Un “salto di qualità” nelle relazioni fra gli Stati dell’area: principali opportunità e sfide.
«Uniamoci! Dall’unità dipende la vittoria delle giuste cause che rivendichiamo. Cerchiamo la solidarietà non come fine, ma come mezzo per far sì che la Nostra America compia la sua missione universale»
José Martí
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L’America Latina e i Caraibi, dal momento della loro “scoperta” ai giorni nostri, non hanno mai vissuto periodi di completa pace e tranquillità. Dalle potenze europee agli Stati Uniti d’America, infatti, i tentativi di controllare questa terra, ricca di risorse naturali, si sono ripetuti nel corso dei secoli.
Il passaggio cruciale dalla supremazia del Vecchio Continente a quella di Washington, risale alla Dottrina Monroe del 1823; è con essa, infatti, che gli USA chiariscono la loro volontà di leadership sull’intero continente Americano ed iniziano ad agire per affermarla[1].
Noti sono, ad esempio, gli interventi a Cuba nel 1898 e nel 1961, quelli in Repubblica Dominicana nel 1916 e nel 1965-’66, il sostegno al colpo di Stato in Cile nel 1973[2] e l’invasione di Grenada nel 1983[3] [4].
Tale reiterata situazione ha avuto conseguenze sostanziali in America Latina e nei Caraibi, sia sul piano ideale che su quello materiale:
- Si è sviluppato un forte sentimento antistatunitense (ad esempio, da un’indagine di Latinobaròmetro risulta che, ancora nel 2004, l’opinione sugli Stati Uniti d’America in diciotto Paesi dell’area si attestava fra 0 e 1, in una scala con un massimo positivo di 3 punti)[5]
- Hanno visto la luce molti “movimenti di liberazione”, da quello capeggiato da Benjamin Zeledòn in Nicaragua nel 1912, a quello guidato da Ernesto Guevara in Bolivia negli anni ’60 del ‘900, da quello organizzato da Fidel Castro a Cuba negli anni ’50 del secolo scorso a quello con a capo Pedro Albizu Campos a Porto Rico nella prima metà del ‘900
- Sono nate varie proposte integrazioniste anti-egemoniche, alcune delle quali concretizzatesi in questo nuovo millennio (in primis ALBA-TCP e CELAC)
ALBA-TCP & CELAC
L’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America – Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP) e la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) nascono nel nuovo millennio, grazie al coraggio e alla visione dei leader di quest’area.
Per quanto riguarda la prima, essa vede la luce nel 2004 grazie a Hugo Rafael Chávez Frías e a Fidel Alejandro Castro Ruz, allora Presidenti di Venezuela e Cuba. Inizialmente sviluppata per affossare la proposta ALCA (Area di Libero Commercio delle Americhe), promossa dagli USA, nel prosieguo diviene l’organizzazione che riunisce i Paesi socialisti dell’America Latina e dei Caraibi[6].
Oggi, dopo alcune defezioni dovute a dei cambi di Governo (da Correa a Lenín Moreno in Ecuador e da Morales a Janine Anez in Bolivia), essa è costituita da Cuba, Venezuela, Saint Vincent e Grenadine, Nicaragua, Saint Kitts e Nevis, Antigua e Barbuda, Dominica, Grenada e Santa Lucia.
