Cuba insegue una svolta necessaria. L’Avana prova a superare la crisi tra carenza di benzina, black out e malcontento diffuso.
Fra solidarietà internazionale e rebusque
Dei 12 vaccini anti-covid autorizzati all’uso nel mondo, 3 sono stati cubani. Più di quanti siano stati approvati alla Repubblica Popolare Cinese, meglio di così solo gli Stati Uniti[1].
L’arrivo prima a Torino, nell’aprile del 2020, di una brigata di medici cubani specializzati[2] e, più recentemente, di altre 51 unità di personale sanitario che hanno preso servizio presso gli ospedali calabresi, hanno contribuito a diffondere la diplomazia sanitaria cubana in Italia.
Gli impressionanti risultati emersi dai primi mesi della pandemia – impressionanti per chi non avesse seguito, nei decenni, gli investimenti cubani nel settore delle biotecnologie o non fosse stato messo a parte delle missioni di medici cubani spediti a combattere l’ebola in Africa – sembrarono destinati ad essere oscurati, nell’estate del 2021, dalla crisi economica in larga parte derivata dalla paralisi mondiale dei flussi turistici.
La battuta d’arresto di un settore di primaria importanza per l’economia cubana innescò un’ondata di proteste da cui emerse il movimento “Patria Y Vida” e sin da subito rese oggetto di un’ampia copertura mediatica, la quale, come spesso accade quando si tratta Cuba, dava per spacciato il governo socialista[3].
Rientrata quell’emergenza, l’isola si ritrova oggi ad affrontare una nuova crisi da cui un imponente flusso di emigranti tenta di mettersi in salvo: carenza di benzina, prezzi in costante rialzo e continui apagones, black out, che scandiscono le giornate di quello che è stato definito da alcuni come un nuovo periodo especial, in riferimento alla crisi economica istallatasi nel paese in seguito al crollo dell’Unione Sovietica, a partire dal 1991.
Una circostanza in cui i cubani, affinando l’arte del rebusque (= arrangiarsi), riuscirono, facendo affidamento quasi esclusivamente sulle proprie limitate risorse, a raggiungere la riva del secolo successivo, portatore di nuove fondamentali alleanze, senza sconvolgimenti politici.
La crisi dei combustibili
Le lunghe code di automobili che si formano in attesa di riforniture di benzina, insieme alle difficoltà del trasporto pubblico, indicano la principale emergenza del paese, cui le autorità hanno fornito spiegazioni ma non soluzioni.
Il presidente della Cupet, l’Unione petrolifera cubana, intervistato da Cubadebate, ha riconosciuto: «Da molti mesi stiamo affrontando limitazioni alle importazioni di greggio raffinato e di derivati del gasolio e della benzina e questo ha impossibilitato le raffinerie a lavorare come dovrebbero, limitandone così l’accesso al consumo per la popolazione»[4].
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In un dialogo di poco precedente col Canal Caribe, il Ministro dell’Energia, Vicente de la O Levy, ha ricordato che la causa principale della mancanza di materie prime sull’isola continua ad essere la sua limitata capacità di commercio, determinata dal sessantennale blocco economico imposto dagli Stati Uniti. A seguire, si può parlare dell’incapacità dei fornitori di adempiere ai propri impegni[5].
I fornitori cui fa riferimento il ministro sono soprattutto la Russia e la Repubblica Bolivariana del Venezuela, la seconda spesso facente da garante per lo stato insulare, le cui riserve non sarebbero altrimenti prese in considerazione.
Alla luce di quest’ultima carenza andrebbe letta anche la cancellazione del divieto di depositare dollari presso gli istituti finanziari cubani, un passo indietro compiuto nelle ultime settimane rispetto alla politica che nel 2021 era stata pensata per potenziare il peso, la moneta nazionale[6].
La visita di Lavrov
Il presidente Miguel Díaz Canel, alla tv, ha parlato di un fabbisogno di circa 6000 tonnellate di combustibile quotidiano cui sarebbe impossibile far fronte, essendone disponibili solo la metà e venendo questa utilizzata principalmente per produrre elettricità. Le responsabilità del governo e la programmazione di spesa c’entrerebbero poco e le cause sarebbero da riferire alle difficoltà che in questo momento stanno fronteggiando i fornitori.
Fondamentale è da leggersi quindi la visita all’Avana del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, durante il suo tour latino-americano. Nell’ambito dell’incontro con la contro-parte cubana, si sono incrociate le dichiarazioni di condanna rispetto alle aspirazioni espansionistiche della NATO, alle sanzioni imposte a Mosca e al blocco economico che da decenni pesa sulla vita dei cubani[7].
La svolta necessaria di Cuba
Parlando di sviluppo, Lenin ha scritto: «il comunismo è il potere sovietico più l’elettrificazione di tutto il paese».
La rivoluzione cubana si è affermata in circostanze totalmente estranee a quelle prevedibili da qualsiasi teorico marxista e, nonostante una salda alleanza nei commerci, ha costituito un’alternativa strategica ed ideologica alla posa imperialista assunta dal potere sovietico, arrivando, non senza enormi sacrifici, a sopravvivergli. Più difficile è che continui a restare a galla senza elettricità: materialmente, guardando alle quotidiane interruzioni di erogazione del servizio di cui sta facendo esperienza, e nel senso figurativamente inteso da Lenin, senza quindi una prospettiva diversa di sviluppo.
Quest’ultima, secondo il dibattito economico interno, dovrebbe passare, ad esempio, dall’inclusione all’interno della cooperazione Sud-Sud dell’immenso patrimonio accumulato dalla ricerca medica cubana ed evitare la strada ben più semplice dell’apertura sbilanciata verso il turismo, foriero di diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza e quindi in aperta e strutturale sfida ai principi del socialismo cubano.
Cuba cerca la svolta, ma le scelte del governo e, con queste, la possibilità per i cubani di non assumersi l’eroismo di un nuovo massacrante sforzo semi- autarchico per far fronte alla durezza di questo nuovo periodo especial resta imbrigliata nella trama del destino politico continentale.
Note
[1] https://www.scienzainrete.it/articolo/le-sorprese-del-possibile-sfida-di-cuba-sulla-ricerca/eva-benelli-maurizio-bonati/2022-03
[2] https://lavana.aics.gov.it/it/2020/7353/
[3] https://www.bbc.com/news/world-latin-america-57799852
[4] http://www.cubadebate.cu/especiales/2023/04/23/cupet-confirma-limitaciones-en-la-importacion-de-combustibles-y-niega-que-cuba-exporta-gasolina/
[5] http://www.cubadebate.cu/noticias/2023/04/17/que-dijo-el-ministro-de-energia-y-minas-sobre-la-situacion-del-combustible/
[6] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2023/04/11/le-banche-a-cuba-tornano-ad-accettare-e-a-cambiare-il-dollaro_bf81a95d-2b2a-4529-bbae-62a6233bbc7c.html
[7] https://apnews.com/article/cuba-russia-lavrov-latin-america-b09894e3d6e64971fd00dd99ba332a35
Foto copertina: Il Campidoglio (Capitolio Nacional) è un imponente edificio costruito nel 1929 a L’Avana (Cuba) sotto la direzione dell’architetto Eugenio Raynieri Piedra. Cuba: la svolta necessaria