Caos Generale. Intervista all’editore Francesco Giubilei sul Caso Vannacci.
La coda di questa rovente estate ha riservato alla politica italiana e all’opinione pubblica un caso altrettanto rovente: quello che riguarda l’autopubblicazione. da parte del Generale Roberto Vannacci[1], del suo libro dal titolo “Il mondo al contrario” (acquista qui), recentemente salito agli onori della cronaca per alcune affermazioni in esso contenute, contestate da una parte politica e non solo.
In sostanza, sono tre le affermazioni che hanno destato scalpore: quella secondo la quale l’omosessualità non è la normalità; quella per la quale esiste una “italianità”; e quella secondo cui gli appartenenti alla comunità Lgbt+ sono intoccabili, come intoccabili sono i dogmi del pensiero unico[2].
Dall’altro lato, c’è chi si è da subito attestato su posizioni maggiormente garantiste, invocando il principio della libertà di espressione per come sancito dall’art.21 della nostra Costituzione, da difendere a prescindere dal merito delle affermazioni del Vannacci.
L’intervista
Tra questi vi è Francesco Giubilei, trentunenne, fondatore della casa editrice Giubilei Regnani Editore e della rivista Nazione Futura, tra i maggiori cultori del pensiero conservatore dei nostri giorni; inserito da Forbes tra i 100 giovani under30 più influenti d’Italia e già Consigliere del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Lo abbiamo incontrato per discutere insieme del caso Vannacci.
Dottor Giubilei, se, in merito al caso Vannacci, qualcuno ha difeso la sua libertà di espressione, altri hanno affermato che in questo caso essa dovrebbe essere limitata, in sostanza per due ragioni: perché è un uomo delle Forze armate e perché tale libertà non può estendersi fino al punto da offendere altri (gli omosessuali, nda). È d’accordo?
Il punto non sono i contenuti del libro del Generale ma la difesa di un principio, quello per cui la libertà di parola e di espressione deve essere sempre garantita poiché sancita dalla nostra Costituzione all’art.21. Non si può pensare di censurare opinioni espresse liberamente e che non riguardano il lavoro che svolge: un conto è se il generale avesse diffamato l’esercito, altro è esprimere opinioni in un libro in cui già in premessa chiarisce che si tratta di opinioni personali. Prevedere delle conseguenze per questa ragione significa creare un precedente pericoloso ma soprattutto colpire la libertà di parola e di espressione che invece deve essere sempre garantita.
Lei si è offerto di pubblicare il libro di Vannacci[3] tramite la Sua casa editrice e di diffonderlo nelle librerie italiane. Ci spiega la ragione di questa decisione?
Noi ci siamo offerti di pubblicare il suo libro affinché possa essere messo in vendita nelle librerie italiane, non perché condividiamo o non condividiamo le opinioni in esso espresse ma perché crediamo che un editore debba poter dare voce e spazio ad autori che altrimenti rischierebbero di subire una censura. In catalogo abbiamo libri di autori conservatori ma anche di Gramsci, Gobetti e altri: siamo un editore in tal senso liberale perché il punto non è condividere per forza le idee contenute nei libri che pubblichiamo ma fare in modo che si crei un confronto culturale. Ci siamo offerti di farlo, poi, anche per smentire chi ha affermato che nessun editore avrebbe mai accettato di pubblicare Vannacci: noi siamo disponibili a farlo.
Il centrodestra ha avuto una reazione alla vicenda poco uniforme: la Lega e i parlamentari di FdI hanno sostanzialmente difeso la libertà di espressione del Generale, mentre Forza Italia si è schierata con il Ministro Crosetto[4]. Qualcuno ha parlato di frizioni nel Governo: è così?
Non credo. All’interno di una coalizione formata da tre partiti e all’interno dei singoli partiti, formati da milioni di persone con varie anime e sensibilità, è normale che alcuni abbiano preso una linea e che altri abbiano assunto una posizione diversa. Mi pare però che sia emersa una generale condivisione del fatto che la libertà di parola vada tutelata e garantita sempre.
Più in generale, il Presidente Meloni ha reso chiara sin da subito la volontà di lavorare per affermare una vera e propria “cultura di destra” che tenga testa all’imperante pensiero unico progressista. In che modo sarà possibile farlo, a Suo avviso?
È importante non sia sprecata l’occasione che ha il centrodestra di governare la Nazione: da un lato con uno spoil system senza dubbio necessario, dall’altro cercando di promuovere valori legati al pensiero conservatore troppo spesso marginalizzato, a causa dell’egemonia culturale della sinistra degli ultimi anni. Il punto non è l’assenza di una cultura di destra ma la necessità di organizzare tale cultura, organizzazione che è troppo spesso mancata. Oggi il Governo ha l’occasione di collaborare con il mondo culturale per realizzare una politica culturale che possa durare nel tempo, oltre i singoli brevi cicli politici legati alle legislature.
