Quest’anno, dal 6 al 18 novembre 2022, ha avuto luogo la COP27 presso la sede delle Nazioni Unite di Sharm el-Sheikh, in Egitto. La presidenza è dunque toccata ad uno dei paesi in via di sviluppo, nel quale la situazione climatica è alquanto delicata. Quali sono dunque i risvolti di questo XXVII incontro dei vertici delle Nazioni Unite.


Di cosa si tratta?

La Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici del 2022, conosciuta anche come COP27, è la XXVII Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Da pochi giorni terminata, si è svolta presso la sede delle Nazioni Unite di Sharm el-Sheikh, capitale dell’Egitto; dunque, la presidenza della COP27 quest’anno è toccata proprio all’Egitto.[1]
La suddetta conferenza incorpora la XXVII Conferenza delle Parti dell’UNFCCC (COP27), la XVII Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto (CMP17) e la IV Conferenza delle Parti dell’Accordo di Parigi (CMA4).[2]  
La COP27 ha quattro obiettivi principali:

  • Mitigazione: limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali;
  • Adattamento: stabilire un programma d’azione globale rafforzato in materia di adattamento;
  • Finanziamenti: aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici grazie ai 100 miliardi di USD all’anno entro il 2025;
  • Collaborazione: assicurare un’adeguata rappresentazione di tutti i vertici, soprattutto delle comunità vulnerabili.[3]

Il contesto climatico

Negli ultimi secoli, una delle sfide più grandi per l’umanità è stato il cambiamento climatico. Un gran numero di esperti ha riportato evidenza scientifica del fatto che la Terra si sta surriscaldando e gli umani contribuiscono costantemente al suo surriscaldamento.[4]
Secondo il rapporto “Stato del Clima Globale nel 2022” dell’Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO), Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi fra quelli registrati finora, a causa delle concentrazioni sempre crescenti di gas serra (anidride carbonica, metano, diossido di azoto) e del calore accumulato nel mare. La temperatura media nel 2022 corrisponde a circa 1,15 °C sopra i livelli preindustriali (che corrispondono agli anni 1850-1900 ca).[5]
Il 2022 è stato l’anno record per lo scioglimento dei ghiacciai alpini, con diminuzione di spessore dai 3 ai 4 metri. In Svizzera, nell’Artico, in Antartide… Altro dato riguarda l’innalzamento dei mari; infatti, il livello medio è aumentato di circa 3,4 millimetri all’anno tra il 1993 e il 2022. Questo aumento è dovuto in parte proprio allo scioglimento dei ghiacciai. Inoltre, il cambio climatico ha ripercussioni anche su alimentazione e produzioni agricole, soprattutto in paesi come Africa orientale, Africa meridionale, Pakistan, Caraibi, e tanti altri paesi esposti a questo tipo di minacce.[6]

Alcune constatazioni

Petteri Taalas, segretario generale della WMO, ha commentato: “Maggiore il riscaldamento, peggiore l’impatto” e ha precisato che: “Abbiamo livelli così alti di anidride carbonica nell’atmosfera oggi che l’obbiettivo di 1,5 gradi (di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali) dell’Accordo di Parigi è a malapena raggiungibile”.  Per il segretario “è già troppo tardi per molti ghiacciai, e lo scioglimento continuerà per centinaia se non migliaia di anni, con enormi conseguenze sulla sicurezza idrica […]. Quelli meno responsabili del cambiamento climatico soffrono di più… ma anche società ben preparate quest’anno sono state colpite dagli eventi estremi, come abbiamo visto per le ondate di calore e la siccità in larga parte d’Europa e della Cina meridionale”, ha concluso Taalas.[7]
Come ha consigliato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel suo messaggio alla COP 27: “Le persone e le comunità ovunque devono essere protette dai rischi immediati e sempre crescenti dell’emergenza climatica. Dobbiamo rispondere al segnale di soccorso lanciato dal Pianeta; una risposta che deve avvenire con l’azione: un’azione per il clima ambiziosa e credibile”.[8]

