L’Iran ha avvertito Parigi che avrebbe reagito dopo la pubblicazione di vignette “insultanti” del leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, sulla rivista satirica francese Charlie Hebdo.


Nel numero speciale che commemora le vittime degli attentati subìti dalla rivista francese 8 anni fa, Charlie Hebdo attacca a testa bassa il potere iraniano. Uno stile anticonformista e irriverente, quello della rivista satirica francese fondata nel 1970, che dissacra senza alcun timore i poteri politici e religiosi della Repubblica Islamica. Questa volta a finire nel mirino della satira di Charlie Hebdo è stato Ali Khamenei leader supremo dell’Iran.  
Lo scorso 4 gennaio la rivista ha pubblicato il numero speciale intitolato “MOLLAHS, RETOURNEZ D’OÙ VOUS VENEZ !”, dedicato all’Iran e contenente le vignette su Khamenei selezionate in un concorso lanciato lo scorso dicembre, tra le crescenti proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini. Charlie Hebdo ha spiegato questa che questa iniziativa del concorso internazionale di caricature di Khamenei mirava a sostenere «gli iraniani che stanno lottando per la loro libertà».
Le autorità affermano che centinaia di persone, inclusi membri delle forze di sicurezza, sono state uccise e altre migliaia arrestate in quelle che generalmente descrivono come “rivolte “. Accusano potenze straniere e gruppi di opposizione di fomentare disordini.
Il numero di mercoledì di Charlie Hebdo contiene diverse vignette a sfondo sessuale che mostrano l’Ayatollah Khamenei e altri religiosi iraniani, mentre altre vignette denunciano l’uso della pena capitale come tattica per intimidire i manifestanti. «Era un modo per mostrare il nostro sostegno agli uomini e alle donne iraniane che rischiano la vita per difendere la loro libertà contro la teocrazia che li opprime dal 1979», ha dichiarato in un editoriale il direttore della testata Laurent Sourisseau, noto con il nome di Riss. Tutti i disegni pubblicati «hanno il merito di aver sfidato l’autorità che la presunta guida suprema afferma di essere, così come la coorte dei suoi servi e altri spadaccini», ha aggiunto.
Intanto dall’Iran sono vibranti le proteste. A Teheran l’ambasciatore francese Nicolas Roche è stato convocato mercoledì sera dal ministero degli Esteri. «La Repubblica islamica dell’Iran non accetta, in alcun modo, l’insulto dei suoi valori(…)islamici, religiosi e nazionali (…)e la Francia non ha il diritto di insultare ciò che è sacro(…)per i paesi musulmani con il pretesto della libertà di espressione», ha detto il portavoce del ministero Nasser Kanani. L’Iran «ritiene il governo francese responsabile di questo atto odioso, offensivo e ingiustificato», ha aggiunto in un comunicato, precisando di attendere “spiegazioni” da Parigi. Le autorità iraniane hanno inoltre annunciato la chiusura di uno dei più antichi e importanti istituti di ricerca francese con sede a Teheran. Inoltre cresce l’attenzione dopo che il giornale è stato raggiunto da minacce via social che hanno riguardato anche un vignettista italiano, autore di una delle immagini pubblicate nell’ultimo numero di Charlie e che hanno indotto le autorità italiane ad alzare i livelli di vigilanza intorno a lui.


Foto: copertina del numero di Charlie Hebdo contenente le vignette contro Ali Khamenei