Sulla scia della crescente consapevolezza delle implicazioni per la sicurezza dell’apparato militare dovute agli effetti dei cambiamenti climatici, la nuova strategia per il clima dell’esercito USA contribuirà a rendere le forze statunitensi più resilienti, sostenibili e in grado di operare in tutti i settori tramite efficaci misure di adattamento e mitigazione, pur mantenendo un vantaggio strategico sugli avversari che agiscono in un mondo in piena emergenza climatica.
Cambiamenti climatici e sicurezza: un cambio di paradigma
Lo scorso febbraio, l’esercito americano ha pubblicato la prima strategia climatica volta a prevenire i danni causati dal riscaldamento globale e, al contempo, aumentare la prontezza delle forze militari a rispondere (tra gli altri) a siccità, inondazioni ed eventi meteorologici estremi e imprevedibili.[1] Spinta da un più ampio consenso tra forze armate e funzionari dell’intelligence sulle implicazioni per la sicurezza di un clima in rapida evoluzione in termini di concorrenza per le risorse naturali, conflitti e migrazioni[2], la strategia segna un notevole cambio di paradigma rispetto all’orientamento dell’ex inquilino della Casa Bianca Donald Trump, il quale ha ripetutamente messo in dubbio la possibilità che il riscaldamento globale sia correlato alle azioni umane e costantemente ignorato i rapporti delle agenzie di intelligence sui rischi per la sicurezza provocati dai cambiamenti climatici.[3] Fin dall’inizio infatti la presidenza di Biden ha delineato un approccio al cambiamento climatico marcatamente differente da quello del suo predecessore, prima con il formale rientro negli Accordi di Parigi,[4] e più recentemente con la pubblicazione di un Report contenente una valutazione delle potenziali minacce che il riscaldamento globale pone alla sicurezza degli Stati Uniti, in accordo con il Pentagono, il Consiglio di Sicurezza Nazionale e la comunità dell’Intelligence statunitense.[5] In particolare, pur rimanendo inalterato lo scopo principale dell’esercito di schierare, combattere e vincere la guerra delle nazioni riaffermando il proprio dominio, la pubblicazione di una nuova strategia per il clima deriva indubbiamente dal riconoscimento dei rischi significativi e urgenti associati ai cambiamenti climatici per l’esercito ad ogni livello, dalle operazioni delle unità, al modo in cui il servizio nel suo insieme equipaggia e sostiene le operazioni multi-dominio dei soldati.[6] Di fatto, come ha affermato la Segretaria dell’Esercito Christine Wormuth nella prefazione alla strategia, “il cambiamento climatico minaccia la sicurezza dell’America e sta alterando il panorama geostrategico per come lo conosciamo. Per i soldati di oggi che operano in ambienti con temperature estreme, combattono incendi e forniscono supporto in zone affette da uragani, il cambiamento climatico non è un futuro lontano, è una realtà”.[7] Per questi motivi, rimanere un passo avanti agli avversari ricercando vantaggi in termini di posizionamento strategico in un mondo alterato dal clima figura tra le priorità principali dell’esercito americano nei prossimi 30 anni.[8] In particolare, il Pentagono dovrà prepararsi alle potenziali conseguenze legate alla scarsità di acqua ed energia, ai danni alle infrastrutture e agli impianti, alle interruzioni delle operazioni, delle catene di approvvigionamento e della logistica causate dai cambiamenti climatici e dall’alterazione o limitazione del territorio su cui operano i veicoli dell’esercito,[9] al fine di rafforzare la resilienza e la sostenibilità delle forze statunitensi ad operare in tutti i settori con efficaci misure di adattamento e mitigazione, coerenti – al contempo – con gli sforzi di ammodernamento della Difesa.[10]
Rischi tangibili per l’esercito americano
