La neutralità si sgretola. La richiesta di adesione alla NATO avanza e Londra protegge le spalle ai Paesi Scandinavi
Stoccolma- Helsinki: una linea diretta unisce Svezia e Finlandia in un momento critico per gli equilibri geopolitici. Fino al giorno precedente l’invasione in Ucraina, i due Paesi scandinavi hanno proseguito la strada della neutralità. I recenti sviluppi hanno condotto i due Stati a rimuovere questo mantello neutrale, a rivedere le politiche di sicurezza, cercando rapidamente di entrare a far parte della Nato. Negli ultimi sondaggi si è evidenziata la volontà di unirsi all’Alleanza Atlantica, considerando anche il ruolo attivo che i due Paesi hanno iniziato ad assumere all’interno del conflitto tramite aiuto militare, tecnico ed umanitario. Le continue notizie, rilanciate dai media, su presunti sconfinamenti di aerei russi sullo spazio aereo dei paesi, o sugli avvistamenti di sottomarini russi in acque finlandesi hanno condotto ad interrogarsi sula neutralità dei Paesi. Inoltre, ormai da tempo si assiste ad esercitazioni congiunte insieme alla Nato.
In particolare anche la Finlandia appare sempre più attiva partecipante della Nato del Nord a guida britannica tesa a integrare gradualmente Svezia e Finlandia nei dispositivi della Nato.
Sottopressione di due paesi scandinavi già membri dell’ alleanza atlantica (Danimarca e Norvegia) si è infatti creato un coordinamento permanente tra i paesi del Nord e la Gran Bretagna che prevede incontri annuali dei ministri degli esteri e della difesa al fine di discutere i propri piani della difesa, programmare iniziative congiunte, coordinare le spese militari e impostare una politica comune.[1]
L’entrata di Svezia e Finlandia nella Nato “agita” Mosca, Washington e le cancellerie europee. Le conseguenze geopolitiche e strategiche sarebbero innumerevoli. Da un lato in dottrina l’allargamento dei due Paesi è visto come l’ennesimo errore valutativo di Putin, dall’altro si connoterebbe un quadro politico nuovo nel Mar Baltico.
Come la prenderebbe Putin? Quali potranno essere le conseguenze nella scacchiera geopolitica mondiale?
Nel frattempo in Finlandia, dove al governo vi è una variegata coalizione di centrosinistra, la discussione in merito all’ingresso nella Nato è stata avviata dallo SPD già in febbraio; in Svezia la sinistra radicale del Vänsterpartiet chiede un referendum, mentre i liberalconservatori dei Moderaterna sono favorevoli alla NATO, così come lo è l’estrema destra degli Sverigedemokraterna. .[2]
Finlandia e Svezia, stati membri dell’Unione Europea dal 1995, in realtà hanno già sotterrato il loro status di neutralità. In merito alla logica Nato, l’idea di un’adesione rappresenterebbe un cambiamento strutturale, in primis per il rafforzamento militare che i due Paesi stanno adoperando. La preoccupazione maggiore riguarda gli equilibri ormai vacillanti, l’avanzare del multipolarismo e le scelte dei futuri vertici.
La situazione ha visto una svolta nella giornata dell’11 Maggio, con la visita del Primo Ministro Boris Johnson in Svezia e la firma con il primo ministro Magdalena Andersson di un accordo di mutua difesa e protezione. Il secondo accordo è stato annunciato in una conferenza stampa congiunta con il presidente finlandese Sauli Niinistö.
Johnson ha affermato che la “dichiarazione solenne” tra Regno Unito e Finlandia rifletteva “l’estrema difficoltà dei tempi in cui ci troviamo”.[3]
Alla richiesta della BBC di precisare esattamente cosa farebbe il Regno Unito se la Russia attaccasse la Svezia, Johnson ha affermato che l’accordo significa che “su richiesta dell’altra parte, saremmo venuti in aiuto”.
La Andersson ha dichiarato che il suo paese sarebbe più sicuro grazie all’accordo di assistenza reciproca con il Regno Unito, aggiungendo: “Ovviamente questo significa qualcosa. Questo è importante qualunque sia la scelta politica che facciamo in Svezia”.[4]
Inoltre, sulla prima pagina del The Guardian si legge: “ La dichiarazione del Regno Unito va oltre qualsiasi garanzia bilaterale fornita finora da qualsiasi altro paese della NATO ed è progettata per coprire il periodo di transizione potenzialmente vulnerabile tra la domanda di adesione alla NATO e l’adesione a pieno titolo, il punto in cui entrano in gioco le protezioni di difesa collettiva complete dell’articolo 5 della NATO. La transizione è percepita come il momento di massimo rischio per Stoccolma e Helsinki e potrebbe durare fino a 12 mesi poiché ciascuno dei 30 stati Nato deve ratificare la propria adesione”.
La Russia ha ripetutamente messo in guardia entrambi i Paesi sulle “conseguenze imprevedibili” della loro eventuale adesione alla Nato. Il Cremlino ha già affermato che, qualora i due Paesi dovessero entrare nella Nato, sarebbe costretto a “ristabilire l’equilibrio militare” rafforzando le sue difese nel Mar Baltico, anche dispiegando armi nucleari. “Ci si può dimenticare dei Baltici non nucleari se Svezia e Finlandia si uniscono alla Nato”. Lo ha scritto su Telegram Dmitrij Medvedev, vice presidente del consiglio di sicurezza della Russia, citato dall’agenzia russa Tass.
La Corea del Nord ha dichiarato che un passo simile da parte dei Paesi Scandinavi aggraverebbe la situazione in Ucraina. Intanto dal punto di vista giuridico nel percorso di adesione alla Nato, resterebbe come ultimo step, la verifica dei requisiti di adesione ai sensi dell’art. 10 del Trattato del Nord Atlantico[5], requisiti che entrambi i Paesi sembrano soddisfare. [6]
Si tratta solo dell’ultimo step del percorso di adesione, i cui requisiti generali vengono definiti dall’articolo 10 del Trattato del Nord Atlantico del 1949 su cui si fonda l’Alleanza. Requisiti che i due paesi sono probabilmente già in grado di soddisfare.
“Se Svezia e Finlandia decidono di entrare nella Nato saranno accolti a braccia aperte”, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. “Mi aspetto che il processo sia veloce dopo che le formalità saranno espletate”.
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Note
[1] L. Battisti, La Finlandia vira verso destra. Divisa tra Russia e Nato.
[2] Available on https://www.valigiablu.it/svezia-finlandia-nato-russia/
[3] Available on https://www.bbc.com/news/uk-61408700
[4] Available on https://www.theguardian.com/world/2022/may/11/johnson-security-assurances-sweden-and-finland-not-just-symbolic
[5] Art. 10 Le parti possono, con accordo unanime, invitare ad aderire a que- sto Trattato ogni altro Stato europeo in grado di favorire lo sviluppo dei principi del presente Trattato e di contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni Stato così invitato può divenire parte del Trattato depositando il proprio strumento di adesione presso il governo degli Stati Uniti d’America. Il governo degli Stati Uniti d’America informerà ciascuna delle parti del deposito di ogni strumento di adesione.
[6] Il Fatto Quotidiano
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