Ciclo di interviste agli esponenti dei partiti in corsa per le prossime elezioni politiche del 25 settembre. Intervista Fabio Roscani, capolista in Abruzzo per Fratelli d’Italia.


Le elezioni del prossimo 25 settembre saranno davvero delle elezioni straordinarie, e non soltanto perché per la prima volta nella storia repubblicana gli italiani si recheranno alle urne in autunno.
Né tantomeno perché il nuovo Parlamento avrà una composizione inedita: non più 315 eletti siederanno tra gli scranni di Palazzo Madama né 630 a Montecitorio, ma 200 Senatori e 400 Deputati reggeranno le sorti del Paese per i prossimi (lo si auspica) cinque anni.
E neppure perché, ancora, per la prima volta, chiunque abbia compiuto diciotto anni potrà esprimere la propria preferenza anche per determinare la composizione del Senato.
Si tratta di elezioni straordinarie perché molte cose sono cambiate dall’ormai lontano 2018[1]: di mezzo, nell’ordine, un radicale cambiamento nel modo di approcciarsi alla cosa pubblica del MoVimento 5stelle, il partito del “vaffa” che era riuscito ad incanalare la rabbia degli italiani delusi dalla politica  (da forza anti-sistema a forza governista, da populisti ad alleati con il centrosinistra ai tempi del Governo Conte-bis), una pandemia che ha sovvertito le dinamiche geopolitiche, economiche e sociali dell’intero globo, la guerra in Ucraina che impera violentemente da più di sei mesi, l’ultimo di una lunga serie di governi tecnici (il cd. “Governo dei migliori” di Mario Draghi).
Straordinarie perché, dopo un lungo periodo, sembra nuovamente profilarsi una sfida tra blocchi politici ben definiti (centrodestra, centrosinistra, terzo polo centrista), tra antitetiche visioni dell’uomo e del mondo.
Perché davvero quella “guerra civile occidentale, ossia la guerra tra conservatori e progressisti”[2] passa anche da qui, dal 25 settembre prossimo. Dalle matite degli italiani.
Per tale ragione abbiamo incontrato gli esponenti dei principali partiti in corsa per le prossime elezioni politiche, volendo così svolgere un servizio per i nostri lettori, affinché possano comprendere, direttamente dalle parole dei protagonisti della sfida politica del prossimo autunno, i programmi e le visioni di ciascuno schieramento, e per le stesse forze politiche, perché anche attraverso queste colonne possano incontrare virtualmente i propri elettori, celebrando, anche così, la democrazia.

L’intervista

Gli ultimi sondaggi pubblicati-prima che scattasse il divieto di diffondere i dati sull’orientamento di voto degli italiani-davano Fratelli d’Italia come primo partito, e Giorgia Meloni come principale aspirante inquilina di Palazzo Chigi. Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale[3], è candidato come capolista nel collegio plurinominale Abruzzo-P01 per Fratelli d’Italia. Tra i candidati più giovani di questa tornata elettorale, abbiamo chiesto a lui di approfondire il programma di Fratelli d’Italia per le prossime elezioni.

Le elezioni anticipate del prossimo 25 settembre hanno messo in evidenza, negli effetti, la ricostituzione di un bipolarismo più o meno evidente (il centrosinistra da un lato, il centrodestra dall’altro). Ritiene sia vero? Con quali conseguenze per le prossime sfide politiche e per il prossimo Governo?  
“Ritengo certamente che sia vero. Il dibattito politico deve fondarsi sul confronto tra visioni alternative e proposte differenti, gli elettori devono poter compiere delle scelte valutando il confronto fra questi. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da maggioranze formate da partiti che nulla avevano a che spartire gli uni con gli altri. Fratelli d’Italia coerentemente ha deciso di rimanere fuori per non barattare i suoi valori, la sua coerenza per una poltrona, nel rispetto del mandato elettorale che gli italiani le hanno affidato nel 2018. Protagonisti assoluti di questi scenari sono stati i 5 stelle. Il grillismo ha vilipeso la rappresentanza politica. La destra ha sempre creduto nella presenza e nella rappresentanza territoriale, di certo non nelle lotterie social che ben conoscono i pentastellati. Questa imminente ricostituzione del bipolarismo la giudico sicuramente in maniera positiva, quasi un ritorno alle origini della politica stessa basata su confronto, dialogo e proposta.”.