Sebbene non sia tradizionalmente interessato all’ambientalismo (in parte per la mancanza di intersezione tra i movimenti “green” e la cultura e la politica del Pentagono), l’attenzione dell’esercito per il cambiamento climatico non è nuova. Per decenni gli strateghi statunitensi si sono allarmati in misura via via maggiore in merito alle implicazioni sulla sicurezza del settore militare a causa di eventi climatici estremi, e nello specifico per l’efficienza energetica e gli effetti sull’ambiente operativo. Tali apprensioni sono infine emerse all’interno della strategia, nella quale si rileva un aumento del rischio di conflitti armati nelle aree in cui gli ordini sociali appaiono fortemente alterati, ed in particolare nelle aree in cui gli effetti climatici esacerbano l’instabilità della popolazione, riducono l’accesso ai beni di prima necessità, indeboliscono le economie e le strutture di governo già fragili, nonché minacciano la produzione agricola e le infrastrutture.[11] Per le forze statunitensi, tuttavia, l’impatto negativo del riscaldamento globale e di eventi meteorologici estremi è divenuto sempre più tangibile: negli ultimi tempi le basi militari statunitensi – tra cui la Offutt Air Force Base in Nebraska e la Tyndall Air Force Base in Florida – hanno già subito danni fino a miliardi di dollari a causa di uragani e inondazioni; allo stesso modo, le temperature elevate del Texas e in generale degli Stati meridionali hanno reso più pericoloso l’addestramento di soldati e reclute nelle basi militari.[12] Ad ogni modo, con il 56% dell’impronta totale di carbonio del governo federale e il 52% del consumo di elettricità, il Dipartimento della Difesa contribuisce in larga misura alle emissioni statunitensi, richiedendo pertanto un maggiore sforzo nella riduzione delle emissioni, in linea con l’obiettivo finale di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra (GHG) entro il 2050.[13]
Una strategia a tre pilastri
Sulla base delle politiche e direttive stabilite dagli ordini esecutivi 14008 e 14057 – che istruiscono il governo degli Stati Uniti a lavorare verso l’obiettivo più ampio di un clima sostenibile e di una maggiore resilienza, la strategia dell’esercito perseguirà tre obiettivi principali, che includono la riduzione del 50% dell’inquinamento netto da gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005, il raggiungimento delle zero emissioni nette entro il 2050, e la considerazione delle implicazioni sulla sicurezza dei cambiamenti climatici nella strategia, nella pianificazione, nell’acquisizione, nella catena di approvvigionamento e nei documenti e processi di programmazione.[14] In tal senso, il raggiungimento dei suddetti obiettivi verrà concretizzato attraverso tre diverse linee d’azione (Lines Of Efforts, LOE). Il primo intervento riguarderà le installazioni per il rafforzamento della resilienza e della sostenibilità attraverso l’adattamento delle infrastrutture e degli ambienti naturali alle minacce dei cambiamenti climatici. Inoltre, gli sforzi in materia di acquisizione e logistica al centro della seconda linea d’azione aumenteranno la capacità operativa dell’esercito, riducendone la domanda di sostentamento e migliorandone la resilienza climatica. Infine, la terza linea d’azione affronterà la questione dell’addestramento, con l’obiettivo di preparare i militari “ad operare con prontezza in un mondo alterato dal clima”.[15] Due imprese contribuiranno al funzionamento della strategia in esame: in primo luogo, la modernizzazione dell’esercito creerà e fornirà soluzioni tecnologiche, mentre l’impresa di ricerca, sviluppo, test e valutazione (RDTE) dell’esercito ridefinirà i requisiti guida delle soluzioni tecniche e combinerà nuove tecnologie in sistemi efficaci da applicare nel mondo reale.[16]
Verso l’obiettivo: progetti sostenibili attuali e futuri
Tra le azioni per migliorare l’adattabilità infrastrutturale e la sostenibilità a fronte dei rischi del cambiamento climatico, il Pentagono sta attualmente lavorando allo sviluppo di forniture energetiche e idriche resilienti per contrastare potenziali minacce naturali, fisiche e informatiche in qualsiasi luogo. Al momento sono in azione 950 progetti di energia rinnovabile che forniscono 480 megawatt di energia all’esercito, e altri 25 progetti di microgrid sono previsti entro il 2024. Allo stesso modo, entro il 2040 l’esercito perseguirà anche l’obiettivo di generazione di energia rinnovabile e la capacità di accumulo di batterie per autosostenere le proprie missioni critiche;[17] verranno lanciati poi nuovi programmi per proteggere i 13 milioni di ettari di terreno a livello globale gestiti dalle forze armate statunitensi, tra cui il programma Army Compatible Use Buffer (ACUB), un sistema volontario di partnership locali che preserva il terreno di proprietà privata vicino alle installazioni dell’esercito.