L’India e i Paesi del Golfo sono legati da antiche relazioni culturali ed economiche. Ma la sistematica discriminazione del governo indiano verso la minoranza musulmana presente sul suo territorio rischia di comprometterle.


Continuano a far discutere le parole di Nupur Sharma, portavoce del Bharatiya Janata Party (BJP), la quale ha utilizzato parole denigratorie nei confronti di Maometto durante un dibattito televisivo.
Di fronte alle numerose critiche ricevute, il ministro dell’estero indiano, Subrahmanyam Jaishankar, ha cercato di correre ai ripari, dicendo che le dichiarazioni rilasciate da Nupur Sharma non riflettono le posizioni ufficiali del governo indiano né del Bharatiya Janata Party.
I commenti rilasciati hanno scatenato un’ondata di indignazione in diversi Paesi a maggioranza musulmana del Sud-Est asiatico e del Medio Oriente.  Il Qatar, per esempio, ha condannato le dichiarazioni di Sharma e ha convocato l’ambasciatore indiano in Qatar[1], così come il Kuwait che ha espresso un rifiuto categorico “delle dichiarazioni offensive del Santo Profeta[2]”. Lolwah Alkhater, viceministro degli esteri qatariota, in un tweet, ha dichiarato che “il discorso islamofobico ha raggiunto livelli pericolosi in un paese a lungo conosciuto per la sua diversità e coesistenza. Il discorso di odio sistematico in India, se non ufficialmente affrontato, verrà considerato un insulto deliberato contro due miliardi di musulmani”.[3]

La discriminazione verso la minoranza musulmana

La minoranza musulmana in India, che conta circa 2 milioni, è stata oggetto di una sistematica discriminazione e di violenza, sin dai tempi dell’ottenimento dell’indipendenza del paese.
I musulmani subiscono discriminazioni nel campo dell’educazione e dell’impiego, sono spesso esclusi dal potere politico e l’accesso ai servizi essenziali non è sempre garantito.
Con il governo di Modi, promotore di un nazionalismo hindu[4], si è esacerbato il sentimento anti-musulmano, di cui ne è prova evidente l’emendamento del 2019 relativo alla legge sulla cittadinanza. Il Citizenship Amendment Act (CAA) prevede l’accelerazione dell’ottenimento della cittadinanza per immigrati provenienti da Afghanistan, Pakistan e Bangladesh, arrivati in India prima del 2015, ad eccezione degli immigrati musulmani.
La problematicità dell’emendamento risiede nel fatto che viene attuata una discriminazione tra immigrati su base confessionale, dal momento che è esclusa la sola componente musulmana. Il governo di Modi ha respinto le accuse, dichiarando che i musulmani sono esclusi perché non subiscono discriminazione nei tre paesi a maggioranza musulmana, al contrario di altre comunità religiose.[5]

L’importanza dei rapporti con il Consiglio di Cooperazione del Golfo

La sistematica discriminazione della minoranza musulmana potrebbe portare ad un deterioramento dei rapporti tra India e alcuni paesi a maggioranza musulmani, in modo particolare con i paesi parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo, il cui stimato commercio annuale ammonta a 87 miliardi di dollari. [6]
È l’importanza economica che lega l’India ai Paesi del Golfo a destare preoccupazione. Secondo Talmiz Ahmad, ex diplomatico indiano, ci potrebbero essere ripercussioni serie ed avverse, se si perpetua una sistematica politica di abuso e violenza verso la specifica comunità musulmana. [7]
La regione del Golfo Persico è di rilevanza economica e strategica per l’India, con stretti legami storici, la cui importanza è accresciuta negli ultimi anni.
L’aspetto più importante riguarda le importazioni di gas e petrolio. Un terzo delle importazioni indiane di petrolio proviene dai paesi parte del CCG: l’Iraq è il primo paese fornitore di petrolio, mentre l’Arabia Saudita occupa il terzo posto in quanto ad esportazioni, solo recentemente sorpassata dalla Russia, che ha reso i suoi prezzi molto più competitivi sul mercato internazionale, riducendo di gran lunga il costo del greggio.  Ma le relazioni non riguardano solo la dipendenza energetica.
Gli scambi bilaterali tra India e i sei paesi del CCG sono aumentati in maniera significativa nel 2021-22, per un valore di 150 miliardi di dollari, con le esportazioni indiane che sono aumentate del 58,26% e le importazioni dell’85,8%. [8]

L’India ha recentemente firmato un accordo di libero scambio con gli Emirati Arabi Uniti, entrato in vigore il 1° maggio 2022, che mira a rafforzare le storiche relazioni tra i due paesi attraverso il trasferimento tecnologico, la creazione di nuove opportunità di impiego e il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. [9]
Oltre alle tradizionali aree di cooperazione, ossia sicurezza energetica, sicurezza e diaspora indiana, negli ultimi anni ci sono stati vari tentativi di espansione della cooperazione tra il Golfo e l’India.
Sebbene le relazioni siano in continua espansione dagli anni Settanta, dal 2014 in poi, ossia dalla conquista del potere da parte di Modi, la strategia di “guardare ad Ovest” (al Medio Oriente) si è intensificata e si è concentrata su tre punti: Paesi del Golfo, Iran e Israele.

