A seguito della pandemia globale Sars Cov-2 dunque i sistemi democratici dovranno affrontare la questione emotiva, poiché i cittadini digitali sono maggiormente sensibili al modo in cui vengono presentate loro le questioni politiche: l’inquadramento delle problematiche e le modalità della narrazione dei diversi attori e dei media facilitano un coinvolgimento affettivo, il quale, se trascurato, rischia di incidere negativamente sugli attuali sistemi democratici. Gli effetti della sfera emotiva individuale sulla democrazia.
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La condizione dell’essere umano è mutata a velocità crescente negli ultimi decenni. Attualmente egli abita un’infosfera priva di confini, sincronizzata quanto al tempo, delocalizzata quanto lo spazio e connessa quanto alle interazioni[1].
La progressiva informatizzazione dell’ambiente sociale rende irrilevante ogni tentativo di localizzazione degli individui tra i due poli che governano la realtà, l’analogico e il digitale: l’essere umano si trova in una zona ibrida, costituita da ambedue le dimensioni.
L’emergenza sanitaria dovuta dal Sars Cov-2 alla quale abbiamo assistito e stiamo assistendo ha consolidato questa condizione dell’essere umano, sia a causa del distanziamento sociale obbligato che ha indotto gli individui a rimanere connessi tramite i nuovi strumenti di comunicazione, sia per le rinnovate spinte alla digitalizzazione derivanti direttamente dai governi e da organismi sovranazionali come l’Unione Europea. L’informatizzazione della società civile sta progredendo a ritmi sempre più elevati e le conseguenze che essa porta con sé incidono sui sistemi politici in maniera più marcata.
Da un lato lo sviluppo di una e-democracy appare imminente per la necessità di canali di comunicazione, scambio e partecipazione[2] (del tutto nuovi per una democrazia fondata sull’e-public, sull’e-partecipation e sull’e-voting.
Se per quanto riguarda i meccanismi di partecipazione e voto digitale occorrerebbe stabilirne i principi per una corretta e trasparente fruizione, la nozione di e-public sottende il concetto di cittadinanza digitale, concepito oggi come un’estensione di quella tradizionale dovuto all’ampliamento dei mezzi a disposizione dei cittadini per l’esercizio dei propri diritti: è attraverso questo nuovo tipo di cittadinanza che vengono forniti nuovi strumenti al fine di controllare coloro che sono responsabili del potere politico.
Dall’altro lato il concetto di cittadinanza digitale, coadiuvato dalla condizione di infosfera sopra richiamata, favorisce nuovi mutamenti anche nella sfera emotiva individuale, anch’essa incidente nell’e-public.
In particolare, il cittadino digitale abita la rete, e grazie alla flessibilità e al potere comunicativo di internet costruisce un mosaico di interazioni sociali con altri individui che gioca un ruolo crescente nell’organizzazione della società e della sfera pubblica.
Le reti online diventano comunità digitali che sono diverse da quelle fisiche ma non meno intense o efficaci, e producono il fenomeno nominato da Manuel Castells Networked individualism, un modello sociale nel quale gli individui costruiscono le loro reti sulla base dei propri interessi, valori, affinità e progetti[3].
Grazie al potere comunicativo di Internet l’interazione sociale online gioca un ruolo crescente nell’organizzazione sociale nel suo insieme. A questo processo corrispondono reazioni emotive che incidono sui sistemi politici post digitali: a seconda dei contesti, il virtuale ha prodotto una serie di emozioni politiche che hanno svolto un ruolo cruciale nella formazione della realtà politica, poiché rappresentano predisposizioni affettive durature sostenute reciprocamente dalle norme politiche e sociali di una determinata società e favorendo la costruzione della cultura politica[4].
Osservando le opportunità offerte dal digitale in ottica emotiva muta la concezione della democrazia.
I sistemi politici occidentali sono consolidati in una democrazia rappresentativa basata sull’organizzazione politica liberale dove la formazione dell’identità rimane ancorata alla consumata idea di nazione.
