Il 6 gennaio 2021 l’assalto a Capitol Hill da parte dei manifestanti pro-Trump. Le conseguenze dell’assalto al Campidoglio misurano la maturità del sistema democratico statunitense. Trump ha creato un trauma allo Zio Sam, e solo un lungo processo di psicoanalisi statale potrà porvi rimedio.


A cura di Jacopo Belli

L’assalto dei pro-Trump a Capitol Hill, dalle origini al trauma.

Sono passati due anni dal 6 gennaio 2021, quando il gruppo complottista di estrema destra “QAnon” sostenitore dell’ex presidente Trump, con alla testa un uomo vestito da bisonte dava l’assalto a Capitol Hill dilagando per i corridoi. Lo “sciamano” Jake Angeli, esponente del movimento, fu una delle immagini più iconiche dell’attacco a Capitol Hill, compiuto dai manifestanti pro- Trump per impedire la formalizzazione dell’esito delle elezioni statunitensi del 2020 che videro la vittoria dell’attuale presidente Joe Biden.[1]
Facciamo un passo indietro. Andiamo al 2016, quando esplode il caso “Pizzagate”. Il presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta, subì un attacco hacker e le sue mail furono pubblicate da Wikileaks. Oltre al clamore dell’avvenimento, sui forum online 4chan e Reddit iniziarono a circolare teorie su attività pedofile, presso la Pizzeria “CometPingPong”, compiute da esponenti democratici, al cui centro vi era la figura di Hillary Clinton.[2]
La teoria del complotto, sebbene risulti abbastanza sconclusionata, gioca comunque un ruolo significativo, provocando un danno politico all’immagine dello schieramento della Clinton con l’introduzione di insinuazioni volte a rendere tossico e confuso il dibattito politico, entrando nella narrazione dei fatti allo stesso titolo di ciò che è reale e verificabile. Le fake news diventano una poderosa arma di distorsione della realtà dall’effetto deleterio. Esse, una volta ammesse all’interno del circuito dell’informazione, rivendicano, in nome del diritto alla critica soggettiva, una legittimità equivalente a quella derivante dall’analisi dei dati reali.
Come per il mito della caverna platonica “questi prigionieri considererebbero la verità come nient’altro che le ombre degli oggetti artificiali”[3].
Vittima del meccanismo delle fake news, e potenziale carnefice, fu Edgar Maddison Welch, cittadino statunitense del Nord Carolina che, per sventare il presunto traffico illecito di minori da parte dei democratici, entrò armato di fucile nella pizzeria interessata per fare giustizia. Ciò che però si ritrovò di fronte fu lo sguardo impietrito degli avventori e le forze di polizia all’esterno pronte ad arrestarlo.[4]
Il gruppo Qanon si rifà ad un profilo apparso sul forum di 4chan, nominato Q (in riferimento al “Q clearance” ossia all’autorizzazione massima di accesso a informazioni legate all’intelligence ed ai servizi segreti). La scia delle fake news alimentate dal contesto della pandemia e dall’ammiccamento di Trump, garantiva ad un gruppo come Qanon la controprova che le proprie teorie erano fondate.
Il giorno dell’assalto a Capitol Hill, il discorso di Donald Trump è stato chiaro: «We’re going to walk down to the Capitol, and we’re going to cheer on our brave senators and congressmen and women, and we’re probably not going to be cheering so much for some of them. Because you’ll never take back our country with weakness(…)You have to show strength and you have to be strong. We have come to demand that Congress do the right thing and only count the electors who have been lawfully slated, lawfully slated (…) I know that everyone here will soon be marching over to the Capitol building to peacefully and patriotically make your voices heard.»[5]
L’assalto come risaputo c’è stato e la folla dei sostenitori di Trump è riuscita ad irrompere nel Campidoglio al grido di “Stop the Steal[6]. Tra loro erano presenti gruppi del QAnon e gruppi paramilitari. La Guardia Nazionale riesce a mettere in sicurezza Capitol Hill solo dopo quattro ore, per permettere la ripresa della seduta per la formalizzazione del democratico Joe Biden. Il bilancio sarà di 4 morti, 13 feriti e 52 arresti, secondo il capo della polizia Robert J. Contee.[7]
Nel tentativo di provare a contenere le folle dei suoi sostenitori, Trump produsse un video su Twitter, che venne rimosso, che riportava tali dichiarazioni: «I know your pain. I know you’re hurt. We had an election that was stolen from us […] It was a landslide election, and everyone knows it, especially the other side. But you have to go home now. We have to have peace. We have to have law and order. We have to respect our great people in law and order. We don’t want anybody hurt.»[8]

Il “Final Report” del 6th Jan.Commitee.

