La famiglia Assad è stata una delle dinastie politiche più longeve e controverse del Medio Oriente contemporaneo. Da Hafez al-Assad, che prese il potere nel 1970 con un colpo di stato, fino a suo figlio Bashar, il regime siriano ha attraversato decenni di trasformazioni geopolitiche, conflitti interni ed esterni, e crisi globali, mantenendo però un controllo quasi assoluto sul Paese fino al crollo di oggi.
Hafez al-Assad: Il costruttore del regime
L’ascesa al potere
Hafez al-Assad nacque nel 1930 in una modesta famiglia alawita nella città di Qardaha, un villaggio montano nel nord-ovest della Siria. Gli alawiti, una minoranza sciita, rappresentavano una frazione esigua della popolazione siriana, dominata dalla maggioranza sunnita. Dopo essersi unito al Partito Ba’ath negli anni ’40, Hafez si formò come ufficiale dell’aeronautica, scalando rapidamente i ranghi militari.
Nel 1963, il colpo di stato baathista portò al potere un gruppo di ufficiali che volevano modernizzare la Siria e promuovere una visione socialista e panaraba. Tuttavia, le lotte interne tra le fazioni del partito portarono a una crescente instabilità. Nel 1970, con un “movimento correttivo”, Hafez al-Assad prese il controllo del Paese, instaurando un regime autoritario con una forte base militare.
Consolidamento del potere
Hafez al-Assad trasformò la Siria in uno stato centralizzato con una struttura di potere basata sulla lealtà al regime. Le istituzioni furono costruite attorno alla figura del presidente, che combinava il ruolo di comandante in capo, capo di Stato, e leader del Partito Ba’ath. La sua strategia di governo si basava su tre pilastri:
- Sicurezza e intelligence: Assad creò un elaborato sistema di intelligence e controllo sociale, affidato a più agenzie spesso in competizione tra loro. Questo gli permise di reprimere il dissenso e prevenire colpi di stato.
- Cooptazione delle élite: Assad coinvolse le minoranze religiose, tra cui alawiti e cristiani, e alcune figure sunnite, garantendo loro posizioni di rilievo nell’amministrazione e nell’esercito.
- Politiche panarabe e regionali: Il regime di Assad si presentò come un campione del panarabismo, mantenendo una posizione ferma contro Israele e sostenendo la causa palestinese.
La repressione di Hama (1982)
Uno degli eventi più significativi e brutali del regime di Hafez fu la repressione della rivolta dei Fratelli Musulmani nella città di Hama nel 1982. La rivolta, che rappresentava una sfida diretta all’autorità del regime, fu schiacciata con un intervento militare devastante. Si stima che decine di migliaia di persone siano morte, e la città fu quasi completamente distrutta. Questo episodio segnò la definitiva sconfitta dell’opposizione islamista in Siria, ma rafforzò l’immagine di Assad come un leader spietato e determinato.
Politica estera: tra Guerra Fredda e conflitti regionali
Sul piano internazionale, Hafez al-Assad sfruttò abilmente la Guerra Fredda per consolidare il suo potere. La Siria divenne un alleato chiave dell’Unione Sovietica, ottenendo armi e supporto economico. Allo stesso tempo, Assad cercò di aumentare il prestigio della Siria nella regione attraverso il coinvolgimento nel conflitto arabo-israeliano, l’intervento in Libano nel 1976 e il sostegno ai movimenti palestinesi.
La Transizione: Da Hafez a Bashar
Preparativi per la successione
Negli anni ’90, Hafez al-Assad iniziò a preparare la successione dinastica, un concetto raro nella politica araba repubblicana. Il figlio maggiore, Bassel, era stato scelto come erede, ma la sua morte in un incidente automobilistico nel 1994 costrinse Hafez a rivolgersi al suo secondo figlio, Bashar, allora studente di oftalmologia a Londra.
Bashar tornò in Siria e fu rapidamente addestrato alla politica e alla gestione del potere. Alla morte di Hafez nel giugno 2000, Bashar fu eletto presidente con un referendum plebiscitario che garantì la continuità del regime.
