Una delle navi portacontainer più grandi al mondo, la “Ever Given” della compagnia “Evergreen”, da più di 24 ore si è bloccata nel Canale di Suez, ostruendo il tratto meridionale della via d’acqua, a pochi chilometri dall’imbocco di Suez. Storia e curiosità



Perché è importante il Canale di Suez

In media ogni giorno circa 50 navi attraversano il Canale di Suez. Secondo l’Autorità del Canale sono 18.829 le navi che hanno attraversato quelle acque nel corso del 2020, raggiungendo un volume netto di 1,17 miliardi di tonnellate. Un passo indietro rispetto al 2019, che ha registrato il transito di 18.880 navi con 1,21 miliardi di tonnellate. Il gap è anche economico: il volume d’affari passato per il Canale nel 2020 ammonta a 5,61 miliardi di dollari, contro i 5,8 miliardi registrati nel 2019 e i 5,7 miliardi nel 2018.

Qanāt al-Suways

Il Canale di Suez collega il Mar Mediterraneo con il Mar Rosso, quindi con le rotte marittime che portano verso l’Asia. Ogni giorno passano di lì diverse decine di navi portacontainer. Nel 2015 il tratto è stato ampliato ulteriormente per consentire alle navi di transitare in entrambe le direzioni contemporaneamente, almeno in una parte del percorso: un allargamento lungo 35km su un totale di 193 km.

Inaugurato nel 1869

Nel 1846 nacque la “Société d’étude pour le canal de Suez”. Completato nel 1869 e aperto il 17 novembre 1869, il canale venne realizzato dal francese Ferdinando de Lesseps su progetto dell’ingegnere trentino Luigi Negrelli e consiste di due tratte, a nord e a sud del Grande Lago Amaro: la costruzione durò 10 anni, lavoro svolto grazie ad una cooperazione tra molte nazioni europee tra cui la Francia che diede il contributo maggiore

Protettorato inglese

Verso il 1880 lo sviluppo del traffico fece emergere la necessità di assicurare il libero passaggio in tempo sia di pace sia di guerra, garantito il 29 ottobre 1888 dalla convenzione di Costantinopoli. Durante il protettorato inglese sull’Egitto (1914-22), così come dopo la dichiarazione d’indipendenza egiziana, la Gran Bretagna rimase potenza occupante e solo dopo lunghi negoziati il trattato anglo-egiziano del 1936 sancì la fine dell’occupazione britannica, legando però i due paesi in un’alleanza militare ventennale e attribuendo alla Gran Bretagna il diritto di stanziare sul Canale, anche in tempo di pace, fino a 10.000 uomini.

La nazionalizzazione di Nasser

Dopo la Seconda guerra mondiale, l’Egitto si mostrò sempre più insofferente della tutela inglese e nel 1948, al termine della guerra arabo-israeliana, impedì il passaggio delle navi di Israele. Il controllo egiziano sul Canale si rafforzò ulteriormente quando Nasser decise la nazionalizzazione della Compagnia del Canale (1956). Si aprì così una lunga crisi, culminata con l’intervento armato anglo-franco-israeliano (1956). Cessate le ostilità, le Nazioni Unite schierarono una forza di interposizione lungo il confine tra Egitto e Israele e il Canale fu interdetto alla navigazione fino all’aprile 1957.

La Guerra dei sei giorni

La sconfitta subita dall’Egitto in una nuova guerra arabo-israeliana (1967) consentì a Israele di estendere la propria occupazione sino alla riva orientale del Canale, che rimase chiuso alla navigazione, mentre forze egiziane e israeliane continuavano ad affrontarsi. Questa situazione sfociò in una nuova guerra tra l’Egitto, affiancato dalla Siria, e Israele (1973). A seguito del cessate il fuoco imposto dall’ONU e di un primo accordo tra Egitto e Israele (1974), gli Israeliani ritirarono le proprie truppe dalla riva orientale, dove furono dislocate forze dell’ONU. Il Canale fu riaperto alla navigazione internazionale il 5 giugno 1975.

Il raddoppio di Suez

Il 6 agosto 2015 è stato inaugurato il raddoppio di una parte del Canale di Suez. Il progetto aggiunge una nuova seconda corsia di navigazione di 35 km di lunghezza ai 164 chilometri di canale esistente, consentendo il passaggio in maniera separata delle navi in direzioni opposte. Esso comprende anche l’ampliamento e una maggiore profondità di 37 km di sezione del canale esistente.


Fonte: Treccani