A meno di un anno dalle elezioni presidenziali francesi diversi sono gli scenari possibili e non è da escludere un “coup de théâtre”.


 

La Francia è una Repubblica semi-presidenziale “indivisibile, laica, democratica e sociale”[1] in cui il Presidente riveste un ruolo di primo piano. La carica è attualmente ricoperta da Emmanuel Macron dal 14 maggio 2017. Il portavoce del governo francese Gabriel Attal ha annunciato le date delle prossime elezioni presidenziali, rispettivamente il 10 aprile 2022 per il primo turno e il 24 aprile 2022 per l’eventuale secondo turno[2]. Successivamente si terranno le elezioni legislative per eleggere il nuovo Parlamento. Fino ad oggi nessun candidato ha mai conseguito la vittoria al primo turno a causa della pluralità di partiti presenti nel Paese. Il Presidente detiene un vero potere di indirizzo politico, specialmente nel campo della politica estera, ed è a capo della diplomazia e delle forze armate, oltre a presiedere il Consiglio Superiore della Difesa e il Consiglio Superiore della Magistratura. Il potere più importante è quello di scegliere il Primo ministro, nomina condizionata dal risultato legislativo[3].

Le elezioni regionali

L’esito delle elezioni regionali che si sono tenute lo scorso giugno può offrire degli interessanti spunti di riflessione per il futuro della Francia.
Nelle tredici regioni continentali in cui si è votato (si votava anche in quattro territori d’oltremare) sono stati riconfermati tutti i governatori uscenti, espressi dai Repubblicani, di centrodestra, dai Socialisti, di centrosinistra più il governatore della Corsica, indipendente[4].
I partiti di Marine le Pen e di Emmanuel Macron hanno registrato una notevole riduzione dei consensi e non sono riusciti a riportare la vittoria in nessuna regione. Un risultato superiore alle aspettative è stato raggiunto dai Repubblicani. Espressione più evidente della crescita del partito gollista è stata la conferma di Xavier Bertrand nella regione Hauts-de-France con il 52,4%, più del doppio dei voti del suo sfidante del Rassemblement National

Gli ultimi sondaggi

Secondo gli ultimi sondaggi, alla luce del successo riportato, il futuro candidato repubblicano potrebbe arrivare al ballottaggio delle presidenziali del 2022 contro la le Pen o Macron. Nel primo caso la sfida che si avrebbe tra centrodestra ed estrema destra ricalcherebbe quanto verificatosi nel 2002 tra Jean-Marie, padre di Marine Le Pen e Jacques Chirac. La presenza di Macron al secondo turno è tutt’altro che scontata. Un dato preoccupante è poi rappresentato dalla quota degli aventi diritto che ha deciso di astenersi la quale è stata superiore al 66%. Secondo i dati raccolti dall’istituto di opinioni e marketing francese Ifop, l’82% dei minori di 35 anni non ha votato[5]. In questo caso attribuire la colpa alla pandemia non sembra soddisfacente. La sfiducia verso le istituzioni è piuttosto forte in Francia.

I possibili candidati

Al centro, il partito de La République en Marche a cui appartiene Macron ha deciso di candidare nuovamente l’attuale Presidente per un secondo mandato. Alle elezioni presidenziali del 2017 ha ottenuto il 24,01% delle preferenze al primo turno e il 66,10% al ballottaggio battendo Marine Le Pen. Ma a un anno di distanza dalle prossime elezioni presidenziali francesi, i suoi indici di gradimento sono crollati e alcuni sono divisi sulla sua reale posizione politica. Una delle critiche che viene rivolta da sinistra è che ha appoggiato nel corso del tempo sempre più politiche di destra[6].

L’estrema destra appare piuttosto divisa. Se è certa la candidatura di Marine Le Pen, altri possibili nomi sono emersi negli ultimi mesi. Il Presidente di Debout la France, Nicolas Dupont-Aignan ha affermato di volersi candidare per far “mentir ces pronostics” in quanto il “duello Macron-Le Pen soffoca i francesi”[7]. Florian Philippot, il Presidente di Les Patriotes, in precedenza esponente di spicco del Front National, a luglio ha annunciato la sua candidatura. Si attende anche un possibile annuncio da parte di Éric Zemmour, giornalista politico e polemico francese. Infine, anche il generale Antoine Martinez che è il Presidente di Volontaires pour la France ha deciso di correre per l’Eliseo. Candidata del Front National alle scorse elezioni presidenziali la Le Pen ha ottenuto nel 2017 il 21,30% delle preferenze al primo turno e il 33,90% al secondo turno. Oggi il suo partito, il Rassemblement National sembra godere di un consenso inferiore alle aspettative.

I due storici partiti francesi rappresentati dai Socialisti e dai Repubblicani che nelle scorse elezioni presidenziali per la prima volta non hanno avuto alcun loro candidato al ballottaggio, stanno elaborando una strategia efficace. I Repubblicani credono che designando un candidato unico possano avere delle buone possibilità di vittoria.
Il Presidente della regione degli Hauts-de-France, Xavier Bertrand il quale aspira ad essere il candidato naturale del partito dovrà sfidare la presidente dell’Ile-de-France, Valerie Pécresse, che sostiene una primaria aperta e il sindaco di La Garenne-Colombes (Hauts-de-Seine), nonché capo del pronto soccorso dell’ospedale Georges-Pompidou, Philippe Juvin[8].
A questi potrebbero aggiungersi Laurent Wauquiez, Presidente della regione Alvernia-Rodano-Alpi, Michel Barnier, ex Commissario europeo e negoziatore della Brexit, il senatore Bruno Retailleau e Éric Ciotti, questore dell’Assemblea nazionale dal 2018. Le primarie potrebbero tenersi a novembre. In ogni caso le parole di Bertrand sono chiare: “Adesso le presidenziali sono una partita a tre”.

