L’India, “la più grande democrazia del mondo”, sta varando una serie di misure sanitarie ed economiche per contenere gli effetti della pandemia. Il piccolo stato del Kerala è diventato il modello per il governo centrale.
Il Kerala è uno stato di circa 33 milioni di abitanti che affaccia sull’Oceano Indiano situato nell’India Meridionale. All’interno dell’Unione Indiana[1] rappresenta pressoché un unicum sia per essere stato governato per circa trent’anni da una coalizione comunista sia per avere registrato il tasso più alto di alfabetizzazione tra la popolazione (circa il 94 %)[2]. Nelle scorse settimane la popolazione del Kerala è assurta agli onori delle cronache per l’efficacia nella risposta al Covid-19 e le politiche messe in campo dal governo di Thiruvananthapuram[3] hanno dissipato i molteplici dubbi circa la maggiore letalità che la pandemia avrebbe causato nei cosiddetti “paesi in via di sviluppo”.
Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) considera che circa il 55 % della popolazione globale non avrà accesso ad alcuna forma di tutela sanitaria e/o sociale e la perdita di circa 220 miliardi di dollari nei paesi in via di sviluppo causerà importanti disagi economici, che si ripercuoteranno sulle politiche statali dei diversi Paesi. L’India, infatti, sta facendo i conti proprio con questi problemi. È soprattutto la densità abitativa a mettere in allarme il governo centrale di New Delhi, guidato da Narendra Modi leader del BJP[4], il quale teme che da un singolo contagiato possa infettarsi un gran numero di cittadini. L’8 aprile è stato registrato un caso di decesso nello slum di Dharavi a Mumbai, dove le precarie condizioni igieniche e abitative hanno storicamente favorito epidemie sin dal periodo coloniale[5] e il governo centrale ha adottato misure di quarantena per tutta la popolazione.
Il Kerala, invece, si è distinto per aver preso misure repentine di controllo sociale e per avere incrementato negli anni le proprie politiche di welfare assistenziale, che oggi stanno portando numerosi benefici alla popolazione dello Stato. Nel 2018 lo Stato ha dovuto affrontare un’altra epidemia causata dal virus Nipah che si è diffuso in tutta l’Asia Meridionale con focolai localizzati in India e Bangladesh. Il virus, considerato letale quanto Zika[6] dall’Organizzazione mondiale della Sanità, ha contagiato circa 20 persone, ma il repentino riconoscimento dei sintomi da parte dei laboratori del Kerala ha limitato la diffusione della malattia.
All’inizio di marzo l’India registrava solo sei casi, tre dei quali in Kerala; alcuni studenti che avevano trascorso un periodo a Wuhan[7] e ad una coppia rientrata dall’Italia avevano, infatti, contratto il virus. Dopo alcune settimane si è registrato un aumento di circa 100 casi in tutta la Nazione e il Kerala, che consta del 2,5 % del totale della popolazione indiana, ne ospitava circa un quinto. La risposta dello Stato è stata imminente. Il servizio sanitario, perlopiù privato, è stato messo a disposizione di tutti i cittadini per una mappatura dei contagi e misure di quarantena sono stata prese in anticipo rispetto alle direttive giunte dal governo di New Delhi. Il governo dello stato ha fornito test rapidi, gli stessi utilizzati in Corea del Sud, e ha utilizzato la mappatura digitale attraverso una applicazione scaricata dai cittadini.
Il Kerala ha registrato soltanto tre decessi[8] riportando uno dei livelli più bassi di contagio di tutti gli Stati indiani e, contro le direttive provenienti dal governo centrale, mira a riaprire nei prossimi giorni le proprie attività commerciali, essenziali per impedire una stagnazione economica. Nel frattempo nel resto del subcontinente il dramma che maggiormente si registra è legato alla scarsità d’acqua; le regole stabilite dall’OMS impongono sanificazioni e lavaggi frequenti, ma lo scarso cronico approvvigionamento idrico di alcuni Paesi come l’India potrebbe causare notevoli disagi.
Le falde acquifere sotterranee non sono tutte utilizzabili dalla popolazioni e in alcuni casi, come a Chennai nel Tamil Nadu, si registrano lunghe file alle cisterne d’acqua potabile[9].
Note
[1] L’India è uno Stato Federale composto da 29 stati federati e 7 territori. Per una analisi dettagliata della ripartizione dei poteri tra materie esclusive e concorrenti si rimanda a AMIRANTE, D. (2007). India. Si governano così. Il Mulino, Bologna, 63.
[2] https://kerala.gov.in/total-literacy
[3] Capitale dello Stato
[4] Bharatiya Janata Party è il partito nazionalista hindu che governa il Paese dal 2014.
[5] Nel 1896 a Dharavi la peste ha causato numerosi morti tra la popolazione e lo slum indiano è uno dei luoghi più affollati del mondo.
[6] Responsabile della febbre Zika si trasmette tramite una zanzara del genere Aedes.
[7]https://www.theguardian.com/commentisfree/2020/apr/21/kerala-indian-state-flattened-coronavirus-curve
[8] Articolo aggiornato al 28 aprile 2020
[9]https://www.corriere.it/pianeta2020/20_aprile_05/oltre-dramma-covid-19-india-carenza-d-acqua-fa-piu-paura-virus-367408b0-7716-11ea-a7fd-d0d685477aeb.shtml
Foto copertina: Un operatore sanitario del governo del Kerala controlla la temperatura di un ragazzo.GETTY IMAGES
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