Il Brasile si muove per costruire un’integrazione solida tra i paesi dell’America Meridionale partendo da una moneta comune. Il Gigante si è svegliato, ma la strada che ha davanti a sé è lunga e irta di ostacoli.


A cura Jacopo Belli

La ricerca di riscatto dopo l’assalto al palazzo.

Un assalto al potere, come lo si era già visto a Capitol Hill, quello avvenuto nel Palacio do Planalto. Il Congresso Brasiliano ha subìto un attacco da parte dei sostenitori di Bolsonaro che protestavano contro l’insediamento del neo-presidente Lula. L’ex presidente Bolsonaro era assente alla cerimonia del giuramento che sancisce il passaggio di testimone, durante la quale simbolicamente avviene la consegna della fascia presidenziale verde e gialla da parte del presidente uscente al presidente eletto. Dal 30 dicembre 2022 il presidente Bolsonaro si trova negli Stati Uniti, ad Orlando in Florida. È nella città di Kissimmee a pochi minuti dal famoso parco divertimenti della Disney.
L’obiettivo di Bolsonaro era probabilmente avvicinarsi al compagno in sorte Donald Trump, con il quale aveva intrattenuto buoni rapporti, soprattutto allorquando Trump, pubblicò, durante le elezioni, pubblicò un video a suo sostegno.[1]
L’8 gennaio 2023 lascerà senz’altro una cicatrice nel cuore democratico brasiliano. L’arduo compito di ritessere le maglie della democrazia tocca al rientrato presidente Luiz Inácio Lula da Silva.
Le prime misure adottate, non appena assunto l’incarico, riprendono diverse tematiche affrontate in campagna elettorale, rivolte a stabilizzare e consolidare il processo di democratizzazione sociale.
Diverse sono state le normative firmate il primo giorno. La prima è stata rivolta alla creazione di alcuni nuovi ministeri, come quello delle Popolazioni Indigene, volto a riservare una maggiore attenzione e cura per la salvaguardia delle minoranze indigene.
La questione razziale è un argomento vivo nella società brasiliana e lo si evince dalle varie misure già esistenti volte a mitigarne le differenze sostanziali esistenti, come quelle che si ricollegano alla dialettica delle disparità economiche e di accesso alle istituzioni e all’istruzione.
Una successiva misura è stata quella rivolta al rinnovamento del progetto “Bolsa Família” di R$600 reais, con addizionali R$150 per bambino fino ai 6 anni e la creazione di un salario minimo pari a R$1.320 reais. Il finanziamento di tale programma di pagamento è vincolato all’obbligo scolastico ed alle vaccinazioni della popolazione richiedente. Esso intende incentivare il welfare della popolazione più povera allo scopo di determinare una prospettiva  legata ad un più alto livello di istruzione così come una maggiore copertura e benessere sanitario.[2]
Un ulteriore intervento riguarda la fine delle misure protezionistiche del governo precedente, entro la fine del mese di febbraio, sul costo della benzina, rivolta a finanziare le misure proposte dal governo Lula. [3] L’intento è quello di conoscere con maggiore razionalità il mercato per poi adottare misure adeguate, in modo da riuscire a gestire sia l’aumento dei costi della benzina, derivanti dalle instabilità internazionali, sia non disincentivare il commercio su gomma, principale rete distributiva della regione.
Si è proceduto inoltre alla ricostituzione del “Fundo Amazônia” con l’obiettivo di finanziare progetti di organi pubblici e di organizzazioni non governative. Il Decreto n°11.368 autorizza la Banca Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (Bndes) alla raccolta di investimenti a fondo perduto in azioni di prevenzione, monitoraggio e contrasto alla deforestazione, conservazione ed utilizzo sostenibile del bioma amazzonico.[4]
Infine, un’ulteriore misura si rifà al controllo sulle armi da fuoco. L’intenzione di Lula, già in campagna elettorale, era revocare le misure di flessibilità sull’accesso alle armi da fuoco, voluta dal governo Bolsonaro. Con il decreto n°11.366 vi è una maggiore severità sulla politica di controllo delle armi, tra cui la riduzione della quantità di armi e munizioni permesse, subordinando il rilascio del porto d’armi ad una documentazione che ne comprovi la necessità. [5]
Queste sono alcune delle prime misure firmate da Lula il primo giorno, rivolte a cancellare un periodo complicato per la sinistra brasiliana, con la volontà di compiere quello che, in campagna elettorale, ha sempre definito come un “Revogaço”, ossia un’abrogazione delle misure compiute durante il governo Bolsonaro.

