Il 25 novembre 2021, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione recante raccomandazioni alla Commissione sulla politica e la legislazione in materia di migrazione lavorativa legale.
Per rispondere alle sfide demografiche dell’Europa e far sì che le competenze degli immigrati corrispondano alle esigenze del mercato del lavoro, gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione nuove regole sulla migrazione legale nell’Unione.
La risoluzione, approvata a maggioranza qualificata, con 497 voti favorevoli, 160 contrari e 38 astensioni, auspica la creazione di un bacino di talenti europei che funga da punto di incontro tra i candidati provenienti da paesi terzi e i potenziali datori di lavoro nell’UE, per far fronte alla carenza di manodopera nei Paesi dell’Unione.
Il Parlamento reputa necessario introdurre nuove condizioni per la migrazione lavorativa legale verso l’Unione per aumentare la competitività economica della stessa. Gli eurodeputati ritengono infatti che gli impedimenti alla migrazione lavorativa legale diminuiscano l’attrattività dell’Unione nella competizione globale per assicurarsi lavoratori; d’altra parte, invece, introdurre nuovi canali legali per l’ingresso di migranti nell’UE per motivi di lavoro potrebbe determinare un notevole aumento del PIL.
I deputati chiedono dunque alla Commissione di presentare entro il 31 gennaio 2022, sulla base dell’articolo 79, paragrafo 2, TFUE, in particolare delle lettere a) e b)[1], una serie di proposte per semplificare e incoraggiare l’ingresso e la mobilità all’interno dell’UE di cittadini di paesi terzi che migrano legalmente in cerca di lavoro, riducendo la burocrazia, promuovendo i diritti fondamentali, e prevenendo lo sfruttamento del lavoro[2].
Il Parlamento reputa insufficiente la recente direttiva (UE) 2021/1883 (cd. direttiva sulla Carta blu)[3], poiché i mercati del lavoro dell’Unione hanno bisogno anche di lavoratori con un livello di istruzione medio-basso dai quali l’Unione dipende in settori essenziali quali l’agricoltura e la sanità.
Per questo motivo, gli eurodeputati invitano la Commissione a includere nella sua proposta un regime di ammissione per i lavoratori scarsamente e mediamente qualificati originari di paesi terzi, nonché un quadro di riconoscimento per le loro competenze e qualifiche, per facilitare l’integrazione nel mercato del lavoro.
Inoltre, i parlamentari chiedono alla Commissione di prevedere un regime comunitario di ammissione basato su criteri uniformi per l’ingresso e il soggiorno di lavoratori autonomi e di imprenditori, “in particolare quelli che creano piccole e medie imprese e start-up, e di lavoratori autonomi a elevata mobilità, come gli artisti e i professionisti della cultura, cittadini di paesi terzi”[4].
In questo contesto, il Parlamento ritiene poi opportuno introdurre un visto quinquennale per ingressi multipli che consenta l’ingresso nell’Unione per un periodo massimo di 90 giorni all’anno.
Gli eurodeputati invitano la Commissione a delineare un quadro per partenariati con i paesi terzi volti ad attirare talenti e ai quali gli Stati membri possano partecipare volontariamente.
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Il Parlamento appoggia l’intenzione della Commissione di introdurre un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo[5], rafforzando la mobilità a breve termine in buona fede “a integrazione di percorsi legali, in particolare a fini di ricerca o studio, per migliorare la cooperazione a monte con i paesi terzi”[6].
Con la risoluzione del 25 novembre 2021, il Parlamento europeo chiede inoltre la revisione di una serie di norme vigenti in materia di migrazione lavorativa legale.
In primo luogo è richiesta la modifica della normativa relativa allo status dei cittadini di paesi terzi residenti di lunga durata[7], per consentire il trasferimento in un altro paese membro secondo condizioni simili a quelle previste per i cittadini dell’Unione. Si chiede alla Commissione di ridurre il tempo necessario per acquisire un permesso di soggiorno europeo di lunga durata, portandolo da cinque a tre anni, poiché il soggiorno continuativo in uno Stato membro contribuisce alla corretta integrazione di una persona in una comunità.
Il Parlamento chiede anche una semplificazione delle procedure di richiesta per i visti delineate dalla legislazione sui permessi unici[8], garantendo che le disposizioni siano correttamente -ed uniformemente- attuate dagli Stati membri e prevedendo la possibilità che la richiesta venga presentata sia dall’interno di un paese membro, sia da un paese terzo.
I deputati propongono, inoltre, la revisione delle norme relative ai lavoratori stagionali[9]per concedere a questi ultimi tre mesi di tempo per cercare un nuovo lavoro dopo aver lasciato il precedente, senza che il loro permesso di lavoro venga revocato; nonché per consentire ai paesi dell’UE di rinnovare i permessi di lavoro stagionale fino a cinque anni.
Infine, il Parlamento chiede alla Commissione di modificare le norme relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare[10], allo scopo di “includere i cittadini di paesi terzi soggiornanti legalmente nell’Unione che sono vittime di sfruttamento e di condizioni che compromettono la loro salute e la loro sicurezza e violano la loro dignità umana”[11]
La Commissione ha tempo fino al 31 gennaio 2022 per presentare delle proposte volte a facilitare e promuovere la migrazione legale di manodopera.
Note
[1] Art. 79, 1. L’Unione sviluppa una politica comune dell’immigrazione intesa ad assicurare, in ogni fase, la gestione efficace dei flussi migratori, l’equo trattamento dei cittadini dei paesi terzi regolarmente soggiornanti negli Stati membri e la prevenzione e il contrasto rafforzato dell’immigrazione illegale e della tratta degli esseri umani. 2. Ai fini del paragrafo 1, il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria, adottano le misure nei seguenti settori: a) condizioni di ingresso e soggiorno e norme sul rilascio da parte degli Stati membri di visti e di titoli di soggiorno di lunga durata, compresi quelli rilasciati a scopo di ricongiungimento familiare; b) definizione dei diritti dei cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti in uno Stato membro, comprese le condizioni che disciplinano la libertà di circolazione e di soggiorno negli altri Stati membri (…) https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A12016E079
[2] Risoluzione del Parlamento europeo del 25 novembre 2021 recante raccomandazioni alla Commissione sulla politica e la legislazione in materia di migrazione legale (2020/2255(INL), punto 2. https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2021-0472_IT.html#def_1_27
[3] Direttiva (UE) 2021/1883 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 ottobre 2021 sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati, https://www.integrazionemigranti.gov.it/AnteprimaPDF.aspx?id=3204
[4] Risoluzione 2020/2255(INL), punto 7.
[5] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni, 23 settembre 2020 https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:85ff8b4f-ff13-11ea-b44f-01aa75ed71a1.0018.02/DOC_1&format=PDF
[6] Risoluzione 2020/2255(INL), punto 4.
[7] DIRETTIVA 2003/109/CE DEL CONSIGLIO del 25 novembre 2003 relativa allo status dei cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32003L0109&from=en
[8] DIRETTIVA 2011/98/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 13 dicembre 2011 relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e a un insieme comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi che soggiornano regolarmente in uno Stato membro https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32011L0098&from=EN
[9] DIRETTIVA 2014/36/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 26 febbraio 2014 sulle condizioni di ingresso e di soggiorno dei cittadini di paesi terzi per motivi di impiego in qualità di lavoratori stagionali https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32014L0036&from=en
[10] Direttiva 2009/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2009 , che introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32009L0052&from=IT
[11] Risoluzione 2020/2255(INL), punto 13.
Foto copertina: Immagine web