Maduro sceglierà la via dell’intervento armato o darà priorità alla diplomazia internazionale?
A cura di Valentina Franzese
«Venezuela Toda», una massiccia partecipazione elettorale certifica il successo di Maduro
Festeggiata dal presidente Nicolás Maduro come una vittoria storica figlia della sovranità popolare, il referendum consultivo dello scorso 3 dicembre, certifica “nero su bianco” la volontà dei venezuelani di annettere la Guayana Esequiba al Venezuela. «Viva la vittoria di tutto il popolo in uno storico referendum consultivo che ha rimesso il Venezuela in piedi. Abbiamo mosso i primi passi di una nuova fase storica per lottare per la nostra Guyana Essequiba, per la Pace e per recuperare ciò che i liberatori ci hanno lasciato. Il popolo ha parlato forte e chiaro!»[2] ha scritto il presidente su X. La regione, ricchissima di petrolio e gas naturale, è da secoli oggetto di una complessa contesa territoriale con la Guayana. Secondo il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), il SÌ nei cinque quesiti referendari ha superato il 95% di consensi con 10.431.907 voti totali. Il presidente del CNE, Elvis Amoroso, ha dichiarato, tre ore dopo la chiusura dei seggi, che l’affluenza alle urne per la difesa della sovranità venezuelana sull’Essequibo e l’Accordo di Ginevra del 1966 era vicina alle 10 milioni di persone totali. Lunedì – a spoglio concluso – il CNE ha annunciato che la consultazione ha registrato la partecipazione di 10,43 milioni di elettori, circa il 50% degli aventi diritto al voto[3]. Ugualmente elevate le percentuali per i singoli quesiti. Nel primo, in cui si chiedeva ai cittadini venezuelani se fossero favorevoli a respingere con tutti i mezzi il lodo arbitrale del 1899, ritenuto fraudolento, il 97,99% a votato a favore mentre il 2,1% in maniera contraria. Il secondo quesito, che invitava a considerare l’Accordo di Ginevra del 1966 come l’unico strumento giuridico valido a redimere la controversia territoriale, ha ottenuto il 98,26% di consensi a favore e l’1,74% contrari. Il terzo interrogativo, che ha ottenuto il 96,31% di risposte favorevoli e il 3,69% di voti negativi, chiedeva ai venezuelani se fossero concordi con la storica posizione tenuta dal Venezuela volta a considerare come non valida la giurisdizione della Corte Internazionale di Giustizia sulla questione. I quesiti sicuramente più controversi e con un con maggiore impatto restano però gli ultimi due. Nel quarto quesito, infatti, cha ha ottenuto il 96,34% di “Sì” e il 3,66% di “No”, si chiedeva alla cittadinanza se fosse favorevole ad opporsi, con tutti i mezzi, all’utilizzo da parte della Guyana di un mare in attesa di delimitazione. L’ultimo quesito, invece, votato in maniera affermativa da 96,33% di persone, consentirebbe al Venezuela di annettere la regione della Guayana Esquiba e concedere la cittadinanza venezuelana alla popolazione locale lì residente[4]. A tal fine, si prevede lo sviluppo di un piano di assistenza globale per la popolazione attuale e futura dell’Essequibo che potrà godere a pieno titolo dei diritti sanciti dalla Costituzione venezuelana. «Il popolo venezuelano ha parlato forte e chiaro e questa vittoria appartiene a tutto il popolo venezuelano, senza discriminazioni e senza partigianeria»[5], ha affermato Maduro. «È stato un giorno meraviglioso, dal 21 settembre, quando l’Assemblea Nazionale ha risposto all’insolenza della Exxon Mobil e del Governo della Guyana nel cercare di dividere il mare venezuelano, il mare da delimitare, nel cercare di usare il territorio conteso per installare basi del Comando Sud degli Stati Uniti dirette contro il Venezuela», ha sottolineato il dignitario venezuelano mentre festeggiava il successo elettorale in Plaza Bolivar a Caracas. La transnazionale statunitense è, infatti, da tempo attaccata dal governo bolivariano come colei che tira i fili della politica estera della Guyana per espropriare il Venezuela della Guyana Esequiba e delle sue ricchezze minerarie.
