L’Iran svolgerà un ruolo primario riguardo le attività di import-export nel porto daghestano di Machačkala. Il recente incontro tra i rappresentanti del Daghestan e dell’Iran ha mostrato un interesse reciproco nell’espandere la cooperazione commerciale e nell’accordo di transito.


A cura di Silvia Boltuc, articolo pubblicato su SpecialEurasia, tradotto da Aurora Minieri.

Si è tenuto un incontro di lavoro con una delegazione della Repubblica islamica dell’Iran presso il porto marittimo commerciale di Makhačhkala nel Daghestan. Il porto era rappresentato dal Direttore Generale ad interim Alibulat Bigunilayev, che nel suo intervento ha trattato le vaste opportunità della sua impresa e il suo ruolo strategico vitale per l’intera regione. La delegazione iraniana, guidata dal direttore generale della Daryadelan LLC, Hadad Yahya Mehdi, ha sottolineato che Machačkala potrebbe contribuire radicalmente allo sviluppo delle relazioni tra Russia e Iran.
Il principale porto russo per il commercio marittimo nel Mar Caspio è Astrachan’, ma diversi fattori, tra cui la burocrazia, hanno impedito che il commercio con l’Iran andasse avanti dopo la prima revoca delle sanzioni. Pertanto, quando c’è stata l’asta per acquisire le azioni nel porto di Machačkala, l’Iran era, come prevedibile, il miglior offerente tra i vari concorrenti (c’erano anche Vietnam, Cina, Turchia e Azerbaigian). Oggi le compagnie iraniane detengono quote di controllo in entrambi i porti russi sul Caspio.
Il privilegio del porto di Machačkala rispetto ad altri porti russi è il clima più mite. Le acque del porto non gelano in inverno e sono sufficientemente profonde da consentire la navigazione di grandi navi. A questo proposito, Russia e Iran hanno esaminato progetti navali e voli cargo. Negli ultimi anni, il porto ha registrato una diminuzione del fatturato a causa delle preoccupazioni per la corruzione nel terminal di Dagnefteproduct.
Tuttavia, secondo lo scenario presentato nella Strategia per lo sviluppo dei porti marittimi russi nel bacino del Caspio e delle relative ferrovie e strade automobilistiche fino al 2030, il recupero delle forniture di petrolio attraverso il porto marittimo consentirà di aumentare il traffico merci di idrocarburi a 10 milioni di tonnellate all’anno entro il 2025.
Inoltre, poiché il porto di Machačkala è la base della flottiglia del Caspio, il Ministero della Difesa russo ha già annunciato di voler espandere le infrastrutture militari nel porto. In secondo luogo, come accennato in precedenza, nel gennaio 2017, la Russia ha introdotto la costruzione di un porto per navi da crociera, yacht e navi passeggeri nello sviluppo del porto di Machačkala. Infatti, durante il Forum economico internazionale di San Pietroburgo tenutosi dall’1 al 3 giugno 2017, il Primo Vice Ministro del Ministero degli Affari del Caucaso settentrionale della Russia, Odes Baysultanov, ha statuito che i flussi di traffico attraverso il porto di Machačkala potrebbero essere reindirizzati sul traffico passeggeri interno. Al quinto vertice del Caspio in Kazakistan, Vladimir Putin ha annunciato la costruzione di un nuovo porto marittimo in acque profonde del Caspio a Kaspijsk, situato a 18 chilometri a sud-est di Machačkala fino al 2025, in grado di accogliere navi con un carico di lavoro di 15.000-25.000 tonnellate.