Il comitato ristretto della Camera che indaga sull’assalto di Capitol Hill ha prodotto un report di 845 pagine. Nel “Final Report” si riscontrano diverse testimonianze, circa un migliaio, tra cui intercettazioni telefoniche, interviste ed email, che hanno portato a deferire Donald Trump al Dipartimento di Giustizia con diverse accuse penali tra cui il sostegno all’insurrezione e la cospirazione.
Il primo capitolo è intitolato “The Big Lie”, connessa alla delegittimazione compiuta da Trump nei confronti del sistema di voto compiuto tramite email, principalmente utilizzato dalla compagine democratica. Dato l’iniziale vantaggio, dovuto alla maggiore rapidità con cui si contabilizzano i voti fisici rispetto ad i voti digitali, egli decise di auto proclamarsi vincitore delle elezioni prima dell’effettiva conclusione dello scrutinio. Il risultato delle e la conferma della legittimità dello scrutinio non diedero a Trump la presidenza.
Ciononostante, egli cercò di fare pressione sui funzionari statali ed elettorali di alcuni stati strategici, per ribaltare i risultati, come si ricava da un’intercettazione tra il Presidente uscente Donald Trump ed il Segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger “I Just want to find 11,780 votes” che darà il nome al secondo capitolo del report.[9]
Riconsiderare ciò che avvenne è però significativo non tanto per quanto attiene alla specifica vicenda di Trump, quanto per riflettere sul modello di “democrazia autocratica” che egli ha cercato di imporre. I capitoli successivi ripercorrono tutti i tentativi compiuti da Donald Trump per sovvertire la decisione democraticamente raggiunta dalle elezioni.
Ciò che però resta una ferita aperta nel cuore della democrazia statunitense è la capacità persuasiva, che ha portato a tale gesto. La proiezione di potere statunitense è indubbia, così come la potenza dell’egemonia culturale che li caratterizza. Il trauma causato dai sostenitori di Trump nell’assalto a Capitol Hill ha portato ad un ridimensionamento dell’immagine degli Stati Uniti come il cuore della democrazia occidentale, sia all’interno del paese che all’esterno.

Il trauma edipico democratico.

I sistemi autocratici come la Russia e la Turchia iniziano a compiere azioni di forza con iniziative militari dirette, rispettivamente in Ucraina e nei territori della regione curda, incalzando le democrazie occidentali a prendere posizioni rilevanti nel posizionamento all’interno dei conflitti.[10][11]
Tali scelte mettono alla prova i sistemi democratici ed il loro asset di valori. In tale posizione si trovano anche gli Stati Uniti, sia in ambito di politica estera che di politica interna, con quello che sarà l’esito del futuro di Trump.
Gli effetti delle decisioni intraprese si ripercuotono inevitabilmente sulla credibilità della democrazia statunitense e sulla necessità di dimostrare una forza democratica in grado di sostenere il peso delle sfide nazionali ed internazionali o perire.
In tal senso l’appeasement democratico è una debolezza che già ai tempi di Neville Chamberlain nel 1937 non produsse i risultati sperati.[12]
In Europa le democrazie sono disorientate e disunite; il panorama democratico europeo è alle prese con il Qatargate[13], controprova della necessità di una maggiore consapevolezza e rilevanza del ruolo che esse hanno di presidio democratico, piuttosto che di funzione dei poteri economici.
Trump però, con la sua manovra, ha senz’altro provocato un trauma nelle democrazie occidentali. Lo Zio Sam è stato ferito nell’orgoglio e l’ “I Want You[14] statunitense ha mantenuto il suo significato, portando i cittadini direttamente all’interno delle stanze del Campidoglio e  facendoli scontrare l’un l’altro.
L’esito è il ferimento a morte (e la conseguente disillusione dell’idilliaco immaginario democratico statunitense, padre di tutte le democrazie occidentali), e un ambiguo riposizionamento nei confronti della politica estera, in cui si sposano le politiche putiniane della Madre Russia, come risulta dall’inchiesta sul “Russiagate” dell’FBI relativo alle ingerenze russe nelle elezioni statunitensi del 2016.[15]
Nel contesto attuale la necessità di una libertà di informazione, di manifestazione e di parola ed un modello democratico solido che dimostri la forza e la volontà di sostenere tali diritti è ciò che risulta necessario per poter mantenere stabile il caposaldo democratico e fare in modo che questo conservi inalterata la sua credibilità.
Il 2023 si prospetta ricco di nuove sfide che riprendono filoni eterni, tra democrazia ed autoritarismo, tra politica ed economia.
Sofocle nell’ “Edipo re” afferma: «I più grandi dolori sono quelli di cui noi stessi siamo la causa.». Questa considerazione, nella sua terribile semplicità, ci ricorda con cosa dobbiamo fare i conti., perseguendo la custodia   e la cura del sistema democratico.