La diaspora indiana

Un altro aspetto centrale nelle relazioni è la massiccia presenza di lavoratori indiani negli Stati del Golfo, circa nove milioni, attirati nell’area dal boom economico degli anni Ottanta. Il numero maggiore di indiani espatriati vive negli Emirati Arabi Uniti, seguiti da Arabia Saudita, Kuwait, Oman e Qatar.
Ciò si traduce in un enorme afflusso di rimesse della diaspora indiana nei Paesi del Golfo, circa il 65% delle rimesse annuali totali[10], pari a circa 35 miliardi di dollari.
Se poi si considera che l’India continua ad essere il primo paese destinatario di rimesse (nel 2020 hanno costituito il 3,1% del PIL[11]), si comprende quanto i Paesi del CCG giochino un ruolo fondamentale nell’economia indiana. La diaspora, infatti, rappresenta un fattore importante di crescita e sviluppo per la rapida crescita economica indiana e, riconoscendone il potenziale, sia nel Golfo sia in altre parti del mondo, il governo indiano aveva stabilito un apposito ministero, il Ministero degli affari degli indiani d’oltremare, poi confluito nel ministero degli Affari esteri nel 2016.
Insieme all’ingente influsso di rimesse, la diaspora indiana ha contribuito a rafforzare la presenza di Delhi nella regione del Golfo, espandendo il soft power indiano attraverso la diffusione della sua cultura. Sono presenti, infatti, numerose associazioni culturali, scuole che seguono il curriculum indiano e radio o quotidiani in lingua hindi.
La presenza indiana nel Golfo, oltre ad essere tollerata, è preferita ad altre comunità straniere per le competenze professionali e perché è apolitica e pacifica. Se il discorso islamofobico dovesse continuare, potrebbe essere messa in discussione la buona reputazione conquistata finora e i Paesi del Golfo potrebbero limitare l’assunzione di indiani.
Pertanto, appare necessario una correzione della postura che l’India ha assunto negli ultimi anni, spesso accusata di islamofobia, per ritornare ad essere una nazione moderata, pluralista e multiculturale, come era considerata fino a qualche decennio fa.


Note 

[1] https://twitter.com/MofaQatar_EN/status/1533442445098336256?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1533442445098336256%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fthewire.in%2Fcommunalism%2Fthe-full-list-of-18-countries-and-bodies-that-have-condemned-the-bjp-leaders-remarks
[2] https://www.instagram.com/p/CebWfIYq1FI/?utm_source=ig_embed&ig_rid=b0cbcd5a-4531-4f83-a503-c5afe7441238
[3] https://twitter.com/Lolwah_Alkhater/status/1533447564795822080
[4] Per approfondimenti sul tema del nazionalismo hindu, vd. C. Jaffrelot, The Fate of Secularism in India, Carnegie, 2019, al link: https://carnegieendowment.org/2019/04/04/fate-of-secularism-in-india-pub-78689
[5] https://www.dw.com/en/indian-parliament-approves-citizenship-bill-sparking-protests/a-51631343
[6] https://www.arabnews.com/node/2099821/middle-east
[7] https://www.arabnews.com/node/2099821/middle-east
[8] https://economictimes.indiatimes.com/news/economy/foreign-trade/indias-bilateral-trade-with-gcc-witnesses-rapid-expansion/articleshow/92038397.cms
[9] https://commerce.gov.in/international-trade/trade-agreements/comprehensive-economic-partnership-agreement-between-the-government-of-the-republic-of-india-and-the-government-of-the-united-arab-emirates-uae/
[10] https://www.indiatoday.in/diu/story/why-gulf-nations-are-crucial-indian-economy-trade-relations-1959093-2022-06-06
[11] https://www.indiatimes.com/explainers/news/indians-migrants-in-gulf-countries-551901.html#:~:text=Explained%3A%20Why%20Gulf%20Countries%20Are%20Indian%20Diaspora’s%20Favourite%20Destination,-4%20min%20read&text=India%20has%20the%20largest%20diaspora,living%20in%20the%20Middle%20East.


Foto copertina: India e i Paesi del Golfo