Dal Donbass all’esilio: la storia di resistenza dello Shakhtar Donetsk tra guerra e calcio


Nonostante il suo stadio sia ormai inagibile dal 2014, lo Shakhtar Donetsk è diventato un grande simbolo dell’unità nazionale ucraina.


Il club che gioca in trasferta da 10 anni

Lo scorso 18 settembre è stata la data nella quale il Bologna, guidato da Vincenzo Italiano, ha rimesso piede in Champions League, la massima competizione europea che vedeva i felsinei mancare da quasi 60 anni. L’esordio è stato in casa allo stadio Dall’Ara contro gli ucraini dello Shakhtar Donetsk. Un club che negli ultimi due lustri è stato l’emblema, sul piano sportivo, del conflitto russo-ucraino scoppiato già nel 2014 all’interno della regione del Donbass tra l’Ucraina e i separatisti filo-russi. Da quell’estate infatti il “club dei minatori”, come sono soprannominati in virtù della ricchezza di cui dispone quella terra e del nome stesso (Shakhtar significa infatti minatore)[1], non ha potuto più giocare le partite casalinghe nel proprio stadio. Se è vero che la guerra ha distrutto la vita di tante persone tra caduti e familiari superstiti delle vittime, è anche vero che il conflitto ha destinato ad una triste fine uno degli impianti più avveniristici e costosi che siano mai stati realizzati in Ucraina: la Donbass Arena. L’ex casa dello Shakhtar fu realizzata tra il 2006 ed il 2009 arrivando a costare oltre 300 milioni di euro.[2] L’impianto fu pensato anche in vista dei campionati europei di calcio del 2012 che l’Ucraina avrebbe ospitato insieme alla Polonia. Pertanto fu il primo stadio dell’Europa orientale a soddisfare i criteri imposti dalla UEFA per rientrare all’interno della categoria 4 ovvero quella d’élite adibita ad ospitare le finali delle competizioni europee. Tuttavia con lo scoppio della guerra nel 2014 lo stadio è stato definitivamente abbandonato dalla società che ha preferito spostarsi prima a Leopoli, nella zona occidentale del paese, poi a Kharkiv ed infine a Kiev dove attualmente vi è la sede legale del club.

Il legame tra lo Shakhtar Donetsk e la città

Per comprendere il legame che storicamente è esistito tra il club e la città orientale di Donetsk è opportuno fare un passo indietro. Le fondamenta del club infatti vanno fatte risalire al 1911 quando un gruppo di minatori decise di fondare quello che sarebbe diventato, insieme alla Dynamo Kiev, il più grande club di calcio ucraino. In quegli anni la regione del Donbass era una delle poche del paese ad essere industrializzata ed era nota per le sue miniere di carbone e per le acciaierie.[3] Il calcio, come altre attività sportive, era un mezzo per sostenere la propaganda socialista e per offrire svago agli operai. Lo Shakhtar, dunque, nacque e crebbe in un contesto in cui lo sport era strettamente collegato alla politica e all’ideologia sovietica che dilagò da lì a poco. Durante il periodo sovietico, i “minatori” ottennero alcuni successi, tra cui la vittoria di diverse Coppe dell’URSS negli anni ’60 e ’80, ma non riuscirono mai a dominare il campionato, tradizionalmente monopolizzato da squadre di Mosca come il CSKA Mosca e la Dinamo Mosca. Con l’indipendenza dell’Ucraina nel 1991, il club iniziò una nuova fase, trovandosi a competere nel campionato ucraino e cercando di emergere come uno dei principali club nazionali, in particolare sotto la guida del magnate Rinat Akhmetov, che divenne proprietario del club nel 1996.[4] Benché il club da quell’anno fino al 2014 non sia stato amato da Kiev, per usare un eufemismo, in virtù della rivalità con la Dynamo, è altrettanto vero che dallo scoppio della guerra nel Donbass (e poi nel 2022 nell’intero paese), il club sia diventato un simbolo del conflitto. Ciò in quanto lo Shakhtar ha incarnato le vesti della squadra senza casa. Un destino diventato comune a quasi tutte le società ma che toccò per primo al club di Akhmetov. Nomadi dalla grande tradizione calcistica che per motivi extra campo hanno dovuto abbandonare il proprio terreno di gioco, che oggi versa in condizioni di semidistruzione a causa delle molteplici bombe scoppiate negli ultimi 10 anni.

