Finora, il potenziale turco di acquisire un ruolo maggiore nell’Asia Centrale è stato limitato da alcuni fattori, tra cui la tradizionale egemonia russa. Dopo la guerra in Ucraina, ci sono spiragli per un nuovo protagonismo di Ankara.
A seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica, la Turchia fu la prima a riconoscere l’indipendenza degli stati della regione dell’Asia Centrale e a stabilire relazioni diplomatiche, cercando di riempire quel vuoto di potere lasciato dalla Russia.
Dal 1990 in poi, il pragmatismo perseguito da Ankara, che ha abbandonato, gradualmente, un’ambiziosa politica estera guidata dal panturchismo, ha permesso alla Turchia di rafforzare le sue relazioni bilaterali con gli stati dell’Asia Centrale.
Secondo il governo turco, l’Asia Centrale è “strategicamente importante per la sicurezza e la stabilità della regione euro-atlantica. Le sue risorse energetiche sono vitali per la sicurezza energetica globale.”[1]
Il rafforzamento della cooperazione multilaterale è avvenuto grazie ad una serie di iniziative e di organizzazioni, come il TÜRKSOY, organizzazione internazionale degli stati di lingua turca, il TURKPA, assemblea parlamentare degli stati turchi, e attraverso il Consiglio Turco (conosciuto anche come Consiglio di Cooperazione dei paesi turcofoni), organizzazione intergovernativa il cui scopo è quello di promuovere la cooperazione tra i paesi turcofoni.
Storia della politica estera turca verso l’Asia Centrale
Dopo il collasso del blocco sovietico nel 1990 e l’ottenimento dell’indipendenza da parte dei paesi dell’area, la Turchia ha sviluppato una politica estera più attiva verso l’Asia Centrale.
Le relazioni tra Turchia e i cinque stati centro-asiatici si sono sviluppate in modo rapido, grazie agli elementi culturali, linguistici e storici in comune.
Inizialmente guidato da un idealismo panturco, il soft power di Ankara ha conosciuto fasi alterne di successo, dovuto anche alla dipendenza turca dal gas e petrolio russo che ha impedito di contrastare gli interessi di Mosca nell’ex area di influenza sovietica.
In un’intervista del 2012, il ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu, dichiarò che gli obiettivi primari della Turchia verso i paesi dell’Asia Centrale consistono nel supportare “un modello democratico funzionante e un’economia di libero mercato; nella stabilità politica ed economica nella regione; nel contribuire a far emergere un ambiente favorevole per la cooperazione regionale.”[2]
Gradualmente, la Turchia ha rinunciato all’intento di promuovere riforme democratiche per concentrarsi sulla sicurezza regionale, dopo aver abbandonato la linea ideologica ed aver optato per una più pragmatica, dettata dal principio della non interferenza negli affari interni.
Sono stati soprattutto gli interessi economici e la sicurezza energetica ad accelerare le relazioni, sebbene in una prima fase (dal 1990 al 2000 circa) non siano state soddisfacenti, per poi aumentare in maniera notevole. Sin dal 1992, la Turchia ha avuto un ruolo centrale nei Summit dei paesi turcofoni, con l’obiettivo di accrescere la solidarietà e creare nuove opportunità di cooperazione tra stati “fratelli”. Con la firma dell’accordo di Nakhchivan nel 2009, questo processo ha acquisito una struttura istituzionale e si è stabilito il Consiglio di Cooperazione degli stati turcofoni, recentemente rinominato Organizzazione degli Stati Turchi. È formato da quattro stati membri: Turchia, Azerbaigian, Kazakistan e Kirghizistan e nel 2019, secondo il ministro degli esteri turco, anche l’Uzbekistan ha richiesto di farne parte, mentre il Turkmenistan vorrebbe essere uno stato osservatore nel Consiglio. [3]
La guerra in Ucraina e la possibilità di un maggiore protagonismo turco
L’invasione russa dell’Ucraina ha messo in discussione gli equilibri geopolitici finora esistenti. Anche per la regione centro asiatica, quello attuale è un momento di profondo cambiamento: la presenza russa, incontrastata fino a poco tempo fa, è in forte crisi; l’influenza dell’Occidente è in declino da anni (in particolare, dal ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan); la Cina ha una forte presenza nella regione, ma l’ostilità dei cittadini dell’Asia centrale verso Beijing continua a crescere. [4]
In tutto ciò, la Turchia sta cercando di rafforzare il suo ruolo e di stringere legami più stretti con gli stati del Turkic Council. L’immagine della Russia, che ricopriva un ruolo egemonico nella regione, è deteriorata a causa del suo interventismo in Ucraina ed alcuni stati si sono già rivolti ad Ankara per la fornitura di beni solitamente fornita da Russia e Ucraina.