Un modello politico del genere deve fondarsi su un particolare tipo di cittadino: ragionevole, politicamente informato e che persegue i propri interessi senza trascurare i propri doveri civici.
Queste tre dimensioni identificano il soggetto ideale della democrazia liberale, e in esse è possibile osservare la crisi che attraversa i sistemi democratici, poiché il cittadino digitale non è razionale, è soggetto maggiormente alla proliferazione della post-verità e tende a trascurare i propri doveri civici. Le emozioni dunque sono determinanti nel deterioramento della democrazia liberale che ha perso la sua capacità di attrarre i cittadini, a causa delle diverse crisi che essa ha vissuto.
Le emozioni del cittadino digitale sono visibili e fomentati online. La rete ha avuto un impatto non trascurabile sulla democrazia: attraverso di essa la distanza tra gli eletti e i rappresentati si assottiglia, di conseguenza la rappresentanza media sempre meno mentre è sempre più immediata. L’’immediatezza favorisce l’accrescere della partecipazione, elemento tra i più richiamati quando si tratta la crisi delle democrazie rappresentative.
La problematica partecipativa è alla base della crisi dei partiti e delle istituzioni politiche verso le quali si è generato un clima di sfiducia e, più in generale, una netta distanza. È in questo quadro che lo sviluppo di Internet ha favorito la nascita di diversi esperimenti di democrazia pura fondati sull’immediatezza, sul live, permettendo ai cittadini di partecipare ai meccanismi decisionali senza la necessità della mediazione.
Per poter descrivere la democrazia di oggi occorre attribuirle dunque due aggettivi: digitale e sentimentale.
Ad essa corrisponde il cittadino digitale ed emotivo, recettivo di una comunicazione che sia in grado di propagarsi nei nuovi strumenti informatici da un lato, e di cogliere le emozioni del momento dall’altro.
La comunicazione politica assume particolare rilevanza poiché essa è in grado di propagarsi attraverso i nuovi strumenti digitali, che generano un rapporto disintermediato tra il profilo politico e quello dell’elettore (Ziccardi, 2019).
Fenomeni come il populismo e la post verità sono associati a questo tipo di comunicazione politica, e questo dimostra la sua capacità di incedere sugli assetti della democrazia rappresentativa, poiché il cittadino sarà più propenso a scegliere il candidato che meglio riesce a cogliere le emozioni che egli prova.
L’infosfera che si manifesta a seguito dell’informatizzazione dell’ambiente sociale genera insicurezza e indeterminatezza, che vanno ad aggiungersi alla canalizzazione delle emozioni politiche dovuta alla pandemia Sars Cov-2, le quali genereranno una progressiva frammentazione del corpo sociale: il quadro emotivo risultante sarà attratto maggiormente da una comunicazione politica emotiva di tipo aggregativo.
A seguito della pandemia globale Sars Cov-2 dunque i sistemi democratici dovranno affrontare la questione emotiva, poiché i cittadini digitali sono maggiormente sensibili al modo in cui vengono presentate loro le questioni politiche: l’inquadramento delle problematiche e le modalità della narrazione dei diversi attori e dei media facilitano un coinvolgimento affettivo, il quale, se trascurato, rischia di incidere negativamente sugli attuali sistemi democratici.
Note
[1] L. Floridi, La quarta Rivoluzione, come l’infosfera sta cambiando il mondo. Raffaello Cortina Editore, Milano 2017,189
[2] E. De Blasio, Democrazia digitale, LUISS University Press, Roma 2014, p. 56.
[3] M. Castells, The Internet Galaxy Reflections on the Internet, Business, and Society, Oxford University Press, Oxford 2003, p. 131.
[4] N. Demertzis, Political emotions, In P. Nesbitt-Larking, C. Kinvall, T. Capelos, The Palgrave Handbook of Global Political Psychology, Palgrave Macmillan, London 2014, p. 228.
Foto copertina:Illustrazione di Max-o-matic per POLITICO
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