Nella conferenza stampa utile ad annunciare i risultati ufficiali del referendum sulla difesa dell’Essequibo, il presidente Maduro ha anche condannato la stampa internazionale colpevole, a suo dire, di raccontare il referendum consultivo recentemente votato come non vincolante ridimensionandone la portata. «A coloro che cercano di ignorare il voto popolare, di infangare il referendum; alla destra pro Exxon Mobil e a coloro che sostengono gli interessi della Guyana e non quelli del Venezuela: questo referendum è vincolante e io mi attengo al mandato del popolo»[6], ha rivendicato Maduro. A tal proposito, ha respinto l’opinione – diffusa dai media internazionali – volta «sminuire ingiustamente l’impresa storica che il popolo ha compiuto il 3 dicembre»[7]. «Se la voce del popolo e il voto del popolo non sono vincolanti, che cosa lo è?», ha chiesto il capo dell’Esecutivo, secondo cui il potere di «scrivere, imporre una parola per cercare di macchiare l’impresa storica del popolo»[8] è esercitato dalla Exxon Mobil e del governo degli Stati Uniti, che persistono nel loro desiderio di mettere a tacere la volontà del popolo.
Parimenti, il presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela, Jorge Rodríguez, ha dichiarato durante la conferenza stampa: «La voce del popolo che in massa ci ha dato un mandato sarà adempiuta, è stato commovente vedere lo spirito patriottico nel referendum consultivo in difesa della Guyana di Esequiba»[9].
Quali sono ora i possibili scenari?
Particolarmente incerto e indefinito si fa lo scenario post elettorale. Non è, infatti, ancora chiara quale sarà la strategia che Maduro deciderà di perseguire. Se, da un lato, il governo venezuelano ha certificato il carattere vincolante del referendum appena concluso; dall’altro, il governo presieduto da Maduro si dice deciso a procedere secondo la via della legalità e della diplomazia. Ciò scongiurerebbe, almeno allo stato attuale delle cose, un possibile intervento militare utile ad annettere e occupare con la forza l’Essequibo.
Ugualmente, anche la possibilità di creare uno stato venezuelano all’interno di Esequiba rimane una possibilità remota. Qualsiasi tentativo di procedere con l’applicazione del referendum implicherebbe, infatti, delle modifiche alla carta costituzionale del Venezuela che, però, dovrebbero prima essere approvate0 dalla popolazione. Come prevedibile, cresce la preoccupazione in Guayana, il cui presidente, Irfaan Ali, apparso vestito in mimetica davanti ai soldati schierati alla frontiera, ha ribadito: «L’Esequiba è nostra, siamo pronti a difenderne ogni suo centimetro quadrato». Oltre a parlare direttamente al governo venezuelano affinché si faccia guidare dal diritto internazionale per determinare l’esito della controversia, il Presidente ha assicurato che verranno compiuti tutti gli sforzi necessari per garantire che l’integrità territoriale e la sovranità della Guayana rimangano intatte, sottolineando l’impegno dei membri delle forze armate nazionali. «Stiamo lavorando 24 ore su 24 per garantire che i nostri confini rimangano intatti e che le persone e i nostri paesi rimangano al sicuro»[10], ha affermato. L’intera operazione resta, secondo chi scrive, più una provocazione strategica utile ad accrescere l’appeal del governo venezuelano – da tempo in forte crisi – che una vera e propria pretesa nazionalista. Anche senza l’attuazione del referendum, infatti, Maduro potrebbe trarre vantaggio politico dal voto nel mezzo di una campagna di rielezione che si sta rivelando particolarmente difficoltosa. In questo senso, a ottobre, l’opposizione venezuelana si è compattata attorno alla figura di Maria Corina Machado – un’ex legislatrice di centrodestra che ha attaccato Maduro per aver supervisionato, senza agire, l’impennata dell’inflazione e la carenza di cibo – nelle prime primarie del paese in 11 anni[11].
Non sorprende, pertanto, l’enorme campagna pubblicitaria – che ha coinvolto anche il mondo dell’istruzione con un’apposita “campagna pedagogica” – di stampo nazionalista, zeppa di richiami patriottici e prescelta dall’Esecutivo per promuovere una mappa del Venezuela che comprendesse anche il territorio della Guayana Esequiba.