Lo scoppio della guerra nel febbraio del 2022     

Era il 24 febbraio del 2022 quando l’invasione dell’Ucraina per mano dei militari della Federazione Russa fece precipitare il paese in un tunnel la cui luce è ancora molto lontana. Un evento drammatico che ha coinvolto ogni settore della vita quotidiana. Nulla infatti sarebbe più stato come prima. Neanche il calcio, naturalmente. Ad assistere a quei drammatici momenti ci fu anche un italiano, Roberto De Zerbi, all’epoca allenatore dello Shakhtar che si trovò insieme ai suoi calciatori bloccato nell’hotel in vista della ripresa del campionato.[5] Tutto si fermò, cristallizzando gli ultimi attimi di normalità ai momenti antecedenti al suono delle sirene. Le priorità divennero altre e il calcio sembrava potesse essere accantonato per un bel po’ di tempo. Tuttavia nell’agosto del 2022, con grande stupore da parte anche degli addetti ai lavori, ci fu l’annuncio che il pallone sarebbe tornato a rotolare su un campo da calcio per una partita ufficiale. La premier league Ucraina era infatti pronta ripartire con il match tra Shakhtar e Metalist 1925. Una gara che finirà 0-0 ma che desterà scalpore per il clima surreale con cui si scese sul terreno di gioco. Furono infatti le porte chiuse, i rifugi antiaerei nelle vicinanze e la concentrazione di quasi tutti i club nella città di Kiev o di Leopoli (ad ovest del paese) a catturare l’attenzione dei media internazionali.[6] Più di 4 invece furono le ore di gioco tra Rukh e Metalist a causa del suono delle sirene che obbligarono le squadre ad abbandonare il campo ben 3 volte e a rifugiarsi nell’apposito bunker.[7] Un episodio che si ripeterà in altri match programmati per quella stagione, costringendo gli atleti a preoccuparsi più per quello che accadeva fuori dal campo rispetto all’andamento del campionato. A fine anno il trionfo sarà proprio dei minatori dello Shakhtar, ridefinendo, una volta di più, come il club dei minatori fosse simbolo del conflitto ma anche della resilienza. 

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Il ruolo di Rinat Akhmetov e l’impegno del club nel conflitto

