Dopo essere state posticipate di un anno, dal 23 luglio all’8 agosto 2021 si sono svolte le (dibattute e contestate) Olimpiadi di Tokyo 2020. Che tipo di ripercussioni a lungo termine avranno sulla situazione politica e sulla posizione del Giappone nel panorama internazionale?
“Aiteiru ka tojiteiru”, aperte o chiuse: il lungo travaglio
Nei mesi scorsi, le decisioni del comitato organizzativo delle Olimpiadi, prese in concomitanza con la ministra dello sport giapponese Marukawa Tamayo[1] sono state, com’è ovvio supporre, segnate dall’andamento della pandemia nel paese. Lo svolgimento stesso dei Giochi olimpici in realtà è stato messo in discussione più volte nel giro di pochi mesi.
In un secondo momento, l’aumento dei contagi aveva spinto gli organizzatori ad escludere dall’evento gli spettatori stranieri.
Infatti, in accordo con il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Thomas Bach[2], e quello del Comitato paralimpico (Ipc), Andrew Parsons[3], l’amministrazione giapponese aveva stabilito nel mese di marzo 2021 che nessun turista straniero sarebbe stato ammesso come spettatore ai giochi; Il che aveva già piegato verso un altro senso il significato che buona parte dell’opinione pubblica attribuiva inizialmente all’evento. I giochi infatti, sono stati raccontati dentro e fuori il Giappone come un simbolo di ripresa, la “luce alla fine del tunnel”[4], come Bach stesso li aveva definiti, dopo più di un anno di restrizioni, lockdown e morti.
Verso la fine di maggio si è avuta una sentenza definitiva: i giochi si sarebbero svolti ma completamente a porte chiuse. La presidente del comitato organizzatore, Seiko Hashimoto[5], ha dichiarato in quest’occasione che la priorità come sempre sarebbe stata la sicurezza di atleti e spettatori e che queste sarebbero perciò state perseguite con ogni mezzo necessario.
Una misura, questa in particolare, che ha sicuramente avuto un prezzo molto alto: non soltanto per quel che riguarda le dinamiche sociali e politiche (a cui verrà dato spazio di seguito), ma anche e soprattutto per le questioni di natura meramente economica.
Primo punto: la mancata vendita dei biglietti (circa 7 milioni di dollari persi) che considerando tutte le sedi in cui si sono svolte le olimpiadi, ovvero le prefetture di Tokyo, Chiba, Kanagawa e Saitama, fanno aggirare il danno economico intorno ai 90 miliardi di yen[6] andati perduti.
In aggiunta, sponsor come Toyota hanno annunciato il ritiro dei video pubblicitari associati ai giochi, sia per la perdita economica che per il timore del danno d’immagine, data la diffusa contrarietà della popolazione giapponese rispetto allo svolgimento degli stessi. Si consideri inoltre che il marchio Toyota ha una partnership con le Olimpiadi[7] in quanto sponsor “preferenziale”, stipulata attraverso un accordo del 2015 del valore di circa 850 milioni di dollari.
Altre aziende che hanno visto sfumare gli incassi sono Canon, Asahi Breweries e Fujistu, dopo aver investito 135 milioni di dollari a testa per il titolo di sponsor “Gold”.
Il peso politico degli atleti olimpici
Di tutti gli eventi sportivi a livello internazionale, le Olimpiadi assumono in diverse occasioni un significato spiccatamente politico, più che sportivo. Il caso dei Giochi Olimpici di Tokyo ne è stato quasi paradigma, poiché diversi sono stati gli episodi che hanno messo in evidenza le implicazioni sul piano sociale e politico che questo tipo di eventi può avere.
In primis spicca il caso della bielorussa Kristina Timanovskaya[8], che avrebbe dovuto gareggiare nei 200 metri ma la rappresentanza del suo paese, sotto pressione di Lukashenko, le ha impedito di partecipare, tentando poi di rimpatriarla contro la sua volontà a causa delle critiche che l’atleta ha mosso sul social Instagram ai trainer della delegazione olimpica.
Secondo quanto riportato da quest’ultima, invece, la Timanovskaya si sarebbe dovuta ritirare per le sue condizioni psicofisiche. In conclusione, scortata dalla polizia giapponese, l’atleta ha ottenuto asilo presso l’ambasciata polacca.
Un altro caso emblematico di queste olimpiadi è stato quello della vice campionessa di lancio del peso, Raven Saunders, la quale dopo aver vinto l’argento è salita sul podio incrociando i polsi sopra la testa[9]. “L’ho fatto per tutte le persone del mondo che stanno soffrendo” ha dichiarato, in segno di solidarietà verso il movimento LGBTQI+ e verso tutti gli oppressi.