Ieri, su Libero, lo storico Ernesto Galli dalla Loggia affermava che “il Premier deve indicare al Paese la novità storica che il suo ruolo rappresenta” anche attraverso “discorsi alla Nazione”, ma che per far questo servono gli intellettuali. Come e dove essi si trovano e si valorizzano?
È indubbio che, accanto al lavoro politico, occorra un lavoro di carattere culturale o metapolitico portato avanti da Fondazioni, case editrici, riviste… non è vero che a destra manchino le persone o le realtà ma occorre valorizzarle e avere il coraggio di evitare che il cosiddetto politicamente corretto abbia più spazio e visibilità di quello che dovrebbe avere con un Governo di centrodestra in carica.
Lei è certamente tra coloro che continuano a contribuire alla costruzione di una cultura “di destra”. Ha ancora senso allora parlare di destra e sinistra…
Il 4 settembre organizzeremo a Roma un evento dal titolo “Cos’è la destra? Cos’è la sinistra? Dialogo tra conservatori e progressisti” realizzato dalla nostra associazione Nazione Futura e dalla Fondazione ottimisti e razionali proprio per interrogarci se abbia ancora senso parlare di destra e di sinistra: lo faremo toccando vari temi, dal tema della giustizia a quello dell’ambiente, passando per il ruolo della cultura. Quello che ha senso fare è sottolineare la sussistenza di alcuni valori, che differenziano una visione di carattere conservatore rispetto ad una di carattere progressista: secondo me continua ad esistere una differenza valoriale tra il mondo della destra e della sinistra, al netto dell’utilizzo delle singole etichette.
Quanto c’è, in questo Governo e nei suoi interventi, della Destra sociale cui Fratelli d’Italia appartiene?
È indubbio che sono state realizzate alcune misure economiche che nascono da una visione di destra sociale (fra tutti la tassa sugli extraprofitti delle banche). Per mia sensibilità credo sia necessario portare avanti misure più conservatrici anche sui temi economici: servirebbe un grande taglio delle tasse, della burocrazia e un aiuto a quei ceti produttivi che molto spesso sono stati abbandonati.
Che autunno si aspetta, politicamente parlando?
Ci aspetta un autunno sicuramente pieno tra legge di bilancio, questione immigrazione…ma soprattutto da settembre inizierà di fatto la campagna elettorale per le Europee in cui si vota con il proporzionale per cui non vale la logica delle coalizioni: ogni partito ha la volontà di fare un risultato che sia il più alto possibile. Si innesterà quindi anche una dinamica di competizione interna alle coalizioni, questo vale tanto a sinistra quanto nel centrodestra; è difficile dire quanto questo impatterà sul Governo. Infine, c’è la questione Forza Italia: capire se riuscirà a tenere il proprio consenso o se crollerà, è un elemento da tenere in considerazione anche per la stabilità del Governo.
Note
[1] Generale Roberto Vannacci, già comandante della Brigata Folgore, del reggimento d’assalto Col Moschin e delle Forze Speciali in Afghanistan.
[2] Riportiamo di seguito i tre passaggi che hanno originato la querelle e riportati da La Verità, Numero 226-Anno VIII di venerdì 18 agosto 2023:
I: <<Se poi ci si richiama al Creato, è vero che l’omosessualità è naturale-per quanto relegata a circa 500 specie animali su 945.000 conosciute- come altrettanto naturale è la sterilità delle coppie omosessuali e la loro impossibilità di avere figli. (…) Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione. Non solo ve lo dimostra la natura, che a tutti gli esseri sani “normali” concede di riprodursi, ma lo dimostra la società: rappresentate una ristrettissima minoranza del mondo. Quando vi sposate ostentando la vostra anormalità la gente si stupisce, confermando proprio che i canoni di ciò che è considerato usuale e consuetudinario voi li superate>>.
II: <<Anche se abbiamo seconde generazioni di italiani dagli occhi a mandorla, il riso alla cantonese e gli involtini primavera non fanno parte della cucina e della tradizione nazionale; anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità che si può invece scorgere in tutti gli affreschi, i quadri e le statue che dagli etruschi sono giunti ai giorni nostri>>.
III: <<Lgbtq+ vuol dire essere esenti da battute, critiche, opinioni, vignette, satire barzellette, riferimenti, pareri, caricature, ironie e menzioni. In poche parole: intoccabili e, soprattutto, privilegiati>>.
[3] Per ora solo autopubblicato attraverso la piattaforma Amazon
[4] “Non utilizzate le farneticazioni personali di un Generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le Forze Armate. Il Gen. Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione. Per questo sarà avviato dalla Difesa l’esame disciplinare previsto”, recita il Tweet del Ministro Guido Crosetto dello scorso 17 agosto
Foto copertina: Generale Vannacci