Rinat Akhmetov è l’attuale presidente dello Shakhtar Donetsk nonché l’oligarca più ricco d’Ucraina. Un personaggio dunque influente il cui passato è stato però controverso. Le prime grandi ombre sulla sua persona vengono infatti gettate proprio in merito all’acquisizione dello Shakhtar Donetsk. Nel 1995 un attentato allo Shakhtar Stadium, l’ex casa del club, uccise Akhtat Bragin, predecessore di Akhmetov alla guida del club ucraino e suo vecchio socio d’affari.[8] Alcuni indizi fecero pensare ad Akhmetov come mandante visto che fu l’unico a salvarsi. L’oligarca infatti faceva già parte dei quadri dirigenziali dello Shakhtar ma quel giorno non si trovava allo stadio.[9] Tuttavia, nonostante le accuse e un caso mai definitivamente risolto, Akhmetov ha successivamente assunto la presidenza dei “minatori”, portando il club a dei fasti sconosciuti prima del suo avvento come ad esempio la vittoria della Coppa Uefa (oggi Europa League) nel 2009, primo successo europeo di sempre per un club ucraino.[10] Ciò è stato possibile soprattutto grazie al suo ricchissimo patrimonio che nel 2022, prima dello scoppio della guerra nell’intero paese, era stato stimato da Forbes intorno ai 15 miliardi di euro.[11] Ricchezza che è stata più che dimezzata negli ultimi due anni a causa dei danni provocati dai combattimenti alle acciaierie di Mariupol facenti parte di Metinvest, una multinazionale controllata dalla holding di Akhmetov.[12] Prima dell’invasione russa, Akhmetov era stato accusato dall’attuale presidente Zelensky di essere un finanziatore dei partiti filorussi e di aver organizzato un golpe contro di lui nel 2021.[13] Tesi che in realtà l’oligarca ha sempre respinto. Già dal 2014 infatti le sue idee politiche, dettate naturalmente dagli interessi economici, subirono una svolta. Con i primi venti secessionisti l’oligarca originario di Donetsk ed ex minatore scelse il proprio sostegno all’Occidente in virtù anche del fatto che quest’ultimo rappresentava un grande acquirente dell’acciaio prodotto dalla sue società.[14] Il magnate ucraino ha poi questo fatto causa, presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, alla Federazione Russa, colpevole, secondo lui, di aver violato le sue proprietà.[15] Se infatti il suo patrimonio è drasticamente diminuito lo si deve alle conseguenze subite dai complessi siderurgici da lui controllati. Contestualmente Akhmetov ha ribadito la vicinanza e il supporto a tutti i militari che difendono la patria. Una fedeltà alla nazione che talvolta è stata messa in discussione dall’attuale presidente del paese, al quale però ha teso un mano nel 2022 in segno di dimenticanza delle passate schermaglie che hanno contraddistinto i rapporti fra i due.[16]
L’aiuto di Akhmetov al paese negli ultimi due anni non è stato soltanto dimostrato attraverso le parole. Quando infatti nel gennaio del 2023 il talento Mikhailo Mudryk fu ceduto dallo Shakhtar Donetsk al Chelsea per la cifra record di 100 milioni, l’oligarca annunciò che ben 23 di questi sarebbero stati devoluti all’esercito ucraino impegnato nel combattere gli invasori russi.[17] «I loro atti di coraggio non hanno eguali nella storia moderna – disse Akhmetov – Sono loro, con sacrificio e coraggio che hanno contribuito a contenere il nemico nei primi mesi di guerra. Il denaro verrà utilizzato per coprire diverse esigenze: dalla fornitura di cure mediche e protesiche e supporto psicologico al soddisfacimento di richieste specifiche».[18] Un esempio emblematico che non solo ha significato molto per la comunità ma ha anche dimostrato come lo sport (e il giro d’affari che si cela dietro il calcio), possa andare oltre, contribuendo con sforzi umanitari al sostegno delle persone al fronte e a coloro che sono stati colpiti dalla guerra, rafforzando il concetto di unità che in tempi di crisi può avere un impatto significativo.    

Verso un futuro incerto

Con il protrarsi della guerra le incertezze per il paese e per lo sport in Ucraina rimangono molteplici. Nessuno può infatti pronosticare quale sia il futuro del club che ormai da 10 anni girovaga per il paese in cerca di una sistemazione definitiva che al momento sembra aver trovato nella capitale Kiev. In questo contesto il calcio rappresenta un angolo di normalità. Lo scorso maggio infatti lo Shakhtar ha vinto il suo quindicesimo campionato e la sua quattordicesima coppa d’Ucraina.[19] Sebbene siano lontani i tempi in cui grandi talenti del calibro di Douglas Costa e Willian venivano attratti dalla modernità degli impianti e dalla visione del club proiettata al futuro, oggi i tifosi (non solo dello Shakhtar) possono consolarsi con i talenti del vivaio e con un qualcosa che va al di là dei titoli ossia la consapevolezza che una semplice società di calcio sia stata in grado incarnare l’orgoglio di tutti gli ucraini che ogni giorno rivendicano la propria sovranità. La squadra senza fissa dimora ha fatto del paese intero la propria casa.