Al contempo, l’apparato statale ha promosso il voto con cartelloni pubblicitari, concerti, merchandising , raduni militari e pubblicità incessante sui social network. In linea con il proposito di accrescere il proprio consenso elettorale, il presidente Nicolás Maduro è stato il primo a sostenere e promuovere il referendum come segnale di partenza per la sua campagna elettorale, in vista delle elezioni presidenziali del 2024. In tal senso è più che mai opportuno evidenziare il dato, probabilmente, più rilevante che emergere da queste ultime consultazioni: quello dell’affluenza alle urne. Come confermato dal Consiglio Nazionale Elettorale, la consultazione ha registrato la partecipazione 10,43 milioni di elettori, ovvero circa il 50% del totale della popolazione. Un dato molto elevato già di per sé, che però ha un maggiore valore simbolico se si pensa che persino Hugo Chávez, nel suo periodo di massimo splendore e successo non è mai riuscito a raggiungere una cifra come quella descritta dalle autorità elettorali. Al contempo, non è da sottovalutare tutta l’enfasi posta dalle autorità chaviste sul fatto che l’intero processo elettorale andasse ben al di là dei singoli partiti e che si ponesse, invece, come un grande obiettivo nazionale in grado di superare le divisioni interne e singoli partiti, sebbene fosse stato convocato in prima persona dall’Esecutivo. Concorde con questo approccio anche lo stesso presidente Maduro che, tramite X, ha dichiarato: «Dobbiamo sentirci tutti vincitori della sovranità, della volontà nazionale e della nostra Guyana Essequiba. Nella campagna e nella vittoria non ci sono differenze partitiche o ideologiche, né separazioni o esclusioni. Che la minoranza dell’ultradestra sia lasciata sola!»[12]. Se da un lato Stati Uniti, Regno Unito e Brasile osservano con un certo grado di preoccupazione l’intera vicenda elettorale che sta accadendo sulle sponde dell’Oceano Atlantico, impensierite dalle possibili rivendicazioni petrolifere offshore al di là dei confini amazzonici; dall’altro, il Nicaragua, guidato da Daniel Ortega, ne ha festeggiato l’esito. In una lettera inviata al capo di Stato venezuelano, Nicolás Maduro, i rappresentanti del governo del Paese centroamericano si sono congratulati con il presidente e il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV). «Stiamo creando il Nuovo Mondo di relazioni fraterne, solidali e libere da interferenze, interventi, violenze e distruzioni, liberi finalmente, come lo saremo noi, da quella politica di saccheggio, sottomissione e divisione, applicata dagli Imperi contro la Comunità Umana»[13] sottolinea il testo, in cui si esorta l’Esecutivo a continuare ad andare avanti per creare nuovi successi in futuro.
Si profila la possibilità di un conflitto armato?
La possibilità di un conflitto armato ad opera del Venezuela, utile ad annettersi con la forza la regione dell’Essequibo, resta, fino ad oggi, una possibilità remota. Possibile, ma remota. L’eventualità che si vada ad innescare una nuova escalation militare in Sudamerica avrebbe come unico effetto positivo per l’Esecutivo venezuelano, quello di dare validità, pratica e tangibile, al referendum appena votato. Per contro, gli aspetti negativi per il governo Maduro sarebbero molteplici. Innanzitutto, un maggiore isolamento internazionale.
Il Venezuela, già abbastanza emarginato dalle grandi arene internazionali a causa dell’ostracismo e dell’opposizione manifestata dalla comunità internazionale nei confronti delle politiche di Nicolas Maduro, sarebbe ancora più isolato anche all’interno del singolo contesto latinoamericano. Il Brasile di Lula, ad esempio, già si dice preoccupato dalla possibilità di un conflitto a ridosso della giungla amazzonica. Allo stesso modo, anche la Colombia guidata da Gustavo Petro, con cui l’Esecutivo Maduro sta negoziando un accordo di pace utile risolvere il ventennale conflitto tra le FARC[14] e ELN[15], al momento non si è ancora pronunciata sulla questione. Allo stesso tempo, le probabilità di una nuova guerra verrebbero scongiurate dai costi sociali ed economici determinate dal conflitto, che si rivelerebbero controproducenti per il già debole consenso dell’Esecutivo venezuelano. L’incremento delle spese militari, a fronte della decrescita del PIL che si fa sempre più costante, determinerebbe in questo senso un sensibile calo dell’endorsement. Nonostante ciò, non sorprende la decisione della Guyana di considerare la possibilità di creare basi militari nella regione come annunciato lo scorso 23 novembre dal vicepresidente Bharrat Jagdeo, prima di una visita nel paese di due delegazioni del dipartimento della difesa statunitense. «In una situazione normale non avremmo motivo di creare basi militari, ma dobbiamo proteggere i nostri interessi»[16], ha dichiarato Jagdeo durante una conferenza stampa.