Bashar al-Assad: Modernizzatore o Dittatore?
Primi anni e promesse di riforme
All’inizio del suo mandato, Bashar al-Assad si presentò come un riformatore. Promosse una parziale liberalizzazione economica e incoraggiò il cosiddetto “Damasco Spring”, un breve periodo di apertura politica e culturale. Tuttavia, le speranze di democratizzazione furono presto disattese: entro il 2001, il regime tornò a reprimere ogni forma di dissenso.
Consolidamento del potere
Bashar rafforzò ulteriormente il controllo del regime, mantenendo il sistema di potere ereditato da suo padre. Gli alawiti continuarono a occupare posizioni chiave nell’esercito e nelle forze di sicurezza, ma Bashar introdusse anche figure tecnocratiche e giovani leader per modernizzare l’immagine del regime.
Sfide economiche
Negli anni 2000, Bashar cercò di diversificare l’economia siriana, aprendo al settore privato e promuovendo investimenti stranieri. Tuttavia, queste politiche non riuscirono a ridurre le disuguaglianze sociali né a migliorare significativamente la qualità della vita per la maggior parte della popolazione.
La Guerra Civile: La Crisi del Regime di Bashar
L’inizio delle proteste (2011)
Nel 2011, sulla scia delle Primavere Arabe, anche la Siria fu travolta da proteste popolari. Manifestazioni inizialmente pacifiche chiedevano riforme politiche e la fine della corruzione. Tuttavia, la risposta violenta del regime, che utilizzò la forza militare contro i manifestanti, trasformò le proteste in un conflitto armato.
Frammentazione del Paese
La guerra civile siriana portò a una rapida frammentazione del Paese. Vari gruppi armati emersero, inclusi ribelli moderati, formazioni jihadiste come lo Stato Islamico, e milizie curde. La crisi umanitaria divenne una delle peggiori del XXI secolo, con milioni di rifugiati e sfollati.
L’intervento internazionale
La guerra civile siriana attirò l’attenzione di molte potenze regionali e globali:
- Russia e Iran: Alleati chiave del regime, fornirono supporto militare, economico e politico. L’intervento russo nel 2015 fu decisivo per salvare Bashar e ribaltare le sorti del conflitto.
- Turchia: Sostenne vari gruppi ribelli e intervenne militarmente per contrastare l’influenza curda.
- Stati Uniti: Guidarono una coalizione contro lo Stato Islamico e sostennero le Forze Democratiche Siriane (SDF) a guida curda.
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Il Regime di Bashar Oggi
Sopravvivenza e resilienza
Nonostante anni di guerra, Bashar al-Assad era riuscito a mantenere il controllo di gran parte del Paese grazie soprattutto al sostegno degli alleati internazionali.
Sfide economiche e sociali
L’economia siriana è in rovina, colpita da sanzioni internazionali, corruzione e distruzione delle infrastrutture. La ricostruzione appare lenta e subordinata agli interessi delle potenze straniere. La popolazione continua a soffrire a causa della povertà, della disoccupazione e della mancanza di servizi essenziali.
Reintegrazione regionale
Negli ultimi anni, Bashar ha cercato di normalizzare i rapporti con i Paesi arabi, come dimostrato dal suo ritorno alla Lega Araba nel 2023. Tuttavia, la Siria è rimasta isolata a livello internazionale, con relazioni tese con l’Occidente.
Conclusione
Da Hafez a Bashar, la famiglia Assad aveva dimostrato un’impressionante capacità di adattamento e resistenza in uno dei contesti più complessi e instabili del Medio Oriente. Tuttavia gli eventi che si sono susseguiti dopo il 7 ottobre 2023 hanno portato allo sfaldamento repentino del sostegno internazionale che garantiva la sopravvivenza di Assad. In pochi giorni un gruppo di jihadisti sono entrati come la lama nel burro delle difese siriane fino a conquistare Damasco e mettere in fuga il presidente Bashar, decretandone così. la fine del potere.
Foto copertina: Hafez e Bashar Assad