In occasione della seconda giornata nazionale dello spazio, che commemora l’ingresso dell’Italia tra le potenze spaziali grazie al lancio in orbita del satellite artificiale San Marco 1 il 15 dicembre 1964, hanno preso avvio alla Camera dei Deputati le discussioni per una nuova legge italiana per lo spazio, che riconosca le orbite come domini strategici e operativi in chiave economica e militare per il nostro Paese.


Il ritorno alla competizione

Sono due le dinamiche che negli ultimi decenni hanno dato avvio ad una vera e propria rivoluzione del settore spaziale: la liberalizzazione dell’accesso allo spazio e il ritorno della competizione spaziale dovuta all’inasprimento delle relazioni tra potenze sulla Terra hanno di fatto generato una moltiplicazione delle attività spaziali espandendo, da un lato, le prospettive economiche del comparto, e, dall’altro, determinando l’emergere di nuove minacce e fattori di rischio. In tale contesto, nel futuro prossimo si assisterà ad una crescita esponenziale del ruolo delle società commerciali e dei privati che guardano allo spazio per diversi interessi di carattere economico, così come di nuove strategie spaziali delle dottrine militari, attraverso cui sempre più Paesi riconoscono lo spazio extra-atmosferico come ambiente competitivo, congestionato e contestato. Se in origine lo spazio si è caratterizzato per la possibilità di divenire appannaggio di poche grandi nazioni, il fenomeno della newspace economy ha al contrario consentito una significativa riduzione dei costi delle attività spaziali, modificandone in profondità l’ecosistema e favorendo la congestione delle orbite in conseguenza dell’aumento dei lanci di oggetti spaziali. A tal proposito, con 146 lanci nel 2021 è stato stabilito il record di oggetti spediti nell’orbita bassa della Terra, superando il numero massimo precedente raggiunto nel 1967.[1] Sulla stessa linea, ulteriore elemento di complessità della congestione spaziale è poi la questione dei detriti spaziali, ovvero quei frammenti di oggetti non più utilizzabili ma ancora orbitanti nell’atmosfera, i quali rappresentano reali minacce alla sicurezza di satelliti, astronauti e missioni spaziali in caso di collisione. Da ultimo, l’emergere di strategie di difesa che tengono in considerazione il dominio spaziale costituisce un ulteriore fattore di competizione e contestazione nell’area: non solo è ormai evidente che i servizi satellitari siano diventati essenziali per la società civile, bensì anche il settore militare e gli apparati governativi tendono a dipendere in maniera crescente dall’uso di prodotti ed infrastrutture spaziali per le proprie operazioni – in modo particolare in materia di comunicazione e sorveglianza. Per tale motivo, le infrastrutture spaziali si caratterizzano sempre maggiormente come infrastrutture critiche, con un numero in crescita di Paesi in procinto di sviluppare strategie volte a difendere le proprie capacità spaziali anche attraverso l’adozione di un approccio di deterrenza rispetto alle attività svolte in orbita.

L’Italia pilastro dell’architettura spaziale europea

A riprova del dinamismo del settore spaziale nazionale italiano, in occasione della recente ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA)[2] il nostro Paese ha riaffermato la propria volontà di giocare da protagonista in virtù delle proprie solide capacità industriali nonché di leadership nel panorama spaziale europeo. A tal proposito, la firma di una dichiarazione trilaterale con i Ministri di Francia e Germania[3] a margine della ministeriale ha permesso all’Italia di contribuire al futuro dei lanciatori europei e, al contempo, di indirizzare politicamente il vertice ESA anche attraverso l’inclusione di Paesi extra-europei. Di fatto, conscio degli impatti geopolitici del conflitto in Ucraina e delle sanzioni occidentali nei confronti della Russia anche e soprattutto nel settore spaziale – storico dominio di cooperazione sin dalla guerra Fredda -,  il governo italiano si è fatto sponsor dell’ingresso dell’Ucraina nell’Agenzia Spaziale Europea a fronte del ruolo strategico del Paese nella costruzione dei motori Vega, componente essenziale degli omonimi lanciatori italiani ed europei. L’impegno italiano nel quadro ESA ha poi permesso di mettere in luce le peculiarità del comparto industriale nazionale arrivato a comprendere tanto un ecosistema di grandi imprese capaci di produrre tecnologie di alto livello e competitive su scala globale, quanto un ventaglio di micro-imprese particolarmente dinamiche e promettenti per la ricerca spaziale. È dunque anche grazie agli sforzi italiani che, congiuntamente ai partner europei, il budget complessivo dell’ESA è aumentato fino a toccare i 16,9 miliardi di euro, con un incremento di circa il 17% rispetto al risultato della ministeriale precedente.[4] Il contributo italiano al nuovo ciclo di programmi dell’ESA si attesta a poco più di 3 miliardi di euro in cinque anni, riconfermando il nostro Paese come terzo contributore dietro a Germania e Francia e sottolineando nuovamente il ruolo fondamentale dello spazio per la tutela degli interessi del panorama industriale, dell’innovazione e della ricerca a livello nazionale. Accanto allo stanziamento finanziario, l’Italia contribuirà inoltre alle iniziative ESA della Secure Connectivity[5]– che fornirà connessioni satellitari sicure ai governi e ad utenti commerciali – e a Moonlight,[6] che permetterà di stabilire servizi di comunicazione satellitare e navigazione sulla Luna, essenziali per future attività commerciali sul nostro satellite. Da ultimo, la firma di un contratto per tre nuovi missioni Copernicus ha garantito all’Italia l’incasso di cinque nuovi accordi di lancio per il lanciatore Vega C, emblema della qualità dei prodotti del comparto industriale nazionale.[7]