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La risposta internazionalista ed integrazionista Lulista

La risposta di Luiz Inácio Lula da Silva tende ad essere quella dura nei confronti dei riottosi, visti come assaltatori al sistema democratico. Gli arresti attualmente compiuti ammontano a circa 1500. Le amministrazioni di Canada, Messico e USA hanno condannato gli attacchi dell’8 gennaio, esprimendo la loro vicinanza a Lula durante il North American Leaders’ Summit del 9,10 e 11 gennaio 2023.
Il presidente brasiliano vuole però passare oltre per dimostrare alla comunità internazionale di avere il controllo del proprio paese e di essere in grado di riportarlo al suo ruolo di protagonista politico ed economico delle questioni globali e regionali.
Le difficoltà presenti nello scenario latinoamericano si sono presentate in maniera particolare durante il CELAC, la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caraibenos. Il summit di Buenos Aires prevedeva la presenza di circa 33 stati membri, ma a tale incontro l’assenza di alcuni leader ha palesato scenari di instabilità. Il presidente venezuelano Maduro ha cancellato il proprio volo per il timore di un’aggressione fascista in territorio argentino.[6]
Altro grande assente è stato Andrés Manuel López Obrador (AMLO)  che, con l’ “Acto de Unidad en Defensa de la Dignidad de México y en favor de la Amistad con el Pueblo de los Estados Unidos” dell’ 8 giugno 2019, stipulato con Donald Trump e relativo ad un maggiore controllo della frontiera messicana, ha raffreddato i rapporti con i paesi dell’America Centrale e Meridionale, evitando così una guerra commerciale minacciata dagli Stati Uniti.[7] Tale accordo chiede al Messico di pattugliare principalmente il proprio confine meridionale con il Guatemala e di trattenere i migranti richiedenti asilo nei confronti degli Stati Uniti mentre i loro casi vengono analizzati. Nonostante ciò in un messaggio video il presidente messicano ha giustificato la propria assenza trasmettendo un messaggio di solidarietà e fraternità, e affermando la presenza in sue vece del segretario per le relazioni internazionali Marcelo Ebrard, con la volontà di una maggiore integrazione.
Altri assenti invitati dall’attuale presidente argentino a Buenos Aires, particolarmente criticati dall’opposizione argentina sono stati il cubano Miguel Díaz-Canel, il nicaraguense Daniel Ortega.
La presenza del Brasile in ambito internazionale si propone in modo differente rispetto all’’isolazionismo dell’ex presidente Bolsonaro sulle questioni regionali dell’America Latina e internazionali. Il neopresidente Lula si fa promotore di nuove idee ed appoggia le organizzazioni che promuovono l’integrazione, come per l’appunto il CELAC ed il Mercosur.
Il Brasile è stato accolto da protagonista all’incontro CELAC di Buenos Aires. Il presidente argentino Alberto Fernández, ha affermato, nel corso della manifestazione, che “Una CELAC senza il Brasile è una CELAC più vuota”. Inoltre la presenza del Brasile ha permesso l’avanzamento di proposte rilevanti come quella relativa alla creazione del “Sur”, una moneta comune da rendere forte e stabile, che si propone di facilitare il commercio tra i paesi latinoamericani e di rafforzarne la contrattualità in ambito finanziario con i paesi più forti.
Inoltre nell’incontro del CELAC si è reso rilevante e necessario un discorso di risposta ad un’incalzante rischio per le democrazie legato a movimenti “fascisti che mettono a rischio l’istituzionalità dei nostri popoli”, come affermato dal presidente argentino Alberto Fernández, riportando gli esempi della Bolivia e del Brasile.

