Nonostante l’annessione dell’Austria al Reich nazista, Matthias Sindelar, il miglior calciatore austriaco della storia, non accettò di essere il perno della “Grande Germania” hitleriana al Mondiale del 1938.
“I viennesi hanno un loro idolo, il grande calciatore Sindelar. Vogliamo credere, anzi siamo sicuri, che Sindelar sarà sempre degno di questa stima anche negli impegni futuri”[1]. Con queste parole, Joseph Goebbels, ministro della Propaganda del Terzo Reich dal 1933 al 1945, espresse la sua speranza di vedere Matthias Sindelar indossare la maglia della Mannschaft[2] all’imminente campionato del mondo in programma in Francia. Goebbels, come evidenziato dall’organizzazione dei Giochi olimpici a Berlino nel 1936[3], era consapevole dell’importanza dello sport come efficace strumento propagandistico[4] per il regime nazista e, pertanto, decise di sfruttare la fresca annessione (Anschluss in tedesco) dell’Austria[5] anche dal punto di vista calcistico, portando i migliori calciatori del Wunderteam[6], scomparso insieme alla nazione austriaca – chiamata dai nazisti Ostmark (Marca Orientale) –, alla corte di Sepp Herberger, CT della Germania, per creare una formazione in grado di conquistare il primo titolo iridato della sua storia.
La carriera
Grazie ai prestigiosi successi conseguiti tra il 1931 e il 1932 contro nazionali blasonate come Germania, Italia e Ungheria, l’Austria giunse al Mondiale del 1934 come una delle favorite per la vittoria. La stella più attesa della manifestazione, al pari dell’italiano Giuseppe Meazza, era proprio Sindelar, il principale artefice dell’impetuosa crescita del movimento calcistico austriaco.
In Italia, sede della competizione, il “Mozart del calcio”, come era stato ribattezzato dal suo CT Hugo Meisl[7], non deluse le aspettative, venendo nominato nell’All-Star Team del torneo e trascinando l’Austria fino alla semifinale di Milano contro i padroni di casa. Complice pure il discusso arbitraggio dello svedese Ivan Eklind, il Wunderteam fu sconfitto dalla Nazionale italiana – che si sarebbe laureata campione del mondo battendo nell’ultimo atto la Cecoslovacchia – e Sindelar dovette rinunciare alla finale 3°-4° posto con la Germania[8] (vinta dai tedeschi) a causa di un duro colpo al ginocchio rimediato nella sfida con gli Azzurri.
Un medesimo infortunio, occorsogli nel 1923, aveva messo seriamente a rischio il prosieguo della sua carriera, ma Matthias, che aveva esordito nel 1921 con l’Hertha Vienna[9] – nelle cui giovanili, per via del fisico esile, si era guadagnato il soprannome di “Der Papierene” (Carta velina) –, era riuscito a superarlo brillantemente, trasferendosi nel 1924 all’Amateur Vienna (dal 1926 denominato Austria Vienna) – campione d’Austria in carica – e rendendo il calcio non solo un semplice hobby da praticare nel tempo libero, ma la primaria fonte di guadagno per la sua famiglia. Infatti, la scomparsa del padre, morto nel 1917 sull’Isonzo durante la Prima guerra mondiale, lo aveva obbligato a mettere in secondo piano il calcio e a dividersi tra studio e lavoro per aiutare la madre e le tre sorelle.
L’Anschlussspielt
Lasciatosi alle spalle l’infortunio, Matthias si pose l’ambizioso obiettivo di condurre l’Austria sul podio del campionato del mondo del 1938. Nel 1936, intanto, spinta dai suoi gol, l’Austria Vienna vinse per la seconda volta[10] la Coppa dell’Europa Centrale[11]. Tuttavia, il sogno di Sindelar rimase tale, poiché il 12 marzo 1938, a meno di tre mesi dall’inizio del Mondiale, l’Austria fu formalmente annessa alla Germania nazista[12].
Questa operazione, che portò Adolf Hitler a entrare trionfalmente a Vienna il 15 marzo e fu definita dal quotidiano francese Le Figaro[13] come «il fatto più grave e carico di conseguenze dalla fine del primo conflitto mondiale»[14], doveva essere pomposamente celebrata, nelle intenzioni dei vertici nazisti, con un’amichevole – definita Anschlussspielt (Partita della riunificazione) – tra la Nazionale austriaca e quella tedesca.
Il 3 aprile 1938, allo stadio Prater di Vienna, Sindelar e compagni, a cui fu concesso di poter utilizzare per l’ultima volta sia il nome “Austria” sia la canonica divisa biancorossa, rovinarono la festa della Germania, sconfitta 2-0. Il “Mozart del calcio” realizzò la rete dell’1-0 ed esultò correndo sotto alla tribuna delle autorità naziste. A ulteriore testimonianza del suo dissenso verso l’Anschluss, al termine del match, sebbene il protocollo prevedesse che tutti i calciatori dovessero disporsi al centro del campo per effettuare il saluto nazista, Matthias fu l’unico, con Karl Sesta – autore del secondo gol austriaco –, a non alzare il braccio, certificando così il suo rifiuto di giocare nella “Grande Germania”[15], che, pur potendo contare sugli innesti del Wunderteam, fu prematuramente eliminata agli ottavi di finale del Mondiale dalla Svizzera.
La morte
L’Anschlussspielt fu l’ultima apparizione con la Nazionale austriaca[16] per Sindelar, che decise di restare all’Austria Vienna benché, in seguito all’annessione, il campionato austriaco fosse divenuto dilettantistico[17]. Conscio che la sua carriera fosse agli sgoccioli, Carta velina rilevò un bar a Vienna da un amico ebreo morto in un campo di concentramento, attirando ancora di più su di sé l’attenzione della Gestapo[18].
