In Germania in 26 settembre i cittadini sono chiamati alle urne per il rinnovo del Bundestag. Chi sarà l’erede di Angela Merkel? I sondaggi danno in vantaggio Olaf Scholz (SPD) seguito da Armin Laschet (Cdu-Csu) e Annalena Baerbock dei Verdi


Dopo 16 di dominio incontrastato di Angela Merkel, la Germania va al voto e si appresta a vivere un nuovo corso. Ai tradizionali sfidanti dei due grandi blocchi Cdu/Csu e Spd si aggiunge infatti quella dei Verdi. È la prima volta dal 1949 che alle elezioni manca un candidato che tenti di essere rieletto. Il partito socialdemocratico ha scelto Olaf Scholz nell’agosto 2020; i Verdi hanno nominato Annalena Baerbock nel marzo scorso; il candidato dei partiti gemelli Unione cristiano democratica e Unione cristiano sociale, Armin Laschet, è emerso ad aprile dopo una disputa interna.

I sondaggi

I sondaggi mostrano un enorme incertezza. Secondo l’ultimo dell’istituto indipendente Forsa, la forbice tra SPD (25%), CDU/CSU (22%) e GRÜNE (17%) non è molto ampia e le oscillazioni sono minime. La percentuale di indecisi/non votanti, sempre secondo Forsa, si attesterebbe intorno al 25%. Da un punto di vista del dibattito tv, il ministro delle Finanze e vicecancelliere Olaf Scholz, che è di gran lunga il candidato alla cancelleria favorito dagli elettori, ha avuto la bravura di non farsi trascinare su un terreno per lui molto scivoloso come Wirecard.

La campagna elettorale

E’ stata una campagna elettorale meno polarizzante rispetto a quelle precedenti precedenti. Si è puntato tutto sui temi. Ognuno dei tre principali candidati ha puntato su quelli cari al proprio elettorato
I candidati cancellieri della SPD e dei Verdi hanno fatto campagna per l’aumento del salario minimo a dodici euro. Scholz, in modo molto intelligente, ha saputo toccare temi cari anche agli elettori dei concorrenti. Ha proposto nuove tasse per la fascia più ricca della popolazione (strizzando l’occhio alla sinistra tedesca), un tesoretto che servirebbe a finanziare progetti di transizione ambientale, affermando che considera i Verdi come l’alleato ideale per un governo guidato dall’SPD. Allo stesso tempo Scholz non chiude la porta ad un’alleanza che includa anche il Partito Liberal Democratico (FDP), contrario all’aumento delle tasse e piuttosto esigente per quanto riguarda il rispetto dei vincoli di bilancio e dei conti pubblici.

Il candidato Laschet ha invece chiesto che i partiti di contrattazione collettiva continuino ad essere responsabili della fissazione del salario minimo. Al posto di un salario minimo forfettario, determinato dalla politica, occorre un contratto collettivo di lavoro, differenziato individualmente per professione.


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In tema di protezione del clima, Laschet si è nuovamente rifiutato di anticipare l’eliminazione graduale del carbone. La produzione di energia a carbone sarebbe già non redditizia in anticipo a causa dell’aumento del prezzo della CO2. Scholz ha chiesto un maggiore impegno per le reti ad alte prestazioni e le energie rinnovabili. Baerbock ha accusato l’Unione e la Spd di aver impedito una politica climatica decisiva negli ultimi anni, ed è possibile che i recenti disastri ambientali possano dare una spinta per un aumento dei voti

Sulla questione delle possibili coalizioni, Scholz, come detto, ha ribadito di voler formare un governo insieme ai Verdi. Laschet ha ripetuto il suo avvertimento contro un’alleanza che includa il Partito della Sinistra. Baerbock e Scholz erano scettici su un’alleanza con l’Unione. Tuttavia, Baerbock non ha escluso esplicitamente una Jamaika-Koalition (Cdu/Csu-Verdi-Fdp). 

La Cdu in calo

Armin Laschet, seppur considerato l’erede naturale, non è Angela Merkel.
La Merkel è stata una roccia di stabilità in un mondo travolto da crisi di diversa natura da quella economica alla recente pandemia, ha reso la Germania più forte economicamente e anche da un punto di vista internazionale ha spesso fatto scelte coraggiose, pensiamo al caso dei rifugiati siriani. 16 anni dopo sta per finire un’era. E’ anche vero che recentemente il governo è stato accusato di non aver saputo tutelare i cittadini dalle inondazioni che hanno sconvolto il paese e provocato la morte di 190 persone lo scorso agosto, e peggio ha fatto Laschet con una risata fuori luogo durante le commemorazioni del tragico evento nella cittadina di Erftstadt, uno dei centri più colpiti dall’alluvione. Ma il calo delle preferenze credo sia il fisiologico passaggio di consegne tra una leader di grande spessore e il suo “delfino”.

Gli indecisi

Gli ultimi sondaggi danno la percentuale di incerti/non votanti vicino al 25%, ma quello dell’Istituto Allensbach per conto della “Frankfurter Allgemeine Zeitung” dava addirittura il 40% di indecisi

Tradizionalmente in Germania l’affluenza al voto è alta, basti pensare alle Europee del 2019 la percentuale è stata del 62% (contro 50,66% della media europea). Sull’indecisione la motivazione potrebbe essere che i tre candidati principali sono stati, in un certo senso, “oscurati” dalla figura ingombrante della Cancelliera, a questo aggiungiamo che i tempi dell’attuale politica sono complicati. Assistiamo ad una sovrapposizione di obiettivi dichiarati dai partiti politici che generano confusione, si sono persi i riferimenti e non è sempre chiaro quale sia l’obiettivo principale del grande partito. Faccio un esempio, se paragoniamo i partiti moderati con l’Afd, la differenza è chiara e netta. Ma se vogliamo distinguere la Cdu con Sdp, facciamo più fatica.

Chiaramente alla fine gli “indecisi” andranno a votare comunque. Sull’intercettare il voto degli indecisi, potrebbero essere favoriti i verdi, ma non è detto che alla fine non sceglieranno di premiare Laschet in quanto “continuità” con il recente passato. I candidati faranno il possibile per convincere questa grossa fetta di elettori, non si ecludono “colpo a sorpresa” dell’ultima ora.

Lo spauracchio Afd

In un quadro così poco stabile, c’è una sola certezza: in nessun caso l’estrema destra di Alternative für Deutschland andrà al governo, perché nessuno dei partiti candidati a governare in Parlamento sarebbe disposto ad aprire “a destra”. L’Afd è molto forte e radicata nei lander orientali, ma difficilmente riuscirà a migliorare  i successi delle ultime elezioni federali, quando ha ottenuto il 12% dei voti. La forte performance dell’AfD nella Germania orientale può, in parte, essere vista come una reazione contro l’imposizione della fusione occidentale di capitalismo e democrazia dopo il 1989. Per molti tedeschi dell’est, questo cambiamento è stato associato alla privazione, alla disintegrazione sociale e alla perdita di un casa politica. Ancora oggi molti ritengono di essere trattati come cittadini di seconda classe. In queste circostanze, la sfiducia nell’establishment politico è comune e i partiti di destra radicale populista si sono affrettati a intervenire.


Foto copertina: Elezioni in Germania