Nonostante gli importanti legami con la regione, le relazioni economiche tra Turchia e i paesi centro-asiatici sono rimaste piuttosto limitate e il loro volume commerciale nel 2018 è stato di 6 milioni di dollari, ossia solo l’1.5% del commercio estero totale turco[5] e i Paesi dell’Eurasia non rientrano tra i primi venti mercati esteri destinatari dei beni di produzione turca
Oltre a Russia e Cina, che sono i principali attori commerciali, ci sono anche altri “rivali” con cui la Turchia deve fare i conti, come ad esempio l’Iran, che è anche un paese di transito, di cui la Turchia è dipendente per il suo commercio con l’Asia Centrale, dal momento che non confina con la regione.
Ciononostante, gli scambi commerciali sono in forte crescita. Nel 2020 l’Uzbekistan è stato la principale destinazione dei prodotti turchi e il valore delle importazioni dalla Turchia è cresciuto notevolmente, da 151 milioni di dollari a 1.5 miliardi. [6]
La Turchia si sta imponendo come un importante partner commerciale per la regione e un’alternativa per diversificare le importazioni.
Allo stesso tempo, la Repubblica Turca continua a cercare nuove rotte di trasporto, come il Trans-Caspian International Transport Route (TITR) o “The Middle Corridor”, stabilito nel 2013 con Azerbaijan, Georgia e Kazakhstan, in modo da non dover dipendere da un unico paese. Con il supporto militare fornito all’Azerbaigian nel conflitto del Nagorno-Karabakh del 2020, la Turchia ha dato prova del progresso tecnologico e militare raggiunto e della volontà di rimodellare lo status quo regionale. L’aiuto fornito a Baku ha alimentato la speranza di creare un corridoio di terra tra l’Azerbaigian e la Turchia, in modo da bypassare la Georgia e l’Iran nel raggiungimento del Mar Caspio e dell’Asia Centrale, ed ha anche spinto l’Armenia a normalizzare i suoi rapporti con Ankara.
Lo scorso marzo, in uno storico incontro ad Antalya, i rispettivi ministri degli esteri hanno dichiarato di voler avviare un processo di normalizzazione delle relazioni senza precondizioni, dopo anni di ostilità. [7]
La guerra in Ucraina, infine, ha costituito un impeto per un nuovo protagonismo turco nella regione. In particolare, la Turchia sta cercando di posizionarsi come un’alternativa alla Russia lungo la rotta della Nuova Via della Seta, sfruttando il Middle Corridor.
Ora che la resistenza russa verso l’espansionismo turco in Asia Centrale è venuta meno, a causa del suo isolazionismo internazionale, ci si aspetterebbe una crescente influenza di Ankara nel Caucaso e nell’Asia Centrale.
Note
[1] Republic of Türkiye, Turkey´s Relations with Central Asian Republics, al link: https://www.mfa.gov.tr/turkey_s-relations-with-central-asian-republics.en.mfa
[2] Ryskeldi Sakte, Turkey in Central Asia: Turkic Togetherness? The Diplomat, 2014, al link: https://thediplomat.com/2014/11/turkey-in-central-asia-turkic-togetherness/
[3] Tugrul Cam & Zuhal Demirci, Uzbekistan applied to join Turkic Council: Turkey’s Cavusoglu, AA, 2019, al link: https://www.aa.com.tr/en/politics/uzbekistan-applied-to-join-turkic-council-turkey-s-cavusoglu/1580235
[4] Elizabeth Woods & Thomas Baker, Public Opinion on China Waning in Central Asia, The Diplomat, 2022, al link: https://thediplomat.com/2022/05/public-opinion-on-china-waning-in-central-asia/
[5] Seçkin Köstem, The Power of the Quiet? Turkey’s Central Asia Strategy, ISPI, 2019, al link: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/power-quiet-turkeys-central-asia-strategy-24069
[6] Eurasian Research Institute, Trade between Turkey and Central Asia,
[7] Al-Jazeera, Turkey, Armenia hold ‘constructive’ talks on mending ties, 12 marzo 2022, al link: https://www.aljazeera.com/news/2022/3/12/turkey-armenia-hold-constructive-talks-on-mending-ties
Foto copertina: Il Presidente turco Erdoğan