Le discussioni in Brasile sulla moneta comune. Tra analogie e differenze.

La creazione di una moneta comune regionale è stato un grande tema di dibattito che ha sollevato opinioni contrastanti in Brasile.
L’idea di una moneta comune, e non unica, consiste in un tentativo di differenziazione dalla dinamica dell’Euro europeo. L’idea è facilitare il commercio interno senza ricreare le dinamiche inflazionistiche che hanno colpito la Grecia. Inoltre per un ambito come quello dell’America Latina proporre una moneta unica sarebbe decisamente complicato date le rilevanti instabilità economiche dei diversi stati. Basti pensare alla crisi economica che ha colpito l’Argentina nel 2001 o alla prolungata crisi venezuelana. Alcuni paesi sono però proiettati su altri lidi, come il Messico che vede una maggiore vicinanza nei confronti degli Stati Uniti e non vede di buon occhio una moneta comune latinoamericana che ha l’intento distaccarsi dalla dipendenza del dollaro statunitense.
La presenza di una moneta comune potrebbe garantire una posizione di maggiore forza nell’ambito delle contrattazioni con il Fondo Monetario Internazionale così come con gli altri paesi. L’incontro del 23 gennaio 2023 tra il Presidente Lula ed il Presidente Fernández ha portato ad un primo dialogo istituzionale per riallacciare i rapporti, precedentemente troncati, per ritornare ad una maggiore integrazione non solo economica e commerciale, ma anche scientifica, culturale e politica.
Durante il vertice il presidente Lula ha fatto una promessa al presidente argentino: che le relazioni tra Brasile e Argentina saranno le migliori tra quelle esistenti in America Latina. Con tali parole e con tale vicinanza, se il progetto della moneta comune “Sur” diverrà realtà, sicuramente sarà frutto dell’intesa tra Argentina e Brasile.
Una leggenda brasiliana narra che nella baia di Guanabara a Rio de Janeiro si possa riconoscere la sagoma di un gigante addormentato sdraiato sulla schiena. La sua testa, il petto, le gambe e i piedi sono formati dal monte Pan di Zucchero, dal Corcovado e dagli altri rilievi delle colline lungo la costa. Il gigante si è svegliato e adesso la comunità internazionale dovrà farci i conti.


Note

[1] Poder360. (2022, October 30). Trump pede voto em Bolsonaro e diz que perdê-lo seria péssimo para o Brasil [Video]. YouTube. https://www.youtube.com/watch?v=H08Fq61pa2Y
[2] MEDIDA PROVISÓRIA Nº 1.155, DE 1º DE JANEIRO DE 2023 http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/_Ato2023-2026/2023/Mpv/mpv1155.htm
[3] MEDIDA PROVISÓRIA Nº 1.157, DE 1º DE JANEIRO DE 2023 http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/_Ato2023-2026/2023/Mpv/mpv1157.htm
[4] DECRETO Nº 11.368, DE 1º DE JANEIRO DE 2023 http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/_ato2023-2026/2023/decreto/D11368.htm
[5] DECRETO Nº 11.366, DE 1º DE JANEIRO DE 2023 http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/_ato2023-2026/2023/decreto/D11366.htm
[6] CNN Español (2023, 24 gennaio) “Emboscadas que se calculan”: Nicolás Maduro explica por qué no viajó a la cumbre de la Celac., CNN Latinoamérica +.
[7] Gobierno de México (2019). Presidente convoca al acto de unidad en defensa de la dignidad de México y en favor de la amistad con Estados Unidos, este sabado en Tijuana. gob.mx. https://www.gob.mx/presidencia/prensa/presidente-convoca-al-acto-de-unidad-en-defensa-de-la-dignidad-de-mexico-y-en-favor-de-la-amistad-con-estados-unidos-este-sabado-en-tijuana


Foto copertina: Brasile moneta comune