Note

[1] Francesco Schirru, «Perchè si chiama Shakhtar Donetsk? Storia e motivi», Goal.com, 20/10/2024 https://www.goal.com/it/notizie/shakhtar-perch%C3%A8-si-chiama-cos%C3%AC-motivo-nazione/amv70698ige51i012e99h2zur
[2] Marcel Vulpis, «Shakhtar Donetsk, 120 milioni bruciati dalla guerra: ora la Champions, con le multinazionali e lontano dai russi», Calciomercato.com, 07/07/2023. https://www.calciomercato.com/news/shakhtar-donetsk-120-milioni-bruciati-dalla-guerra-ora-la-champi-36643
[3] Giordano D’Angelo, «I minatori di Donetsk», Eco di Olimpia, 24/03/2022, https://ecodiolimpia.altervista.org/i-minatori-di-donetsk/
[4] Ibidem.
[5] “De Zerbi e lo Shakhtar bloccati in Ucraina in hotel: “Non siamo eroi, qui per fare calcio”, SkySport, 24/02/2022, https://sport.sky.it/calcio/2022/02/24/de-zerbi-shakhtar-ucraina-voli-cancellati
[6] Pietro Cabrio, «In Ucraina si torna a giocare a calcio», Il Post, 23/08/2022, https://www.ilpost.it/2022/08/23/inizio-campionato-calcio-ucraina-guerra/
[7] “Ucraina, allarmi aerei a Lviv: la partita Rukh-Metalist Kharkiv dura 4 ore e mezza. Giocatori scappano nel bunker”, Eurosport, 25/08/2022, https://www.eurosport.it/calcio/campionato-ucraino/2022-2023/ucraina-allarmi-aerei-a-lviv-la-partita-rukh-metalist-kharkiv-dura-4-ore-e-mezza.-giocatori-scappano_sto9099826/story.shtml.
[8] Brett Forrest, «Shakhtar fights to survive in the UCL, but its owner is in even more peril», ESPN, 15/10/2015 https://www.espn.co.uk/football/story/_/id/37432222/the-story-shakhtar-donetsk-owner-rinat-akhmetov
[9] Ibidem.
[10] «Fermo immagine: lo Shakhtar vince la Coppa UEFA 2009», UEFA.com, 02/05/2016, https://it.uefa.com/uefaeuropaleague/news/022d-0e9434d365a0-641e3105c5b8-1000–fermo-immagine-lo-shakhtar-vince-la-coppa-uefa-2009/
[11] Billionaires 2013: Richest Sports Owners, Forbes, 18/10/2013, https://www.forbes.com/pictures/fkgh45kj/2-rinat-akhmetov/
[12]La Russia ha violato le mie proprietà: l’uomo più ricco dell’Ucraina porta Mosca in tribunale”, Forbes, 28/06/2022, https://forbes.it/2022/06/28/rinat-akhmetov-fa-causa-alla-russia-per-invasione/.
[13] “Il presidente ucraino dice che la Russia sta progettando un golpe ai suoi danni”, Il Post, 29/11/2021, https://www.ilpost.it/2021/11/29/zelensky-progetto-colpo-stato-russia-akhmetov/.
[14] “Ukrainian oligarch backs Kiev rule, urging factory workers to daily strikes”, The Guardian, 20/05/2014, https://www.theguardian.com/world/2014/may/20/ukrainian-oligarch-akhmetov-backs-kiev-workers-strikes
[15] La Russia ha violato le mie proprietà: l’uomo più ricco dell’Ucraina porta Mosca in tribunale”, cit.
[16] “Akhmetov, “re” degli oligarchi si piega a Zelensky: allo Stato l’impero dei media”, La Repubblica, 12/07/2022, https://www.repubblica.it/esteri/2022/07/12/news/akhmetov_re_degli_oligarchi_si_piega_a_zelensky_allo_stato_limpero_dei_media-357476222/
[17] Stefano Dolci, “Incredibile Shakhtar, riceve 100 milioni dal Chelsea per Mudryk: ne verserà 23 all’esercito ucraino”, Eurosport, 16/01/2023, https://www.eurosport.it/calcio/calciomercato/2022-2023/incredibile-shakhtar-riceve-100-milioni-dal-chelsea-per-mudryk-ne-versera-23-all-esercito-ucraino_sto9324877/story.shtml [18] Ibidem.
[19] Enrico Maccione, “L’FC Shakhtar di Rinat Akhmetov supporta il futuro dell’Ucraina”, Kickest, https://www.kickest.it/it/notizie/33184/lfc-shakhtar-di-rinat-akhmetov-supporta-il-futuro-dellucraina


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