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- Venezuela: Maduro nella lotta contro la dollarizzazione
- Cresce la tensione tra Caracas e Georgetown per il controllo della Guayana Esequiba
Maduro rivendica la Guayana Esequiba e presenta 9 provvedimenti
«Si attiva il dibattito nell’Assemblea Nazionale e l’approvazione della Legge Organica della Guayana Esequiba, così come l’attuazione delle 5 decisioni prese dal popolo venezuelano in ciascuna delle sue parti. Dialogo, dibattito libero, democratico e consenso!»[17] ha annunciato tramite X capo di stato venezuelano. Lo scorso 5 dicembre, Maduro ha consegnato al presidente dell’Assemblea Nazionale, Jorge Rodríguez, il progetto di Legge Organica per la Difesa della Guayana Esequiba, uno strumento giuridico utile a permettere l’attuazione delle decisioni prese dagli elettori venezuelani durante referendum consultivo, compresa la creazione dello Stato. Durante l’Assemblea Generale del Consiglio Federale di Governo – che ha registrato anche la partecipazione del Consiglio di Stato e del Consiglio di Difesa della Nazione – sono stati annunciati diversi provvedimenti riguardanti la Guayana Esequiba. «Mi dispiace che non possiamo convocare oggi una sessione dell’Assemblea Nazionale per approvare la prima discussione della legge, ma ci impegniamo con lei [Maduro], con questa riunione della “Venezuela Toda” e con il popolo venezuelano, che ha votato in massa domenica 3 dicembre, che domani 6 dicembre, l’Assemblea Nazionale si riunirà e discuterà questa legge organica per il futuro nella prima occasione»[18], ha detto il deputato Rodríguez. Diversi sono stati gli annunci presentati dal Presidente ai venezuelani in merito al tema. Innanzitutto la creazione di un’Alta Commissione per la Difesa della Guayana Esequiba – un organismo composto dal Consiglio di Difesa, dal Consiglio del Governo Federale, dal Consiglio di Sicurezza Nazionale e da politici, religiosi e accademici[19] – che sarà coordinata da Delcy Rodríguez in veste di vicepresidente esecutivo, e che avrà lo scopo di «avviare una dinamica utile a portare avanti l’esecuzione della decisione che il popolo ha preso domenica 3 dicembre»[20]. L’Alto Commissariato, inoltre, avrà anche il compito di approfondire il rafforzamento delle squadre in difesa del Venezuela e il dialogo tra tutti i settori della società. Terzo provvedimento annunciato da Maduro riguarda la creazione della “Zona di Difesa Integrale Guayana Esequiba”, che disporrà di tre aree e 28 settori di sviluppo integrale, con sede politica e amministrativa a Tumeremo, nello Stato di Bolívar, e che dipenderà militarmente e amministrativamente dalla Regione di Difesa Integrale Guayana. Il Maggior Generale (M/G) Alexis Rodríguez Cabello, invece, è stato nominato in via provvisoria “Autorità Unica della Guayana Esequiba”[21]. Il quinto annuncio fatto dal presidente venezuelano ha riguardato l’autorizzazione concessa, alla compagnia statale Petróleos de Venezuela (Pdvsa) e alla Corporación Venezolana de Guayana (CVG), a creare delle apposite divisioni regionali – la “Pdvsa Esequibo” e la “CVG Esequibo” – nonché a concedere licenze operative per esplorare e sfruttare il petrolio e il gas presente nelle miniere della regione[22]. Il sesto punto, annunciato dall’Esecutivo ha riguardato la presentazione e diffusione della nuova cartina fisica della Repubblica Bolivariana del Venezuela pensata, oltre che per la comunità tutta anche per le scuole, i licei e le università[23].
L’Esecutivo ha, inoltre, annunciato la futura creazione e attivazione di un “Piano di Attenzione Sociale per la popolazione di Guayana Esequiba” che prevederà, oltre alla realizzazione di un censimento, anche la possibilità consegnare carte d’identità ai suoi abitanti, nonché creare un’apposita divisione regionale del “Servizio Amministrativo di Identificazione, Migrazione e Affari degli Stranieri”, sempre a Tumeremo. Nel corso dell’incontro è stata anche proposta l’istituzione di apposite norme in grado di vietare la contrattazione di società esterne che operano, o collaborano, nelle concessioni unilaterali rilasciate dalla Guyana nel mare non ancora delimitato. Infine, il nono e ultimo provvedimento presentato prevede la possibilità di approvare una legge speciale, utile a definire alcune zone del territorio della Guayana Essequiba come aree di protezione ambientale. Durante il suo discorso il presidente Maduro ha, infine, sottolineato e ribadito che «il mondo deve sapere, la Repubblica di Guyana deve sapere che i dati elettorali storici sulla Guayana Essequiba, esprimono che il Venezuela ha una sola voce: l’Essequibo è nostro, indipendentemente dalle differenze»[25].