Note

[1] Intervista di Channel 4 News allo “sciamano” Jake Angeli, leader dell’insurrezione, youtube.com/watch?v=trB06rINhKI
[2]Gillin J., How Pizzagate went from fake news to a real problem for a D.C. business, Politifact, 5th December 2016
[3] Platone, Repubblica, a cura di M. Vegetti, Milano, Rizzoli, 2006, libro VII, 514°-517d, pp.841-851.
[4] Krieg G. Why people believe in conspiracy theories like “pizza gate”, CNN politics, 6th December 2016
[5] Traduzione di parte del discorso di Donald Trump del 6 gennaio 2021, tenuto a Washington DC: “andremo al Capitol Hill e faremo il tifo per i nostri coraggiosi senatori e deputati, e probabilmente non tiferemo tanto per alcuni di loro. Perché non potrete mai riprendervi il nostro Paese con la debolezza. Bisogna mostrare forza ed essere forti. Siamo venuti a chiedere che il Congresso faccia la cosa giusta e conti solo gli elettori che sono stati legalmente designati, legalmente designati. So che tutti i presenti marceranno presto verso il Campidoglio per far sentire la propria voce in modo pacifico e patriottico.”
[6] Fermate il Furto, teoria del complotto basata su presunte frode elettorali per negare la vittoria di Donald Trump alla presidenza.
[7]Megale D., Un anno fa l’assalto dei trumpiani a Capitol Hill. Un racconto per immagini, Il Foglio, 6 gennaio 2022
[8]Traduzione di parte del discorso di Donald Trump del 6 gennaio 2021, sulla sua pagina Twitter:” Sento il vostro dolore. So che fa male. Ci è stata rubata un’elezione. […] E’ stata una vittoria schiacciante (intesa come propria), e tutti lo sanno, specialmente l’opposizione. Ma voi dovete tornare a casa ora. Noi dobbiamo essere in pace. Noi dobbiamo avere legge e ordine. Noi dobbiamo rispettare i nostri grandi concittadini che lavorano nella legge e nell’ordine. Non vogliamo che nessuno si faccia male.” Donald Trump, 6 gennaio 2021.” facebook.com/watch/?v=236128031324247
[9]Select Commitee to Investigate the January 6th Attack on the United States Capitol, Final Report, December 22 ,2022 117th Congress Second Session House Report 117-000
[10] ispionline.it/it/pubblicazione/speciale-russia-ucraina-10-mappe-capire-il-conflitto-33483
[11]it.euronews.com/embed/2129132
[12] L’Appeasement nel linguaggio della diplomazia internazionale implica una tipologia di accordo politico concesso a gravi condizioni, pur di mantenere la pace, fu la politica utilizzata dal governo inglese di Neville Chamberlain nei confronti della Germania Nazista di Adolf Hitler.
[13] Per Qatargate intendiamo uno scandalo emerso il 9 dicembre 2022 riguardante la corruzione di alcuni eurodeputati da parte dell’emirato qatariota, per influenzare le decisioni del Parlamento Europeo in favore del Qatar.
[14] Riferimento al famoso manifesto per il reclutamento nell’esercito per la prima e la seconda guerra mondiale.
[15]Report of the select commiteee on intelligenceUnited States senate on russian active measurescampaigns and interference in the 2016 U.S. Election, Volume 5: Counterintelligence threats and vulnerabilities. 18, Agosto 2020.


Foto copertina: Foto Ansa EPA/WILL OLIVER Una bandiera con il viso dell’ex Presidente Trump durante l’assalto a Capitol Hill nel gennaio 2021.