il 20 gennaio 2023 il Presidente boliviano Arce ha allargato i suoi orizzonti concedendo l’appalto per lo sviluppo di litio e per la realizzazione di batterie elettriche al colosso cinese Catl: l’impegno da oltre un miliardo di dollari comprende la possibilità di esportare in Cina, a partire dal 2025, litio rendendo la Bolivia un partner commerciale richiesto e di prestigio. Tuttavia, questo accordo potrebbe portare a molte ripercussioni sul piano ambientale e sociale, generando alterazioni degli ecosistemi e modificando il paesaggio, incrementando la possibile insorgenza di malattie respiratorie fatali per le popolazioni indigene spesso costrette a lavorare nelle miniere, in maniera rischiosa per la salute e totalmente insalubre.

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 La nazionalizzazione di Boric

Oggi il Cile è il secondo Paese al mondo per riserve di litio e, seguendo il modello boliviano, anche il Presidente socialista Gabriel Boric punta alla nazionalizzazione delle miniere di litio. L’enorme quantità di minerale presente nel Paese porterebbe allo Stato importanza tra gli attori globali, aiutando l’economia, sia perché la determinazione dei prezzi di vendita sul mercato globale potrebbe essere fatta a proprio vantaggio, sia perché si eviterebbe l’intrusione e lo sfruttamento da parte di aziende estere. In Cile il litio si estrae solo nel Salar de Atacama, un lago salino situato nell’estremo nord del Paese,  e solo con l’estrazione in questa zona, la produzione cilena di litio rappresenta oltre il 30% del mercato globale, a dimostrazione del potenziale enorme del Paese soprattutto al giorno d’oggi in cui il litio rappresenta un business e una fonte di ricchezza[10].
Attualmente la produzione di litio in Cile è in mano a due principali aziende minerarie, la statunitense Albermarle e la locale Sociedad Quimica y Minera de Chile, le quali rispettivamente hanno concessioni di estrazione fino dal 2043 e al 2030, ma, l’intenzione del Presidente Boric è di dar luogo ad un’unica impresa controllata dallo Stato. Avere un’impresa unica statale equivarrebbe ad avere il controllo su tutte le fasi di produzione e lavorazione di litio all’interno dei confini nazionali, ma tutto ciò porta ad un alto impatto energetico: i giacimenti in Sud America si trovano nelle saline e l’estrazione di litio si ottiene tramite l’evaporazione della salamoia ed è un processo che impiega un elevatissimo consumo idrico ed energetico e di conseguenza può portare a problemi nell’erogazione di acqua potabile, già fortemente a rischio[11]. La decisione di nazionalizzare le imprese di litio del Presidente Boric, però, è divisiva e a tal proposito si è espresso il famoso economista cileno Bernardo Fontaine, sostenendo che la scelta del Presidente potrebbe allontanare eventuali investitori privati poco entusiasti di lasciare i propri affari in mano al settore pubblico di un Paese ancora in crescita[12].
L’intenzione di Boric di creare una compagnia nazionale che controlli la produzione ed il commercio di litio è, però, ancora lontana dalla sua realizzazione. Sul piano burocratico per il Presidente sarà difficile ottenere l’approvazione tramite maggioranza assoluta di entrambe le Camere, mentre su un piano attuativo lo stesso Presidente ammette e riconosce le eventuali difficoltà dovute all’inadeguatezza delle infrastrutture e della scarsità di personale che abbia tutte le competenze tecniche per poter estrarre il minerale in maniera sostenibile e rispettosa dell’ambiente e della transizione ecologica. A tal proposito si è espressa anche la stessa ministra cilena per le Risorse Minerarie, Marcela Hernando, ammettendo che il governo non può proseguire da solo la corsa al litio in quanto «la tecnologia e le conoscenze sono nell’industria privata»[13] e l’unica possibilità per sfruttare al meglio le risorse di litio nel Paese è creare un’alleanza tra settore pubblico e imprese private grazie ad un’impresa nazionale del litio che collabori con aziende private, ma che sia governata dallo Stato. In quest’ottica nasce ad aprile 2023 la “Strategia Nazionale del Litio” che comprende un insieme di misure con lo scopo di porre il Paese al centro dell’industria del litio con l’impiego di misure sostenibili e tecnologiche di estrazione e lavorazione del litio che garantiscano il benessere e l’armonia dell’ecosistema e delle comunità locali.[14] Data tale strategia classificare le saline è fondamentale per la riuscita del piano. Al contempo è però importante definire e delimitare il controllo che lo Stato potrebbe esercitare, tanto che, in quest’ottica lo scorso dicembre è stata stipulata un’alleanza tra pubblico e privato, rispettivamente Codelco – la principale impresa mineraria statale – e la compagnia privata cilena Sociedad Química y Minera, le quali hanno fondato un’associazione finalizzata alla promozione dell’industria del litio nel Salar di Atacama tramite tecnologie all’avanguardia che consentano il progresso e portino al raggiungimento dell’equilibrio dell’ecosistema grazie anche alla partecipazione attiva delle popolazioni locali, ma in cui lo Stato mantiene il controllo della produzione di litio poiché detentore del 50%+1 delle azioni. Tutto ciò al fine di promuovere lo sviluppo e il commercio di litio rendendo il Cile leader nel settore[15].