[18] Per quanto riguarda le tecnologie avanzate, da molti anni l’Esercito lavora per ridurre il consumo di combustibili fossili dei suoi veicoli. Tuttavia, a medio termine il Pentagono ha portato avanti ingenti investimenti in una solida rete di partnership per lo sviluppo di nuove tecnologie, e sono in corso intense attività di ricerca sui sistemi di propulsione e generazione di energia dei veicoli ibridi, al fine di integrare le tecnologie elettriche ibride in piattaforme esistenti e future e costruire veicoli tattici a trazione ibrida entro il 2035 (che saranno completamente elettrici entro il 2050).[19] Saranno inoltre organizzati wargame, stress test e simulazioni per ottenere una migliore comprensione delle potenziali fonti di interruzione della catena di approvvigionamento, che includono eventi meteorologici estremi, degrado del suolo, carenza di materie prime e azioni avversarie.[20] In conclusione, l’addestramento militare dovrà tenere conto della nuova e pressante natura del cambiamento climatico sulle future operazioni di combattimento e non: l’Esercito preparerà infatti le sue forze ad operare in ambienti climalterati pur mantenendo la capacità prevalere in combattimento attraverso specifici sforzi in materia di istruzione. In questo senso, il corso “Climate 101” dell’ Army Materiel Command rappresenta un esempio calzante per fornire ai pianificatori di installazioni e ai comandanti di guarnigione un’introduzione alla scienza del clima e alle sue implicazioni per l’energia, il territorio, l’acqua e il suolo. Allo stesso modo, i corsi su sostenibilità, resilienza ed energia che dovranno essere frequentati dal Corpo degli Ingegneri dell’esercito degli Stati Uniti e gli aggiornamenti del Programma di Istruzione (POI) bilanceranno i requisiti di apprendimento esistenti con l’urgenza del cambiamento climatico.[21]
Note
[1] T.Gardner, U.S. Army’s first climate strategy calls for emissions cuts, base protections, Reuters, 8 February 2022. Disponibile al link: https://www.reuters.com/markets/commodities/us-armys-first-climate-strategy-calls-emissions-cuts-base-protections-2022-02-08/ .
[2] S. Santangelo, Cambiamenti Climatici e Sicurezza Internazionale, Documenti geografici, [S.l.], n. 2, gennaio 2022. Disponibile al link: https://documentigeografici.it/index.php/docugeo/article/view/316 .
[3] President Trump on Climate Change, G7 Press Conference, 26 August 2019. Disponibile al link: https://youtu.be/pl1Rnz4zNkg.
[4] E.Peltier & S.Sengupta, U.S. formally rejoins the Paris Climate Accord, New York Times, 19 February 2021. Disponibile al link: https://www.nytimes.com/2021/02/19/world/us-rejoins-paris-climate-accord.html.
[5] Department of Defense, Climate Risk Analysis, October 2021. Disponibile al link: https://media.defense.gov/2021/Oct/21/2002877353/-1/-1/0/DOD-CLIMATE-RISK-ANALYSIS-FINAL.PDF.
[6] Department of the Army, Office of the Assistant Secretary of the Army for Installations, Energy and Environment. February 2022. United States Army Climate Strategy. Washington, DC, p. 4. Disponibile al link: https://www.army.mil/e2/downloads/rv7/about/2022_army_climate_strategy.pdf.
[7] Ivi, Prefazione.
[8] Assistant Secretary of the Army (Installations, Energy and Environment), The Army Climate Strategy, 8 February 2022. Disponibile al link: https://www.army.mil/standto/archive/2022/02/08/.
[9] Department of the Army, United States Army Climate Strategy, op. cit., p. 5.
[10] US Army Public Affairs, US Army releases its Climate Strategy, 8 February 2022. Disponibile al link: https://www.army.mil/article/253754/us_army_releases_its_climate_strategy.
[11] Supra (8), pp. 4-5.
[12] T.Gardner, op. cit..
[13] M. Birnbaum & T. Root, The U.S. Army has released its first-ever climate strategy. Here’s what that means.10 February 2022. Disponibile al link: https://www.washingtonpost.com/climate-solutions/2022/02/10/army-military-green-climate-strategy/ .
[14] Department of the Army, United States Army Climate Strategy, op. cit., p. 5.
[15] U.S. Army has new strategy to tackle climate change, NBC News, 18 February 2022. Disponibile al link::https://www.nbcnews.com/now/video/u-s-army-has-new-strategy-to-tackle-climate-change-133445702000.
[16] Supra (13).
[17] Ivi, p. 6.
[18] Ivi, pp. 8-9.
[19] Ivi, p. 10.
[20] Ivi, p. 13.
[21] Ivi, pp. 14-15.
Foto copertina: A Marine with Company F, 4th Light Armored Reconnaissance Battalion, sprints to his next position while buddy rushing during a live-fire exercise at the Army National Training Center Fort Irwin, California, July 13, 2014.