Partire dalla figura di Mustafa Kemal Atatürk è imprescindibile per comprendere la Turchia di ieri e di oggi. Il libro di Kreiser offre l’opportunità di conoscere nel dettaglio la vita del fondatore della Turchia moderna. Una recensione del libro di Klaus Kreiser (Odoya Edizioni).
In Turchia la figura di Mustafa Kemal Atatürk domina lo spazio pubblico: il suo volto è onnipresente in ogni scuola, ospedale o ufficio; le sue sculture e statue, già numerose prima della morte, ora sono in ogni piazza principale del Paese.
Atatürk ha creato lo Stato turco sulle ceneri dell’impero ottomano, mentre le potenze occidentali, vincitrici del primo conflitto mondiale, si spartivano il Medio Oriente, non curanti degli elementi identitari.
Ha modellato il nuovo Stato sul modello europeo, dando vita a quella che è stata definita l’eccezione turca: governo secolare all’interno di un paese musulmano, superando l’idea diffusa che nazionalismo e Islam fossero in contraddizione tra loro.
La recente traduzione in italiano, a cura di Martina Maddalena, del libro di Klaus Kreiser, importante turcologo tedesco, permette al pubblico nostrano di familiarizzare con la figura di Mustafa Kemal, la cui importanza non è stata spesso riconosciuta nell’editoria italiana. Finora, la maggior parte delle opere sul fondatore della Turchia era disponibile in lingua turca, pertanto di difficile accesso per il lettore europeo.
Kreiser utilizza le parole dello stesso Atatürk e dei suoi contemporanei per raccontare le vicende, ma si avvale anche di nuovi studi che prediligono un approccio più revisionista, con l’intento ultimo di “lasciare al lettore la libertà di scegliere quale volto di Atatürk apprezzare e quale respingere”[1]. Negli ultimi anni, infatti, negli ambienti accademici appartenenti alla sinistra secolare, si è iniziato a rivedere la narrazione ufficiale del kemalismo e ad esprimere critiche riguardo la nascita e il consolidamento della Turchia come Stato-nazione. [2]
La narrazione ripercorre minuziosamente tutte le fasi della vita del Padre della Patria, dalla nascita a Salonicco alla morte nel palazzo di Dolmabahçe il 10 novembre 1938 alle ore 9.05 del mattino, momento in cui, ancora oggi, la Turchia intera si ferma per rendergli omaggio.
È un libro che ci restituisce Mustafa Kemal non solo come un politico e stratega lungimirante e innovativo, la cui abilità emerge nella descrizione delle numerose campagne militari, ma anche nel suo aspetto più umano, nei suoi vizi e nelle sue virtù.
Mustafa Kemal Atatürk per la Turchia è tutto: è un eroe militare, è padre ed emblema della modernità ed è anche preside (başmuallim) della nazione durante l’epoca di alfabetizzazione delle masse.
Ed è questo un aspetto fondamentale per capire il culto della personalità di Atatürk, il più longevo della storia moderna.
In particolare, l’occasione per riscrivere la storia delle lotte di indipendenza fu il discorso tenuto durante il primo Congresso del Partito Repubblicano del Popolo, a seguito di un fallito attentato contro Atatürk (egli stesso dichiarò che un attentato contro la sua persona sarebbe stato un attentato “al destino della nazione”).
Passato alla storia come Büyük Nutuk, il Grande Discorso, o semplicemente il Discorso, costituisce una dichiarazione pubblica della nuova ideologia della Repubblica Turca e il fondamento della narrativa del nazionalismo turco odierno. È Atatürk il promotore di una coscienza nazionale turca (milliyet) che crea il senso di appartenenza nella collettività, a scapito della religione, precedente collante tra gli individui.
Ma la figura del fondatore della Turchia è anche oggetto di controversie. Negli ultimi decenni, la politica turca ha avuto una trasformazione radicale, passando dal kemalismo all’islamismo, con l’avvento al potere del AKP, e il culto del “Padre dei Turchi” è stato strumentalizzato per erodere in maniera sistematica la secolarità statale.
In conclusione, partire dalla figura di Mustafa Kemal Atatürk è imprescindibile per comprendere la Turchia di ieri e di oggi e ciò che anima la sua politica. D’altronde è consuetudine incidere sui monumenti commemorativi la data di nascita e tre puntini di sospensione al posto dell’anno della morte e ciò rispecchia perfettamente l’immortalità della figura di Atatürk.
Note
[1] K. Kreiser, Ataturk. Il padre della Turchia moderna, trad. it. M.Maddalena, Odoya, 2022,
[2] Per approfondimento, vd. D. Gürpinar, Historical Revisionism vs. Conspiracy Theories: Transformations of Turkish Historical Scholarship and Conspiracy Theories as a Constitutive Element in Transforming Turkish Nationalism, Journal of Balkan and Near Eastern Studies, 15(4), 412–433, 2013
Foto copertina: Atatürk, il padre della Turchia moderna