Lo scorso 1° settembre il presidente del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev ha pronunciato il suo discorso sullo stato della nazione, intitolato “Corso economico di un Kazakhstan Giusto”. Astana punta sulle riforme per raggiungere l’autosufficienza economica.


“Riforme” e  “nuovo corso economico per il Paese”, sono queste le principali indicazioni uscite dal tradizionale discorso alla nazione, tenuto lo scorso 1° settembre ad Astana, dal presidente del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev. 
Nel discorso, intitolato “Il corso economico di un Kazakistan giusto”, Tokayev ha elencato le sfide che accompagnano la trasformazione sociale ed economica del paese centro-asiatico negli anni a venire e spiegato quali strategie potrebbero essere impiegate per fronteggiarle al meglio. Una sfida ambiziosa quella di Astana, che comprende di trovarsi in una posizione geo-strategica delicata e fondamentale allo stesso tempo.

Il nuovo corso economico del Kazakhstan

Astana punta a creare una solida struttura industriale per il Paese che possa garantire al Paese l’autosufficienza economica. L’autosufficienza che passa attraverso la diversificazione dell’economica. Oggi il Kazakhstan è la prima economia dell’Asia centrale, nonché il più importante produttore ed esportatore di petrolio nell’ambito della Comunità di Stati indipendenti (CSI). Il paese possiede circa il 60% delle risorse minerarie dell’ex Unione Sovietica, un vantaggio, considerando che la transizione ecologica mondiale si basa sullo sfruttamento delle risorse minerarie. Un motivo in più per spingere il governo ad  aumentare l’area di esplorazione geologica e geofisica dagli attuali 1,5 milioni ad almeno 2,2 milioni di chilometri quadrati entro il 2026. 
Il piano di rilancio economico immaginato da Tokayev dovrà attuarsi in tempi relativamente brevi,  la maggior parte dei compiti stabiliti deve essere attuata entro tre anni. La sfida temporale è quindi importante, e per riuscirci Astana dovrà efficacemente usare il vantaggio competitivo guadagnato in questi anni e a sfruttare al meglio il potenziale di tutti i principali fattori di produzione: lavoro, capitale, risorse e tecnologia.
Tutto ciò, secondo Tokayev, dovrà avvenire in conformità dei tre principi cardine ispiratori del nuovo corso economico kazako: equità, inclusione e pragmatismo. 

L’economia kazaka, come quasi tutte quelle ex-sovietiche, eredita una gestione economica quasi interamente statalizzata. Uno degli obiettivi principali del presidente è quello di snellire e velocizzare il processo produttivo attraverso modifiche alla legislazione per incoraggiare lo sviluppo e  il consolidamento delle piccole imprese. Ciò può avvenire solo se si riesce nell’impresa di demonopolizzare i marcati chiave e allo stesso tempo privatizzare le attività non strategiche.
Astana inoltre punta a sostenere l’industria manifatturiera attraverso investitori stranieri (Italia in testa) e nazionali con speciali esenzioni tariffarie. L’ipotesi più plausibile è che gli investitori dovrebbero essere esentati dalle tasse e da altri pagamenti obbligatori per i primi tre anni.

Hub logistico 

Con i suoi 2,7 milioni di km², il Kazakistan è al nono posto tra i più vasti paesi del mondo e ha una superficie pari circa a quella dell’Europa occidentale. Una posizione strategica a cavallo tra i due continenti, incastonato tra Cina e Russia, “cuore pulsante” degli -Stan dell’Asia centrale. Astana sa di essere il punto nevralgico di rotte commerciale e deve consolidare questa posizione di vantaggio. A tal proposito il Governo sta puntando ad una accelerata nel settore dei trasporti e della logistica. Obiettivo principale è il rafforzamento della rotta transcaspica.
Secondo uno studio ministeriale, nel medio termine i volumi di traffico lungo questo corridoio possono essere quintuplicati. Ma si guarda con attenzione anche al potenziamento del porto di Kuryk nella regione di Mangystau, nel Kazakistan occidentale, e all’ accesso ai porti del Golfo Persico.

Leggi anche:

Il futuro green di Astana 

Le sfide per contrastare il cambiamento climatico e la riduzione gli effetti sull’ambiente sono, rappresentano un dossier “caldo” per il governo di Astana.
Il nuovo corso economico kazako,  dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo di un’economia verde e la protezione del sistema idrico nazionale.

Qualcosa è stato già fatto. Negli ultimi cinque anni, la quota di energia rinnovabile nella produzione totale è cresciuta fino a quasi il 5%. Entro il 2027, saranno aggiunti altri 1,4 gigawatt di capacità. Ma non basta, Astana è consapevole che sono necessarie nuove soluzioni nel campo della creazione di capacità di bilanciamento e di sistemi di stoccaggio dell’energia. Il presidente kazako ha proposto di indire un referendum per interrogare la cittadinanza circa la possibilità di costruire una centrale atomica. Fonte energetica in grado di assicurare ad Astana l’agognata autosufficienza in un’era di turbolenze geoeconomiche ed energetiche.
Pe quanto riguarda la tutela delle riserve idriche, ricordiamo che in Kazakhstan sono presenti diversi fiumi, tra tutti il Syr-Darya (l’antico Jassarte/Jaxartes), che scorre verso nord-ovest attraverso il Kazakistan meridionale e termina nel lago d’Aral; l’Ural, che scorre verso sud dai monti Urali in Russia e sfocia nel Mar Caspio; l’Ili, che proviene dalla Cina e termina nel lago Balkash; e anche diversi laghi, il lago Balqaš nella parte centro-orientale del paese è il quarto lago dell’Asia per superficie (17.400 km²), ma ha una profondità massima di soli 26 mt e poi il cratere artificiale del lago Chagan. In virtù della protezione e sicurezza delle fonti idriche, il governo ha istituito il ministero per la gestione idrica che ha come obiettivo ricreare il Servizio idrogeologico nazionale e riformare l’intero sistema di gestione dell’acqua del Paese.
Astana guarda al futuro, le sfide di oggi e domani proiettano il paese centro-asiatico il una posizione di grande interesse geo-strategico. Tokayev sa bene che la stabilità e la coesione del Paese, la diffusione del patriottismo, dell’istruzione, della disciplina, di tutto ciò che serve a plasmare un “Adal Azamat”, un cittadino responsabile, passa attraverso il miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei kazaki.


Foto copertina: Il presidente del Kazakhstan Kassym-Jomart Tokayev