Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, tra percorsi giuridici ibridi e programmi a favore dello Stato di diritto.
Cos’è la “rule of law”?
“Rule of law”, o più comunemente stato di diritto, esige la famosa separazione dei poteri elaborata da Montesquieu, fondata sul principio di legalità e sull’ assenza di arbitrio nella gestione del potere. Stato di diritto non è sinonimo di democrazia e la dottrina ne riconosce un ampio dibattito. “Il bene morale che la rule of law difende è quello di rendere gli atti dell’autorità ragioni per l’azione umana e, più in generale, di proteggere gli individui dall’interferenza arbitraria altrui. Di conseguenza, le regole giuridiche devono essere in grado di poter essere seguite da esseri ragionevoli, capaci di un’attività di deliberazione e di scelta. Si esclude, pertanto, che queste regole siano intese in modo causale (o meccanico), per determinare il comportamento dei destinatari”.[1]
Asia Centrale, stato di diritto e discrepanze
In Asia, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, sono nati molti nuovi Stati indipendenti in seguito al processo di decolonizzazione. Si è instaurato un sistema di “valori asiatici”, tuttavia totalmente diversificati per via degli intrecci delle varie culture. La common law e il sistema parlamentare westminsteriano furono portati dagli inglesi; l’amministrazione e il diritto civile e romano-olandese furono portati dagli olandesi, dai francesi, dai portoghesi e dagli spagnoli; e, nella seconda metà del Novecento, i sistemi sovietico-socialisti furono portati dal comunismo marxista. Con il diritto e il regime politico da un lato, e le arti, la cultura e i processi educativi dall’altro, apparve in Asia una varietà di ambienti culturali.[2]
Lo stato di diritto resta debole se influenzato da regole autoritarie, corruzione, malgoverno ed inefficienza dei tribunali.
In Asia Centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan) il processo di sostegno allo Stato di diritto è molto complesso anche se accompagnato da una miriade di iniziative top down.
Il Kazakhstan presenta un sistema di civil law influenzato dal diritto romano-germanico e dalla teoria e pratica della Federazione Russa. Nel 2005 il Kazakistan ha affrontato nuove sfide nei settori della sicurezza, della riforma legislativa e delle elezioni. Prestando attenzione alle preoccupazioni del Paese ospitante il Centro OSCE di Almaty ha offerto il suo sostegno per conseguire un equilibrio tra sicurezza e diritti dell’uomo, stabilità e riforme, diritti e responsabilità.
Il Kazakistan Rule of Law Program (2020-2025), finanziato dall’USAID, sostiene il miglioramento degli investimenti e del clima imprenditoriale e del quadro giuridico per le organizzazioni della società civile (OSC), la modernizzazione della magistratura e l’eliminazione dei pregiudizi reali e percepiti per aumentare indipendenza e professionalità della magistratura. Il programma si basa su una partnership di quasi tre decenni tra il Kazakistan e gli Stati Uniti per modernizzare il sistema giudiziario, rafforzare la fiducia del pubblico nella magistratura e attuare le riforme giudiziarie.[3]
Il Kirghizistan detiene un sistema giuridico basato sul diritto civile francese e russo. Il 16 gennaio 2007 il presidente Kurmanbek Bakiev ha firmato la nuova Costituzione, approvata dal Parlamento il 30 dicembre 2006, che ha abolito la pena di morte, stabilendo all’art. 14 che “nella Repubblica Kirghiza la vita è diritto inalienabile di ogni persona” e che “Nessuno può essere privato della vita”.
Nel processo di riforma giudiziaria e di riparazione dello stato di diritto, secondo il National Target Program for Development of the Judiciary del paese, i sistemi di informazione automatizzati devono essere ampliati e implementati nell’intero sistema giudiziario, non solo in tutti i tribunali di primo grado, ma anche nei tribunali di secondo e terzo grado. Finanziato dall’Unione Europea e dalla Repubblica Federale di Germania, IDLO sta attuando un progetto che mira ad espandere il Sistema Informativo Automatizzato della Corte in tutta la magistratura. [4] “The Rule of Law Programme in the Kyrgyz Republic – 2nd phase” espone le chiavi essenziali del cambiamento:
- Lacune, conflitti e clausole corruttrici nella legislazione;
- Qualità insufficiente dei progetti di regolamento e carenze nelle leggi;
- Capacità insufficiente di effettuare analisi e preparazione di progetti di atti giuridici;
- Alto livello di corruzione nel sistema giudiziario;
- Limitata trasparenza dell’azione penale;
- Procedimenti giudiziari non completi;
- Conformità alle norme internazionali.
