Le più importanti notizie dal mondo riprese dai maggiori quotidiani, per essere sempre aggiornati. Notizie dal 17 al 23 novembre.
Africa
Camerun: La giovanissima Divina Maloum, camerunense di soli 14 anni, ha ricevuto il Premio Internazionale per la Pace per il lavoro svolto con i suoi coetanei, vittime di violenze degli estremisti nel nord del Paese, dove da

anni la popolazione subisce feroci attacchi dei terroristi Boko Haram. Il prestigioso premio è stato conferito alla ragazza dall’organizzazione olandese KidsRights (Diritti dei bambini), che lotta perché vengano riconosciuti gli sforzi messi in campo dai giovanissimi per migliorare la propria situazione e quella degli altri. Insieme a Divina è stata premiata anche la militante ecologista Greta Thunberg. (Africa-Express)
Zimbabwe: Il prossimo mese si potrebbe finalmente conoscere il patrimonio netto dell’ex presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe. La registrazione delle proprietà del leader del paese africano defunto lo scorso settembre, infatti, è prevista il 5 dicembre. Lo rivelano media locali, aggiungendo che si tratta di un patrimonio dal valore stimato in miliardi di dollari in valuta statunitense con interessi nell’ambito di agricoltura, hotel e proprietà. La sua vedova, Grace, conosciuta come ‘Gucci Grace’, e i figli Chatunga e Robert Junior sono noti per la loro ostentazione di opulenza. Si dice anche che i Mugabe possiedano beni in Cina, Singapore e Sudafrica. (Ansa)
Kenya: Almeno 29 persone sono morte in frane causate dal maltempo nella contea di West Pokot, in Kenya. Le frane, che hanno colpito i villaggi di Nyarkulian e Parua, sarebbero state causate da forti piogge. I funzionari affermano che i villaggi sono attraversati da fiumi d’acqua e almeno un ponte è stato spazzato via. Il presidente Uhuru Kenyatta ha dichiarato le sue «sentite condoglianze» ai parenti e agli amici delle vittime. Kenyatta ha affermato che c’è stata «una massiccia distruzione» di proprietà e infrastrutture e ha ordinato alle forze armate e ai servizi di protezione civile di intervenire. (AfricaRivista)
Algeria: Centinaia di algerini si sono riuniti davanti alla sede della Grande Poste, e in Place Audin per protestare contro le elezioni presidenziali previste per il 12 dicembre. Lo rende noto il sito tsa-algerie precisando tuttavia che il numero dei manifestanti è stato inferiore rispetto a quello della serata precedente e che comunque la polizia ha proceduto ad alcuni fermi tra i protestatari. Altre manifestazioni sono state segnalate a Tizi Ozou, Sétif e Biskra. Mentre prosegue la campagna elettorale dei cinque candidati alla corsa presidenziale, il capo di Stato maggiore dell’esercito uomo forte del Paese dalle dimissioni forzate di Abdelaziz Bouteflika, Ahmed Gad Salah, ha affermato che sono state adottate “tutte le misure idonee per la tenuta delle elezioni”. (AfricaRivista)
Americhe
Cile: ‘El Mimo’, l’attivista e artista di strada cilena trovata impiccata un mese fa ad una recinzione di un parco di Santiago, “è stata fermata dai militari e torturata fino alla morte”. La denuncia del collettivo cileno ‘Ni Una Menos’ sulla morte della 36enne Daniela Carrasco, è diventata virale e sta suscitando indignazione e commozione sui social. Il corpo della donna impiccata è stato “esposto nella città metropolitana di Santiago del Cile come segnale di monito per intimidire chi, soprattutto se donna, sta partecipando alle mobilitazioni di questi giorni nel Paese”, scrive il collettivo italiano di ‘Non Una Di Meno’ sulla sua pagina Facebook.
Bolivia: Una nuova legge che porti allo svolgimento in Bolivia di elezioni generali nel gennaio prossimo è all’esame del Parlamento e potrebbe essere varata, dopo l’esame di Senato e Camera, nel giro di pochi giorni.
I media boliviani rilevano che la Commissione costituzionale del Senato ha già avviato i suoi lavori con l’esame dei due progetti di legge preparati dal Movimento al socialismo (Mas) e dal governo della presidente ad interim, Jeanine Anez. Uno dei più importanti ostacoli per l’avanzamento dei lavori parlamentari, nota il quotidiano El Deber, è stato rimosso con l’accettazione da parte del Mas del presidente dimissionario Evo Morales, della legittimità della presidenza ad interim di Anez, finalizzata esclusivamente ad una attività di transizione verso una nuova consultazione elettorale.
Colombia: Il presidente colombiano Iván Duque ha condannato “il codardo attentato terroristico” di Santander de Quilichao (Colombia centro-occidentale) che ha causato la morte di tre agenti di polizia ed il ferimento di altre sette persone. Il capo dello Stato, che parlava dopo due giorni di proteste nell’ambito di uno sciopero nazionale molto partecipato dalla popolazione, ha sottolineato via Twitter che “l’ordine che ho dato alla nostra forza pubblica è di identificare i responsabili di questo attentato”.
Usa: Il voto per mettere in stato d’accusa Donald Trump potrebbe tenersi entro Natale: lo riferisce la Cnn citando fonti del partito democratico alla Camera.
Asia, Pacifico e Medio Oriente
Libano: Migliaia di libanesi sono tornati in piazza a Beirut e nelle altre principali città del paese nel giorno dell’indipendenza nazionale e nel contesto delle massicce proteste popolari anti-governative in corso da metà ottobre. Lo ha constatato l’ANSA nel centro di Beirut. I manifestanti hanno inscenato una “parata civile” in piazza dei Martiri e nella vicina piazza Riad Solh, luoghi simbolo della mobilitazione contro il sistema politico, in risposta alla tradizionale parata militare organizzata dalle autorità.
