Croce e kalashnikov: la guerra in Ucraina e la potenza della fede


La fede come arma: come la religione è stata usata per giustificare la guerra in Ucraina e rafforzare l’espansionismo russo.


a cura di Lorenzo Paolo Riviezzo, direttore di Άτλας_Geopol

Introduzione

Οἱ πατέρες ἡμῶν οὐκ ἐφόνευκεν ἐνόμισαν τοὺς ὑπὲρ σωφροσύνης καὶ εὐσεβείας ἐν πολέμοις ἀγωνισαμένους· ἴσως δὲ ἂν εὕροιτο τῷ λόγῳ συνᾴδον, διὰ τὸ μὴ καθαράς ἔχειν τὰς χεῖρας, τοῖς τοιούτοις τρία ἔτη μετριοπάθειαν ἐπιτείνειν.[1]
I nostri padri non hanno considerato omicidi coloro che hanno combattuto nelle guerre per la pietà e la virtù; tuttavia, sembra bene imporre loro la penitenza di tre anni di astensione dalla comunione, non perché siano ritenuti omicidi, ma perché le loro mani non siano impure.”, in questo modo si esprimeva uno dei grandi padri della chiesa e santo della chiesa ortodossa, Basilio il Grande, nel IV secolo d.C., rispondendo all’aporia che era sorta dal conciliare virtù militare e fede cristiana[2].
La chiesa ortodossa ha vissuto un rapporto complesso, nel corso della sua storia, con la guerra. Spesso ambiguo. Nell’impero bizantino, l’impero romano d’oriente di fede ortodossa, non riuscì mai a comprendere la religione di crociata, che tanto aveva attecchito in occidente[3]. La guerra e i massacri che non conseguivano, da ambo le parti, era considerata un male; ma, seppur non glorificata, era giustificata come oikonomia, un male necessario per proteggere l’Impero dei Romani.
Nel mondo slavo, cristianizzato molto tardi, e in particolare in quello russo, il legame tra fede e guerra assunse fin da subito connotati molto marcati e forti. Dopo la caduta di Costantinopoli, Mosca si proclamò Terza Roma[4]. Nelle azioni delle armate russe e slave la fede ortodossa divenne essenzialmente uno strumento politico, circondanti come erano da “pagani e infedeli”. L’ortodossia e la sua “protezione” furono usate per giustificare l’espansione russa, con i patriarchi che benedivano le armate e i monasteri trasformati in roccaforti.
Queste immagini, che rievocano un passato “medievale”, cancellate dalla luce dell’illuminismo, in realtà sono più che attuali e sono riemerse dal marasma della storia nel conflitto attualmente in corso in Ucraina.

La santa guerra contro l’Occidente e la sua degenerazione

Fin dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina nel 2022, ma anche durante le rivolte nel Donbass, la Chiesa ortodossa russa, guidata dal patriarca Cirillo, ha fornito una giustificazione ideologica, che potesse coagulare il supporto di tutti gli ortodossi verso questa guerra di conquista. La guerra è stata dipinta non tanto come un’aggressione all’Ucraina e agli ucraini, che sono fratelli dei russi, quanto come una lotta sacra contro la decadenza morale dell’Occidente, che ha infettato anche Kiev. La fede e la religione sono state utilizzate per legittimare l’aggressione, presentando la Russia come il baluardo dei “sani” valori tradizionali, contro un’Europa e un’America, corrotte dal liberalismo, dal secolarismo e dalla promozione dei diritti LGBTQ+.
In un sermone del marzo 2022, il patriarca Cirillo ha affermato che “questa guerra non è solo un conflitto politico, ma una battaglia spirituale per la difesa dellunità russa (da notare come nell’immaginario russo, gli ucraini siano un popolo fratello che deve essere ricondotto all’unità) e contro linfluenza occidentale, che minaccia lidentità cristiana ortodossa della nazione russa[5]”.
Questa visione riprende un tema antico della cultura politica russa: l’idea che Mosca, come terza Roma, sia l’ultimo e unico baluardo della vera fede contro le forze del caos e della corruzione morale[6].
La guerra in Ucraina assume quindi le sembianze di una crociata moderna una lotta esistenziale per preservare la “Santa Russia” da un mondo decadente e ostile[7].

Il Jihad bianco o Jihad solare

Il concetto di guerra santa e di fede militante assume anche valori trasversali e non è improprio parlare a questo punto di Jihad bianco o Jihad solare. La iunctura “White Jihad” è stata utilizzata per descrivere una lotta ideologica, spirituale e pratica promosse da figure misticheggianti e pseudofilosofiche come Alexandr Dugin e ampiamente sostenuta da tutti i settori della Chiesa ortodossa russa.
Dugin, filosofo e politologo russo, critica aspramente il liberalismo occidentale e l’egemonia degli Stati Uniti, sostenendo la necessità di un ritorno ai valori tradizionali e spirituali. Egli afferma: “Noi, conservatori, vogliamo uno Stato forte, solido, vogliamo ordine e famiglia sana, valori positivi, il rafforzamento dell’importanza della religione e della Chiesa nella società”[8]. Questa sinergia tra ideologia politica e dottrina religiosa crea una narrativa potente che giustifica azioni politiche e militari come una missione sacra per preservare l’identità russa. Dugin, ad esempio, ha affermato che la Russia riporterà l’ordine in Ucraina, promuovendo giustizia, tenore di vita dignitoso e prosperità, ma soprattutto libertà³.

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Ma cos’è esattamente questo Jihad bianco?