Scenario geopolitico

L’Iran giocherà un ruolo significativo nel porto di Machačkala, come sottolineato dai continui incontri e accordi tra Mosca e Teheran e tra Teheran ed i rappresentanti daghestani. Il commercio dovrebbe aumentare il fatturato del porto poiché fa parte dell’International North-South Transport Corridor (INSTC), che fornisce una rotta dalle merci indiane ai mercati russi ed europei. La Russia, inoltre, ha recentemente manifestato il suo interesse nel sostituire le merci europee con quelle iraniane a seguito delle sanzioni imposte a Mosca a causa della crisi ucraina.
Nel 2015, la crisi diplomatica tra Russia e Turchia dovuta all’abbattimento dell’aereo russo Sukhoi SU-24 da parte delle forze militari turche spinse il Cremlino ad emettere sanzioni economiche contro la Turchia. Questo evento ha dato all’Iran l’opportunità di sostituire la presenza finanziaria e commerciale turca nel Caucaso settentrionale. Sebbene le relazioni russo-iraniane nella regione del Caucaso si stiano sviluppando principalmente nell’ambito dello “schema caspico” [Caspian format], vengono sfruttati diversi confini storici per promuovere l’influenza della Repubblica islamica attraverso il soft power. Durante le conquiste persiane, uno dei centri della cultura persiana fu la città di Derbent nel Daghestan meridionale, la cui storia risale a più di cinquemila anni fa. Oggi, la città albanese di Derbent svolge ancora un ruolo unico nel rafforzamento dei legami culturali tra il Daghestan e l’Iran. La parola “Darband” in persiano significa “nodo di porte” o “passaggio stretto”.
Un altro aspetto che caratterizza le culture condivise della Persia e dell’antica città di Derbent è la festività del Nowruz. Questa festa è nota fin dall’epoca zoroastriana. I popoli di lingua persiana e i popoli che facevano parte dell’area della cultura persiana la celebravano solennemente nell’era preislamica e continuarono nella nuova istituzione islamica. L’uso strategico delle tradizioni di alcune minoranze etniche nella Federazione Russa come strumento per rafforzare le relazioni con Teheran può essere dimostrato dalle parole dei rappresentanti russi, come il Consigliere dell’Ambasciata Russa a Teheran, Mikhail Fedorov, che ha citato questa festa celebrata in varie parti della Russia (il Caucaso, la Repubblica del Tatarstan e la Baschiria) come ponte tra le culture dei due paesi.
Attualmente, la cooperazione tra le due repubbliche viene portata avanti sulla base degli accordi intergovernativi russo-iraniani firmati e del Memorandum sulla cooperazione commerciale, economica, scientifica e tecnica, firmato il 13 dicembre 1997 a Machačkala. Le società iraniane mostrano interesse nello sviluppo delle risorse petrolifere e di gas del Daghestan nella produzione e nella lavorazione congiunte di concentrati di stronzio, quarzo e sabbie da modellatura sulla base di giacimenti del Daghestan. Sono state firmate diverse partnership tra le università iraniane e daghestane in molteplici aree di competenza.
Gli iraniani hanno sempre considerato il Mar Caspio un’area esclusiva condivisa prima con l’Impero Zarista, poi con i Sovietici e attualmente con la Federazione Russa. All’indomani dell’indipendenza delle ex repubbliche sovietiche, sorse un problema per quanto riguarda la divisione della sovranità sulle acque. Se la mancanza di tecnologie avanzate per la trivellazione offshore e la mancanza di risorse finanziarie necessarie hanno rappresentato uno degli ostacoli significativi per l’Iran nel settore minerario, dal punto di vista dei corridoi di trasporto, i porti russi di Astrachan’ e Machačkala hanno fornito una rotta verso i mercati russi che evitava l’Azerbaigian, con il quale Teheran ha relazioni intermittenti.
In particolare, la Corea del Sud (68,2%) e la Cina (8,28%) sono la principale fonte di importazione del Daghestan. La Repubblica islamica dell’Iran era il terzo partner commerciale mediorientale della Corea del Sud prima che gli Stati Uniti si ritirassero unilateralmente da un accordo nucleare del 2015 tra Teheran e le potenze mondiali e reintrodussero sanzioni paralizzanti.

Valutazione dei rischi

Le relazioni Iran-Russia nel Mar Caspio e il ruolo crescente del porto di Machačkala potrebbero minacciare il vicino porto azerbaigiano di Baku. Senza dubbio, il governo azerbaigiano ha spesso promosso il porto di Baku come hub logistico nel Mar Caspio per collegare l’Europa e l’Asia. In questo contesto, anche per quanto riguarda l’attuale confronto tra Europa e Russia a causa del conflitto ucraino, l’Iran potrebbe svolgere un ruolo essenziale nel sostenere la strategia del Cremlino di diversificare le sue rotte commerciali sfruttando la posizione strategica di Machačkala nel Daghestan. Il ruolo crescente del porto di Machačkala non mina solo Baku ma anche la strategia europea che utilizza l’Azerbaigian come interconnessione con il mercato dell’Asia centrale, e conferisce un ruolo di primo piano al Daghestan e all’intero Caucaso settentrionale, dove il Cremlino ha avviato nel 2010 una strategia di sviluppo socioeconomico mirata a trasformare la regione in un hub logistico.


Foto copertina: Makhacklala airport wikipedia