I cambiamenti nella leadership statunitense influenzano le gerarchie di potere in Brasile, attivando dinamiche di adattamento speculare che rafforzano l’ombra del “Pugnale Verde e Giallo”.
Analogie Continentali
Le analogie tra la politica statunitense e quella brasiliana sono spesso caratterizzate da una relazione di consequenzialità, con un allineamento al contesto statunitense. Sebbene le due società, i contesti sociologici, storici ed economici e le relative problematiche siano naturalmente differenti, le principali linee di politica interna appaiono sorprendentemente simili. Anche nei tempi e nei fatti recenti, sono diversi gli elementi che i due stati hanno in comune.
L’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti è stato il tentativo di insurrezione attuato a Washington il 6 gennaio 2021, dopo il discorso di Donald Trump ai suoi sostenitori, con il quale il Presidente uscente ha contestato il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 che lo avevano visto sconfitto. La causa principale fu l’accusa di broglio elettorale in merito alla vittoria dell’ex presidente Joe Biden.[1]
L’assalto al Congresso nazionale del Brasile è stata un’insurrezione avvenuta in Brasile l’8 gennaio 2023, come risposta alla sconfitta dell’allora presidente Jair Bolsonaro nelle elezioni generali in Brasile del 2022. La causa principale fu l’accusa di broglio elettorale nei confronti del presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva.
Il 22 Dicembre del 2022 è stato pubblicato il Rapporto finale del comitato speciale per indagare sull’attacco del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti, dove viene sviluppata un’analisi dettagliata, con prove molto specifiche di come il neo-eletto presidente Trump abbia provato a ribaltare più volte gli esiti delle elezioni, insieme alle prove relative alle carenze dell’intelligence e della sicurezza in quel giorno.[2]
Il 26 novembre del 2023 è stata revocata la riservatezza dell’inchiesta condotta dalla Polizia Federale sul tentativo di colpo di stato e di abolizione violenta dello Stato Democratico di Diritto. L’inchiesta, di 884 pagine descrive la complessa operazione di cospirazione triennale “Pugnale verde e giallo”.[3] Viene descritto il piano per impedire l’insediamento di Lula e per spianare la strada all’acquisizione di potere da parte dell’esercito, utilizzando i social media per diffondere false accuse di frode elettorale che, secondo i cospiratori, avrebbero giustificato un simile intervento agli occhi dell’opinione pubblica.[4] Il piano prevedeva l’assassinio dell’attuale presidente, insieme al suo vicepresidente Geraldo Alckmin, nonché il rapimento del giudice della Corte Suprema, Alexandre De Moraes, che da anni è bersaglio dell’estrema destra brasiliana. De Moraes sarebbe dovuto essere, infatti, il primo obiettivo dei cospiratori. Il 15 dicembre 2022 i criminali si sono appostati davanti casa sua attendendo un decreto presidenziale che avrebbe autorizzato l’arresto di De Moraes e sospeso i poteri del Tribunale Elettorale, permettendo a Bolsonaro di bloccare il passaggio di potere.[5] Tuttavia, all’ultimo momento, Bolsonaro non ha firmato più il decreto che ne bloccava il trasferimento dei poteri poiché i cospiratori non erano riusciti ad ottenere un sostegno sufficiente da parte dei vertici militari.[6]
Donald Trump, dichiarato colpevole dei capi d’imputazione a suo nome nel processo per il risarcimento dei danni e falsificazione di documenti ufficiali, nel maggio 2024 dichiarò: «È stato un processo truccato da un giudice in conflitto di interessi che era corrotto. È un processo truccato, una vergogna».[7] Allo stesso tempo, la popolarità del presidente repubblicano cresceva, mentre il sostegno all’ex presidente Joe Biden diminuiva, culminando nella tardiva candidatura della vicepresidente Kamala Harris alla presidenza. La condanna è arrivata ad appena 10 giorni dal giuramento per il secondo mandato di Donald Trump, a cui è dovuta seguire la “liberazione incondizionata” per rispettare la carica presidenziale e la scelta democratica del popolo statunitense. Il giudice Juan Merchan, frequentemente attaccato da Trump durante il processo ha affermato che la scarcerazione incondizionata era «l’unica sentenza legittima» per proteggere «l’ufficio del presidente… non il titolare dell’ufficio».[8]
