Il 12 Novembre ha avuto luogo a Rovaniemi in Finlandia l’Arctic Spirit, una conferenza internazionale sui temi dell’impegno per l’Artico. La Finlandia si divide tra prospettive di cooperazione con la Russia ed un ruolo scomodo di mediatore per conto dell’UE.


Il Consiglio di Barents, conclusosi il mese scorso è stato incentrato sul confronto e il dialogo tra Russia e paesi scandinavi (meno la Svezia), ma i rapporti nella regione artica continuano ad essere incerti. A dimostrazione di ciò vi è la conferenza Arctic Spirit che si è tenuta a Rovaniemi in Finlandia. L’evento rappresenta uno dei più importanti meeting sui temi dell’Artico, rilevante in tutta la regione. Nell’ambito della conferenza, la Finlandia si è dimostrata drastica nei confronti della vicina Russia, ma ha chiesto anche l’intervento dell’UE, sfruttando principalmente il nuovo ruolo di presidenza del Consiglio di Barents. Lo scopo pare essere quello di proseguire il dialogo con Mosca, ma anche dimostrare l’appoggio concreto alla NATO ed all’Unione Europea, per garantire l’accesso di questi attori nelle dinamiche strategiche artiche[1].


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Conferenza Arctic Spirit: gli sviluppi dell’evento

Arctic Spirit è una conferenza finlandese a cadenza biennale, di carattere nazionale, che pone al centro delle tematiche trattate, l’impegno per l’Artico. Quest’anno il discorso del Ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto era tutto incentrato sullo spirito di cooperazione, che dovrebbe essere esteso a tutti i player artici[2]. Una buona premessa tutto sommato, peccato però che, mentre aveva luogo l’incontro a Rovaniemi, nei mar cieli sopra il mare del Nord, velivoli NATO e velivoli russi hanno dato vita a nuovi voli e numerose esercitazioni militari. Nel suo discorso, il Ministro ha sottolineato che l’Artico dovrà essere una regione demilitarizzata; al momento però, sembrano mancare le premesse affinchè questo avvenga. Ciò dimostra che, mentre si discute di cooperazione, le tensioni militari si fanno sempre più marcate, così come le divisioni in funzione di interessi strategici. Una prospettiva che allontana del tutto, la possibilità di una cooperazione su tematiche utili alla salvaguardia dell’Artico. Tra gli altri temi toccati dall’Arctic Spirit, anche la sicurezza ed il cambiamento climatico.

I complicati rapporti tra Russia e Finlandia

Le relazioni tra Helsinki e Mosca non sono sempre state tese. La Finlandia ha sempre mantenuto contatti stretti con la Russia, anche quando i rapporti tra est e ovest del mondo andavano deteriorandosi. Il presidente finlandese Sauli Niinistö è considerato un valido ospite al Cremlino, in cui, secondo fonti ufficiali, si è recato per ben 12 volte per discutere con Vladimir Putin durante incontri ufficiali[3]. L’ultima volta i due longevi presidenti (Sauli Niinistö è in carica dal 2012), si sono incontrati il 29 ottobre di quest’anno, per discutere di cambiamento climatico e sicurezza nell’Artico. Stesso discorso vale per i Ministeri degli esteri: Pekka Haavisto e Sergej Lavrov si tengono regolarmente in contatto e per due volte hanno dato vita ad incontri bilaterali. Per la Russia questo contatto frequente è molto importante, ma non è l’unica a pensarla così. Anche molte realtà europee ritengono che la Finlandia abbia il ruolo di mediatore naturale tra la Russia e l’Unione Europea. In realtà, proprio su questo punto, i finlandesi si mostrano perplessi, ribadendo, come ha fatto il Ministro degli Esteri, che il paese non sta cercando un ruolo di mediazione. Per Helsinki, i rapporti con la Russia sono obbligati oltre che naturali, a causa dei 1300km di confine che i due paesi condividono.  Per questo motivo, i termini del discorso di Haavisto, durante l’Arctic Spirit  sono stati orientanti nella prospettiva della cooperazione transfrontaliera, ma con un colpo di coda finale, il Ministro ha sottolineato comunque, che la Finlandia, opererà in linea con le decisioni prese dall’Unione Europea. Nessun accenno , alle tensioni derivanti dalla presenza massiccia di armamenti militari nell’Artico, ma il riferimento alla linea comune con l’UE, potrebbe essere indice di un segnale eloquente[4].

Il punto di vista della Finlandia

Finlandia e Russia condividono le strutture di cooperazione regionale, le quali nascono come luogo ed opportunità di dialogo. Attualmente la Finlandia detiene la presidenza biennale del Consiglio di Barents, mentre la Russia è a capo del Consiglio Artico, mandato biennale anch’esso. In sostanza questo implica che i due più importanti luoghi di dialogo internazionale sono in mano a questi due paesi e la Finlandia sembra essere fremente nel voler sfruttare l’opportunità. Tuttavia, il paese sta ancora orientandosi per capire quale approccio adottare con Mosca. Forse si darà vita ad un “impegno selettivo”, chiudendo un occhio su questioni calde come la Crimea o la libertà di stampa, e focalizzandosi sui campi d’interesse comune, quali clima e ambiente. Per la Finlandia però, un ruolo dovrà averlo anche l’Unione Europea. La Finlandia, in qualità di presidente del Consiglio di Barents ha annunciato, sempre per voce del Ministro degli Esteri, che solleciterà i colleghi europei per una svolta congiunta, atta a contrastare i problemi dell’ambiente, del clima e dei mezzi di sussistenza nella regione artica.

La prospettiva finlandese di medio – lungo termine

Dall’Arctic Spirit emergono parole incoraggianti in merito al futuro della cooperazione nell’Artico; tuttavia le prospettive di medio – lungo termine potrebbero mostrare una Finlandia pronta a tutto. Questo lo si evince dal fatto che, mentre si favorisce il dialogo con il vicino russo, si incrementano le forze militari, in quella che sembra essere una sorta di tacita corsa alle armi. In Finlandia infatti, vige ancora l’obbligo della leva militare per i giovani, la quale raggiunge tassi altissimi di reclutamento ogni anno. Ad Helsinki si parla concretamente della necessità di difendere a qualunque costo il paese, anche senza nessun aiuto europeo. L’esercito finlandese è il più numeroso di tutta la regione artica: circa 325.000 unità. Da questo numero si evince che, complice la vicinanza con la Russia ed un atteggiamento di sfiducia (militarmente parlando) nei confronti dell’Unione Europea, la crescita delle attività militari è percepita come una necessità fondamentale. Ed è per queste motivazioni che il paese, al netto di tutte le dinamiche di cooperazione e difesa degli spazi comuni, potrebbe decidere di procedere in maniera autonoma, anche perché, le provocazioni dalla Russia ci sono. Tuttavia, la linea ufficiale resta quella del dialogo e della cooperazione; in caso contrario, la Finlandia non vuole farsi trovare impreparata.


Note

[1] https://thebarentsobserver.com/en/arctic-climate-crisis/2021/11/cooperative-spirit-finland-targets-arctic-russia
[2] https://www.rovaniemiarcticspirit.fi/EN
[3] http://kremlin.ru/catalog/persons/314/events/67033
[4] https://thebarentsobserver.com/en/life-and-public/2021/10/new-finnish-chair-barents-council-highlights-climate-challenge


Foto copertina: