Stati Uniti ed Unione Europea varano il pacchetto di sanzioni alla Russia, ma il Cremlino potrebbe eludere le restrizioni economiche ricorrendo alle criptovalute. Avanza il progetto di un rublo digitale, ma la possibilità di convincere i servizi con cui la Russia intrattiene rapporti commerciali ad accettare pagamenti digitali sembra ancora remota.
Il punto sulle sanzioni
In seguito alla riunione straordinaria del Consiglio Europeo nella serata del 24 febbraio,[1] prende forma un nuovo pacchetto di sanzioni elaborate dai leader dei Ventisette in risposta all’invasone russa dell’Ucraina. In aggiunta alle misure restrittive approvate il giorno precedente come reazione alla decisione del Presidente Vladimir Putin di procedere al riconoscimento dell’indipendenza delle repubbliche separatiste filorusse di Donetsk e Luhanks nella regione del Donbass,[2] le nuove misure europee sono apertamente volte a sfiancare l’economia russa tramite sanzioni al settore finanziario e bancario (colpito per oltre il 70%), dei trasporti e dell’energia, una netta riduzione delle esportazioni e un più stringente controllo sulle politiche dei visti. Colpiti anche lo stesso Vladimir Putin e il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov, ai quali l’Unione ha applicato il congelamento dei propri asset, senza tuttavia imporre restrizioni ai viaggi – segno della volontà europea di mantenere aperta la porta della diplomazia.[3] Ben oltre le misure europee, il pacchetto sanzionatorio emanato dagli Stati Uniti di Joe Biden non solo prevede il bando di ingresso negli USA per Putin e Lavrov, bensì restrizioni anche sul Fondo di investimenti diretti russo e sui principali colossi bancari del Paese, tra cui il colosso Vtb.[4]
Lo scudo economico di Mosca
Come annunciato negli istanti precedenti all’invasione, Putin non sembra temere l’arma sanzionatoria dell’Occidente, ancora diviso sulla questione energetica e sull’esclusione della Russia dal circuito swift. Al contrario, le immense ripercussioni delle restrizioni europee già attive dal 2014 in risposta all’annessione unilaterale della Crimea hanno acuito la capacità di Mosca di proteggersi dalle inasprire ritorsioni economiche varate nel tentativo di desistere il Cremlino dalle proprie mire espansionistiche alle porte dell’Europa. Di fatto, la Russia si è impegnata a costruire uno scudo protettivo di notevole importanza accumulando enormi riserve di valute estere e auree per un valore di oltre 600 miliardi di dollari, ritornando pertanto ai livelli precedenti la crisi finanziaria del 2008.[5] Putin potrebbe inoltre presentare controsanzioni particolarmente gravose per i vicini europei, dipendenti dal gas del Cremlino per oltre il 40% delle forniture: anche nel caso in cui Mosca decida di mantenere lo status quo mantenendo aperto il rubinetto che attraverso il gasdotto NordStream rifornisce le capitali europee, un probabile aumento dei prezzi sarebbe comunque suscettibile di condizionare le scelte strategiche dell’UE.[6]
Putin rimedia con le criptovalute?
Secondo il New York Times,[7] è aperta la possibilità che la Russia faccia ricorso alle criptovalute per alleviare l’impatto delle sanzioni internazionali e condurre indisturbata le proprie attività economiche nei mercati globali. Mosca sarebbe infatti capace di “aggirare i punti di controllo da cui dipendono i governi” per bloccare le transazioni finanziarie in virtù dell’intrinseca natura decentralizzata delle criptovalute, il nuovo mezzo di scambio digitale originatisi sulla rete internet e basato sui principi della crittografia, necessari ad assicurare la protezione e l’effettivo funzionamento delle transazioni. In effetti, l’assenza dell’intermediazione di un’istituzione finanziaria che ha messo in discussione la tradizionale convinzione che la pianificazione centralizzata attraverso politiche monetarie statali sia condizione necessaria al funzionamento degli scambi di denaro[8] potrebbe essere il potenziale asso nella manica di Putin, che sarebbe dunque in grado di mantenere attivo il flusso di trasferimenti di denaro.[9] Allo stesso modo, l’impiego di criptovalute potrebbe aiutare gli oligarchi colpiti dalle restrizioni economiche occidentali ad acquistare beni e servizi e ad investire fuori dalla Russia, evitando il tracciamento di banche ed istituzioni finanziarie sanzionate. A fronte di tale possibilità, in sole 24 ore Bitcoin, la principale criptovaluta attualmente in uso, ha registrato un rialzo di +11%, segnando una parziale ripresa dal forte crollo degli ultimi mesi in conseguenza dell’aumento globale dei prezzi dell’energia e della situazione di crisi in Kazakhstan. Ciononostante, per aggirare il sistema bancario e gli scambi centralizzati sarà necessario convincere i servizi con cui la Russia intrattiene rapporti commerciali ad accettare pagamenti sotto forma digitale, possibilità ancora piuttosto remota.