Jair Bolsonaro si dichiara vittima di una persecuzione giudiziaria, sostenendo che la sua incriminazione sia motivata da ragioni politiche con l’obiettivo di impedire ai cittadini brasiliani di esercitare liberamente la propria scelta democratica nelle prossime elezioni. Bolsonaro è dichiarato ineleggibile fino al 2030 per decisione del TSE (Tribunal Superior Eleitoral), ma lui sostiene di potersi candidare ugualmente. A sinistra, invece, Lula soffre il calo di popolarità dovuto a diversi fattori interni ed internazionali, e non ha ancora ufficializzato la sua candidatura alle prossime elezioni del 2026.[9]
Nel frattempo, i sondaggi mostrano un paese spaccato in cui l’ineleggibile Bolsonaro ha il 43,4% dei voti, mentre l’attuale presidente Lula ha il 41,6%.[10]
Le scelte di Lula: tra successi e fallimenti
Il calo di popolarità dell’attuale presidente del Partido dos Trabalhadores (PT) è dovuto ad una serie di decisioni complesse, di politica interna ed internazionale. Sul fronte interno, Lula perde terreno sull’elettorato debole di centro e della destra moderata, che fu convinta nel votarlo a causa degli esiti catastrofici della gestione 2019-2022 di Jair Bolsonaro. Quest’ultimo risultò inadeguato nella gestione dell’emergenza pandemica, mettendo pubblicamente in dubbio l’efficacia dei vaccini e delle misure di prevenzione. Inoltre, la sconfitta di Bolsonaro fu dovuta alle sue politiche volte all’indebolimento delle istituzioni democratiche, all’allentamento delle norme sul possesso di armi, al contributo alla deforestazione dell’Amazzonia con la decurtazione dei fondi al Ministero dell’Ambiente e all’introduzione di misure volte ad incentivare le attività di estrazione mineraria sui territori delle popolazioni native. Il principale fattore dell’attuale riposizionamento elettorale risulta, invece, essere frutto dell’inflazione dei prodotti di consumo e dei beni di prima necessità brasiliani come carne, caffè, latte e altri prodotti alimentari. [11]
L’elettorato forte di Lula è messo a sua volta alla prova a causa di diverse misure poste in atto dal Presidente. In ambito ambientale, particolarmente caro all’elettorato del presidente brasiliano, la scelta di procedere con l’esplorazione di petrolio nel bacino Foz de Amazonas, a ridosso della foce del Rio delle Amazzoni, ha suscitato forti critiche da parte degli ambientalisti, i quali utilizzando lo slogan di Trump “drill, baby, drill”, hanno associato la scelta di Lula alle azioni politiche promosse del presidente americano, per evidenziare la contraddizione tra le promesse di sostenibilità e le scelte estrattive.
Lula, tuttavia, giustifica l’urgenza di condurre studi di fattibilità tecnica ed economica del progetto, sostenendo che i proventi derivanti da tale misura saranno utili alla transizione energetica del paese.[12] Una misura del genere potrebbe risultare deleteria sul fronte dell’appoggio politico interno, soprattutto perché l’amministrazione Lula ha sempre preso le distanze dalle politiche negazioniste e di deforestazione di Bolsonaro, facendo della sostenibilità una delle principali correnti d’azione politica. Sul fronte internazionale, una scelta del genere, compiuta probabilmente in vista della prossima COP30 del novembre 2025 a Belém, in Amazzonia, sembra avvicinarsi ad una nuova corrente di pensiero, profondamente mutata rispetto alla tematica ambientale, come già intravisto durante la COP29, in cui la sostenibilità e l’ambientalismo sono state considerate sempre più come un limite al profitto ed alle potenzialità di sviluppo. Inoltre, su diversi scenari internazionali delicati, il Brasile ha adottato posizioni contrastanti che gli hanno impedito di assumere un ruolo all’altezza delle proprie ambizioni.