Nato inizialmente come un meme, questo concetto[9] è stato sviluppato da gruppi neonazisti e suprematisti bianchi, tra cui il sito The Daily Stormer e il blogger Sacco Vanda. Gruppi neonazisti che riempiono le fila dell’esercito russo. L’obiettivo è quello di promuovere un patriarcato radicale all’interno di un ipotetico Stato etno-nazionale bianco, in aperta opposizione a quella che viene definita la “socialista ipergamia femminile”[10], ovvero il presunto declino del ruolo dominante dell’uomo bianco nella società. Da ciò si ingenera l’idea della White sharia, che richiama la necessità di un controllo assoluto sulla sessualità, sulla riproduzione e sulla vita quotidiana delle donne, ispirandosi a una versione distorta della legge islamica[11].

L’esercito Ortodosso Russo

Sintesi di tutte queste ideologie è la Russkaya pravoslavnaya armiya o Esercito Ortodosso Russo, una milizia separatista, estremamente misconosciuta ma che incarna perfettamente i “valori” espressi nei paragrafi precedenti.
Fondata nel 2014, all’alba della destabilizzazione russa nel Donbass[12], faceva capo a Pavel Gubarev[13], russofono di Donetsk, militante del partito neonazista russo Russkoe natsionalnoe edinstvo (Русское национальное единство), fondato da Alexander Petrovich Barkashov.
Nel panorama frastagliato delle milizie separatiste del Donbass, l’Esercito Ortodosso Russo si distingue per il suo carattere ultraconservatore e la sua retorica pro-zarista, e l’estremismo ortodosso[14].
Il gruppo, è interessante notarlo, era legato anche al noto agente segreto russo Igor “Strelkov” Ghirkin, di cui Gubarev era caro amico. La milizia negli anni di guerra si è resa responsabile di diversi crimini, come il rapimento e la tortura delle minoranze cattoliche e protestanti nel Donbass e sopratutto contro la chiesa ortodossa ucraina, colpevole di non supportare l’unione con Mosca[15].
Formalmente, ora, il gruppo è stato assorbito dalla Quinta Brigata fanteria serata “Oploth”, ma sui social continuano a vedersi combattenti della milizia che sfoggiano le patch con i simboli del gruppo.

Conclusione

La fusione tra Ortodossia russa e guerra non è un fenomeno nuovo, ma nel conflitto ucraino ha assunto una dimensione inedita, trasformandosi in una vera e propria “crociata” moderna. La retorica del Patriarcato di Mosca, le benedizioni ai soldati, le icone portate al fronte come scudi spirituali: tutto contribuisce a creare un immaginario in cui la Russia si erge come ultimo baluardo contro la decadenza morale dell’Occidente e richiama i tempi della gloria degli zar.
Ma dietro la sacralizzazione della guerra si cela un preciso disegno politico: l’uso della fede come collante identitario, come strumento per mobilitare e giustificare l’espansionismo russo. Il messaggio è chiaro: combattere non è solo un dovere patriottico, ma un atto sacro, un passo necessario verso la restaurazione di un’epoca perduta, quella di una Santa Russia in armi.
Questa narrazione, tuttavia, non è priva di conseguenze. La saldatura tra religione e militarismo rischia di trasformare il conflitto in una guerra senza compromessi, una battaglia totale dove il nemico non è solo politico, ma anche spirituale. E quando la guerra diventa una missione divina, ogni possibilità di pace si allontana, lasciando spazio solo alla violenza sacralizzata, in cui le armi diventano strumenti della provvidenza e i campi di battaglia, nuove cattedrali del martirio.


Note

[1]Lettera 188, Ἐπιστολαὶ 188,13 – PG 32, 671B.
[2] “Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano.” (Matteo 5:44). “Non rendete a nessuno male per male. Cercate di fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira di Dio” (Romani 12:17),
[3] Ravegnani, Giorgio. Bisanzio e le crociate. Bologna: Il Mulino, 2011.
[4] Poco prima della conquista di Costantinopoli, il gran duca moscovita Ivan III aveva sposato Sofia Paleologina, nipote di Costantino XI, ultimo imperatore romano. Mosca potè così vantarsi di essere diretta discendente degli imperatori romani. [5]https://www.nelfuturo.com/Omelia-del-Patriarca-Kirill-Mosca-6-marzo-domenica-del-Perdono.
[6] Runciman, Steven. The Orthodox Churches and the Secular State, Cambridge University Press, 1971.
[7] Laruelle, Marlène. Russian Nationalism: Imaginaries, Doctrines, and Political Battlefields, Routledge, 2018.
[8]Dugin, Aleksandr. The Fourth Political Theory, Arktos, 2012.
[9]https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/09546553.2023.2223694.
[10] https://bridge.georgetown.edu/research/the-sexual-inferiority-complex-of-white-supremacists-charlottesville-and-the-call-for-white-sharia/.
[11] https://www.vice.com/en/article/inside-the-alt-rights-violent-obsession-with-white-sharia-war-brides/
[12]https://inforesist.org/u-samoprovozglashennoj-doneckoj-respubliki-poyavilas-novaya-armiya-russkaya-pravoslavnaya/
[13] https://www.digitaljournal.com/world/pro-russian-gubarev-a-symbol-of-east-ukraine-separatism/article/375337
[14] https://www.nbcnews.com/storyline/ukraine-crisis/meet-russian-orthodox-army-ukrainian-separatists-shock-troops-n107426
[15]https://web.archive.org/web/20170202045256/http://themediaproject.org/article/survivors-describe-horror-falling-hands-russian-orthodox-army?page=full.


Foto copertina: The Main Cathedral of the Russian Armed Forces.Moskva News Agency