Naziland – Quella macchia nera nel cuore dell’Europa (PaesiEdizioni 2022) a cura di Stefano Grazioli ricostruisce la storia del terrorismo di matrice neonazista e dei gruppi di estrema destra in Germania e nel resto d’Europa.
“Il nazismo non è un partito ma una mentalità. Perciò si può essere nazisti anche se si vota per partiti democratici”, questa frase attribuita a Franz Fischer è presente sul retrocopertina del libro “Naziland – Quella macchia nera nel cuore dell’Europa” di Stefano Grazioli descrive quello che potrebbe essere considerato il pericolo principale legato ai movimenti neonazisti di ieri, di oggi e di domani. Nella prefazione, l’ex deputato del Partito Democratico Emanuele Fiano, pone l’accento su quello che Umberto Eco definiva «fascismo eterno» e cioè sulla diffusione di un fattore comune nelle società moderne, cioè la tendenza ad accettare l’uscita dai sistemi democratici come risposta alle crisi che si presentano e alla complessità di fenomeni di natura politica, economica o anche sanitaria come abbiamo visto in occasione della pandemia da Covid-19, e che inevitabilmente vanno ad accentuare le diseguaglianze già intrinsecamente presenti nelle società. È la storia che ci detta questa chiave di lettura. Sia la Germania di Hitler che l’Italia mussoliniana, nell’immediato post-Prima guerra mondiale, vivevano i loro momenti più duri seppur con importanti differenze. La forte delusione per la sconfitta bellica e le dure conseguenze imposte dai trattati di pace, la perdita di fiducia verso lo Stato incapace di curarsi delle fasce più deboli della popolazione e di trovare misure efficaci contro la povertà dilagante accentuata dalla spaventosa crisi economica conseguente al crollo di Wall Street del ’29, avevano posto le condizioni ideali per dare attuazione alle idee che il futuro Fuhrer Adolf Hitler aveva chiaramente elencato nel suo Mein Kampf già a partire dal 1925 e che sarebbero diventate il fulcro del pensiero politico del nazismo. Oggi a cent’anni dall’inizio di quei fenomeni politici che avrebbero portato nel giro di pochi decenni l’Europa a sprofondare nel secondo conflitto mondiale, esistono e proliferano movimenti, chiaramente ispirati al fascismo e al nazismo. E non è un caso che queste sigle si sviluppano laddove i problemi sociali ed economici sono più evidenti, dove si percepisce maggiormente l’assenza dello Stato, inteso come istituzione, ma anche come forza politica democratica. In Grecia con Alba Dorata, in Italia con Forza Nuova, ma anche in Germania e in tanti altri Paesi europei ci sono stati e ci sono movimenti di chiara ispirazione neofascista che proliferano dove il disagio e la povertà aumentano.
La presenza di questi gruppi neofascisti in Europa dell’Est è riemersa potentemente con il conflitto in Ucraina. Del resto la “denazificazione” è l’obiettivo sbandierato dalla propaganda putiniana. Ma resta la documentazione dell’esistenza di gruppi chiaramente di ispirazione neonazista, sia da una parte che dall’altra, che ormai sono stati sdoganati: dal famigerato Battaglione Azov a Svoboda, da Pravy Sector al Wagner Group.
Nel libro “Naziland – Quella macchia nera nel cuore dell’Europa”, (Acquista qui) l’autore Stefano Grazioli ripercorre le radici dell’odio razzista, xenofobo e antisemita presente nella storia della Germania riunificata, caratterizzata dalla violenza targata estrema-destra, nelle sue varie ramificazioni, e che ha lasciato una lunga scia di sangue che ha contagiato tutta Europa. Stefano Grazioli, politologo e giornalista esperto di cose tedesche e spazio post sovietico, pone la sua attenzione anche sulla proliferazione di queste sigle nel panorama internazionale, analizzando la graduale crescita della destra estrema anche in Polonia, Ungheria, Slovacchia, Austria, Gran Bretagna, Stati Uniti fino in Scandinavia e Nuova Zelanda. Il neonazismo è una mentalità, dicevamo in apertura, una mentalità che può far paura se la si sottovaluta, se si minimizzano i comportamenti derubricandoli a “folklore” e non gli si concede la giusta attenzione.
Copertina libro: Naziland – Quella macchia nera nel cuore dell’Europa