La posizione delle grandi potenze mondiali

Per quanto riguarda l’Unione europea, la sua posizione rispetto alla COP27 è stata definita dal Consiglio il 24 ottobre 2022. L’obiettivo principale per cui l’UE continua ad impegnarsi è quello di riuscire a mantenere la temperatura globale a 1,5°C o al di sotto. Inoltre, il Consiglio ha espressamente chiesto di poter rafforzare collettivamente i contributi di ogni singola nazione, sia a livello sociale che economico, per poter mobilitare più finanziamenti possibile nell’azione contro il cambiamento climatico; di eliminare progressivamente il carbone non soggetto ad abbattimento; di interrompere le sovvenzioni ai combustibili fossili inefficienti. L’UE è determinata a collaborare con le parti per promuovere la discussione sul futuro dell’UNFCCC; discutere sull’azione sostenibile per il settore agricolo; affrontare i problemi e gli scontri sociali sul genere.[9]
Cina e Stati Uniti, le due potenze mondiali maggiori, invece, hanno avuto un colloquio alquanto informale durante la COP27 per discutere di metano, deforestazione, transizione ecologica. John Kerry, inviato speciale per il clima degli Stati Uniti, ha affermato rivolgendosi all’omologo cinese Xie Zhenhua: “Dobbiamo parlarci perché siamo le due economie più grandi, e i più grandi emettitori del pianeta”.[10] Kerry e Zhenhua avevano già discusso e siglato un’intesa di cooperazione un anno fa durante la COP26 di Glasgow, seguita però da un semestre difficile causato principalmente dagli scontri in Ucraina, ma anche dalla visita di Nancy Pelosi, speaker della Camera statunitense, ad agosto scorso presso Taiwan, isola democratica e autonoma rivendicata dalla Cina. La COP27 è stata dunque l’anticamera dell’incontro ufficiale tra i due presidenti Joe Biden e Xi Jinping al G20 di Bali tenutosi il 15 e il 16 novembre scorsi.[11] Nella mattinata di mercoledì 9 novembre l’americano Kerry ha presentato il piano per un nuovo mercato dei crediti di carbonio (Energy Transition Accelerator), bocciato però da alcuni osservatori. Intanto, la Cina ha spostato al 2030 il picco delle emissioni per il settore dei materiali da costruzione (il cemento), che da solo varrebbe quanto l’intera produzione elettrica dell’India. I materiali per l’edilizia sono il terzo settore economico per emissioni dopo l’energia e l’acciaio, e anche uno di quelli più difficili da abbattere.[12]
Poi c’è l’India che, lo scorso agosto, ha aggiornato i suoi Nationally determined contributions (Ndc), i quali prevedono di ridurre l’impatto delle emissioni nel Pil del 45% rispetto al 2005. Ma questo non è sufficiente, poiché l’anno scorso, alla COP26 di Glasgow, l’India ha richiesto di raggiungere lo zero netto di emissioni nel 2070, quindi ben 20 anni dopo rispetto agli altri paesi.[13]
Quest’anno, significativa importanza ce l’ha l’Africa, che appunto ha ospitato in Egitto la COP27. L’Egitto ha apportato minimi miglioramenti ai propri Ndc rispetto a quelli dell’anno precedente, che però erano nulli. Ciononostante, è responsabile di oltre un terzo del consumo totale di gas fossile in Africa e continua ad aumentarne la produzione.[14]


Note 

[1] United Nations Climate Change (UNCC). Information for COP27 participants (A-Z), UNCC. https://unfccc.int/process-and-meetings/conferences/sharm-el-sheikh-climate-change-conference-november-2022/participation-registration/information-for-cop-27-participants-a-z
[2] Ibid
[3] Consiglio europeo. Consiglio dell’Unione europea. (2022, 11 novembre). Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27), vertice sull’attuazione per il clima, Sharm el-Sheikh, Egitto, 7 e 8 Novembre 2022, Consilium. https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/international-summit/2022/11/07-08/
[4] Singer, M. (2018). Climate Change and Social Inequality: The Health and Social Costs of Global Warming, London and New York: Routledge, I Ed., pp. 9-10
[5] World Meteorological Organization (WMO). (2022, November 6). Eight warmest years on record witness upsurge in climate change impacts, WMO. https://public.wmo.int/en/media/press-release/eight-warmest-years-record-witness-upsurge-climate-change-impacts
[6] Rai News. (2022, 6 novembre). Alla COP27 il grido di sofferenza del pianeta. Il rapporto “Stato del clima globale nel 2022”, Rai News. https://www.rainews.it/articoli/2022/11/alla-cop-27-il-grido-di-sofferenza-del-pianeta-il-rapporto-stato-del-clima-globale-nel-2022–4da8a888-e8c7-4ad2-922e-a86c605bbf62.html
[7] Ibid
[8] Ibid
[9] Consiglio europeo. Consiglio dell’Unione europea. (2022, 11 novembre). Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27), vertice sull’attuazione per il clima, Sharm el-Sheikh, Egitto, 7 e 8 Novembre 2022, op. cit.
[10] Piemontese, A. (2022, 10 novembre). A Cop27 Cina e Stati Uniti tornano a parlarsi, Wired. https://www.wired.it/article/cop27-cina-stati-uniti-kerry-xie/
[11] Ibid
[12] Ibid
[13] Gaita, L. (2022, 6 novembre). Clima, al via la Cop27|Gli impegni di un anno fa traditi dai fatti: solo 24 Paesi su 193 hanno rivisto gli obiettivi sulle emissioni. E i sussidi fossili sono raddoppiati, Il Fatto Quotidiano. https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/11/06/clima-al-via-la-cop27-gli-impegni-di-un-anno-fa-traditi-dai-fatti-solo-24-paesi-su-193-hanno-rivisto-gli-obiettivi/6863072/
[14] Ibid


Foto copertina: