Non siamo innanzi a un punto di svolta nella guerra tra Russia e Ucraina, eppure sembra che tutto si muova, senza che via sia un cambiamento.
Le recenti esercitazioni navali russe nel Baltico[1], una consuetudine annuale per l’esercito della Russia, si inseriscono in un momento delicato della guerra in Ucraina. Nelle ultime settimane e nelle ultime ore si sono alternati, tra le due parti in conflitto, bombardamenti e attacchi con droni sui rispettivi territori[2], con un’intensità raggiunta in poche occasioni dall’inizio del conflitto. Nel mentre, i “negoziati”, se tali possono essere definiti in quanto le delegazioni formate non si distaccano per essere di primo piano, vanno avanti su temi accessori e di contorno, lasciando che le posizioni restino incastonate nei lidi delle due parti senza che vi sia un vero e proprio contatto[3]. A conferma di ciò, s’inseriscono i più recenti attriti riguardo il mancato accordo riguardo lo scambio di prigionieri di guerra (la maggior parte feriti, giovani o gravemente malati)[4]. I più recenti sviluppi del conflitto russo-ucraino sottolineano una realtà multidimensionale, che pone una necessaria disamina dei livelli entro i quali leggere la guerra, in termini di potenza, sostenibilità nel lungo periodo e nella considerazione di un percorso che possa portare ad una pacificazione o, perlomeno, una cessazione delle ostilità.
Entrambi gli schieramenti, difatti, sembrano presentare, a fasi alterne, punti di forza tali da proiettarsi come sprone positivo nel conflitto, ma allo stesso tempo di debolezze strutturali, ossia connesse ad elementi fondamentali dei due apparati, in considerazione dell’intelligence o degli alleati, a seconda dell’attore a cui si fa riferimento. Se, da un lato, l’Ucraina ha dovuto affrontare una ricalibrazione dei rapporti con il principale sostenitore, ossia gli Stati Uniti, nei propri confronti, gestendo un rapporto non più cooperativo e basato sul rafforzamento militare e valoriale, dall’altro la Federazione Russa, nonostante i pachidermici avanzamenti sul fronte, si è ritrovata a contrastare delle azioni critiche sul proprio territorio, come il recente attacco ai bombardieri dislocati in differenti basi aeree o gli attacchi con droni ucraini verso numerose città, tra cui Mosca stessa. Inoltre, recenti progetti e modelli, provenienti da una breccia nella sicurezza russa, hanno mostrato l’espansione di un sito militare nucleare nell’area della cittadina di Jasnyj[5], nell’oblast’ di Orenburg, facilitando la comprensione dell’avanzamento della modernizzazione della componente nucleare russa.
La questione alla base è quale sia il futuro di una tale condizione di incertezza. Non si tratta di uno stallo nel conflitto, forse una tale fase è stata superata, eppure risulta che nonostante le accelerate degli ultimi mesi, sembra che queste siano state laterali, piuttosto che in avanti.
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Le esercitazioni navali
La “flotta ombra”, com’è stato definito l’insieme di navi facenti capo a Mosca in maniera indiretta (attraverso l’utilizzo di bandiere di comodo, trasferimenti nave-nave, imbarcazioni datate e con falsi codici identificativi)[6], risulta essere una delle questioni che più mette in discussione la sicurezza della navigazione e degli Stati stessi nel Mar Baltico, elevando la preoccupazione di Paesi come l’Estonia, la Svezia o la Norvegia. L’utilizzo di una tale flotta da parte di Mosca è funzionale all’aggiramento delle sanzioni europee riguardo il commercio degli idrocarburi russi, affinché la Russia possa consentire il fluire di denaro necessario alla propria economia, gran parte dedicata alla guerra in corso.
Le preoccupazioni degli Stati baltici e non solo è rivolta verso una tale flotta in quanto costituirebbe una minaccia diretta alla propria sicurezza nazionale, in quanto tali navi non circolano secondo le regole di navigazione internazionali, bensì compiono numerosi illeciti (la falsificazione dei codici identificativi, la rimozione dei sistemi di monitoraggio e il non rispetto dei vincoli ambientali) i quali caratterizzano un rischio multiplo per le altre navi, ma anche per le infrastrutture strategiche degli Stati che si affacciano sul Baltico.
