Dall’inizio della guerra, il Governo ucraino ha ricevuto donazioni in criptovalute pari a circa 100 milioni di dollari. I finanziamenti raccolti sono stati impiegati per sostenere lo sforzo bellico dell’esercito di Kyiv, ma il ricorso alle valute digitali potrebbe aprire nuovi scenari anche per l’Occidente.


Quarantott’ore dopo l’avvio dell’operazione speciale” del Cremlino ai danni della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, il Governo di Kyiv ha annunciato – con un “cinguettio” sul celebre social network – che avrebbe accettato donazioni in criptovalute per finanziare il conflitto con la Russia e perseguire campagne mediatiche di “digital diplomacy” volte a raggiungere la popolazione russa “intrappolata nella bolla propagandistica di Mosca”.[1]
Da allora, il “Crypto Fund of Ukraine” guidato da Michael Chobanian – fondatore dell’exchange ucraino Kuna e Presidente della Blockchain Association of Ukraine[2] – ha raccolto capitali in criptovalute sotto forma di Bitcoin, Ethereum e Tether (la stablecoin ancorata al dollaro in un rapporto uno ad uno)[3] che, secondo i dati più recenti della società di analisi di blockchain Elliptic, ammontano ad oltre 100 milioni di dollari.[4]
Sebbene si tratti di una cifra modesta in confronto ai miliardi di aiuti dei governi Occidentali e del Fondo Monetario Internazionale, i flussi di criptomonete in Ucraina hanno tuttavia superato i novanta milioni di euro stanziati inizialmente dall’Unione Europea per gli aiuti umanitari,[5] e il trend sembra destinato a crescere sulla scia delle dichiarazioni del co-fondatore di Ethereum Gavin Wood, disposto ad inviare personalmente l’equivalente di cinque milioni di dollari – a condizione che venga accettato polkadot, un nuovo token sviluppato dallo stesso Wood.[6]
In origine, le donazioni sono state destinate a due diversi fondi istituiti dal governo ucraino a scopi umanitari e bellici. Tuttavia, con l’escalation del conflitto, la totalità dei fondi è stata riservata in via esclusiva al sostegno dell’esercito in termini di equipaggiamento, forniture mediche e razioni alimentari,[7] nonché allo sviluppo di un’app di riconoscimento facciale per identificare potenziali mercenari o spie russe[8] – scegliendo deliberatamente, pertanto, di impiegare il denaro in apparecchiature non letali, in modo da non scoraggiare potenziali donatori futuri.
Il ricorso a donazioni in criptovalute per motivi bellici si configura indubbiamente come pionieristico in termini di fundraising e supporto finanziario. In effetti, sebbene non siano riscontrabili precedenti storici in cui una Nazione sovrana finanzi il proprio apparato di difesa in monete digitali, le criptovalute si sono rivelate particolarmente adatte alla raccolta fondi a livello internazionale poiché indipendenti dai confini delle singole Entità statali e, al contempo, resistenti alla censura: non esiste infatti alcuna autorità centrale suscettibile di bloccare le transazioni, ad esempio in risposta a possibili sanzioni.[9]
L’impiego della nuova forma di denaro decentralizzato non è del tutto una novità per il popolo ucraino: nel 2020 infatti – come riporta il gruppo di ricerca Chainalysis – l’Ucraina registrava il più alto livello in termini di uso pro capite di criptovalute, per poi assestarsi al quarto posto l’anno successivo.[10] Il Paese è dunque rapidamente divenuto un focolaio di rilevanti trasformazioni in campo tecnologico,[11] a partire dalla creazione di un’infrastruttura legale che funga da traino ad una (futura?) industria digitale “made in Kyiv”: la scorsa settimana, infatti, il Presidente ucraino Zelensky ha siglato un quadro normativo che autorizza gli scambi di criptovalute nel paese, garantendo allo stesso tempo la protezione dei consumatori contro potenziali frodi.[12] La Banca Nazionale ucraina e la Commissione nazionale per i titoli e il mercato azionario sono state annoverate fra le autorità di regolamentazione, e non è esclusa la possibilità per la Banca Centrale di emettere una propria Central Bank Digital Currency, sebbene in un arco temporale non specificato nella legge.[13]
Saranno gli esiti del conflitto a determinare se il ricorso alle criptovalute abbia agito da catalizzatore per l’ambizione governativa di implementare un’economia innovativa e “blockchain-friendly”. Ciononostante, la guerra sul “Fronte dell’Est”[14] è il primo grande evento bellico in cui questa tecnologia è parte dello scenario, tanto da chiedersi se una crescita esponenziale del settore possa costituire uno degli effetti collaterali inattesi dell’aggressione russa: di fatto, la possibilità che il Cremlino faccia ricorso alle criptomonete per alleviare (o addirittura eludere) le sanzioni dell’Occidente e condurre indisturbata le proprie attività economiche nei mercati globali ha già sollevato importanti critiche al sistema decentralizzato all’interno del quale si iscrivono le transazioni in criptovalute,[15] e le restrizioni statunitensi imposte alla Banca Centrale Russa hanno altresì aperto a cauti timori che i paesi non-occidentali possano, in futuro, abbandonare il dollaro.[16]
Benché un rovesciamento dello status del dollaro come principale valuta di riserva appaia (almeno nel breve e medio termine) altamente improbabile – anche grazie alla stretta cooperazione fra la Banca Centrale Europea con la controparte statunitense e all’assenza di una libera convertibilità della valuta cinese – l’impiego delle criptovalute per il finanziamento dell’esercito ucraino ha aumentato le pressioni sulla Casa Bianca al punto di indurre il presidente Joe Biden, lo scorso 9 marzo, a sospendere per qualche ora l’intensa attività diplomatica per fermare l’aumento del prezzo del petrolio ed annunciare la prima iniziativa politica nel campo delle valute digitali, che include – sebbene in maniera ancora piuttosto vaga – il sostegno agli sforzi della Federal Reserve nell’elaborazione di un digital dollar.[17] Il tentativo di Washington di mantenere l’innovazione nel settore delle valute digitali all’interno della propria area normativa appare dunque evidente, così come evidenti saranno gli effetti finanziari e geopolitici di una potenziale accelerazione delle transazioni in criptovalute nella partita futura (e ancora tutta da giocare) dell’era post-bellica.