Verso un nuovo assetto normativo

Allo stato attuale, l’importanza strategica che il settore spaziale ha assunto negli ultimi decenni all’interno del panorama economico italiano ha portato alla riorganizzazione delle norme esistenti in materia attraverso l’approvazione della legge 7/2018,[8] recante Misure per il Coordinamento della Politica Spaziale e Aerospaziale e Disposizioni concernenti l’Organizzazione e il Funzionamento dell’Agenzia Spaziale Italiana, entrata in vigore il 25 febbraio 2018. Tale atto normativo prevede che la direzione e il coordinamento delle politiche spaziali e aerospaziali siano attribuiti al Presidente del Consiglio, mentre gli indirizzi di Governo in materia spaziale – inclusi ricerca, innovazione tecnologica e ricadute sul settore produttivo – sono attribuiti ad un Comitato interministeriale istituito ad hoc.[9] In questo contesto, l’Agenzia Spaziale Italiana svolgerà il ruolo di “architetto di sistema”, con il compito di portare sul tavolo delle discussioni il contributo di tutti i portatori di interesse del settore. Ciononostante, la rapida evoluzione del settore e l’emergere di attori ed entità private che operano nel panorama economico spaziale nazionale ha richiesto una riflessione sull’assetto giuridico necessario a salvaguardare gli asset nazionali e fornire alla nostra industria la capacità di essere competitiva pur impattando in maniera positiva il sistema di governance globale, fondamentale per la regolazione delle attività umane nelle orbite terrestri. Tale quadro normativo dovrà in primis definire le regole per l’inquadramento dell’esplorazione commerciale dei Pianeti e, prima fra tutti, della Luna. A tal proposito, sarà necessario per l’Italia continuare a sviluppare una governance efficiente ed un costante miglioramento delle proprie capacità di know-how attraverso piani di investimento a lungo termine. Se la Legge 7/2018 ha rappresentato uno strumento fondamentale per un significativo avanzamento nella definizione di un approccio sistemico e altresì costituito una base normativa di sintesi dell’approccio italiano all’occupazione delle orbite terrestri, è tuttavia necessario un maggiore impulso verso la creazione di sinergie e la stabilizzazione delle attività del settore attraverso una più stretta collegialità delle decisioni, in grado di individuare punti di debolezza e lacune da colmare nel prossimo futuro. È inoltre auspicabile che la gestione normativa della dimensione spaziale tenga in considerazione gli investimenti e le ricadute industriali del settore, nonché le implicazioni in tema di difesa e sicurezza tramite una gestione chiara e condivisa fra gli attori in gioco e le parti interessate, mantenendo al contempo una continuità strategica nelle scelte per consentire al Paese di giocare un ruolo di primaria importanza nel settore e salvaguardando istituzionalmente le decisioni a prescindere dalla durata dei mandati politici. Secondo una prospettiva securitaria, l’evoluzione normativa dovrà inoltre contenere una precisa definizione dei ruoli dei numerosi attori coinvolti, ed in particolare delimitare il perimetro di azione della difesa nell’ottica dell’individuazione e della protezione degli interessi nazionali dello spazio. Da ultimo, andranno affrontate le criticità legate alla sicurezza dei dati, che in un non lontano avvenire verrà affidata quasi esclusivamente alle costellazioni satellitari.


Note

[1] Maggiori informazioni sono disponibili al link: https://www.hdblog.it/scienza/articoli/n549255/lanci-orbitali-razzi-record-2021-spacex-cina/.
[2] ESA, Council Meeting at Ministerial Level, 22 – 23 novembre 2022. Disponibile al link: https://www.esa.int/esearch?q=ministerial.
[3] Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Ministeriale ESA: Urso, intesa con Francia e Germania sul futuro dei lanciatori europei. Disponibile al link: https://www.asi.it/2022/11/spazio-urso-intesa-con-francia-e-germania-sul-futuro-dei-lanciatori-europei/.
[4] Ministers back ESA’s bold ambitions for space with record 17% rise. Disponibile al link: https://www.esa.int/About_Us/Corporate_news/Ministers_back_ESA_s_bold_ambitions_for_space_with_record_17_rise.
[5] ESA, Secure Connectivity. Maggiori informazioni sono disponibili al link: https://www.esa.int/ESA_Multimedia/Images/2021/06/Secure_connectivity.
[6] ESA, Moonlight. Maggiori informazioni sono disponibili al link: https://www.esa.int/ESA_Multimedia/Videos/2021/05/Moonlight_bringing_connectivity_to_the_Moon.
[7] Maggiori informazioni sono disponibili al link: https://www.astrospace.it/2022/12/10/altri-cinque-satelliti-copernicus-raggiungeranno-lo-spazio-con-il-vega-c/.
[8] Legge 11 gennaio 2018 n.7, pubblicata in G.U. n.34 del 10 febbraio 2018.
[9] G. Sanna, New space economy, ambiente, sviluppo sostenibile. Premesse al Diritto Aerospaziale dell’Economia. G. Giappichelli Editore, 2021, p. 76.


Foto copertina: Lo spazio è tra gli interessi strategici dell’Italia