La tranciatura di cavi sottomarini[7] per le comunicazioni rientra tra tali minacce. I tentativi di sanzionare e sequestrare tali navi rispondono all’obiettivo di contrastare tale pratica.
In questo contesto si inseriscono le esercitazioni – annuali e periodiche – navali russe nel Mar Baltico, le quali hanno visto l’impiego circa 20 navi da guerra, 25 velivoli e un contingente di 3000 truppe. A seguito delle recenti tensioni legate alla nave “Jaguar”[8], le esercitazioni risultano essere un monito simbolico verso l’Alleanza Atlantica. Difatti, tali esercitazioni condotte dalla Russia, che hanno compreso sia la Flotta Baltica sia la Flotta del Nord, sono state anticipate di circa un mese rispetto al solito, evidenziando come queste caratterizzino la volontà di Mosca di adoperare anche l’utilizzo della forza per proteggere la propria “flotta ombra”.
Un tale confronto “a distanza” tra la NATO e la Russia si evidenzia dall’esercitazioni dei primi di giugno lanciate dalla NATO stessa, anch’esse periodiche (le esercitazioni denominate BALTOPS). Il Vice Ammiraglio Anderson, comandante delle Forze NATO di attacco e supporto navale (STRIKFORNATO), ha affermato che “tali BALTOPS non sono una semplice esercitazione, bensì una visibile dimostrazione della capacità di adattamento, risolutezza e forza marittima dell’Alleanza”[9]. Pertanto, prove di forza si alternano in Europa settentrionale che suggeriscono come l’area baltica risulta essere un punto nevralgico negli equilibri di potere.
Note
[1] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/05/28/abbattuti-in-russia-112-droni-in-tre-ore-12-erano-diretti-verso-mosca_1c2dfa8c-0393-4663-999d-e307f500c527.html
[2] https://www.npr.org/2025/05/25/g-s1-68868/russia-ukraine-drone-missile-attack; https://www.bbc.com/news/articles/cwyjd1z8yg5o; https://www.politico.eu/article/ukraine-releases-new-footage-ai-strikes-drone-russia-putin-bomber-fleet-spiderweb/; https://www.reuters.com/world/europe/mass-russian-drone-attack-ukraines-kharkiv-injures-10-mayor-says-2025-04-29/; https://www.npr.org/2025/06/06/nx-s1-5425188/russia-ukraine-missile-drones-kyiv-putin-zelenskyy#:~:text=In%20late%20May%2C%20Russia%20targeted,cities%20and%20villages%20in%20Ukraine;
[3] https://www.opiniojuris.it/russia-exspaziosovietico/il-vertice-di-istanbul/
[4] https://tass.com/politics/1970241
[5] https://danwatch.dk/en/serious-security-breach-russian-nuclear-facilities-exposed/
[6] https://www.reuters.com/markets/commodities/key-points-about-russias-shadow-fleet-oil-tankers-2025-05-15/
[7] https://edition.cnn.com/2024/09/06/politics/us-sees-increasing-risk-of-russian-sabotage-undersea-cables/index.html; https://globalnews.ca/news/10986443/baltic-sea-cables-nato-explainer/; https://www.euronews.com/my-europe/2024/11/21/denmark-and-norway-continue-to-investigate-damaged-cables-in-baltic-sea
[8] https://www.reuters.com/world/europe/estonian-navy-says-it-tried-detain-one-russian-shadow-fleet-baltic-sea-2025-05-15/
[9] https://sfn.nato.int/newsroom/news-archive/2025/baltops-25-begins-in-the-baltic-sea-region
Foto copertina: Soldati ucraini sparano con un obice Archer di fabbricazione svedese verso le posizioni russe nella regione di Donetsk, gennaio 2024. Le perdite russe in prima linea aumentano, mentre l’avanzata russa continua. (Roman Pilipey/AFP tramite Getty Images)