Note

[1] C.Criddle & J.Oliver, How Ukraine embraced cryptocurrencies in response to war. Financial Times, 19 marzo 2022. Disponibile al link: https://www.ft.com/content/f3778d00-4c9b-40bb-b91c-84b60dd09698.
[2] Bitcoin to the rescue: Cryptocurrencies’ role in Ukraine, Al Jazeera, 19 marzo 2022. Disponibile al link: https://www.aljazeera.com/news/2022/3/19/bitcoin-to-the-rescue-cryptocurrencies-role-in-ukraine.  
[3] Ministry of Digital Transformation of Ukraine. Disponibile al link: https://donate.thedigital.gov.ua/.
[4] M.K.Sigalos, $4.1 million in cryptocurrency funneled to Ukrainian military since Russia invaded, CNBC, 25 febbraio 2022. Disponibile al link: https://www.cnbc.com/2022/02/25/4point1-million-in-cryptocurrency-funneled-to-ukrainian-military-since-russia-invaded.html.  
[5] G.Tett, War in Ukraine could accelerate the growth of the crypto sector, Financial Times. Disponibile al link: https://www.ft.com/content/f0700853-eac5-44f7-a238-d8dbe129858d.
[6] Polkadot Founder Announces $5 Million Donation if Ukraine Creates DOT Address: Unverified Addresses Popping Up? Tech Times, 28 febbraio 2022. Disponibile al link:  https://www.techtimes.com/articles/272373/20220228/polkadot-founder-announces-5-million-donation-if-ukraine-creates-dot-address-unverified-addresses-popping-up.htm.
[7] Bitcoin to the rescue: Cryptocurrencies’ role in Ukraine, cit.
[8] M.K.Sigalos, $4.1 million in cryptocurrency funneled to Ukrainian military since Russia invaded, cit.
[9] Ibid.
[10] C.Criddle & J.Oliver, How Ukraine embraced cryptocurrencies in response to war. Financial Times, 19 marzo 2022. Disponibile al link: https://www.ft.com/content/f3778d00-4c9b-40bb-b91c-84b60dd09698

[11] G.Tett, War in Ukraine could accelerate the growth of the crypto sector, cit.
[12]Maggiori informazioni sono disponibili al link: https://www.kmu.gov.ua/en/news/ukrayina-legalizuvala-kriptosektor-prezident-pidpisav-profilnij-zakon.   

[13] C.Criddle & J.Oliver, How Ukraine embraced cryptocurrencies in response to war, cit. [14] S. Santangelo, Aggiornamenti dal Fronte dell’Est. Geopolitica. info, 28 febbraio 2022. Disponibile al link: https://www.geopolitica.info/ucraina-aggiornamenti-fronte-est/.
[15] V. Chabert, Eludere le sanzioni con le criptovalute? La Russia valuta il rublo digitale. Opinio Juris, 28 Febbraio 2022. Disponibile al link: https://www.opiniojuris.it/eludere-le-sanzioni-con-le-criptovalute-la-russia-valuta-il-rublo-digitale/.
[16] G.Tett, War in Ukraine could accelerate the growth of the crypto sector, Financial Times. Disponibile al link: https://www.ft.com/content/f0700853-eac5-44f7-a238-d8dbe129858d.
[17] White House, Executive Order on Ensuring Responsible Development of Digital Assets, Presidential Actions, 9 marzo 2022. Disponibile al link: https://www.whitehouse.gov/briefing-room/presidential-actions/2022/03/09/executive-order-on-ensuring-responsible-development-of-digital-assets/.


Foto copertina: Un membro del servizio ucraino è visto, dopo che la Russia ha lanciato una massiccia operazione militare contro l’Ucraina, in un punto di controllo nella città di Zhytomyr, Ucraina, 27 febbraio 2022. REUTERS/Viacheslav Ratynskyi/file Photo