Dopo la bocciatura di un emendamento contenuto nel decreto sulla Semplificazione Fiscale con cui si proponeva l’abbassamento dell’Iva sui prodotti igienici femminili, in Italia l’aliquota in vigore resta quella applicata ai beni di lusso, pari al 22%. In molte nazioni europee e nel mondo la Tampon Tax è stata invece significativamente ridotta o abolita.
Ancora polemiche nei mesi scorsi sulla cosiddetta Tampon Tax, l’Iva sulla vendita di assorbenti pari al 22% (la stessa applicata ai beni di lusso) invece che al 5% come per i prodotti medici. L’argomento è tornato alla ribalta a causa di un emendamento proposto dal PD e contenuto nel decreto sulla Semplificazione Fiscale[1] con cui si proponeva l’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti e su altri prodotti igienici femminili. L’emendamento è stato bocciato dal governo con 253 voti contrari e 189 favorevoli; la presidente della Commissione Bilancio della Camera, Carla Ruocco, ha dichiarato in aula che non vi erano coperture in quanto il costo complessivo per l’abbassamento dell’Iva al 10% sarebbe stato di circa 212 milioni, mentre avrebbe superato i 300 milioni se fosse stata abbassata al 5%[2].
La Tampon Tax resta dunque interamente a carico delle donne. Ne è seguito un duro dibattito in cui queste ultime hanno evidenziato come l’utilizzo degli assorbenti non possa considerarsi una scelta, tantomeno di lusso, mentre diversi uomini hanno suggerito in alternativa l’uso della coppetta mestruale (tassata sempre al 22%) facendo leva anche su questioni ambientali ed economiche[3]
L’argomento è oggetto di discussione anche in Germania, dove una petizione sulla riduzione della Tampon Tax è stata presentata lo scorso febbraio dalla testata online Neon e dalla start-up Einhornsul sul portale del Bundestag, il parlamento tedesco, avanzando una proposta simile a quella italiana e ricevendo ampi consensi (più di 80.000 sottoscrizioni)[4].
La proposta tedesca chiedeva nello specifico di ridurre l’Iva sugli assorbenti e gli altri prodotti femminili legati al ciclo mestruale dall’attuale 19% al 7%, facendo leva sull’eccessività della tassazione per un prodotto il cui utilizzo rappresenta una necessità e non una scelta, configurando così un danno a carico di tutte le donne. La riduzione dell’Iva dal livello dei beni di consumo a quello dei beni necessari ai bisogni quotidiani ristabilirebbe quindi equità non solo dal punto di vista economico ma anche di trattamento[5].
The Tampon Book
A differenza della proposta italiana, la petizione tedesca mira a includere nel cambio di IVA tutti i prodotti connessi al ciclo mestruale e all’igiene femminile, tra cui la coppetta, così da qualificarli come prodotti medici necessari e tassarli di conseguenza. Ciò apre la via ad una più ampia riflessione sul tema che necessita di essere affrontato non solo in termini fiscali ma come ulteriore estrinsecazione della disparità di trattamento subita dalle donne nei più vari contesti.
Più recentemente, ha suscitato molto scalpore l’iniziativa della startup tedesca The Female Company che ha messo in vendita un progetto editoriale molto particolare: The Tampon Book, composto da 46 pagine dedicate a storie sulle mestruazioni dall’antichità ad a oggi, con varie illustrazioni ma soprattutto con una confezione da 15 assorbenti. Scopo dell’iniziativa è quello di aggirare la vigente tassazione del 19%, dal momento che questi assorbenti possono essere considerati parte integrante del libro e quindi tassati al 7%, come un prodotto editoriale. In poche settimane sono state vendute decine di migliaia di copie del volume, mentre 100 copie sono state spedite ai vari esponenti politici tedeschi così da invitarli a riflettere sulla tematica[6].
Cosa accade negli altri paesi?
Per quel che concerne la situazione negli altri Paesi, la Spagna aveva annunciato già lo scorso anno il passaggio dell’Iva sui prodotti per l’igiene femminile dal 10% al 4%, cioè la tassazione applicata ai beni di prima necessità in base all’attuale normativa, mentre la Scozia si è distinta per un’iniziativa che prevedeva la distribuzione di assorbenti gratuiti alle studentesse nelle scuole e nelle Università, inizialmente limitata ad un’area circoscritta e poi estesa in tutto il Paese; la Francia ha ridotto la Tampon Tax dal 20% al 5,5% già a dicembre 2015, mentre in Belgio la tassazione è scesa dal 21% al 6%, la stessa percentuale già applicata nei Paesi Bassi; la Gran Bretagna ha ridotto la tassazione sui prodotti femminili dal 20% al 5% nel 2000 e l’Irlanda non la applica affatto[7], sebbene la normativa dell’Unione Europea abbia successivamente imposto una tassazione ridotta ma pur sempre presente sui prodotti igienico-sanitari[8].
Vi sono però altri Paesi in cui, similarmente a quanto accade in Italia, la tassazione resta particolarmente elevata: in Ungheria la Tampon Tax è del 27% mentre Norvegia, Svezia e Danimarca applicano una percentuale del 25%[9].
Volgendo lo sguardo al resto del mondo, si rileva l’abolizione della Tampon Tax nel 2015 in Canada, dopo una petizione presentata al governo, e nel 2016 nello Stato di New York. L’Australia ha applicato un’imposta del 10% fino al 2018, anno in cui è stata abolita dopo ben 18 anni di proteste al riguardo. Negli Stati Uniti le tassazioni applicate sui prodotti per l’igiene femminile sono diverse, ma negli ultimi anni la Tampon tax è stata abolita in Massachusetts, Minnesota, Maryland, Pennsylvania e New Jersey[10]. L’India applicava una tassazione del 12% sui prodotti femminili, ma a seguito di molte proteste e manifestazioni ha abolito la Tampon Tax a partire da luglio 2018. Il Kenia si è adoperato fin dal 2004 per ridurre la tassazione e dal 2011, in collaborazione con ZanaAfrica, ha dato attuazione a un progetto che prevedeva la distribuzione gratuita di assorbenti nelle scuole[11].