I suoi organismi sono:
- Consiglio dei Presidenti: l’organo più importante, in quanto definisce le linee ideologiche, politiche e strategiche
- Consigli Settoriali (politico, economico e sociale): ne fanno parte i Ministri competenti e hanno il compito di implementare le decisioni prese dal Consiglio dei Presidenti
- Consiglio dei Movimenti Sociali: ne fanno parte molti dei movimenti della società civile che si ispirano ai principi dell’ALBA-TCP, come l’anti-imperialismo e la contrarietà al neoliberismo. Questo organo deve rispettare le direttive del Consiglio dei Presidenti e può proporre idee e iniziative
- Coordinamento Permanente di ALBA: la Segreteria Esecutiva
I suoi principali obiettivi sono:
- Sostegno ideale e materiale ad una forte partecipazione statale, al fine di raggiungere uno sviluppo sostenibile basato su investimenti e commerci equi (al contrario del teorema del mercato che si autoregolamenta)
- Fare in modo che tutti i Paesi aderenti godano dei benefici di questa integrazione, attraverso “trattamenti” dedicati e specifici per ognuno di essi (dai trasporti alle comunicazioni, dalla difesa dell’ambiente all’accesso all’energia)
- “Lotta senza quartiere” alla povertà, all’analfabetismo e alla mancanza di una buona salute per tutti, grazie alla complementarietà economica, alla cooperazione e alla solidarietà fra le Nazioni. Questi propositi trovano implementazione principalmente nello sviluppo dei progetti denominati “grannacionales” (costituiti cioè da più Stati) nel campo, ad esempio, della salute (ALBA-Salud) e dell’alimentazione (ALBA-Alimentos). Essi, infatti, servono proprio per dare risposte concrete alle popolazioni di quest’area, basandosi sugli obiettivi di sviluppo dei Paesi facenti parte dell’ALBA-TCP
- Difesa delle diverse culture e identità di ciascun popolo che fa parte di ALBA
- Promozione degli investimenti in loco, così da essere meno dipendenti dagli investimenti esteri
- Sostegno a un canale televisivo alternativo ai media già presenti (TeleSur)
- Difesa della proprietà intellettuale ma senza che essa limiti e/o intralci la cooperazione tra i Paesi dell’area e il loro sviluppo
- “Parlare ad una sola voce” nei consessi internazionali (come all’ONU), attraverso una posizione univoca concordata in precedenza
- Sostegno a canali finanziari alternativi a quelli oggi vigenti (FMI, Banca Mondiale), attraverso lo sviluppo e l’utilizzo del SUCRE (moneta alternativa al dollaro) e del Banco de ALBA (istituzione di sviluppo finanziario della regione)
- Tentativo di modificare il sistema giuridico globale, almeno nella parte inerente le controversie Stato – multinazionali (rafforzando il ruolo del primo nei confronti delle seconde). Ad esempio, ALBA ha già implementato un sistema di coordinamento di difesa congiunta durante i processi internazionali.[7]
In definitiva, una delle definizioni più chiare che possono essere date del progetto ALBA-TCP, contrapposto al modello indicato e promosso dagli USA (in primis ALCA) per l’America Latina e i Caraibi, è quello del Dottor Aponte García:
“El ALBA como alternativa, y sin ànimo de plantear un discurso dicotòmico, plantea respuestas a cada uno de estas caracterìsticas/elementos de la crìtica al nuevo regionalismo. A la fuga de capital, antepone el rescate de la fuga de capital. Al modelo centrado en la inversiòn extranjera, contrapone la inversiòn regional. Al abordaje tradicional centrado en la liberalizaciòn del comercio y la inversiòn, contrapone un abordaje no-tradicional centrado en el comercio justo y la inversiòn regional. Ante la fragmentaciòn de la producciòn, contrapone la complementariedad en la producciòn. Ante la exclusiòn social, contrapone la inclusiòn social”[8].
Per quanto riguarda la CELAC, invece, quest’ultima viene stabilita il 22/23 Febbraio 2010 nella Riviera Maya, in Messico, e nasce ufficialmente il 2/3 Dicembre 2011 al Vertice di Caracas, in Venezuela. Essa comprende tutti gli Stati del continente Americano (ad eccezione degli USA e del Canada). Un fatto storico, mai avvenuto in precedenza, ma “sospirato” da circa due secoli, come esplicato chiaramente da questa frase di Fidel Castro (pronunciata il 23 Gennaio 1959):
