Kim Jong Un ha concluso il suo decimo anno al potere con un discorso di fine anno diverso dai precedenti.  Il leader nord coreano si è incentrato più su cibo ed economia che sulle politiche militari delle armi nucleari e della minaccia statunitense. Si tratta forse di un segnale che il paese tornerà a concentrarsi sui problemi di politica interna?


Kim Jong Un ha usato i passati discorsi di fine anno per fare importanti annunci politici, soprattutto di politica estera. Si ricordano i lanci di rilevanti impegni diplomatici con USA e Corea del Sud durante questi eventi. Quest’anno, però, i riassunti del suo discorso pubblicati dai media statali nordcoreani non hanno fatto alcuna menzione specifica degli USA. Si può trovare solo un riferimento di passaggio a discussioni non precisate di relazioni inter-coreane e “affari esterni”.

Una crisi interna, dalla pandemia alla carenza di cibo

Corea del Nord

I principali obiettivi della Corea del Nord per il 2022 saranno l’avvio dello sviluppo economico e il miglioramento della vita della gente. Nel suo discorso Kim parla di una Corea che affronta una “grande lotta di vita e di morte”. Queste dichiarazioni fanno parte del discorso di venerdì alla fine della quarta riunione plenaria dell’ottavo comitato centrale del Partito dei Lavoratori della Corea (WPK). Le riunioni hanno coinciso con il 10° anniversario di Kim al potere dopo la morte di suo padre nel 2011.
Il focus sulla politica interna sembra essere rivelatore dei problemi economici che la Corea sta affrontando negli ultimi anni. Dopo l’inizio della pandemia, infatti, i blocchi di frontiera hanno lasciato la Corea del Nord più isolata che mai. Le organizzazioni umanitarie internazionali avvertono di possibili carenze di cibo e una crisi umanitaria.
Per il leader della Corea del Nord il principale obiettivo del partito è garantire l’attuazione del piano quinquennale. Questo, secondo Kim, dovrebbe portare sviluppo ed un migliore tenore di vita al popolo. Kim ha sottolineato l’importanza di “risolvere gli attuali problemi rurali per aumentare la produzione agricola del paese”. Il leader nordcoreano ha anche chiesto ai funzionari di “risolvere la questione del cibo, dei vestiti e degli alloggi per il popolo” in futuro. Il rapporto, però, non ha incluso alcun riferimento diretto al risultato alla “crisi alimentare” discussa nel precedente plenum di giugno. Kim ha, poi, trascorso la maggior parte del suo discorso dettagliando questioni interne passando dalle uniformi scolastiche alla necessità di reprimere le “pratiche non socialiste”.

Le armi ci sono ma non nei discorsi

Sarebbe semplicistico, però, considerare le priorità del paese solo sulla base del discorso a conclusione dell’anno di Kim Jong Un. Le dichiarazioni del leader nordcoreano sono principalmente propaganda, parte di una strategia populista.
Tale tesi è sostenuta da Chad O’Carrol, fondatore di NK News. In un tweet il giornalista ha dichiarato: “Nel complesso, Kim potrebbe essere consapevole che rivelare sofisticati piani di sviluppo militare mentre la gente soffre la scarsità di cibo e le difficili condizioni al di fuori della capitale potrebbe non essere una buona idea quest’anno”.
Il rapporto di sabato ha, infatti, citato lo sviluppo di “un sistema di armi ultramoderno dopo l’altro” come uno dei principali risultati dell’anno scorso. Lo stesso Kim ha chiesto di rafforzare la difesa nazionale per affrontare una situazione internazionale instabile. Una fabbrica di trattori nominata nel discorso è stata probabilmente utilizzata per costruire veicoli di lancio per missili, secondo gli analisti stranieri. Non tutta l’agricoltura è sempre pacifica.

Kim Jong Un e le relazioni internazionali

I resoconti del discorso di Kim Jong Un non hanno menzionato l’appello degli USA per i colloqui di denuclearizzazione. Non si nomina nemmeno la spinta della Corea del Sud per una dichiarazione di fine formale della guerra di Corea. La Corea del Nord ha detto in passato di essere aperta alla diplomazia, ma che le aperture americane apparivano vuote.
“Danno tutta l’impressione di non sapere cosa fare in materia di politica estera nel contesto del COVID-19 e della chiusura dei confini in corso”. Questo è il parere di Christopher Green, un esperto di Corea del Nord e assistente professore all’Università di Leiden nei Paesi Bassi.


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Foto copertina: Statua di Kim Jong Un (CC BY 2.0license).