Durante gli ultimi scontri tra palestinesi e polizia israeliana nel complesso della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme venerdì 29 aprile sono state ferite 42 persone, ha affermato la Mezzaluna Rossa palestinese, dopo settimane di violenze. I disordini sono arrivati l’ultimo venerdì del mese sacro musulmano del Ramadan. Le incursioni israeliane nel complesso hanno incontrato una condanna diffusa e hanno sollevato il timore di infiammare le persistenti tensioni israelo-palestinesi.


Ritorna alta la tensione in Medio Oriente tra israeliani e palestinesi. Lo scorso 29 aprile, la polizia israeliana ha detto di essere intervenuta ed entrata nel complesso dopo che “rivoltosi” hanno lanciato pietre e fuochi d’artificio, anche in direzione del Muro Occidentale, dove si radunano i fedeli ebrei. Testimoni e giornalisti hanno affermato che la polizia ha sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma, e gli agenti avrebbero arrestato tre persone, due per aver lanciato pietre e una per “incitamento alla folla”.
“Nell’ultima ora, il sito è stato tranquillo e i fedeli (musulmani) stanno entrando in sicurezza (nel complesso)”, ha detto la polizia. 
Ci sono stati scontri quasi quotidiani alla moschea questo mese, a partire da quando il Ramadan si è sovrapposto alla celebrazione ebraica della Pasqua, che ha portato centinaia di migliaia di musulmani ed ebrei nei rispettivi siti religiosi.
Nelle ultime due settimane, quasi 300 palestinesi sono stati feriti negli scontri nel complesso di Al-Aqsa, il terzo luogo più sacro dell’Islam e il luogo più sacro per gli ebrei, che lo chiamano il Monte del Tempio.
Il sito si trova in cima all’altopiano della città vecchia di Gerusalemme Est, che Israele conquistò durante la guerra del 1967 e che annesse ai propri territori senza ottenere il riconoscimento internazionale. Dall’altra parte, i palestinesi considerano Gerusalemme Est la capitale dello stato palestinese, che si estende tra la Cisgiordania occupata e Gaza.
Le incursioni militari di Israele hanno sollevato preoccupazione a livello globale e timori dello scoppio di un altro conflitto simile all’aggressione israeliana dell’anno scorso a Gaza, innescata da disordini molto simili.
I leader musulmani hanno espresso il loro sdegno per il recente aumento delle incursioni israeliane e per le visite nel complesso di coloni ebrei, e per il fatto che Israele stia potenzialmente cercando di dividere il Al-Aqsa e creare uno spazio per il culto ebraico mentre continua a occupare territori palestinesi. I palestinesi affermano che la presenza della polizia israeliana nel sito, e le visite regolari di un numero crescente di ebrei nazionalisti e religiosi, sono una violazione degli accordi informali vecchi di decenni che governano il sito.
Tuttavia lo stato ebraico ha insistito sul fatto di essere costretto ad agire contro gli agenti dei gruppi islamisti Hamas e Jihad islamica, che stavano cercando di scatenare disordini diffusi in tutta Gerusalemme.
Gli scontri di Al-Aqsa sono arrivate in uno sfondo di violenze dal 22 marzo in Israele e nella Cisgiordania occupata. Dodici israeliani, compreso un agente di polizia arabo-israeliano, e due ucraini sono stati uccisi in quattro attacchi separati all’interno di Israele. Due degli attacchi mortali sono stati effettuati nell’area di Tel Aviv da palestinesi.
Un totale di 26 palestinesi e tre arabi israeliani sono morti nello stesso periodo, tra cui gli autori di attacchi e quelli uccisi dalle forze di sicurezza israeliane nelle operazioni in Cisgiordania.


Potrebbe interessarti:


Foto copertina: Le forze di sicurezza israeliane fanno la guardia mentre i palestinesi protestano contro il complesso che ospita la Moschea di Al-Aqsa, nota ai musulmani come il Nobile Santuario e agli ebrei come il Monte del Tempio, nella Città Vecchia di Gerusalemme il 22 aprile 2022. (Foto d’archivio: Reuters)