Note
[1] Il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela mentre festeggia i risultati elettorali del referendum, https://x.com/NicolasMaduro/status/1731637416732119260?s=20.
[2]https://x.com/NicolasMaduro/status/1731639268248883330?s=20.
[3] A. Moleiro, “El chavismo gana el referéndum para la anexión del Esequibo y eleva la tensión con Guyana”, El País, 4/12/23, https://elpais.com/america/2023-12-04/el-chavismo-gana-el-referendum-para-la-anexion-del-esequibo-y-eleva-la-tension-con-guyana.html.
[4] Per maggiori approfondimenti si veda: https://www.instagram.com/p/C0cSYssxfl0/?utm_source=ig_web_copy_link&igshid=MzRlODBiNWFlZA.
[5] “Presidente Maduro felicita al pueblo por referendo consultivo”, TeleSur, 3/12/23, https://www.telesurtv.net/news/presidente-maduro-felicita-pueblo-referendo-consultivo-20231203-0046.html.
[6] “Presidente Maduro ratifica carácter vinculante del referéndum consultivo en Venezuela”, TeleSur, 4/12/23, https://www.telesurtv.net/news/venezuela-defensa-referendo-esequibo-20231204-0020.html.
[7] Ibidem.
[8] Ibidem.
[9] Ibidem.
[10] “Referendum: President Ali urges Venezuela to show ‘maturity & responsibility’”, News Room Guayana, 3/12/23, https://newsroom.gy/2023/12/03/referendum-president-ali-urges-venezuela-to-show-maturity-responsibility/.
[11] D. Shortell, “Venezuelans approve takeover of oil-rich region of Guyana. What happens next?”, CNN, 4/12/23, https://edition.cnn.com/2023/12/04/americas/venezuelans-approve-takeover-of-oil-rich-region-of-guyana-in-referendum/index.html.
[12]https://x.com/NicolasMaduro/status/1731769228221464965?s=20.
[13] “Mensaje de Nicaragua al Presidente Nicolás Maduro al celebrar otra Victoria de la Paz y Hermandad”, El 19 Digital, portal de noticias de Nicargua, 4/12/23, https://www.el19digital.com/articulos/ver/titulo:147214-mensaje-de-nicaragua-al-presidente-nicolas-maduro-moros-.
[14] Forze Armate Rivoluzionari e della Colombia (FARC), sono state un’organizzazione guerrigliera colombiana di matrice marxista leninista fondata il 27 maggio 1964.
[15] Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), organizzazione di guerriglia insurrezionale di matrice marxista leninista fondata in Colombia nel 1964.
[16] “Si aggravano le tensioni tra Guyana e Venezuela sulla regione dell’Esequibo”, Internazionale, 24/11/23, https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2023/11/24/guyana-venezuela-esequibo-basi.
[17]https://x.com/NicolasMaduro/status/1732217468548944163?s=20.
[18] “Presidente venezolano entrega al Parlamento la Ley Orgánica por la Defensa de la Guayana Esequiba para su debate”, TeleSur, 5/12/23, https://www.telesurtv.net/news/venezuela-presidente-an-ley-defensa-guayana-esequiba-debate-20231205-0039.html.
[19]https://x.com/PresidencialVen/status/1732167211828003171?s=20-.
[20] “Presidente venezolano entrega al Parlamento la Ley Orgánica por la Defensa de la Guayana Esequiba para su debate”, TeleSur.
[21]https://x.com/NicolasMaduro/status/1732217468548944163?s=20.
[22] “Presidente venezolano entrega al Parlamento la Ley Orgánica por la Defensa de la Guayana Esequiba para su debate”, TeleSur.
[23]https://x.com/NicolasMaduro/status/1732215010737221791?s=20.
[24] Nuova cartina fisica della Repubblica Bolivariana del Venezuela in cui si annette geograficamente la regione dell’Essequibo,https://x.com/NicolasMaduro/status/1732215010737221791?s=20.
[25] “Presidente venezolano entrega al Parlamento la Ley Orgánica por la Defensa de la Guayana Esequiba para su debate”, TeleSur.
Foto copertina: Il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela mentre festeggia i risultati elettorali del referendum, https://x.com/NicolasMaduro/status/1731637416732119260?s=20.