Il 26 dicembre 1938, senza saperlo, Sindelar disputò l’ultima partita della sua carriera, andando a segno a Berlino contro l’Hertha. Invero, il 23 gennaio 1939 fu trovato morto nel suo appartamento con la compagna italiana, di religione ebraica, Camilla Castagnola, conosciuta in ospedale a Milano dopo la semifinale del Mondiale 1934[19].
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Soffocamento da esalazioni di monossido di carbonio: il risultato dell’autopsia attribuì a una stufa difettosa la responsabilità dei due decessi, ma, anche per la misteriosa scomparsa del fascicolo delle morti, nel corso degli anni si è cercato di capire se si sia trattato davvero di una fatalità o se Matthias e Camilla siano stati assassinati dalla Gestapo. Ad avvalorare questa tesi è stato Egon Ulbrich, amico del giocatore, il quale, in un documentario prodotto dalla BBC[20] nel 2003, ha affermato che un funzionario della Gestapo fosse stato corrotto per rafforzare l’ipotesi dell’incidente domestico e insabbiare l’omicidio perpetrato dalla polizia del Terzo Reich.
Al funerale[21] parteciparono circa 40.000 persone, ad attestazione del valore sportivo e umano di colui che è stato eletto miglior calciatore[22] e sportivo austriaco del XX secolo, “il Mozart del calcio, che sembrava di carta velina e invece era di acciaio”[23].
Note
[1] https://www.rivistaundici.com/2020/09/09/sindelar-hitler-austria/
[2] “La Squadra”, soprannome della Nazionale tedesca
[3] https://www.opiniojuris.it/jesse-owens-latleta-olimpico-che-ha-umiliato-il-nazismo/
[4] https://www.opiniojuris.it/le-squadre-del-palazzo-quando-il-calcio-diventa-uno-strumento-di-propaganda-politica/
[5] https://www.ilpost.it/2018/03/12/anschluss-austria/
[6] “Squadra delle meraviglie”, celebre soprannome negli anni Trenta del Novecento della Nazionale austriaca, capace di vincere la Coppa Internazionale 1931/1932 e l’argento olimpico nel 1936, quando fu sconfitta in finale dall’Italia
[7]https://www.repubblica.it/sport/calcio/2017/01/27/news/sindelar_l_eroe_fragile_che_sfido_il_nazismo-156973180/
[8] In questa gara, giocatasi a Napoli, la Nazionale austriaca, designata pro forma come squadra ospite, fu costretta a scendere in campo con la divisa del club partenopeo(https://www.passionemaglie.it/le-maglie-curiose-apparse-durante-la-storia-dei-mondiali/)
[9] Club di Favoriten, distretto di Vienna in cui Sindelar – nato nel 1903 a Kozlov, piccolo paese della Moravia austriaca oggi situato in Repubblica Ceca – si era trasferito con la famiglia quando aveva soltanto tre anni
[10] Nel 1933, anno della prima affermazione, gli austriaci batterono la Juventus in semifinale e l’Ambrosiana-Inter in finale e Sindelar fu il capocannoniere del torneo con cinque reti
[11] Nota in Italia con il nome di Mitropa Cup, è stata la più antica competizione calcistica europea per squadre di club. Considerata l’antesignana della Coppa dei Campioni/Champions League (https://it.uefa.com/uefachampionsleague/), si è disputata, non consecutivamente, dal 1927 al 1992
[12] Il 10 aprile 1938, dopo aver ordinato la deportazione nei campi di concentramento – risale a quello stesso anno l’apertura del lager di Mauthausen, comune del distretto di Perg, in Alta Austria – degli oppositori politici e degli ebrei austriaci, Hitler organizzò un referendum per sancire ufficialmente l’annessione: il 99,7% della popolazione austriaca votò a favore dell’Anschluss
[13] https://www.lefigaro.fr/
[14] Vallette/Bouillon, Monaco, Cappelli Editore, Rocca San Casciano, 1968
[15] Anche Sesta rinunciò alla possibilità di partecipare al Mondiale 1938 con la Nazionale tedesca, ma nel 1941, a 35 anni, esordì con la Mannschaft, divenendone il più anziano debuttante
[16] Malgrado fosse qualificata alla fase finale del Mondiale, l’Austria, in quanto annessa alla Germania, non poté prendere parte alla manifestazione e la Svezia, sua avversaria agli ottavi, passò il turno d’ufficio
[17] Essendo ebreo, Michael Schwarz fu rimosso dall’incarico di presidente dell’Austria Vienna per imposizione del Terzo Reich. Sindelar, opponendosi al diktat nazista di non rivolgere la parola agli ebrei, dichiarò, riferendosi a Schwarz, che “il nuovo presidente dell’Austria Vienna ci ha proibito di salutarla, ma io vorrò sempre dirle ‘Buongiorno’ ogni volta che avrò la fortuna di incontrarla”
[18] Geheime Staatspolizei, la polizia segreta della Germania nazista
[19]http://archiviostorico.gazzetta.it//2014/novembre/16/Qui_Sindelar_trovo_amore_ospedale_ga_0_20141116_49d1dac8-6d5c-11e4-ab82-ed6826803436.shtml
[20] https://www.bbc.com/
[21] Per il contributo dato alla città di Vienna, a Sindelar è stata assegnata una tomba d’onore presso il cimitero centrale della capitale austriaca
[22] Il riconoscimento gli fu conferito nel 1999 dall’IFFHS (International Federation of Football History & Statistics – https://www.iffhs.com/)
[23] https://www.youtube.com/watch?v=IEsrXNtRL8g