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Per quanto riguarda la “politicizzazione” degli eventi sportivi, il regolamento del Comitato Olimpico Internazionale però parla chiaro: l’articolo 50 vieta qualsiasi forma di propaganda razziale, religiosa e politica nei luoghi delle Olimpiadi. Nel caso specifico di Saunders ma in occasione dei giochi di quest’anno in particolare, la norma è stata parzialmente derogata. Già il 4 agosto, infatti, il Cio ha annunciato chiaramente di aver sospeso le indagini nei confronti di Saunders, che quindi non verrà sanzionata per il gesto compiuto. Il portavoce del Cio, Mark Adams, fa sapere che il motivo principale di questa decisione è la morte della madre dell’atleta.
Suga Yoshihide e la perdita dei consensi
Storicamente le Olimpiadi sono un modo attraverso cui il paese ospitante può mostrarsi al mondo, ed ogni volta che si sono svolte su suolo nipponico l’amministrazione ne ha approfittato per dare un’immagine del paese come sicuro, forte e controllato.
Quest’anno però le condizioni sono state più singolari del solito. Mentre la variante Delta imperversava nel paese causando un aumento dei contagi e dei ricoveri fra i peggiori dall’inizio della pandemia, Suga Yoshihide, primo ministro giapponese, garantiva dei giochi “sicuri e protetti”.
Nel frattempo l’esecutivo giapponese ha visto il consenso del partito scendere al 34%, secondo un sondaggio Nikkei di luglio. E se è vero che l’opposizione non ha abbastanza consensi per superare alle elezioni il partito liberaldemocratico giapponese, Suga rischia invece già per novembre di perdere il suo posto[10].
La popolazione giapponese era come già detto, in buona parte contraria allo svolgimento delle Olimpiadi di Tokyo e lo stesso Mainichi, uno dei quotidiani giapponesi più influenti, critica la quantità di risorse utilizzate (fra i 15 e i 20 milioni di dollari[11]) con cui, invece, si sarebbero potuti costruire circa 300 ospedali e 1200 scuole.
Dei primi in particolare la necessità è molto elevata, soprattutto con l’aumento dei casi di Covid-19 e dopo l’annuncio di Suga per cui gli ospedali non potranno più ricoverare i pazienti che non presentano gravi sintomi (ndr. non necessitano della terapia intensiva). L’unico piano di Suga che sembra essere andato come previsto è quello della “Olimpics diplomacy[12]”: poco prima dell’inizio giochi il premier giapponese ha incontrato insieme a sua moglie, nel palazzo di Akasaka, capi di stato come Joe Biden e Emmanuel Macron, che insieme ai leader di 15 paesi e organizzazioni internazionali hanno poi partecipato alla cerimonia d’apertura.
Probabilmente la posizione a livello internazionale del Giappone ne uscirà illesa se non addirittura più solida, per quanto riguarda, invece, per sapere quella del premier Suga bisognerà aspettare i risultati delle elezioni di novembre 2021 per avere una risposta precisa.
Note
[1] https://japan.kantei.go.jp/99_suga/meibo/daijin/MARUKAWA_Tamayo.html
[2] https://olympics.com/ioc/mr-thomas-bach
[3] https://en.wikipedia.org/wiki/Andrew_Parsons_(sports_administrator)
[4] https://www.ilgiorno.it/olimpiadi/tokyo-2021-niente-spettatori-stranieri-1.6154971
[5] https://en.wikipedia.org/wiki/Seiko_Hashimoto
[6] https://forbes.it/2021/07/23/tokyo-2020-porte-chiuse-quanto-costera-assenza-pubblico/
[7] https://www.ansa.it/canale_motori/notizie/attualita/2021/07/19/toyota-ritira-video-promozionali-per-olimpiadi-tokyo-2020_9a9937ef-100d-42b1-b15c-34d1834e4238.html
[8] https://www.linkiesta.it/2021/08/atleta-bielorussia-polonia/
[9] https://www.agi.it/sport/news/2021-08-04/tokyo-2020-nessuna-sanzione-per-la-protesta-di-raven-saunders-dal-podio-13479261/
[10] https://www.japantimes.co.jp/news/2021/08/07/national/politics-diplomacy/tokyo-olympics-suga-japan/
[11] https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ma-in-giappone-a-vincere-sono-paura-e-disillusione
[12] https://www.japantimes.co.jp/news/2021/07/22/national/suga-olympic-diplomacy/
Foto copertina: Immagine web – Olimpiadi 2021