“Hasta cúando vamos a permanecer divididos? Hasta cúando vamos a ser víctimas de intereses poderosos que se ensañan con cada uno de nuestros pueblos? Cuándo vamos a lanzar la gran consigna de unidad dentro de las naciones, por qué no se lanza también la consigna de unidad de las naciones?”. Egli proseguiva così: “Y quiénes deben ser los propugnadores de esa idea? Los venezolanos, porque los venezolanos la lanzaron al Continente Americano, porque Bolívar es hijo de Venezuela y Bolívar es el padre de la idea de la unión de los pueblos de América”.[9]
Questa organizzazione è costituita dai seguenti organismi:
- Vertice dei Capi di Stato e di Governo: il suo compito principale è quello di definire la linea politica, le priorità, le strategie e le azioni da intraprendere
- Riunione dei Ministri degli Esteri: può adottare risoluzioni, coordina delle posizioni comuni e promuove il dialogo politico all’interno della CELAC, revisiona il processo di integrazione dell’area e controlla il livello di realizzazione delle decisioni prese ai Vertici dei Capi di Stato e di Governo
- Presidenza “Pro Témpore”: organo di appoggio istituzionale, tecnico e amministrativo
- Riunione dei Coordinatori Nazionali: organo che fa da tramite tra la Presidenza e gli Stati membri
- Riunioni specializzate: comprendono tutte quelle aree fondamentali per la collaborazione regionale
- Troika: composta dallo Stato “Presidente”, dal predecessore e dal successore[10]
I principi sui quali si basa sono:
- Uguaglianza sovrana degli Stati, senza minaccia ne uso della forza
- Democrazia, rispetto dei diritti umani e dell’ambiente
- Pieno sostegno ad uno sviluppo sostenibile, in primis con prese di posizione chiare nei consessi internazionali
- Promozione del dialogo fra tutti i Paesi del mondo, in primo luogo in America Latina e nei Caraibi
- Solidarietà, inclusione sociale, equità e uguaglianza, complementarietà, flessibilità partecipazione, pluralità e diversità[11]
Infine, gli obiettivi che ha sono i seguenti:
- Promuovere decisamente l’integrazione dell’area, in primo luogo basata sullo sviluppo sostenibile. Ad oggi, la CELAC è un “semplice” foro di dialogo.
- Rafforzare il ruolo di questa regione nello scacchiere geopolitico mondiale, attraverso prese di posizione comuni e condivise
- Sviluppare meccanismi autonomi per la risoluzione delle controversie[12]
In conclusione, è possibile affermare che quest’area del mondo sta vivendo un processo integrazionista mai visto in precedenza. Tale sviluppo è però ancora agli albori e solamente con il rafforzamento della strada intrapresa sarà possibile raccogliere i frutti maturi di questa prima importante semina.
Note
[1] Pier Francesco Galgani, America Latina e Stati Uniti. Dalla Dottrina Monroe ai rapporti tra G.W. Bush e Chavez. Milano, Angeli 2007
[2] Grazie al quale il Generale Pinochet prese il posto del Presidente socialista Allende.
[3] Raffaele Nocera, Stati Uniti e America Latina dal 1823 a oggi. Carocci editore 2016
[4] Pier Francesco Galgani, America Latina e Stati Uniti. Dalla Dottrina Monroe ai rapporti tra G.W. Bush e Chavez. Milano, Angeli 2007
[5] Federico Merke, Gino Pauselli, Opiniòn Pùblica, antiamericanismo y polìtica exterior en América Latina, 2014, in www.academia.edu
[6] Consuelo Silva Flores, Carlos Eduardo Martins. Nuevo escenarios para la integraciòn en América Latina. Editorial Arcis, CLACSO
[7] Magister Juan Emilio Giusiano, ALBA-ALIANZA DEL PACIFICO (Modelos antagònistas de integraciòn hacia el interior de América Latina), Congreso IRI La Plata Argentina 2014, pagg. 8-9-10. www.iri.edu.ar (Instituto de Relaciones Internacionales de la Universidad Nacional de la Plata)
[8] Maribel Aponte García, Gloria Amézquita Puntiel, el ALBA-TCP, origen y fruto del nuevo regionalismo latinoamericano y caribeño, CLACSO, 2015, biblioteca.clacso.edu.ar
[9] Abel Enrique González Santamaría, El Destino Común de Nuestra América, Editorial Capitán San Luis, La Habana, 2016, pagg. 91-100
[10] Secretarìa de Relaciones Exteriores, Papel de México en la integraciòn de América Latina y el Caribe: creaciòn de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribenos (CELAC), Libro Blanco, 2010
[11] Secretarìa de Relaciones Exteriores, Papel de México en la integraciòn de América Latina y el Caribe : creaciòn de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribenos (CELAC), Libro Blanco, 2010
[12] Secretarìa de Relaciones Exteriores, Papel de México en la integraciòn de América Latina y el Caribe : creaciòn de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribenos (CELAC), Libro Blanco, 2010.
Foto Copertina: Telesurtv.
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