Imran Khan ha respinto le richieste dell’opposizione alle sue dimissioni e ha accusato un paese occidentale di sostenere le mosse per estrometterlo a causa della posizione pakistana nella guerra in Ucraina. Domenica è previsto un delicato voto di sfiducia.


 Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, il primo ministro pakistano Imran Khan ha respinto le richieste dell’opposizione alle sue dimissioni e ha accusato un paese occidentale senza nome di sostenere le mosse per estrometterlo perché si era recentemente recato a Mosca per colloqui con il presidente Vladimir Putin.
Khan, 69 anni, ha affrontato crescenti critiche alla sua performance, inclusa la sua gestione di un’economia travagliata del paese armato di armi nucleari. E domenica è atteso da un duro voto di sfiducia.

Voto di sfiducia

Secondo la costituzione pakistana, un primo ministro è eletto dalla maggioranza dell’Assemblea nazionale della camera bassa, che conta 342 membri. Un candidato ha bisogno della maggioranza dei legislatori, 172, per votare affinché diventi primo ministro. Questo è lo stesso numero di voti contro di lui in un voto di sfiducia necessario per estrometterlo e sciogliere il suo gabinetto. Quindi Khan potrebbe sopravvivere a un voto di sfiducia anche se avesse ottenuto meno voti dell’opposizione, ma solo se quest’ultima non avesse ottenuto i 172 voti che costituiscono la maggioranza nella camera dei 342 seggi. Se Khan perde il voto, il parlamento può continuare a funzionare fino alla fine del suo mandato quinquennale nell’agosto 2023, dopodiché le elezioni generali sono previste entro 60 giorni. Ci sarà un voto all’Assemblea nazionale per eleggere un nuovo primo ministro che rimarrà in carica fino ad allora. I candidati possono essere proposti da qualsiasi soggetto con legislatori in assemblea. Il nuovo presidente del Consiglio può, tuttavia, indire immediatamente le elezioni generali, senza aspettare fino al 2023[1].

L’ombra della cospirazione

In un discorso in diretta tv, Khan ha affermato di non aver “mai accettato la sconfitta in vita sua” mentre il leader dell’opposizione Bilawal Bhutto Zardari, figlio dell’ex primo ministro assassinato Benazir Bhutto ha affermato che per Kahn l’unica via d’uscita onorevole sono le dimissioni”. Secondo alcuni analisti, Khan ha goduto del sostegno dei militari quando ha vinto le elezioni per diventare primo ministro nel 2018, ma in seguito ha perso il favore dei generali per varie controversie. Khan ovviamente nega di aver mai avuto il sostegno dell’esercito e l’esercito, ma ha affermato che sarebbe in corso una “cospirazione straniera” sostenuta da un paese occidentale per estrometterlo a causa della posizione pakistana sulla guerra in Ucraina. Sempre secondo Khan il governo sarebbe in possesso di un documento ufficiale che provi la presenza di questo complotto Sempre secondo quanto affermato da Khan, il documento sarebbe stato fornito ad un’ambasciatore pakistano dal governo di uno Stato non dichiarato e che conterrebbe una esplicita minaccia al Pakistan che “dovrà affrontare tempi difficili” se Imran Khan resterà al governo.


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Note

[1] https://www.reuters.com/world/asia-pacific/pakistan-pm-khan-faces-difficult-no-confidence-vote-2022-03-30/


Foto copertina: Il primo ministro pakistano Imran Khan