In Italia l’IVA al 22% si inserisce in un quadro fiscale che applica la stessa aliquota anche a pannolini, carta igienica, trattamenti di bellezza, abbigliamento, mobili, apparecchi informatici, elettrodomestici ed acqua minerale in bottiglia; il 10% di Iva è previsto invece per prodotti quali gas ed elettricità per usi non industriali, carni, yogurt, ristoranti, alberghi; l’aliquota del 4% si applica infine ai beni essenziali come i generi alimentari di prima necessità, gli apparecchi ortopedici, protesi, libri e periodici.
Una campagna social mirata proprio all’abbattimento della Tampon Tax è stata lanciata lo scorso dicembre, raccogliendo in poco tempo più di 225.000 firme su Change.org[12], dall’associazione Onde Rosa, composta da ragazze tra i 14 e i 30 anni che hanno come obiettivo “il raggiungimento dell’uguaglianza tra i sessi” e diventata un fenomeno virale. Una portavoce dell’associazione, Gaia Romani, a seguito della bocciatura dell’emendamento proposto dal PD ha dichiarato in un articolo pubblicato su IoDonna: “Non è accettabile che si dica che non ci sono i soldi, perché questo equivale a dire che quei soldi ce li metteranno le donne. Quei 212 milioni li pagheranno le donne, perché considerare gli assorbenti un bene di lusso significa gravare sulla necessità delle donne“[13].
In futuro la situazione potrebbe addirittura peggiorare: qualora venissero sforati i vincoli di bilancio, infatti, si verificherebbe in modo automatico un ulteriore aumento dell’Iva.
E’ destinata a proseguire, dunque, la battaglia per il taglio dell’Iva su assorbenti e tamponi efficacemente sintetizzata dallo slogan “il ciclo non è un lusso”, in attesa che l’Italia segua l’esempio già dato da altri Paesi europei e non solo.
Note
[1] cfr. money.it, Disposizioni per la semplificazione fiscale, il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell’evasione fiscale https://www.money.it/IMG/pdf/semplificazioni_fiscali.pdf
[2] cfr. Skytg24, Taglio Iva sugli assorbenti, la Camera boccia l’emendamento: costerebbe 300 milioni, 14/05/2019 – https://tg24.sky.it/economia/2019/05/14/taglio-iva-assorbenti-camera-boccia-emendamento-.html
[3] cfr. glistatigenerali.com, Discutere sulla Tampon Tax senza argomentazioni di comodo: il caso tedesco, 31/05/2019- https://www.glistatigenerali.com/costumi-sociali_questioni-di-genere/discutere-sulla-tampon-tax-senza-argomentazioni-di-comodo-il-caso-tedesco/.
[4] cfr. Deutscher Bundestag, Petition 91015 – https://epetitionen.bundestag.de/petitionen/_2019/_02/_09/Petition_91015.nc.html
[5] cfr. glistatigenerali.com, Discutere sulla Tampon Tax senza argomentazioni di comodo: il caso tedesco, 31/05/2019- https://www.glistatigenerali.com/costumi-sociali_questioni-di-genere/discutere-sulla-tampon-tax-senza-argomentazioni-di-comodo-il-caso-tedesco/
[6] cfr. wired.it, Il libro con gli assorbenti allegati: ecco come in Germania hanno aggirato la Tampon Tax, 25/06/2019- https://www.wired.it/lifestyle/salute/2019/06/25/libro-assorbenti-germania/
[7] cfr. vice.com, Quanto sono tassati gli assorbenti in Europa rispetto all’Italia?, 16/10/2018 https://www.vice.com/it/article/evw7bj/quanto-sono-tassati-gli-assorbenti-in-europa-rispetto-allitalia
[8] cfr. eur-lex.europa.eu, Council Directive 2006/112/EC of 28 November 2006 on the common system of value added tax – https://eur-lex.europa.eu/eli/dir/2006/112/oj
[9] cfr. vice.com, Quanto sono tassati gli assorbenti in Europa rispetto all’Italia?, 16/10/2018 https://www.vice.com/it/article/evw7bj/quanto-sono-tassati-gli-assorbenti-in-europa-rispetto-allitalia
[10] cfr. greenme.it, Tampon Tax: gli assorbenti e i pannolini (al contrario dei rasoi) rimangono tassati come beni di lusso, 7/12/2918 – https://www.greenme.it/vivere/costume-e-societa/tampon-tax/
[11] cfr. vice.com, Quanto sono tassati gli assorbenti in Europa rispetto all’Italia?, 16/10/2018 https://www.vice.com/it/article/evw7bj/quanto-sono-tassati-gli-assorbenti-in-europa-rispetto-allitalia
[12] cfr. ghange.org, Stop TAMPON TAX, il ciclo non è un lusso! – https://www.change.org/p/stop-tampontax-il-ciclo-non-%C3%A8-un-lusso-mef-gov-giuseppeconteit-giuliagrillom5s
[13] cfr. iodonna.it, Tampon Tax: il ciclo non è un lusso. Ma il governo sceglie di (continuare) a tassarlo come tale, 17/05/2019- https://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2019/05/17/tampon-tax-il-ciclo-non-e-un-lusso-ma-il-governo-sceglie-di-continuare-a-tassarlo-come-tale/
Foto copertina: DeejayTv
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