Lo scorso 8 marzo una decisione del Supremo Tribunal Federal, la Corte suprema brasiliana, ha ribaltato la scena politica brasiliana, aprendo una serie di nuovi scenari possibili per le elezioni presidenziali del 2022.
Il giudice Edson Fachin, relatore del caso Lula presso la Corte Suprema, ha determinato l’annullamento di tutte le condanne a carico dell’ex-presidente Lula da Silva (Pt), di fatto rendendo possibile per l’ex-sindacalista candidarsi per le elezioni del prossimo anno.     Â
Il Supremo Tribunal Federal, inoltre, ha preso in considerazione l’accusa avanzata dalla difesa di Lula che ha per oggetto l’imparzialità del giudice Sergio Moro.
Lo scorso 23 marzo, la seconda sezione giudicante della corte suprema, ha decretato la parzialitĂ del giudice[1] che si occupò del caso Lula e di altri casi all’interno dell’operazione Lava Jato, una maxi-indagine intrapresa nel 2014 e volta a svelare i rapporti illeciti tra esponenti di governo e la societĂ petrolifera Petrobras. Tale decisione della Corte Suprema potrebbe causare gravi conseguenze per la Lava Jato. Infatti, la parzialitĂ di Moro sul caso Lula, rappresenta un vero terremoto per l’intera operazione, minando alla sua credibilitĂ e creando un precedente che potrebbe essere sfruttato a proprio favore anche da altri soggetti giĂ condannati dallo stesso giudice.[2]     Â
Il giudice Fachin ha annullato le sentenze di condanna a carico di Lula, affermando che i casi in questione non rientrassero nella competenza del Tribunale di Curitiba, il quale era preposto alla gestione dei casi che coinvolgevano esclusivamente la Petrobras, mentre le azioni penali rivolte all’ex-presidente Lula non avevano legami diretti con lo schema di scambi di denaro della Petrobras, ma erano riconducibili a uno schema più ampio, riguardante “un’estesa gamma di organi pubblici”[3]. Dunque, i processi vengono spostati al Tribunale di Brasilia, che detiene la giurisdizione sul caso, ma è probabile che cadano in prescrizione[4].
Le condanne di Lula e la fine della carriera politica
Il 12 giugno 2017 Lula veniva accusato di corruzione passiva e riciclaggio di denaro in relazione ad un appartamento nella località costiera di Guarujà , che la società costruttrice OAS gli avrebbe ceduto in cambio di importanti commesse con la compagnia petrolifera statale Petrobras, e veniva condannato a 9 anni e 6 mesi di carcere[5] dal giudice Sergio Moro. La condanna veniva poi confermata ed estesa a 12 anni nel giudizio di seconda istanza, nel gennaio 2018. Nel frattempo l’ex-Presidente continuava a negare la sua colpevolezza e, in agosto, il Partido dos trabalhadores, di cui Lula era fondatore, presentava la sua candidatura alla presidenza al Tribunal Superior Eleitoral (TSE). Tuttavia, il 31 agosto, il TSE dichiarava Lula ineleggibile sulla base di una legge chiamata Ficha Limpa, entrata in vigore nel 2010 sotto lo stesso governo Lula[6], che impediva di candidarsi a chi avesse subito una condanna, anche senza l’esaurimento dei ricorsi. L’episodio rappresentava la fine della carriera politica dell’allora 73enne Lula da Silva che aveva governato il Paese dal 2003 al 2010, dedicando il suo governo al miglioramento delle condizioni economiche del popolo brasiliano.
Come riporta lo “Speciale otto anni di Lula” di Limes Online[7] “negli otto anni della sua presidenza, 24 milioni di persone sono uscite dalla miseria, la disoccupazione è scesa dal 12% all’ 8% e sono stati creati 12,5 milioni di nuovi posti di lavoro formali.
Questo è successo anche grazie ai programmi sociali e di ridistribuzione del reddito quali Bolsa FamĂlia (che nel 2010 ha distribuito alle famiglie piĂą povere 5,6 miliardi di euro) e gli aumenti del salario minimo.”
Inoltre, le riforme economiche e sociali sono state accompagnate da una politica estera del tutto nuova, che mirava al rafforzamento delle relazioni del Brasile con i cosiddetti paesi del Sud del mondo, con l’obiettivo, da un lato, di creare un blocco unito, tale da avere un peso rilevante sul piano internazionale, e dall’altro, di raggiungere nuovi mercati di sbocco, riducendo la dipendenza commerciale dagli Stati Uniti. La vicinanza di Lula alle fasce più deboli della società , motivata anche alla luce della sua stessa estrazione sociale, e il boom economico vissuto dal Paese durante il suo governo, gli hanno garantito enormi consensi. Tuttavia, quando gli scandali di corruzione hanno colpito il suo partito, per Lula e per il Partido dos trabalhadores è iniziata la discesa verso il declino.
L’impeachment della Presidente Dilma Rousseff (PT) nel 2016 ha posto fine a tredici anni di governo del Partito dei lavoratori e ha preparato il terreno per l’ascesa dell’estrema destra, culminata con la vittoria alle elezioni del 2018 dell’attuale Presidente Jair Bolsonaro.
