Nei primi mesi del 2020, un gruppo di ONG, associazioni, comitati territoriali e cittadini hanno deciso di sostenere la campagna “Giudizio Universale”, intrapresa da un team legale che a breve promuoverà la prima climate litigation contro lo Stato Italiano.
Da circa 2 anni infatti gli avvocati Luca Saltalamacchia e Raffaele Cesari e il prof. Michele Carducci hanno lavorato ad una strategia legale e ad un’annessa ricerca scientifica per chiedere che vengano rispettate tutte le obbligazioni climatiche che l’Italia ha deciso di assumere attraverso l’adesione a protocolli e trattati internazionali, con il fine di agire in modo effettivo e concreto contro i cambiamenti climatici, rispettando i diritti fondamentali dei cittadini.[1]
Di fatto, nonostante una parziale riduzione delle emissioni negli ultimi anni, le politiche climatiche italiane si sono dimostrate insufficienti ed inadeguate agli standard definiti dagli accordi di Parigi e dai rapporti dell’IPCC, il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici fondato nel 1988.
Ad aprire la causa sarà un approfondimento di carattere storico-scientifico volto ad illustrare la natura antropogenica del riscaldamento globale e l’impatto dei gas serra sui cambiamenti climatici: a tal proposito, la vulnerabilità del nostro paese in termini di erosione costiera, instabilità idrogeologica e desertificazione richiede un intervento immediato ed inderogabile. In seguito, l’azione legale sarà incentrata sul rapporto tra i cambiamenti climatici e i diritti umani: tale legame infatti è stato oggetto di numerosi studi a livello internazionale e in seno alle Nazioni Unite grazie ai report degli Special Rapporteur on Human Rights and the Enviornment Knox (2018) [2] e Boyd (2019)[3], i quali identificarono obbligazioni sostanziali e procedurali in capo agli Stati in materia di diritto ad un ambiente sano e in particolare il diritto ad un’aria buona e pulita come diritto umano, sottolineando come i cambiamenti climatici inaspriscono le disuguaglianze strutturali all’interno delle società.
Allo stesso modo, il General Comment n.36 on the International Covenant on Civil and Political Rights on art. 6 [4] e il preambolo degli Accordi di Parigi del 2015[5] ribadiscono tale relazione, confermata inoltre dalla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo attraverso un’interpretazione evolutiva degli articoli 2 (diritto alla vita) e 8 (rispetto della privata e familiare) della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo (cfr. Di Caprio and others v. Italy, Fadayeva v. Russia, Guerra v. Italy).
A tal proposito, i legali del caso Giudizio Universale tenteranno di dimostrare come una politica climatica inefficace debba essere considerata una violazione delle obbligazioni dello Stato stesso verso il pieno godimento dei diritti umani fondamentali.
L’esempio italiano non rappresenta un caso isolato di lotta per la giustizia climatica: di fatto, attivisti, cittadini e ONG si sono mobilitati in diversi paesi europei ed extraeuropei contro l’inadempienza degli Stati, facendo appello al diritto ad un ambiente sano e al diritto alla salute. È il caso delle Filippine, in cui l’ONG Greenpeace ha sostenuto famiglie e organizzazioni della società civile contro 47 multinazionali che operano nel settore dei combustibili fossili, ritenute responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e di aver causato un deterioramento ambientale senza precedenti.[6]
Un contenzioso analogo è stato portato avanti contro il gigante petrolifero Total, considerato uno dei maggiori contribuenti al mondo in termini di emissioni di CO2: l’azione legale concerne le presunte violazioni dei diritti umani legate ad attività svolte in territorio francese e all’estero, ed è volto a costringere la multinazionale ad allineare le proprie politiche agli standard di riduzione delle emissioni e dell’aumento della temperatura terrestre di 1.5° previsti dagli accordi di Parigi. [7]
Tuttavia, il climate case più virtuoso in Europa è il contenzioso della fondazione Urgenda contro il governo olandese, il primo caso al mondo in cui la Corte Suprema ha stabilito l’obbligo del governo di ridurre le emissioni di gas serra del 25% entro la fine del 2020.
In particolare, nonostante la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo non faccia specifico riferimento al diritto ad un ambiente sano, per la prima volta la Corte ha ritenuto applicabili i sopracitati articoli 2 ed 8, assumendo che tali articoli presuppongono obbligazioni positive in capo agli Stati nell’azione contro i cambiamenti climatici.
La Corte inoltre ha interpretato la protezione dei diritti agli art. 2 ed 8 come collettiva, estendendo la concezione individuale originale della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo all’intera società.[8]
Sul modello del caso Urgenda, il team legale della campagna Giudizio Universale invocherà davanti al giudice civile l’applicabilità degli articoli 2 ed 8 e le positive obligations che ne derivano: similmente, l’esito della causa non solo potrà fornire una preziosa contribuzione al riconoscimento del diritto ad un ambiente sano, ancora in fase di consolidamento, bensì rappresenta un importante strumento di sensibilizzazione della cittadinanza sulla situazione climatica ed ambientale nel nostro paese e un potente mezzo di pressione e lobby istituzionale per un’efficiente presa di posizione dello Stato Italiano.
Note
[1] https://giudiziouniversale.eu/2019/05/27/la-nostra-causa/ (ultimo accesso 07.09.2020).
[2] J. Knox, Report on the right to a healthy and sustainable environment. https://www.ohchr.org/EN/Issues/Environment/SREnvironment/Pages/HealthySustainable.aspx (ultimo accesso 08.09.20).
[3]D.R. Boyd, Safe Climate Report. https://www.ohchr.org/EN/Issues/Environment/SREnvironment/Pages/SafeClimate.aspx (ultimo accesso 08.09.20).
[4]General comment No. 36 (2018) on article 6 of the International Covenant on Civil and Political Rights, on the right to life. https://tbinternet.ohchr.org/Treaties/CCPR/Shared%20Documents/1_Global/CCPR_C_GC_36_8785_E.pdf (ultimo accesso 08.09.20).
[5] Paris Agreements, Preamble, https://unfccc.int/resource/docs/2015/cop21/eng/l09r01.pdf (ultimo accesso 09.09.20).
[6] https://www.greenpeace.org/philippines/press/1237/the-climate-change-and-human-rights-petition/ (ultimo accesso 09.09.20).
[7] Notre Affaire à Tous and Others v. Total, http://climatecasechart.com/non-us-case/notre-affaire-a-tous-and-others-v-total/ (ultimo accesso 09.09.20).
[8] Urgenda v. The Netherlands, https://www.urgenda.nl/wp-content/uploads/ENG-Dutch-Supreme-Court-Urgenda-v-Netherlands-20-12-2019.pdf (ultimo accesso 09.09.20).
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