Quali le priorità, per il suo partito, in un momento tanto complesso della storia repubblicana? Quali riforme ritiene necessarie?
“L’Italia ha bisogno di stabilità. È proprio per questo motivo che una delle prime cose che si cercherà di fare è avviare l’iter per il Presidenzialismo. Fin troppo spesso il gioco parlamentare, con i suoi inciuci e intrighi, ha paralizzato le riforme lasciando al governo maggioranze incapaci di comprendere quali fossero le reali necessità degli italiani. La prossima tornata elettorale lo dimostrerà con i fatti. Per questo Fratelli d’Italia si batte per il Presidenzialismo. Perché è necessario seguire e preservare il mandato che gli italiani affidano, nonché garantire una maggioranza precisa per permettere stabilità e governabilità. Senza dimenticare poi la famiglia e il lavoro. I giovani italiani devono poter costruire il proprio futuro nella propria Patria. Ma se lo Stato non costruisce le condizioni affinché questo accada, non si può puntare il dito contro chi se ne va. Per questo tra le proposte di Fdi ci sono: maggiori risorse al Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa per le giovani coppie di lavoratori precari, no a nuove tasse sulla prima casa e zero tasse sui primi 100mila euro per l’acquisto della prima casa. Senza dimenticare la progressiva introduzione del quoziente familiare e l’aumento degli importi per l’assegno unico e universale. Per quanto riguarda il lavoro, è necessario sostenere chi fa impresa e crea posti di lavoro in Italia. Serve un taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo a vantaggio di lavoratori e imprese. Si deve valorizzare il Made in Italy, sinonimo di qualità in tutto il mondo. Bisogna favorire la crescita delle piccole e medie imprese. Tutto questo, però è possibile farlo solamente semplificando le norme e la burocrazia.”.

Quale sarà la posizione del Suo partito rispetto alla gestione della pandemia?
“Sicuramente posso dirle come non sarà la passata gestione della pandemia, qualora, mi auguro ciò non accada, dovesse ripresentarsi. A differenza della gestione Speranza, il ministro delle chiusure immotivate e del cappio del Green Pass, Fratelli d’Italia sarà attento a salvaguardare l’aspetto lavorativo e la salute, oltre che fisica, mentale, in particolare dei più giovani. Rimanere per due anni dentro casa ha provocato danni enormi: economici, sociali e umani. Faccio un esempio concreto: quando era possibile rientrare a scuola grazie a strumenti di sicurezza come la ventilazione meccanica, si è continuato a preferire la Dad. Abbiamo privato i ragazzi di due anni di vita e formazione e questo non deve più accadere.”.

L’economia italiana è in difficoltà, in un autunno che si preannuncia “caldo” le sfide saranno molteplici a cominciare dal problema dell’impennata dei prezzi delle materie prime come grano e benzina. Riesce ad indicare tre punti chiave del programma del Suo partito per ‘reagire’ alla crisi economica che sembra dilagare?
“È necessario rinegoziare il Pnrr. Questi fondi rappresentano una grande occasione per la modernizzazione dell’Italia e delle sue infrastrutture. Bisogna sfruttare queste risorse per rilanciare la ripartenza economica della Nazione. Bisogna quindi rimodulare le risorse interamente italiane del Fondo complementare e proporre di operare modifiche specifiche. Tutto questo per destinare maggiori risorse all’approvvigionamento e alla sicurezza energetica liberando così l’Italia dalla dipendenza dal gas russo. Dipendenza causata soprattutto da anni di governi di sinistra. Senza dimenticare la posizione chiave che l’Italia ha la fortuna di avere geograficamente parlando. Il Nord Africa e l’est del Mediterraneo possono renderci un hub strategico.”.

La prossima Legislatura sarà inevitabilmente impegnata in accese e complesse sfide geopolitiche. Come si schiererà il suo partito nello scacchiere internazionale che si sta ridefinendo dall’Ucraina a Taiwan?
“L’invasione russa nei confronti dell’Ucraina ci ricorda quanto accaduto nel 1956 a Budapest, in Ungheria e alla fine degli anni ’60 con la primavera di Praga, in Cecoslovacchia. Con l’esempio dei ragazzi di Budapest e di figure come quella di Jan Palach, abbiamo costruito il nostro ideale di libertà. Giovani pronti a tutto, anche a morire, per liberare la propria Patria. Essendo ben coscienti di essere più deboli. Per questo per noi è naturale schierarci al fianco del popolo ucraino. Confidiamo in una celere risoluzione del conflitto ed è fondamentale che questa passi per le sanzioni. Allo stesso tempo, però, l’Occidente non deve perdere la speranza e la fiducia nel tenere un dialogo con la Russia perché lo sviluppo occidentale e la partnership con questa Nazione sono elementi determinanti per non consentire all’orso bianco di entrare nell’orbita cinese. L’Europa deve garantire un ostacolo alla Cina, Paese che dimostra, quanto sta accadendo a Taiwan calza a pennello, tutte le sue caratteristiche totalitarie e tutte le sue ingerenze militari.”.