L’ascesa di Jair Bolsonaro
La figura di Bolsonaro è emersa in un Brasile colpito dagli scandali di corruzione, in piena recessione economica e con una popolazione indignata e tradita da quel partito che aveva lottato per la riduzione della disuguaglianza e della povertà nel Paese. In pochi mesi, il Presidente Bolsonaro ha intrapreso una strada totalmente opposta rispetto a quella percorsa dai governi del PT. In maniera particolarmente evidente, questo atteggiamento di radicale cambiamento è avvertito in materia di politica estera. Bolsonaro ha promosso un allineamento con le grandi potenze governate dalla destra sovranista e ogni sua decisione asseconda una logica anti-globalista. Nel primo anno di governo, i consensi per Bolsonaro si sono mantenuti discretamente elevati[8]. Ma con l’arrivo della pandemia e la gestione scadente dell’emergenza sanitaria da parte del governo, i consensi sono oggi in rapido calo[9]. Il Presidente non si è rivelato all’altezza della situazione. In un primo momento ha sminuito l’emergenza, definendo il covid-19 una semplice “influenza”, ha poi incitato all’uso di medicine inutili alla cura del virus, si è presentato spesso in pubblico privo di mascherina e non ha imposto alcun tipo di misura restrittiva a livello nazionale. Di fatto, con la gestione pandemica del governo Bolsonaro, il Brasile si classifica tra i primi paesi al mondo per numero di infezioni[10].
Possibili scenari futuri
In questo contesto drammatico, con una popolazione ridotta allo stremo dalla crisi sanitaria e da quella economica che ne è derivata, la notizia dell’annullamento delle condanne per Lula rappresenta uno scossone per il governo Bolsonaro, già indebolito dall’attuale situazione, e apre nuovi possibili scenari politici. In primis, il decadimento delle condanne determina la riabilitazione politica di Lula, che godrà dunque della facoltà di candidarsi alla presidenza il prossimo anno, un’ipotesi che finora non era stata contemplata. L’ex presidente non si è ancora espresso in merito ad una sua eventuale candidatura, ma è probabile che vanterebbe elevati consensi nel caso decidesse di concorrere per il Planalto: i problemi in cui il Paese è sprofondato durante il mandato di Bolsonaro potrebbero spingere la popolazione a favorire un candidato di sinistra.
Inoltre, come afferma Andrè Singer[11], Professore di Scienze Politiche della Università di San Paolo, lo spirito anti-corruzione che aveva animato la popolazione nel 2018, determinando la sconfitta del candidato PT Fernando Haddad, tende a perdere importanza di fronte ai problemi che il Brasile si trova ad affrontare oggi. Anche gli esponenti della destra brasiliana si dicono preoccupati di fronte all’inefficienza dimostrata da Bolsonaro al governo in questi ultimi mesi. In un’intervista della rivista Folha a João Amoêdo[12], il fondatore del Partido Novo afferma che il fallimento della gestione della pandemia di Bolsonaro, unitamente al ritorno di Lula sulla scena politica, potrebbero favorire un ritorno della sinistra al governo, la quale può far leva su numerosi passi falsi commessi da Bolsonaro per incrementare i consensi.
In ogni caso, lo scenario preferibile per il bene del Paese è che non si ripeta la polarizzazione tra Partido dos trabalhadores da un lato e Bolsonaro dall’altro, come accadde nel 2018. Ora c’è bisogno di un’alleanza più ampia di forze politiche, che sia in grado di guidare il Paese sul sentiero della ripresa economica, combattendo la povertà e la disuguaglianza che dilaniano il gigante sudamericano da troppo tempo.
Note
[1] M. Schreiber, “Após reviravolta, STF decide que Moro foi parcial contra Lula”, BBC Brasil, 23 Marzo 2021
[2] Per approfondimenti sulle implicazioni sulla Lava Jato si vedano gli articoli “Fachin diz que suspeição de Moro tem o potencial de anular toda a Lava Jato”, Jornal Nacional, Globo, 13 Marzo 2021, “Suspeição de Moro “pode ter efeitos gigantescos”, Valor Globo, 12 Marzo 2021, e il video “Entenda o que pode acontecer com Moro após julgamento no STF” al link https://g1.globo.com/globonews/globonews-em-pauta/video/entenda-o-que-pode-acontecer-com-moro-apos-julgamento-no-stf-9335050.ghtml
[3] Fachin anula condenações de Lula e manda ações penais para Justiça Federal do DF, http://portal.stf.jus.br/
[4] Emiliano Guanella, Il commento in “Il ritorno di Lula”, ISPI, 9 Marzo 2021
[5] Alana Fonseca, Erick Gimenes, Thais Kaniak e Bibiana DionĂsio, “Lula Ă© condenado na Lava Jato a 9 anos e 6 meses de prisĂŁo no caso do triplex”, Globo, 17 Luglio 2017.
[6] Renan Ramalho, Mariana Oliveira, “TSE decide por 6 votos a 1 rejeitar a candidatura de Lula a presidente”, Globo, 31 Agosto 2018.
[7] Carlo di Franco, “Speciale Otto anni di Lula, Il Brasile ai tempi di Lula: sviluppo e redistribuzione”, 10 Gennaio 2011, Limes Online
[8] “Bolsonaro é aprovado por 30% após um ano de governo”, Ricerca dell’agenzia Datafolha, 9 Dicembre 2019
[9] “Maioria (54%) agora reprova trabalho de Bolsonaro na pandemia”, Ricerca dell’agenzia Datafolha, 17 Marzo 2021
[10] Si consulti il sito https://covid19.who.int/ per i dati completi per singolo paese e aree geografiche.
[11] M. Schreiber, Lula tem condições melhores contra Bolsonaro hoje do que em 2018, diz André Singer. BBC News Brasil, 10 Marzo 2021
[12] J. Tavares, “Bolsonaro é pior do que a gente imaginava e sua ineficiência pode reforçar volta da esquerda, diz Amoêdo”, Folha de S.Paulo, 15 Marzo 2021
Foto copertina: Immagine web. MeteoWeek