La Cina e la sua leadership escono rinforzati dal XIX Congresso del PCC

 

Si è da poco concluso il XIX Congresso del Partito Comunista Cinese a Pechino e molte delle indiscrezioni dei giorni passati sono state confermate. Mai come quest’anno il Congresso ha ricevuto tanta attenzione da parte degli osservatori internazionali da ogni angolo del pianeta. La Cina ormai è una delle protagoniste indiscusse a livello mondiale non solo sul piano economico ma sempre più anche sul piano politico, diplomatico e militare.

Nel discorso di apertura di Xi, durato oltre tre ore, il Segretario Generale ha utilizzato il termine “grande potenza” in riferimento alla Repubblica Popolare ben 26 volte. Questo fa ben intendere la visione che ha il gigante asiatico di sé stesso, ben lontana dal passato in cui la leadership comunista descriveva lo Stato quale povero o dalla modesta influenza all’estero. È proprio in quest’ottica che Xi ha voluto sottolineare, e mettere in guardia,il mondo che nei prossimi cinque anni lo sviluppo dell’Esercito Popolare di Liberazione ed una sua maggiore professionalizzazione saranno una priorità. Obiettivo di Xi è di rendere l’EPL “un esercito che primeggerà in ogni campo” e che possa “vincere quando sarà chiamato a farlo”.

Centrale nei lavori del Congresso è stata ovviamente l’economia. L’economia cinese si sta trasformando da un mercato in forte crescita ad un’economia avanzata, con un processo di sviluppo più lento ma di qualità superiore, in particolare nel campo della tecnologia. Numerosi i rappresentanti dell’industria tecnologica al Congresso, industria sulla quale il Partito punta molto per gli anni a venire. Shenzhen, città sede delle principali aziende tecnologiche e robotiche cinesi e distretto industriale in rapida crescita, viene già definita la “nuova Silicon Valley”. L’obiettivo del Partito è portare la Cina ad essere un “Paese socialista moderno” entro la metà del secolo.Nel campo della logistica Xi ha ribadito l’importanza dello sviluppo della “nuova via della seta” del progetto “One Belt, One Road” per il miglioramento dei collegamenti e della cooperazione tra paesi nell’Eurasia ed una più rapida dislocazione delle merci tra i due continenti.

Tra i numerosi slogan usati da Xi, uno ha attirato maggiormente l’attenzione. Più volte, il Segretario Generale ha dichiarato che la Cina sta entrando in una “nuova era” sotto la sua amministrazione, e lo slogan è stato utilizzato anche nel titolo del suo rapporto annuale: “Assicurarsi una vittoria decisiva nella costruzione di una società moderatamente prosperosa in tutti i settori ed aggiudicarsi un grande successo del socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era“.

Se il tramonto del protagonismo degli Stati Uniti sulla scena mondiale rimane ancora un’ipotesi per molti, il ruolo della Cina è cosa certa. Questo Congresso ha voluto chiaramente annunciare al mondo la disponibilità della Repubblica Popolare a guidare la comunità internazionale nella risoluzione dei problemi fondamentali della società contemporanea. Da parte di Xi c’è stata un’enorme apertura della Cina per la collaborazione internazionale sui temi della povertà e dello sviluppo dei Paesi del terzo mondo. Da anni infatti la Cina finanzia importanti progetti tesi allo sviluppo urbanistico e regionale in Africa. Non è chiaro se le tempistiche su questa candidatura a “guida internazionale” siano state accelerate o meno in tal senso dalla rapida decadenza statunitense con l’elezione di Trump, ma sicuramente questo faciliterà la loro ascesa e presa di posizione.

L’obiettivo principale di Xi, conseguito in questo Congresso, è sicuramente l’inserimento della sua dottrina all’interno del Partito Comunista Cinese, entrando nel Pantheon del regime insieme a Mao e Deng. Questo obiettivo non è rilevante solo dal punto di vista formale ma implica, come ha spiegato Liu Yushan, collega di Xi nel Comitato Permanente dell’Ufficio Politico del Partito, che “tutti i membri del Partito dovranno studiare la dottrina Xi sulla nuova era” e che semmai si dovessero perseguire azioni in contrasto con tale dottrina, ci si scontrerebbe automaticamente con la dottrina del Partito.

Centrale nei lavori del Congresso è la nomina del Politburo, l’Ufficio politico del Partito, organo composto da sette membri e presieduto al Segretario Generale.  Negli anni il Politburo si è spesso fatto promotore della modernizzazione della Repubblica Popolare, spingendo per determinate aperture economiche e politiche. L’Ufficio politico diventa ancora più strategicamente rilevante per Xi in vista del suo programma teso a portare la Cina in una “nuova era” di socialismo con caratteristiche cinesi e per lo sviluppo concreto della sua dottrina.

I nuovi membri del Politburo hanno una lunga storia di azioni tese al rinnovamento ed alla riforma dello status quo del Partito. Inoltre per la prima volta nella storia, tutti i componenti sono nati dopo la nascita della Repubblica Popolare nel 1949. La loro carriera politica è incominciata nel periodo di riforma ed apertura del mercato, lasciandosi alle spalle gli anni turbolenti della Rivoluzione Culturale. Possono vantare una formazione accademica ed un’accurata conoscenza delle teorie politiche legate al Partito e ad una sua trasformazione. Diversi infatti hanno pubblicato articoli e libri negli anni. Immancabile è ovviamente un’esperienza formatasi negli anni sul campo che li hanno portati gradualmente sempre più vicini al vertice.


Fonti

  • China Focus: Congress delegates signal dynamic new era, Xinhua
  • Xi Jinping’s Marathon Speech: Five Takeaways, Nytimes.com
  • Xinhua Insight: Xi offers answers to world developmente problems, Xinhua
  • Cina, Xi come Mao: Partito comunista inaugura la sua “dottrina”, Askanews.it
  • China Focus: New CPC leadership for new era, Xinhua