“La Russia contro i russi. Esilio, carcere e guerra: la vita al tempo di Putin” di Zoja Svetova, giornalista del quotidiano russo Novaja Gazeta che da molti anni si occupa del sistema “giudiziario” putiniano e dello stato dei diritti umani in Russia, ci narra le storie di alcuni cittadini russi finiti nelle “grinfie” della giustizia russa.
Zoja Svetova è una giornalista, scrittrice e attivista russa che per tutta la sua carriera si è occupata di diritti violati e processi ingiusti. In “La Russia contro i russi. Esilio, carcere e guerra: la vita al tempo di Putin” (Castelvecchi editore, 2022 acquista qui), Svetova racconta la storia di cittadini russi vittime di mala giustizia.
Nella prefazione del libro si può leggere il dialogo della giornalista russa con Roberto Saviano. Nel corso dell’intervista, realizzata nel maggio del 2022, poco più di tre mesi dopo l’inizio dell’ “Operazione speciale” in Ucraina, Svetova si concentra principalmente sulle ingiustizie del sistema giudiziario russo. Non di rado i tribunali condannano persone sulla base di accuse false o in assenza di prove certe. Non solo persone comuni, ma anche oppositori politici, giornalisti, attori. Le sette storie contenute in La Russia contro i russi sono tratti da due podcast Cronaca dell’esodo da Mosca (Chroniki moskovskogo ischoda) e Per niente (Ni za Čto) che la giornalista ha ideato e registrato nei precedenti due anni. Per niente (Ni za Čto) è stato pubblicato su MBK[1] (www.mbk.media), un sito finanziato dall’oligarca russo in esilio a Londra Michail Borisovič Chodorkovskij. Le storie raccontate nel podcast e poi nel libro, riguardano quattro personaggi di diversa estrazione sociale e professionale: uno studente di Ekaterinburg, un giovane di Stravropol’, un uomo d’affari di Novosibirsk, una giovane moscovita campione di danza. La condanna al massimo della pena per omicidi che non hanno mai commesso, è il fil conduttore delle loro storie.
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InCronaca dell’esodo da Mosca (Chroniki moskovskogo ischoda) si narrano le vicende di 4 persone che sono andate via dalla Russia all’indomani dell’inizio della guerra per paura di ritorsioni. Nell’ultimo anno migliaia di persone hanno lasciato il Paese per rifugiarsi principalmente in Armenia e Georgia, ma anche in Asia centrale. In particolare si tratta di giornalisti, artisti, registi, uomini d’affari. Non solo l’intelligencija ma anche tanta gente comune, soprattutto ragazzi, che temono di dover obbedire alla mobilitazione generale.
Note
[1] Nell’estate del 2021 il sito di MBK è stato chiuso. Alcuni giornalisti e il caporedattore sono andati all’estero per paura di ripercussioni.
Foto copertina: La Russia contro i russi. Esilio, carcere e guerra: la vita al tempo di Putin