Membro del Partito Repubblicano, fu Consigliere per la sicurezza nazionale e Segretario di Stato degli Stati Uniti durante le presidenze di Richard Nixon e di Gerald Ford tra il 1969 e il 1977. Henry Kissinger, nato a Fürth in Germania il 27 maggio 1923, compie oggi cent’anni.


Se volessimo dare un volto al concetto di Realpolitik, questo avrebbe senza alcun dubbio lo sguardo attento di Henry Kissinger.
Kissinger nacque nel 1923 a Fürth, in Baviera, da famiglia tedesca ed ebrea. All’epoca il suo nome di battesimo era Heinz. Negli anni Trenta la repressione antisemita del regime nazista di Adolf Hitler portò molte ebrei ad emigrare, compresi i Kissinger, che lasciarono la Germania nel 1938 andando a New York. Heinz divenne Henry e si integrò presto negli Stati Uniti, servendo nell’esercito durante la Seconda guerra mondiale e studiando poi ad Harvard.
Dopo il dottorato ottenuto nel 1954 rimase ella prestigiosa università americana come ricercatore, e nel 1957 diventò direttore associato di un dipartimento dedicato allo studio delle tecniche di governo e delle relazioni internazionali. Contestualmente all’attività accademica, Kissinger divenne un consulente politico, e nel 1968 venne nominato consigliere per la Sicurezza nazionale dal neoeletto presidente Richard Nixon, del Partito Repubblicano.
Sotto la presidenza Nixon, Kissinger raggiunse l’apice del potere. Negli anni in cui fu consigliere per la Sicurezza nazionale, Kissinger divenne de facto il responsabile della politica estera nel governo statunitense.
Ruolo che poi in effetti ricoprì a partire dal 1973 quando venne nominato Segretario di Stato, ruolo che mantenne fino al 1977 anche con il successore di Nixon, Gerald Ford.
In sostanza fu il protagonista indiscusso della politica estera di quegli anni, con tutti i benefici e le controversie che ne conseguivano. Sempre nel 1973, Kissinger, fu insignito del Premio Nobel per la Pace insieme al vietnamita Lê Đức Thọ per il tentativo di porre fine al conflitto in VietNam; Le Duc Tho rifiutò il premio per il protrarsi del conflitto (fino al 1975), per cui anche Kissinger non si presentò, scusandosi, alla cerimonia.
Kissinger, maestro della Realpolitik, fu l’artefice della deténte, cioè la “distensione” tra Unione Sovietica e Stati Uniti che ci fu negli anni Settanta, così come le aperture verso la Cina comunista. Il viaggio segreto di Kissinger in Cina e la “diplomazia del pingpong” portarono poi Nixon ad essere il primo presidente americano a visitare ufficialmente la Cina dopo la Seconda guerra mondiale.

Le ombre di Kissinger

Non solo luci però nella carriera politica di Kissinger. Il suo impegno nel contrastare l’avanzata della “contaminazione” sovietica e socialista nei paesi del blocco atlantico e nel continente americano, prevedeva anche metodi a dir poco brutali.
Operazioni Condor. Kissinger era già consigliere per la Sicurezza nazionale quando ci fu il colpo di stato di Augusto Pinochet in Cile, nel 1971, per rimuovere il presidente socialista Salvador Allende. Fu Kissinger stesso, attraverso la CIA, a incoraggiare il colpo di stato durante il quale Allende si uccise.
Nel 1976, quando in Argentina i militari presero il potere instaurando una dittatura brutale che avrebbe portato alla tortura e alla scomparsa di decine di migliaia di persone, Kissinger era Segretario di Stato americano. Anche in quel caso l’amministrazione statunitense era consapevole della situazione.
Del resto gli Stati Uniti hanno sempre perseguito con scientifica attenzione la “Dottrina Monroe” considerato l’America Latina il loro “cortile di casa”, e durante gli anni della Guerra fredda per loro era prioritario che in una zona così geograficamente vicina non si diffondesse il comunismo, anche a costo di limitare la libertà delle popolazioni locali.

La carriera da consulente

Dopo il 1976 Kissinger non ebbe più incarichi politici pubblici, ma ha continuato quella di intellettuale, docente universitario, commentatore e consulente. Pur non avendo più un ruolo istituzionale, Kissinger ha sempre mantenuto la sua rete di rapporti internazionali in qualità di presidente della Kissinger Associates, la sua società di consulenza.
Kissinger è l’autore di numerosi libri con milioni di copie vendute in tutto il mondo, ricordiamo: “Leadership. Sei lezioni di strategia globale“, “Cina“, “L’arte della diplomazia” e “Ordine mondiale“.


Foto copertina: Henry Kissinger

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Domenico Nocerino, esperto di geopolitica e dottore in Relazioni Internazionali e Studi Diplomatici. Si è laureato con tesi in geopolitica economica presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Fondatore e direttore della rivista di informazione politica e giuridica Opinio Juris – law and politics review. Autore di diversi articoli accademici, ha all'attivo numerose partecipazioni a Convegni, Corsi di formazione e Seminari tecnici come relatore e ospite in diverse trasmissioni televisive e radiofoniche principalmente occupandosi di geopolitica ed in particolare di Medio Oriente. Coordinatore del comitato “Europa e Politiche internazionali” dell’associazione Omnia. Di recente è stato in Russia per seguire da vicino le elezioni alla Duma.