Nell’Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra figura, fra i vari punti, “l’elezione diretta del Presidente della Repubblica”. In una Proposta di legge costituzionale presentata da FdI nel 2018, tuttavia, le modifiche appaiono ben più ampie (Presidente della Repubblica Capo dello Stato che però presiede il Consiglio dei Ministri, introduzione della figura del Primo Ministro…). Può illustrare, più nel dettaglio, come intenderete intervenire sulla Costituzione?
“La situazione politica, economia e internazionale che si prospetta da qui ai prossimi anni, è una situazione estremamente complessa. Per questo non è pensabile affrontare tutto ciò con dei governi deboli pronti a cadere da un momento all’altro. Per questo motivo, come dico dall’inizio, ai cittadini italiani bisogna fare un discorso di semplificazione politica. Questo perché? Innanzitutto, per renderla più concreta e poi per fare in modo che sia più attrattiva. La politica deve essere fatta di risposte celeri. Gli italiani devono avere la certezza che il voto espresso sia realmente quello e che vada a finire nella persona che si ha votato e non in degli accordi post-elettorali che nella maggior parte dei casi tradiscono le promesse fatte in campagna elettorale. L’unico modo per fare questo è la rappresentanza. È necessario sviluppare un reale collegamento tra elettore ed eletto, cosa che ad esempio accade durante elezioni comunali o regionali. Questo modello va riproposto nella politica nazionale. Solo così è possibile far uscire la politica dal pantano.”.

La campagna elettorale del centrodestra sembra dominata dalla presenza di Giorgia Meloni. Al di là del risultato elettorale, ritiene che si possa già guardare a lei come alla nuova leader del centrodestra, o crede che ci sia ancora troppo scetticismo nei suoi confronti?
“Lo scetticismo è strumentale nel momento in cui c’è un mandato popolare che ti sostiene. La coalizione di centrodestra può avere differenze storiche e a volte anche di pensiero, ma possiede una visione comune e le regole che si dà, le rispetta. Da sempre la regola è: chi prende più voti, ha diritto ad esprimere il candidato presidente del consiglio. I sondaggi ci danno in vantaggio, se anche le urne elettorali confermeranno questa previsione allora spetterà a Giorgia meloni essere il nuovo Presidente del Consiglio.”.

A Fratelli d’Italia si contestano l’assenza di una classe dirigente all’altezza e la vicinanza a gruppi di estrema destra. Come valuta queste osservazioni?
“Valuto questa osservazione in maniera assolutamente falsa e tendenziosa e da rispedire quanto prima al mittente. Gli attacchi alla classe dirigente di Fdi sono assolutamente infondati. Siamo presenti da sempre sui territori. Strutturati in maniera articolata con sezioni, coordinatori, provinciali e regionali.  Amministriamo in maniera eccellente decine di comuni, siamo presenti nella maggior parte delle giunte regionali con assessori e consiglieri, fra le quali Marche e Abruzzo, che hanno due governatori di Fratelli d’Italia. Proprio in Abruzzo, dove sono candidato, il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi proviene dal mondo giovanile. Idem il Presidente della Regione Marco Marsilio. Fdi, inoltre, come sempre avvenuto nella storia italiana è un partito che ha a cuore i suoi giovani. Gioventù Nazionale è una delle poche giovanili realmente esistenti. Dotati di spirito critico non abbiamo paura di metterci in gioco. Questo accade perché con Fratelli d’Italia abbiamo la possibilità di costruire le risorse della classe dirigente per l’Italia del presente e del futuro.Per quanto riguarda i legami e la vicinanza con i gruppi di estrema destra, ci viene da ridere. Sono ricostruzioni realizzate da certi giornali che hanno l’obiettivo di intaccare il consenso del nostro partito. Dispiace per chi ogni giorno tira fuori invenzioni di ogni tipo ma Fratelli d’Italia ha fatto una scelta di campo ben precisa che abbiamo avuto modo di spiegare in più occasioni, ultima la conferenza programmatica avvenuta a Milano qualche mese fa.”.


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[1] Il 4 marzo 2018 si sono tenute le ultime elezioni politiche che hanno portato all’insediamento del diciottesimo Parlamento della storia repubblicana
[2] Muratore A., Pietrobon E., La visione di Orbàn-Come Fidesz ha cambiato l’Ungheria, goWare, 2022, p. 137
[3] Il movimento giovanile di Fratelli d’Italia


Foto copertina: Fabio Roscani