Nuova Caledonia: un nuovo fallimento del referendum per l’indipendenza dalla Francia.


Il 4 ottobre scorso, 180 mila elettori in Nuova Caledonia sono stati chiamati alle urne per decidere a proposito dell’indipendenza del paese dalla Francia.


 

Il 4 ottobre scorso, 180 mila elettori in Nuova Caledonia sono stati chiamati alle urne per decidere a proposito dell’indipendenza del paese dalla Francia. Il 53,3% dei cittadini ha risposto negativamente alla domanda “Volete che la Nuova Caledonia acceda alla piena sovranità e diventi indipendente?”[1] e ha espresso così la propria volontà che venisse mantenuto lo status quo attuale di Collettività d’Oltremare francese (COM), che perdura dal 1946.
L’arcipelago, situato nell’Oceano Pacifico a circa 1500 km delle coste dell’Australia, è divenuto colonia francese nel 1853, ed è amministrato da un Alto Commissario, depositario dei poteri della repubblica e rappresentativo del governo[2].

In seguito agli accordi di Nouméa del maggio 1998, la Nuova Caledonia gode di uno status speciale e di un’ampia autonomia amministrativa[3]: di fatto, tali accordi hanno stabilito la possibilità per il governo locale di indire fino ad un massimo di tre referendum sull’indipendenza, il cui risultato produrrà effetti giuridici nel tempo.[4]
In continuità con i precedenti Accordi di Matignon-Oudinot del 1988, una prima consultazione è avvenuta il 4 novembre del 2018: in tale occasione, il 56,7 % della popolazione ha scelto di rimanere parte del territorio francese, contro il 43,3% degli elettori a favore dell’indipendenza.[5] In seguito al respingimento delle istanze indipendentiste lo scorso 4 ottobre, il terzo ed ultimo referendum è previsto per il 2022.
Secondo i sopracitati accordi di Nouméa, un’eventuale e futura vittoria del “Sì” si tradurrebbe nel trasferimento alla Nuova Caledonia dei poteri sovrani e nell’accesso ad uno status internazionale di piena responsabilità: di fatto, il paese diverrebbe uno stato pienamente sovrano e dovrebbe adottare una propria Costituzione capace di definire le proprie istituzioni e garantire le libertà individuali dei cittadini. Ciononostante, la nuova organizzazione dei poteri pubblici risultante dall’accesso all’indipendenza non sarà immediatamente effettiva in seguito alla consultazione: seguirà infatti un periodo di transizione durante il quale la Francia continuerà ad assicurare la sicurezza, l’ordine pubblico e la giustizia, al fine di garantire il trasferimento dei poteri e delle competenze al nuovo Stato.[6]
Per quanto concerne le relazioni internazionali, le autorità della Nuova Caledonia saranno chiamate alla stesura di una dichiarazione unilaterale d’indipendenza, con l’obiettivo di stabilire relazioni diplomatiche e, allo stesso tempo, essere riconosciuto dagli altri Stati come Stato sovrano. Il paese potrà inoltre firmare accordi di cooperazione, trattati e convenzioni e chiedere di essere ammesso fra gli stati membri delle Nazioni Unite.
Tuttavia, nel caso in cui i cittadini continuino ad esprimere la propria preferenza per il “No”, la Nuova Caledonia continuerà a far parte della Collettività d’Oltremare Francese e la popolazione conserverà la nazionalità e la cittadinanza francese ed europea.
Per quanto concerne il possibile esito del voto, tanto le caratteristiche demografiche del paese quanto differenti motivazioni politiche svolgono un ruolo peculiare: la popolazione indigena, che rappresenta circa il 40% del totale, tende a schierarsi a favore dell’indipendenza; al contrario, il sostegno finanziario derivante dal settore turistico e dalla lavorazione del nichel e la conservazione del passaporto europeo spingono la restante popolazione non indigena a favorire la permanenza della Nuova Caledonia fra i territori francesi.[7] All’interno della classe politica, istanze anti-indipendentiste sono promosse dal partito conservatore, organizzato in una federazione denominata “i lealisti”; fra i pro-indipendentisti troviamo invece il partito Union Calédonienne, fra i cui esponenti figura Rock Wamitan, speaker del Congresso della Nuova Caledonia.[8]


Note

[1]https://www.lemonde.fr/politique/article/2020/10/04/referendum-en-nouvelle-caledonie-le-non-a-l-independance-en-tete-selon-des-resultats-partiels_6054708_823448.html 

[2] https://gouv.nc/gouvernement-et-institutions/en-un-coup-doeil 

[3] https://gouv.nc/gouvernement-et-institutions/un-peu-d-histoire 

[4] http://www.nouvelle-caledonie.gouv.fr/Politiques-publiques/Elections/Elections-2020/REFERENDUM-2020/Les-implications-du-referendum 

[5] https://www.notiziegeopolitiche.net/nuova-caledonia-il-referendum-per-lindipendenza-dalla-francia-si-terra-il-4-ottobre/ 

[6] http://www.nouvelle-caledonie.gouv.fr/Politiques-publiques/Elections/Elections-2020/REFERENDUM-2020/Les-implications-du-referendum 

[7] https://www.notiziegeopolitiche.net/nuova-caledonia-il-referendum-per-lindipendenza-dalla-francia-si-terra-il-4-ottobre/

[8] https://www.electiondaynews.it/nuova-caledonia-al-via-il-referendum-per-lindipendenza/


Foto copertina:Nuova Caledonia: le sfide del secondo referendum sull’indipendenza© Theo Rouby, AFP


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