A cura di Valentina Spagnolo

La politica internazionale nell’ultimo anno trascorso, ha visto esplodere eventi di rilievo nei territori del Middle Est, territori vicinissimi alla Russia. La drammaticità di tali eventi riportati, hanno segnato profondamente un Paese, l’Azerbaijan, fiorente ponte di risorse nobili, e perla economica del Mar Caspio, dalle profonde radici storico-filosofiche. Si parla infatti, di una “terra incontaminata”, a partire dalle Regioni Caspiche e sud caucasiche, per un Paese, costretto ad una ferma posizione di difesa, sin dal 1992, in conseguenza dell’attacco armato armeno, sul confine meridionale; precisamente nella città di Aghdam (Aghbulag, Kokhanabi) e del Tovuz District.

Il Middle East, ha iniziato a rappresentare ed inglobare la posizione di questo splendido Paese, all’interno delle relazioni internazionali, in tema di risoluzione di pace.  Il controllo, e stretto rapporto con la Russia, a livello soprattutto economico, è stato e continua attualmente a rappresentare, un meccanico punto di svolta e risposta, per l’evoluzione dell’Azerbaijan. L’importanza di tali rapporti, contiene le soluzioni per un livello di pace, da contenere nei confini ed entro il territorio.  Non si può escludere, alcuna condizione a protezione di tale Paese, soprattutto in un periodo come quello attuale, in cui il territorio, con la sua perla di Baku, offre sino alla nostra Italia, una fortissima spinta propulsiva per l’import-export.

In particolare, l’altissima produzione di olio, ha proprio rappresentato negli ultimi anni, una risorsa comune, con punti di confronto ed inserimento in Puglia. I governi, che si sono succeduti in questi ultimi anni, hanno sostenuto tali programmi, per l’importazione e l’esportazione, contenendo le premesse per uno sviluppo energetico, mirato ad uno scambio di qualità delle risorse. Proprio nel 2014, la capitalizzazione degli interessi globali, e soprattutto gli obiettivi americani, hanno inserito tale Paese, nella massima visibilità dei consorzi, e nelle cooperative considerate per i programmi di sviluppo. La creazione di un Consorzio direttamente a Brindisi, è la dimostrazione dell’evoluzione della politica energetica in Italia, in diretto confronto, con un’apertura ad un singolare concerto relazionale. L’incontro, verso il mercato dell’Azerbaijan, rappresenta un filo diretto per sostenere un Paese, dalle sfaccettature attualmente paradossali: sia per la situazione critica economica, che per la sicurezza internazionale. Tali programmi di sviluppo e supporto avviati, sono un impulso per sostenere tutti quei territori, che dovranno attualmente affrontare il fenomeno dell’immigrazione, e soprattutto l’integrazione dei rifugiati. 

Sono lontani i focolai rappresentati, dagli attacchi armati degli anni ’90, ma comunque ora eco degli eventi, dagli ultimi due anni ad oggi, sotto il controllo delle Ong. L’attenzione internazionale, sull’intero paese, è impegnata anche per una tutela fattuale alla libertà di espressione e di stampa.

Il negoziato Ocse-UE, basato sul consolidamento della guerra sul confine armeno, e le richieste dell’Unione Europea, per un’indagine sul campo, sono state avviate in conseguenza dell’indagine, effettuata dopo abbattimento di un elicottero di addestramento, sulle postazioni armene. L’operazione, avviata dall’Ocse, si è attuata per mezzo dell’accesso consentito della Croce Rossa Internazionale. Sono ricordate infatti, le giornate del 21-22 novembre, alla conclusione dei lavori della Convenzione di Ginevra, con l’autorizzazione all’entrata per gli ispettori, e gli operatori umanitari, nell’area colpita. L’evento, è stato fortemente considerato, per la neutralizzazione delle postazioni dei cecchini azeri, a seguito del drammatico evento dell’uccisione di due aviatori. Il recupero dei resti dei corpi, e della scatola nera, è stata opera delle forze speciali. 

Tali eventi, riflettono proprio la situazione esplosa negli anni ’90, e riconducono l’Azerbaijan, a terra confinata in regioni ad alto rischio bellico. Soltanto nel 1994 si apprende una tregua, per cui l’Armenian ‘s BerdDiscrict, rimane Stato sospeso, sotto il controllo internazionale dell’Unione Europea, nelle questioni così delineate del Middle East. Gli studi, ad opera della Ong “Human Rights WithoutFrontiers”, accolto dal Parlamento Europeo, descrive l’Azerbaijan, come un Paese indipendente a partire dallo sfaldamento dell’Urss, sino alla affermazione attuale, di operatori interni pari a 40 quotidiani, 9 Tv nazionali e 14 Regionali, ed Internet libero.

Tali dati sottolineano l’importanza, dell’affermazione dei diritti di stampa ed espressione, come elemento ineludibile per un Paese che necessita di informazione libera, pensando soprattutto ad una comunicazione reale, diretta agli eventi che ruotano attorno alle regioni armene. Così attualmente delineata, appare la condizione di un Paese, per cui si pone un fortissimo spunto di riflessione per l’intera Europa. Tali eventi, ora riconosciuti dalle Ong, rappresentano un alto rischio per l’intera sicurezza nazionale, e soprattutto per una sicurezza più propriamente intesa, quale sicurezza energetica dell’intera Europa.

 

FOTO COPERTINA : Social Documentary Azerbaijan, Karabakh, Agdam, February 1992
A woman has just found the bodies 
of her son and husband. According to the doctor who was helping her in her search, their eyes had been torn out while they were still alive.