Dal Parti Socialiste a La France insoumise, passando per Europe Ecologie Les Verts, il numero di candidati aumenta sempre più a meno di un anno dalle presidenziali[9]. I Socialisti sembrano sostenere il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo che non si è ancora candidata ufficialmente. Il sindaco di Le Mans, Stéphane Le Foll ha chiesto allora l’organizzazione di una primaria in seno al partito, facendo sapere che desiderava parteciparvi[10].

Si sono poi presentati Jean Luc Mélenchon per LFI e Fabien Roussel per il Parti Communiste français. Alle primarie del partito ecologista che si terranno a settembre ci sono quattro candidati: il sindaco di Grenoble Éric Piolle, l’eurodeputato Yannick Jadot, l’ex numero due del partito Sandrine Rousseau e la deputata delle Deux-Sèvres ed ex ministro Delphine Batho, ormai Presidente del movimento che ha cofondato, Génération écologie [11].Il 12 settembre Anne Hidalgo,la prima donna a rivestire la carica di sindaco di Parigi, ha annunciato al porto di Rouen la sua volontà di candidarsi alle elezioni presidenziali. Altri partiti minori presenteranno sicuramente altri candidati che andranno a comporre un quadro estremamente variegato.


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Conclusioni

A un anno di distanza dalle elezioni in Francia del 2022, l’obiettivo di ciascun partito è scegliere il candidato ideale in grado di accedere ad un futuro ballottaggio ed elaborare una strategia efficace. Alcune personalità di spicco della politica francese hanno deciso da tempo di concorrere alla guida dell’Eliseo, altri devono ancora ufficializzare la loro candidatura, altri ancora stanno riflettendo sulla possibilità di presentarsi alle primarie. In tale contesto, le principali testate giornalistiche francesi si sono espresse su quanto potrebbe accadere l’anno prossimo. Sul quotidiano francese Le Monde all’indomani dell’esito delle elezioni regionali si ritiene che “la vittoria degli uscenti, sia di destra che di sinistra, suona come un avvertimento per Emmanuel Macron e Marine Le Pen, a un anno dalle elezioni presidenziali”[12]. Sull’editoriale de Le Figaro si legge che “alle presidenziali tutto è possibile”[13]. Infatti, come dimostrato in diversi altri Paesi, in particolare negli Stati Uniti, la situazione potrebbe modificarsi radicalmente nel corso del tempo. Queste elezioni riserveranno sicuramente molte sorprese. Non resta che attendere i prossimi sviluppi.


Note

[1] Art. 1, Costituzione francese, 4 ottobre 1958.
[2] Wikipedia, 2022 elezioni presidenziali francesi.
[3] Come funziona il presidenzialismo francese, ISPI, 21 aprile 2017.
[4] Una nuova sconfitta per l’estrema destra francese, il Post, 28 giugno 2021
[5] Francia: dati su elezioni regionali giugno, pochi giovani alle urne, Agenzia Nova, 13 agosto 2021.
[6] Il bilancio Macron verso il voto in Francia nel 2022, Giulia Alfieri, Policy Maker, 20 luglio 2021
[7] Présidentielle : Dupont-Aignan veut faire “mentir les pronostics”, Le Point, 4 luglio 2021.
[8] Présidentielle 2022 : chez Les Républicains, un été studieux pour éviter un automne fratricide, Solenn de Royer, Le Monde, 13 agosto 2021.
[9] Présidentielle 2022 : des candidats à go-gauche, Rachid Laïreche, Charlotte Belaïch, Libération, 1 luglio 2021.
[10] Présidentielle 2022 : qui sont les candidats déclarés à l’élection, Olivier Corsan, Le Parisien, 28 luglio 2021.
[11] Ibidem.
[12] Elections régionales 2021 : la recomposition du paysage politique remise en question, Solenn de Royer, Le Monde, 28 giugno 2021.
[13] L’éditorial, Alexis Brézet, Le Figaro, 27 giugno 2021.


Foto copertina: Emmanuel Macron (a sinistra), candidato per En Marche! movimento, ha corso su una piattaforma centrista nelle elezioni presidenziali francesi del 2017, mentre Marine Le Pen ha corso come candidata del Front National di estrema destra (Eric Feferberg, Alain Jocard/AFP via Getty Images)

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Claudia Marano
Sono nata il 17 aprile 1998 ad Avellino, città dove ho frequentato il liceo classico europeo, conseguendo il doppio diploma italiano e francese. Laureata in Scienze politiche e delle Relazioni Internazionali presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", durante la triennale ho trascorso un periodo di studi in Francia, approfondendo la conoscenza di più lingue. Frequento il primo anno del Corso di Laurea magistrale in Relazioni internazionali ed Analisi di Scenario, percorso in analisi di rischio, cooperazione e sviluppo presso la medesima università. Rivesto, inoltre, la carica di Consigliere nel Direttivo di MSOI Napoli. Sono interessata al mondo delle Organizzazioni internazionali e i miei principali interessi riguardano il campo del diritto e dell'economia internazionale.