Il Tagikistan è un paese di civil law: dall’indipendenza del Tagikistan dall’Unione Sovietica nel settembre 1991 si è cercato di ricostruire completamente il suo sistema legale, che per lo più ha avuto successo. Va notato che le leggi e altri atti dell’URSS sono stati applicati fino all’adozione delle nuove leggi e di altri atti del Tagikistan. Molte leggi in Tagikistan, in particolare quelle che si ritiene svolgano un ruolo importante nel sistema legale e nello sviluppo economico, sono state sviluppate con l’assistenza di esperti legali stranieri. Con l’assistenza e la consulenza di esperti di paesi di common law, nell’ambito dei progetti USAID o della Banca mondiale. Le leggi procedurali, invece, – come il Codice di procedura civile e il codice di procedura economica – sono state sviluppate con gli ampi contributi di avvocati di paesi di diritto civile, in particolare Germania.[5]
Il Tagikistan è uno stato basato sullo stato di diritto (articolo 1 della Costituzione). Il sistema legale in Tagikistan si basa sulla gerarchia delle norme giuridiche, anch’esse suddivise in base all’area della regolamentazione.
L’UNDP ha promosso il “Rule of Law and Access to Justice Programme” in Tagikistan, raggiungendo una serie di traguardi:[6]
- Rule of Law Policy Dialogue;
- Free Legal Aid;
- Capacity development;
- International human rights obligations;
- Specialized Legal Aid Center for people with disabilities.
Un caso interessante è quello del Turkmenistan: il sistema giuridico in uso nel Paese si basa su una commistione tra la legge islamica e civil law. La giurisdizione della Corte Internazionale non è accettata. Secondo l’articolo 1 della Costituzione, il Turkmenistan è uno stato laico democratico che opera secondo lo stato di diritto, il cui governo assume la forma di una repubblica presidenziale.
La corruzione è endemica all’interno dei tribunali turkmeni e sono ulteriormente minati da un profondo clientelismo e da reti clientelari. Nonostante l’enfasi posta da Berdimuhammedov sulla necessità di riforme istituzionali, l’attuale presidenza ha attuato solo interventi marginali. Definito da Freedom House uno ‘stato di polizia’, il Turkmenistan registra non a caso il più basso punteggio di democratizzazione su scala regionale assieme all’Uzbekistan.[7]
Il diritto contemporaneo della Repubblica dell’Uzbekistan appartiene a una famiglia di civil law, in procinto di adattarsi ai moderni standard legali anche se ancora basata sulla Shari’a e sull’adat (diritto consuetudinario). Il progetto “Rule of Law Partnership in Uzbekistan”, finanziato dall’USAID, migliora l’accesso del pubblico e la fiducia nel sistema giudiziario del paese, concentrandosi principalmente sui tribunali penali, economici, amministrativi e civili. Il progetto lavora a stretto contatto con la Corte suprema della Repubblica dell’Uzbekistan, l’Alto Consiglio giudiziario e altri attori chiave nei settori della magistratura e della giustizia nazionale. Il principale risultato del progetto è stato quello di trasformare i tribunali dell’Uzbekistan da strumenti dell’amministrazione governativa a mezzi per garantire il rispetto dei diritti dei cittadini.[8]
“Central Asia Rule of Law Programme” (2020-2023) [9]
Il programma copre tutti e cinque i paesi della regione – Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan – ed è in linea con la politica del Consiglio d’Europa nei confronti delle regioni vicine che cerca di facilitare la transizione politica democratica; contribuire a promuovere il buon governo, sulla base degli standard, dei meccanismi e degli strumenti pertinenti del Consiglio d’Europa; e rafforzare e ampliare l’azione regionale del Consiglio d’Europa nella lotta contro le minacce transfrontaliere e globali.
Questo programma quadriennale mira a rafforzare i diritti umani, lo stato di diritto e la democrazia in conformità con gli standard europei e internazionali, sulla base di un approccio basato sulla “facilitazione della creazione di uno spazio giuridico comune tra Europa e Asia centrale”.[10]
Questo programma di resilienza dimostra l’importanza strategica riconosciuta dall’UE all’area dell’Asia Centrale, anche se l’adeguamento allo stato di diritto dimostra essere un processo a lungo termine.
Note
[1] Francesco Viola, Il Rule of Law come idea di società, in Materiali per una cultura della legalità, a cura di G. Acocella, Giappichelli, Torino 2020, p. 26.
[2] Alice Ehr Soon Tay, I valori asiatici e il rule of law, Juragentium, 2005.
[3] Available on https://www.usaid.gov/kazakhstan/fact-sheets/kazakhstan-rule-law#:~:text=The%20USAID%2Dfunded%20Kazakhstan%20Rule,to%20increase%20judicial%20independence%20and
[4] Available on https://www.idlo.int/fr/what-we-do/initiatives/rule-law-kyrgyz-republic
[5] Available on https://www.nyulawglobal.org/globalex/Tajikistan1.html#_Toc409871001
[6] Availabe on https://www.undp.org/tajikistan/projects/rule-law-and-access-justice-programme
[7] Available on https://proeliumlaw.com/turkmenistan-legal-country-profile/
[8] Available on https://www.usaid.gov/uzbekistan/fact-sheets/rule-law-partnership-uzbekistan
[9] Available on https://www.coe.int/en/web/programmes/central-asia1
[10] European Union External Action.
Foto copertina: UNDP and Supreme Court leadership sign the project document