Opec +, la chiave per la gestione del litio in Sud America

Al giorno d’oggi tutti i Paesi stanno facendo una corsa al litio sulla scia della corsa all’oro dell’800 e del petrolio, o oro nero, nel ‘900. Il Sud America sta emergendo come leader mondiale del litio grazie all’enorme potenziale di riserve minerarie presenti e, nonostante, le difficoltà per ottenere investimenti per le infrastrutture e le instabilità provocate dallo sfruttamento delle miniere, la percentuale di litio prodotta è la chiave per controllare il destino della transizione energetica. Per questi motivi sono numerosi i motivi per cui la comunità internazionale è interessata al litio sudamericano. Tra tutti è, in particolare la Cina a spingere per trattative con i Paesi, tra cui il Cile, in cui tutta l’industria è nazionalizzata perché è più conveniente usare la propria liquidità con un Paese vulnerabile e trattare direttamente con lo Stato.
L’ipotesi di creare un OPEC+ per il litio si rivela, in questa prospettiva, sempre più concreta poiché essa consentirebbe ai Paesi sudamericani di coordinare e gestire il mercato del litio, rivelandosi la chiave di volta per il Sud America utile ad imporsi sul mercato di litio, in modo da dominare i prossimi anni di transizione.


Note

[1] História da Ciência, «Andrada e Silva e a descoberta de um novo elemento químico», Universidade de Coimbra https://www.uc.pt/org/historia_ciencia_na_uc/Textos/cienciasexactas/andradaesilva.
[2] «Il litio della discordia in Argentina» per rsi.ch, 21 ottobre 2023 https://www.rsi.ch/info/mondo/Il-litio-della-discordia-in-Argentina–1961072.html1.
[3] «Il Boom del Litio in Argentina» per focsiv.it, 13 gennaio 2023 https://www.focsiv.it/il-boom-del-litio-in-argentina/.
[4] ESPOSTO E., «Argentina: perché le proteste contro l’estrazione del litio sono state duramente represse» per Lasvolta.it, 13 febbraio 2024 https://www.lasvolta.it/11418/argentina-perche-le-proteste-contro-lestrazione-del-litio-sono-state-duramente-represse.
[5] «Blinded, sexually assaulted, silenced: the war over lithium, Argentina’s ‘white gold» per The Guardian, 11 gennaio 2024 https://www.theguardian.com/global-development/2024/jan/11/lithium-war-over-argentina-white-gold-jujuy?utm_term=65a913ef1c285f235341a46adfda6537&utm_campaign=DownToEarth&utm_source=esp&utm_medium=Email&CMP=greenlight_email.
[6] «Il presidente della Bolivia inaugura la prima fabbrica di litio» per ansa.it, 15 dicembre 2023 https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2023/12/15/il-presidente-della-bolivia-inaugura-la-prima-fabbrica-di-litio_5afca29d-1f3a-4d98-b9ee-67fe336d4998.html.
[7] FANT S., «In America Latina si parla di un’OPEC per il litio» per Il Post, 19 giugno 2023 https://www.ilpost.it/2023/06/19/litio-america-latina/.

[8] «La “via ecologica” dello sfruttamento del litio boliviano» per Agenia Fides, 18 luglio 2023 https://fides.org/it/news/74019-AMERICA_BOLIVIA_La_via_ecologica_dello_sfruttamento_del_litio_boliviano.
[9] «Bolivia: il modello statale per industrializzare il litio boliviano» per ITA Italian Trade Agency, 8 settembre 2023
https://www.ice.it/it/news/notizie-dal-mondo/249537.
[10] RUSCA E., «Cile. La finta nazionalizzazione del litio di Boric» per Gli Stati Generali, 14 maggio 2023 https://www.glistatigenerali.com/energia-economia-reale_materie-prime/cile-la-finta-nazionalizzazione-del-litio-di-boric/.
[11] GAIARDONI A., «Cile: lo Stato mette sotto controllo il litio» per il Bo Live Università di Padova, 27 aprile 2023 https://ilbolive.unipd.it/it/news/cile-stato-mette-sotto-controllo-litio.
[12] JAMASMIE C., «Chile’s lithium plans not really ‘nationalization’ say experts» per Mining.com, 28 aprile 2023 https://www.mining.com/chiles-lithium-plans-not-really-nationalization-say-experts/.
[13] SAN JUAN P., «Ministra de Minería afirma que el desarrollo del litio será con privados: “No lo podemos hacer solos”» per La Tercera, 22 marzo 2023 https://www.latercera.com/pulso/noticia/ministra-de-mineria-afirma-el-desarrollo-del-litio-sera-con-privados-no-lo-podemos-hacer-solos/YE4HKUFSD5DSNKACJZBMEQBC34/.
[14] «Chile Avanza con Litio: Estas son las principales definiciones de la Estrategia Nacional», 26 marzo 2024 https://www.gob.cl/chileavanzaconlitio/#:~:text=¿Qué es la Estrategia Nacional,en armonía con las comunidades.
[15] «In Cile accordo pubblico – privato per sviluppare l’industria del litio», per greenreport, 2 gennaio 2024 https://greenreport.it/risorse/in-cile-accordo-pubblico-privato-per-sviluppare-lindustria-del-litio/ .


Foto copertina: il Litio è molto presente in Sud America