Nel contesto ucraino, ha tentato senza successo di porsi al centro del dibattito sulla guerra, ma la sua riluttanza a condannare esplicitamente l’invasione russa ha compromesso qualsiasi credibilità nella mediazione. Sul conflitto a Gaza, invece, il Brasile si è allineato alle Nazioni Unite nella condanna di Israele, ma ha tardato a riconoscere Hamas come organizzazione terroristica, esponendosi a critiche per la mancanza di una posizione chiara e tempestiva. A livello regionale, il Brasile rimane lo stato più influente, confermandosi un garante dell’ordine nell’area. La gestione della crisi Venezuela-Guyana nelle rivendicazioni territoriali venezuelane sulla regione di Essequibo ha reso necessario il dispiegamento di truppe brasiliane al confine settentrionale, rafforzando il suo ruolo di stabilizzatore regionale. Tuttavia, la principale minaccia agli interessi brasiliani in America Latina proviene dalla Cina, che è oggi il principale partner commerciale di quasi tutti i paesi della regione e un diretto concorrente del Brasile sia sul piano economico che su quello dell’influenza politica.[13]L’antipatia di Lula nei confronti della nuova amministrazione statunitense non aiuta la sua posizione nello scacchiere internazionale. I primi attriti iniziano a con Elon Musk che ha attaccato il giudice della Corte Suprema brasiliana, Alexandre de Moraes (lo stesso nelle mire dei movimenti di estrema
destra brasiliani), insinuando possibili sanzioni contro di lui negli Stati Uniti. Il commento del miliardario statunitense è arrivato dopo che Moraes ha criticato, all’ Universidade de São Paulo (USP), il ruolo non neutrale delle big tech, definendole strumenti di potere economico e politico. Con l’intento di colpire Alexandre de Moraes, Elon Musk ne suggerisce la confisca di tutti i bene posseduti sul territorio statunitense.[14]
Le analogie tra Jair Bolsonaro e Donald Trump configurano uno schema che associa i due “presidenti condannati” in un destino parallelo.
Note
[1] Belli, J. (2024, February 13). Edipo Trump: l’assalto a Capitol Hill e il trauma di Zio Sam. Opinio Juris.
[2] Final report of the Select Committee to Investigate the January 6th Attack on the United States Capitol. (2022, December 22). Internet Archive.
[3] Polícia Federal do Brasil. (2024, November 26). Relatório Final PF. Supremo Tribunal Federal.
[4] Phillips, T. (2024, November 26). Bolsonaro allies nearly launched military coup in 2022, police report says. The Guardian.
[5] Desideri, C. (2025, February 22). La democrazia fragile del Brasile. Internazionale.
[6] Phillips, T. (2024, November 26). Bolsonaro allies nearly launched military coup in 2022, police report says. The Guardian.
[7] Romero, L., Hoffman, R., & DiMartino, J. (2024, May 31). Can Trump still be elected president after being convicted in hush money case? ABC News.
[8] Katersky, A., Charalambous, P., Faulders, K., & Rubin, O. (2025, January 10). Trump sentencing: Judge gives Trump “unconditional discharge” to respect presidency. ABC News.
[9] Desideri, C. (2025, February 22). La democrazia fragile del Brasile. Internazionale. [10] Tupina, M. (2025, February 25). Inelegível, Bolsonaro tem vantagem numérica contra Lula em 2o turno de 2026, aponta CNT/MDA. Folha de S.Paulo.
[11] Le elezioni tedesche sono importanti anche per l’Europa. L’ombra di Bolsonaro sul Brasile. (2025). Il Mondo Podcast, Internazionale.
[12] De Lima, J. G., & 17Fev, E. A. (2025, February 26). Foz do Amazonas é projeto “perfure, baby, perfure” de Lula, criticam ambientalistas. Folha de S.Paulo.
[13] Brasile: forza del futuro in stand-by. (2025, February 21). ISPI.
[14] Folha de S.Paulo. (2025, February 25). Musk volta a atacar Moraes e cogita sanções a ministro do STF. Folha de S.Paulo.
Foto copertina: Maglia pro-Bolsonaro durante l’assalto al Congresso nazionale del Brasile l’8 gennaio 2023.