Iran: L’aeronautica militare iraniana conduce la seconda fase di un’esercitazione militare su vasta scala nella provincia centrale di Semnan. Le manovre, ribattezzate ‘Guardians of Velayat Sky-98’, si svolgono in un’area di 416 km quadrati, simulando attività sul Golfo Persico e lo Stretto di Hormuz allo scopo di testare i nuovi equipaggiamenti dell’esercito e il livello di preparazione di fronte a possibili minacce di guerra. L’esercitazione include diversi tipi di sistemi missilistici di produzione indigena e radar aerei. Lo riporta l’agenzia Mehr.
Israele: Per la prima volta nella storia di Israele un primo ministro in carica, Benyamin Netanyahu, è stato incriminato per corruzione, frode e abuso di potere. L’accusa formalizzata dal Procuratore generale dello stato Avichai Mandelblit arriva in un momento delicatissimo per il Paese che, dopo due tornate elettorali, n

on è riuscito a formare un governo e si avvia a nuove elezioni. Ed è stata immediatamente bollata dal premier in tv come un golpe della magistratura, un “tentativo di ribaltamento dei poteri”, mentre il rivale Benny Gantz parla di un “giorno triste per lo stato”. E le opposizioni chiedono le dimissioni del premier.
Indonesia: Un sisma di magnitudo 6.1 è stato registrato dall’ente geofisico statunitense (Usgs) al largo delle coste della regione indonesiana di Papua. La profondità stimata è di 10 km.
Papua Nuova Guinea: L’isola di Bougainville potrebbe diventare la più giovane nazione al mondo se al referendum che si apre domani i suoi abitanti voteranno sì all’indipendenza dalla Papua Nuova Guinea. Le consultazioni dureranno due settimane e sono la conseguenza dell’accordo di pace siglato nel 2001 per mettere fine ad una brutale civile durata, a fasi alterne, quasi vent’anni e nella quale sono morte 15.000 persone. Secondo gli esperti, i 250.000 abitanti dell’isola voteranno a larga maggioranza per l’indipendenza, tuttavia il referendum non è vincolante. L’autonomia di Bougainville dovrà comunque essere negoziata dalle sue autorità assieme con quelle della Papua Nuova Guinea che poi sottoporranno l’accordo all’approvazione del Parlamento.
Europa
Gran Bretagna:La Gran Bretagna ha ignorato la scadenza fissata dalle Nazioni unite con una risoluzione dello scorso maggio, che indicava sei mesi di tempo per rinunciare al controllo delle isole Chagos da restituire a Mauritius. Lo riporta Bbc News Africa, aggiungendo che la scadenza è ormai passata. Mauritius afferma di essere stata costretta a cedere il piccolo arcipelago nell’Oceano Indiano a sud delle Maldive nel 1965, in cambio dell’indipendenza, e il Regno Unito dichiara di non riconoscere la pretesa di sovranità di Mauritius. Il Foreign and Commonwealth office (Fco) GB ha espresso la propria netta posizione: “Il Regno Unito non ha dubbi riguardo la sua sovranità sul territorio britannico dell’Oceano Indiano (Biot), che è sotto la sovranità britannica dal 1814”, ha affermato in una nota. Una delle isole dell’arcipelago, Diego Garcia, è sede di una base aerea militare americana. “Mauritius non ha mai avuto la sovranità sul territorio britannico dell’Oceano Indiano e il Regno Unito non riconosce la sua richiesta”.
Bosnia Erzegovina: Bambini con disturbi mentali minacciati e legati ai letti e ai termosifoni, visibilmente denutriti e sottoposti a maltrattamenti disumani e inaccettabili, e calmati con metodi e dosi di sedativi fuori da ogni standard. Sono le immagini shock provenienti da un istituto di Pazaric, presso Sarajevo, che stanno provocando sdegno, condanna e proteste in Bosnia-Erzegovina. A denunciare l’inferno di tale istituto per minori è stata una parlamentare dell’opposizione, che ha sollecitato l’immediato intervento delle autorità e dure sanzioni per i responsabili
Lettonia: Nove canali televisivi russi sono stati proibiti in Lettonia a causa delle sanzioni Ue contro il miliardario russo Iuri Kovalchuk, co-proprietario delle reti. Lo riporta il Moscow Times citando a sua volta i media lettoni. Kovalchuk, un banchiere vicino a Vladimir Putin, è sotto sanzioni Ue per l’annessione russa della Crimea e possiede una quota della holding proprietaria dei nove canali. “Questo divieto rimarrà efficace finché Kovalchuk non sarà rimosso dalla lista delle sanzioni Ue”, ha spiegato il vice presidente del Consiglio nazionale dei media elettronici, Ivars Abolins.
Romania: Si è aperto ufficialmente il voto dei romeni all’estero il ballottaggio delle presidenziali in Romania, in programma domenica fra il presidente conservatore uscente Klaus Iohannis e la ex premier socialdemocratica Viorica Dancila. I numerosi cittadini romeni della diaspora potranno recarsi alle urne nelle ambasciate e nei consolati fino a domenica sera alle 21 ora di Romania (20 in Italia). Il primo seggio si è aperto nella notte in Nuova Zelanda. A seguire quelli in Australia e Giappone. Secondo i primi dati forniti dall’agenzia di stampa Mediafax, hanno già votato oltre 18 mila aventi diritto.