Il rublo digitale
Parimenti, in alternativa al ricorso alle criptovalute, pare che il governo russo stia lavorando all’emissione di una Central Bank Digital Currency (CBDC) – una valuta digitale della banca centrale – “made in Russia”. Contrariamente alle criptomonete, il rublo digitale è sottoposto al controllo centralizzato del Cremlino, e potrebbe essere utilizzato direttamente negli scambi commerciali con altri Stati senza la necessità di una previa conversione in dollari, la valuta di riserva mondiale utilizzata nei pagamenti tramite il circuito swift.[10]
Già ad ottobre del 2020 la Banca Centrale russa aveva annunciato lo sviluppo di una tabella di marcia per l’introduzione del rublo digitale, a cui sarebbero seguite le necessarie modifiche alla legislazione per la reale implementazione dell’iniziativa già a partire dal gennaio 2022.[11] E proprio in tale occasione Olga Skorobogatova – primo vice governatore della Banca di Russia – non aveva esitato ad affermare che il rublo digitale non solo avrebbe ridotto la dipendenza di Mosca da Washington, dal dollaro e infine dal sistema bancario internazionale, bensì sarebbe stato maggiormente capace di resistere alle sanzioni.[12] Resta da solo da attendere il momento in cui il lancio del rublo digitale, annunciato dalla governatrice della Banca Centrale Russa Elvira Nabiullina in occasione della trentesima conferenza del Bank of Finland Institute for Emerging Economies (Bofit),[13] si trasformi in realtà.
Un fenomeno non del tutto nuovo
I precedenti storici suggeriscono che questa probabile opzione nelle mani di Putin non sia del tutto un caso isolato. Stando ad un rapporto stilato dalla Commissione 1718 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, incaricato dall’Organizzazione di monitorare il contenimento delle attività missilistiche e nucleari del regime in Corea del Nord, il Paese avrebbe generato ingenti guadagni – impossibili da tracciare – dirottando gli scambi di criptovalute giapponesi e sudcoreane, che sarebbero state impiegate in seguito per il finanziamento dello sviluppo di armi letali, aggirando così le pesanti sanzioni attive dal 2006 e imposte proprio dal Consiglio di Sicurezza con lo scopo di bloccare lo sviluppo di armi non convenzionali e la proliferazione nucleare.[14] Sulla stessa linea l’Iran, che per compensare i limiti alla propria capacità di vendere petrolio ed eludere le sanzioni della Casa Bianca non ha esistato ad investire sullo sviluppo di una propria valuta digitale nazionale.[15]
Note
[1] https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2022/02/24/ (ultimo accesso 26.02.22).
[2] https://www.consilium.europa.eu/it/policies/sanctions/ukraine-crisis/ (ultimo accesso 26.02.22).
[3] https://www.ilsole24ore.com/art/le-sanzioni-dell-occidente-contro-russia-AE6ncCGB (ultimo accesso 26.02.22).
[4] https://www.ilsole24ore.com/art/von-der-leyen-bloccheremo-banche-e-asset-russi-europa-AEiYfsFB (ultimo accesso 26.02.22).
[5] V. CHABERT, Usa e Ue annunciano sanzioni alla Russia. Lo strumento sanzionatorio può dirsi efficace? Disponibile al link: https://www.opiniojuris.it/usa-e-ue-annunciano-sanzioni-alla-russia-lo-strumento-sanzionatorio-puo-dirsi-efficace/ (ultimo accesso 26.02.22).
[6] Ibid.
[7] https://www.nytimes.com/2022/02/23/business/russia-sanctions-cryptocurrency.html (ultimo accesso 26.02.22).
[8] V. CHABERT, Le criptovalute come strumento e target del cybercrime. Disponibile al link: https://ilcaffegeopolitico.net/933165/le-criptovalute-come-strumento-e-target-del-cybercrime (ultimo accesso 26.02.22).
[9] https://www.startmag.it/economia/russia-criptovalute-sanzioni-banche/ (ultimo accesso 26.02.22).
[10] Ibid.
[11] https://www.investing.com/news/cryptocurrency-news/russia-tries-to-curb-the-use-of-cryptocurrencies-with-a-digital-ruble-2672932 (ultimo accesso 26.02.22).
[12] Ibid.
[13] https://www.bofit.fi/en/monitoring/weekly/2021/vw202145_1/ (ultimo accesso 26.02.22).
[14] https://www.wired.it/attualita/politica/2020/03/04/report-onu-corea-del-nord-sanzioni-beni-lusso/ (ultimo accesso 26.02.22).
[15] https://it.insideover.com/politica/liran-annuncia-la-criptovaluta-per-eludere-le-sanzioni-usa.html (ultimo accesso 26.02.22).
Foto copertina: Rublo digitale